di Franco Buffoni
Una grande città europea: uno studente ventiduenne molto carino e piuttosto effeminato conversa al tavolo di un bar con due ragazze. Il gruppetto non si avvede di essere diventato oggetto di attenzione da parte di tre coetanei “machi”. Cominciano a piovere insulti omofobi pesantissimi. Non reagiscono. I veri maschi si avvicinano facendosi più minacciosi. Il ragazzo si alza, seguito dalle amiche, e tenta di allontanarsi. Viene inseguito e di nuovo insultato. Si ferma, coraggiosamente cerca di reagire, e qui i veri maschi lo aggrediscono fisicamente, ferendolo al padiglione auricolare sinistro con un frammento di vetro. Se il taglio fosse stato inferto pochi centimetri più in basso, all’arteria, avrebbe rischiato la vita.
La città: Roma; il quartiere: Trastevere. La sera: il 28 dicembre scorso.
La stessa aggressione a Barcellona, Berlino o Parigi comporterebbe l’aggravante della motivazione omofoba. In Italia no. Perché il Parlamento italiano – sobillato da coloro che credono, o fingono di credere, nell’ordine del creato – nel 2009 ha bocciato la proposta di legge Concia.







