di Valerio Cuccaroni
Calpestare l’oblio. Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale: una grande opera di poesia civile.
Dopo due versioni elettroniche, domenica 14 novembre verrà presentata ad Ancona l’edizione integrale (Collana Argo, ed. Cattedrale).
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a partire dalle ore 17, nell’ambito della rassegna di arte e impegno civile “Linee di resistenza”, organizzata Casa delle Culture, con il contributo di: Provincia di Ancona | Comune di Ancona, in collaborazione con: Istituto Storia Marche | Anpi, con il Patrocinio di: I Circoscrizione – Comune di Ancona, verrà presentata l’edizione cartacea integrale dell’e-book “Calpestare l’oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” [ http://www.lagru.org/media/oblio.pdf ], antologia di poesia civile che nel novembre 2009 e nei mesi seguenti ha scatenato un acceso dibattito sui principali media (L’Unità, MicroMega, Corriere della Sera, Radio 24, Reset, Gli altri, Il Giornale, Libero, Il Foglio, Il manifesto, Le Monde diplomatique).
CALPESTARE L’OBLIO
Poesia e Prosa : Petr Král

Crepuscolo, respirare
di
Petr Král
(traduzione dal francese di Paola De Luca)
Fuori dal nostro abbraccio, tu ti dici vuota –
anche la città, malgrado la calca nelle stradine – farragine di
moto e di bimbe scure, dei panni sventolanti ai balconi e
lo sguardo fisso delle vecchie
sull’uscio, davanti alla grotta con l’ammiccare dello schermo –
anche lei respira più in là, da una piazza deserta.
Far scorrere lo sguardo avido in mezzo ai fiati della folla
spargerlo poi nello scintillio delle posate sulla
bancarella d’un mercante
vicino al lungofiume, sul ciglio del parco ;
distrattamente asciugare con una manica il lustro della ringhiera
prima che una stella, alta sulla scalinata, buchi il cielo grigio.
La divisione della gioia
di Italo Testa
I. UN LUOGO QUALUNQUE
o sulle poltrone in prima fila,
davanti a un sipario grigio
segui in allerta la scena vuota,
come una macchia nera in un quadro
lo spazio deserto ti incornicia:
è stato sulle scale, il gradino
lucidato dai passi anonimi,
l’ombra obliqua che taglia lo stipite:
la nascita della scrittura I
(come) nasce la scrittura / marco giovenale
I. conclusione in forma di introduzione
a Uruk, circa cinquemila anni fa, la scrittura nasce da un appiattimento del segno sul segno. da una semplificazione che in effetti è una irrorazione di complessità.
nasce cioè da un’adesione del segno esterno di un contenitore al segno interno tridimensionale, che significa(va) gli oggetti della transazione.
II. storia
0 _ le fasi, in sintesi:
A _ merci di scambio nel mondo reale: commercio
B _ tokens [ = oggettini, segnacoli] che li rappresentano: contabilità
C _ tokens inseriti nella bulla: registrazione e conservazione
D _ segnature scritte sulla bulla, a significare i tokens: “semplificazione”
E _ schiacciamento/fine della bulla: nasce la scrittura bidimensionale, su tavoletta di creta
SPAZIO LIB(e)RO a Bolzano
sabato 13 novembre
nell’ambito della manifestazione “SPAZIO LIB(e)RO“, presso il “Centro Trevi” di Bolzano:
Ore 11.00 (sala piano interrato): “Letteratura e sovraterritorialità” con Marianne Schneider, Evelina Santangelo, Giacomo Sartori. Moderatore: Stefano Zangrando
Ore 18.00: “Letteratura e fantasticazione” con Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni e Enrico De Vivo. Moderatore: M. Rizzante
L’esplorazione della vicinanza – Majorino & Inglese
Milano sabato 13 novembre
ore 17
Libreria Feltrinelli di via Manzoni
Giancarlo Majorino
presenta:
Poesia come esplorazione della vicinanza
Letture di Andrea Inglese
°
carta st[r]ampa[la]ta n.35
di Fabrizio Tonello
Elezioni del Congresso negli Stati Uniti: trionfa il partito del tè. Netta sconfitta del partito del caffè, mentre alcuni risultati interessanti hanno ottenuto il partito della camomilla e quello della tisana al finocchio. Il partito della verbena e quella della rosa canina non hanno raccolto consensi fra gli elettori.
