di Andrea Inglese
Ieri Silvia Avallone, autrice di un romanzo di cui molto si è parlato, e che quindi – pur non avendolo letto – immagino sia stato importante, ha scritto sul “Corriere della sera” un editoriale, in ragione credo di una duplice competenza, quella del romanziere e quella della donna. Questo editoriale ha bizzarramente due titoli, uno in prima pagina, e l’altro a pagina 6, dove è possibile leggere interamente il pezzo: “Se le donne perdute diventano conformiste” e “Ma dove è finito quel tormento delle donne perdute?”. Da questi titoli, probabilmente redazionali, si deduce che, oltre ad esistere la categoria delle “donne perdute”, vi è un rapporto inverso tra “tormento” e “conformismo”. E il tema potrebbe essere interessante, anche se bisognerebbe capire di che donne perdute si parla: quelle di carta o quelle di carne?