Martedì 2 e mercoledì 3 novembre sono state giornate faticose nelle redazioni, costrette a produrre pagine su pagine su un argomento –l’America- che confonde le idee anche ai più diligenti. Più o meno tutti i giornali si riferiscono alla galassia di gruppi sotto l’etichetta “Tea Party” come al “partito del tè”. Naturalmente, “party” significa anche “partito” ma, nel caso specifico, ha invece lo stesso significato che nello spot televisivo con George Clooney: “No Martini, no party”. Il riferimento è proprio a una festa, un party, come fu ironicamente battezzata l’incursione dei coloni americani nel porto di Boston il 16 dicembre 1773, quando i rivoluzionari gettarono in mare un carico di tè per protestare contro le tasse imposte dal parlamento inglese. I gruppi nati l’anno scorso per protestare contro gli aumenti delle tasse e l’aumento del deficit che attribuiscono ad Obama hanno scelto questo riferimento alla prima rivolta antifiscale della storia americana, un party che diede il via alla lotta per l’indipendenza.
La letteratura sperata
di Emanuele Trevi
Già il fatto che David Shields definisca «un manifesto» il suo Fame di realtà (Fazi, prefazione di Stefano Salis, trad.di Marco Rossari, pp.264, euro 18,50) ci parla di uno stile di pensiero decisamente inconsueto, per non dire inattuale. A chi può mai rivolgersi, nel 2010, un manifesto? Il fatto è che la teoria letteraria di Shields chiama in causa i suoi lettori, li seleziona mentre procede. Dai manifesti delle vecchie avanguardie lo scrittore californiano, nato nel 1956, ha imparato a rivolgersi a una minoranza come se si trattasse, contro tutte le apparenze, di una moltitudine. Spazzando via d’un colpo, grazie alla sola energia del desiderio, il più triste dei prodotti dell’industria culturale: la rigida separazione dei ruoli, il Muro di Berlino che separa i produttori dai consumatori. «Non credo di essere l’unico», si legge per esempio a un certo punto, «che trova sempre più difficile leggere o scrivere romanzi».
Il precario con la febbre
[Questo articolo compare nello speciale de il manifesto in edicola oggi dedicato alla scuola, Sbancati. Compratelo. Primo, per sostenere il manifesto. Secondo, perché è proprio un bello speciale.]
di Marco Rovelli
Dalle mie parti quando un oggetto è in bilico e rischia di cadere si dice che ha la febbre. Quando si ha la febbre si è in condizione di debolezza, e tendenzialmente assai più dipendenti dagli altri. Un precario è un oggetto con la febbre: subisce una reificazione anno dopo anno, che sconta sulla pelle, e il sistema che lo spreme e lo getta via all’occorrenza usa anche il rischio a cui è costantemente esposto, che lo mette in condizione di dipendere da qualcuno, senza potersi aiutare da sé, e senza poter fare rete con qualcuno nella sua condizione.
Io sono precario nelle scuole superiori da dieci anni, senza mai vedere la luce della fantasmatica immissione in ruolo.
Dopo un dottorato di ricerca all’università, avevo valutato che non ero in grado di reggere le trafile che vedevo fare a una serie di persone che mi avevano preceduto, tra attese di postdottorati, borse varie, rapporti da tessere, persone da ingraziarsi. Mi pareva invece che, volendo “lavorare con il sapere”, avrei potuto insegnare storia e filosofia nei licei, sarebbe stata più pulita. Erano i tempi delle orrende Ssis, scuole di specializzazione per l’insegnamento che però a nulla specializzavano. Era solo una gran bella tangente pagata allo Stato per avere l’abilitazione, con un consistente punteggio in graduatoria. Le réclame informali dell’epoca ci garantivano che nel giro di pochi anni saremmo entrati in ruolo. Il sistema aveva bisogno di polli da spennare, da una parte, e di creare un bell’esercito di riserva che si adattasse ad ogni richiesta, col vantaggio di costare meno allo Stato: ché questo è uno dei punti fondamentali, i precari non si pagano d’estate.
Controparole
[Le pagine che seguono costituiscono l’apertura del saggio Controparole, Atelier, 2010. Chi voglia acquistare il libro può scrivere a: ladolfi_at_alice.it]
di Alessandro Baldacci
Speranza e frammenti
È ancora possibile cercare un’esperienza di verità nella scrittura? Continua a interrogare il presente, ad alimentare le potenzialità del futuro, la “domanda totale” dell’arte? La dominante ironica della letteratura contemporanea, con la sua prassi inerme e la sua incapacità di filtrare la grande lezione dell’ironia primo-novecentesca, il gioco che sempre più sfuma in ammicco, la deresponsabilizzazione del linguaggio, degli autori, dei critici di fronte alle ferite della realtà, la convinzione che la poesia possa accomodarsi docilmente nel suicidio in sordina delle logiche di potere che la governano, sono segni di un’amputazione del pensiero che pervade le più disparate esperienze del presente. Sono i sintomi di un mondo che ha smarrito le emozioni e le passioni del tragico, convinto che l’impossibilità del sublime possa essere ragione bastante per non lasciarsene ancora e nonostante tutto ustionare. Questo tipo di nichilismo, che non riconosce il negativo, che non soffre la negazione, governa la mentalità contemporanea, finge che tutto sia illusorio, fantasma, perché sa che la luce drammatica della realtà basta a denunciarne l’ipocrisia, l’interesse, il vantaggio o la complicità.
Un libro e una mostra fotografica per capire la Milano Downtown
Massimo Bricocoli e Paola Savoldi
Milano Downtown. Azione pubblica e luoghi dell’abitare
et. al /Edizioni, 2010, pp. 280
Contributi di: Giovanni Hänninen, Massimo Bricocoli, Paola Savoldi, Alessandro Coppola, Lidia K. Manzo, Raffaele Monteleone, Paola Arrigoni, Ota de Leonardis, Pier Carlo Palermo.
O ti adatti o sogni
di Ida Travi
(Il campo si stendeva)
Il campo si stendeva molto stanco e sopra
navigavano gli uccelli. Il mondo non diceva una parola
Noi dormivamo lì prima di chiudere gli occhi
il nome era sveglio sotto il camicino
C’è qualcosa sulla guancia del bambino, hai visto?
È una mosca. C’è una mosca sulla guancia del bambino
hai visto? Il velo non è servito a niente! Il velo
non ha fatto barriera.
Leggerezze ( a reti leggere )
Due carissimi e talentuosi amici, Fernando Coratelli e Luigi Carrozzo si sono inventati ‘sta cosa. Una bella cosa che mi ha dato l’occasione di ritrovare vecchi compagni di rete come Franz Krauspenhaar e Sergio Garufi. Io a ‘sta cosa. partecipo con una rubrica dedicata a un libro, un luogo un musicista…
Un libro vi trasporterà è una video rubrica dedicata, ogni volta, a un libro, alla musica, a una città.Si tratta di vere e proprie esplorazioni attraverso pagine di vita, città, riflessioni, volti, personaggi con lo scopo di tracciare una cartografia delle esperienze artistiche, letterarie e musicali, che attraversano l’Italia dei nostri giorni. Girate con camera digitale e destinate alla rete, le videointerviste si propongono come una filosofia della leggerezza del leggere.
Una poesia
di
Gabriella Garofalo
a S.P.

Immaginavi, con l’invidia
di chi trasloca dai margini al retro,
luci notturne grembi al neon dove gettarsi-
non hanno età certi giochi, ti esortava,
non crimine la resa ad altre tavole di legge,
giostra la mente tra autoscontri, girandole, aquiloni,
bravo a depistarti quel cielo sfinito di stelle-
solo, ti scopri a fissare tazzine in smalto blu
insofferente che la sera parta,
prenda la sera e si allontani
lei e dilapidata fortuna nel tuo cielo.
Felicità
di Graziano Dell’Anna
Da quando l’anno prima si era trapiantato dal suo paesino del sud a Padova, non gli sembrava di ricordare un mattino così. Il sole batteva alla finestra proiettando un rettangolo sbilenco sul pavimento della stanza; un cinguettio indistinto – una taccola? una ghiandaia? – veniva dall’esterno. Forse era per questo che Tobi, lo spaniel color terra che aveva preso con sé per le battute di caccia (la sua più grande passione dopo formule e provette), era particolarmente su di giri. O che in qualche modo le narici del suo amico avvertissero l’odore del sole, l’imminenza della bella giornata?
Radioactivity
Martedì 9 novembre alle 21 in diretta dalla Sala A di via Asiago, Roma
RAI RADIO3
presenta
RADIODRAMMI IN DIRETTA
Spazio Lumière
di Nicola Lagioia
con
Peppino Mazzotta (Roberto Canali), Valentina Carnelutti (Sonia),
Claudio Botosso (Aristide Novelli), Salvatore D’Onofrio (tecnico radiofonico)
e
Custodi alla memoria
di Carlo D’Amicis
con
Ninetto Davoli ( Ninetto), Peppe Servillo ( Sor Maestro)
i personaggi di Sor Maestro e di Ninetto sono ispirati a Totò e a Ninetto Davoli,
con particolare riferimento a Uccellacci e Uccellini e Cosa sono le nuvole.
Dalla Pornocrazia alla Mignottocrazia
[Questo articolo è apparso sul numero 3 di “alfabeta2”]
di Andrea Cortellessa
Note sul regime biospettacolare di Berlusconi
Nel paesaggio in rovine, nella facies hippocratica del presente che illustra – tormentoso prima che esilarante, come pure non riesce a non essere – La Suburra di Filippo Ceccarelli, una scena in apparenza meno torrida di altre colpisce, però, con una violenza speciale. Siamo ancora in una fase primordiale di quello che, per la famiglia Berlusconi, diverrà la primavera seguente uno psicodramma vissuto in diretta sulla ribalta mediatica, nazionale e non (dopo lo scoop di «Repubblica» sulla partecipazione del Presidente alla festa di compleanno d’una giovane campana; dopo una clamorosa intervista rilasciata allo stesso giornale da sua moglie; dopo che l’“amico di famiglia” Vittorio Feltri, sulla prima pagina del posato quotidiano «Libero», ripesca dal suo passato d’attrice delle foto a seno nudo col pacato commento Veronica velina ingrata); ma già successiva a una serie di servizi fotografici documentanti i passatempi del Presidente, dopo che è stata pubblicata coram populo un’intercettazione telefonica fra lui e un ossequioso dirigente RAI nella quale Berlusconi raccomanda attrici segnalate da certe persone «con cui sta trattando» perché «sta cercando… di avere la maggioranza in Senato» (siamo agli ultimi sussulti del secondo governo Prodi, col suo risicatissimo margine parlamentare), e dopo che a séguito delle trionfali elezioni dell’aprile 2008 s’è insediata in Parlamento «una folta schiera di belle ragazze» subito dai cronisti parlamentari simpaticamente definite «Forza Gnocca» (Filippo Ceccarelli, La Suburra. Sesso e potere: storia breve di due anni indecenti, Milano, Feltrinelli, 2010, p. 21).
Ancora sull’antirealtà
di Giuseppe Zucco
Il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante, un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto. Carlo Emilio Gadda
Ma è così? In letteratura esiste una divisione così netta tra finzione e realtà? Le opere letterarie possono essere annoverate senza ombra di dubbio ora tra le schiere della realtà ora tra quelle della finzione? E questa distanza certificata aiuta la comprensione delle opere letterarie? Oppure il gioco è infinitamente più sfumato? E se così fosse, non vi è forse tra realtà e finzione un reciproco scambio, un’osmosi continua quasi impercettibile? Non è più corretto affermare che le particelle dell’illusione possono rendere più completo l’atomo della realtà, e viceversa?
Siamo qui, siamo qui!
di Maria Luisa Venuta
Da domenica scorsa mi sveglio al mattino con il suono di una vuvuzela che dalla gru nel cantiere che si trova dietro casa dà un segnale alla città. Dice che i ragazzi che sono sulla gru sono ancora lì, che hanno trascorso la notte e che stanno per iniziare una lunga giornata. Un’altra giornata lassù a 35 metri di altezza.
La gente che passa al mattino andando verso gli uffici verso le scuole, le università passa sotto la gru e con il naso in su guarda se sono ancora lì. Loro escono dalla cabina del manovratore, appendono uno striscione enorme con scritto “sanatoria” e poi parlano con il gruppo che accanto al cantiere si da il cambio a presidiare, a non lasciarli soli né di giorno né di notte. La gru non è più una L capovolta nel cielo che sovrasta l’entrata a nord nel centro storico di Brescia, è diventata un enorme punto di domanda.
Sincronie 2010 – Bios

sabato 6 novembre dalle 10 di mattina a mezzanotte
Salone d’Onore, Palazzo della Triennale – Viale Alemagna, 6 Milano
4 ensembles e un totale di 50 musicisti eseguiranno per 14 ore interpretazioni di “Vexations”, il brano di Erik Satie che ha inventato l’ambient music.
ingresso libero
Sincronie 2010: βὶος è realizzato con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, di ENEA e del Comune di Milano e con il contributo e la collaborazione di:
Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Banca Popolare di Milano, Survival International, O’, L.A.B. laboratorioartibovisa, Die Schachtel, Auditorium Edizioni/InSound, Sconfinarte, Associazione Neoma Milano, Casa Ricordi, Sugarmusic SuviniZerboni e con la partecipazione dell’ICS “L.Tolstoj” di Milano.
per maggiori informazioni e prenotazioni: www.sincronie.org | prenotazioni@sincronie.org | info@sincronie.org
ufficio stampa: info@o-artoteca.org











