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RAID. UNA FORMA DEL CONTEMPORANEO TRA GUERRA, MITO E LETTERATURA

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di Alberto Volpi

Di cosa parliamo?

Se è ancora vero che le parole custodiscono il senso dei fenomeni designati, una breve chiarificazione del significato dei termini inglesi raid e raider appare un buon viatico per l’itinerario che ci accingiamo a percorrere. Il verbo significa appunto “fare un’incursione in” che presuppone un’improvvisa andata e un veloce ritorno. Esso ha vari sinonimi che declinano l’azione: razziare, saccheggiare, rapinare, fare scorrerie. Qui lo scopo pare sempre legato alla sottrazione e viene incarnato dalla figura eterna del bandito o del predone che colpisce e si dilegua, sia esso il barbaro, il pirata, il terrorista rapitore. Il raider tuttavia può essere anche il guastatore che si caratterizza per l’azione del danneggiamento o il soldato del commando che porta spesso il termine in un’area semantica favorevole.

Samuel Beckett e la matematica

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di Francesca E. Magni

Samuel Beckett
Samuel Beckett
«Per tutti gli anni ‘60 e ‘70 i lettori devoti di Beckett salutarono ogni opera sempre più breve del maestro con una mistura di reverenza e apprensione; era come vedere un grande matematico lavorare sull’analisi infinitesimale, con le sue equazioni che si avvicinavano via via di più al nulla.» John Banville, The New York Review of Books, 13/8/92.

L’opera di Samuel Beckett, premio Nobel per la letteratura nel 1969, è colma di matematica. Sia che si tratti di opera poetica, narrativa, teatrale, radiofonica o televisiva, l’elemento matematico vi compare in maniera chiara ed esplicita oppure più nascosta, ma è senza dubbio presente.

Samuel Beckett, irlandese di nascita e francese d’adozione, ha rivoluzionato la letteratura e la drammaturgia del Novecento, al pari di James Joyce, suo maestro e amico, anche se però in maniera del tutto differente.
Beckett è noto al largo pubblico soprattutto per l’opera teatrale Aspettando Godot, rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1953.

La dimora unica

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di Elio Matassi

La tragedia è un genere che ha goduto di una sua durata ormai venuta meno per sempre, come argomenta con estrema finezza George Steiner o, piuttosto, si assiste ad una trasformazione profonda della dimensione tragica? A tal proposito sono molto penetranti le osservazioni avanzate da Gilles Deleuze nella prima parte di “Differenza e ripetizione”, quando Kierkegaard e Nietzsche vengono eletti a padri putativi di un nuovo movimento tragico, completamente alternativo a quello semplicemente logico-astratto, argomentato da Hegel in quella che può essere definita una tragedia eminentemente filosofica, mendacemente rappresentativa. Di contro Kierkegaard e Nietzsche postulano un movimento autentico, “capace di rinnovare lo spirito al di fuori di ogni rappresentazione”, rendendo quello stesso movimento “un’opera, senza interposizione”. È questa un’idea da uomo di teatro, un’idea da regista, in anticipo rispetto al suo tempo. In questo senso con Kierkegaard e Nietzsche comincia qualcosa di completamente nuovo. Essi non considerano più il teatro alla maniera hegeliana, non fanno più un teatro filosofico, ma inventano, per la filosofia, uno straordinario equivalente di teatro ed in questo modo costruiscono un teatro dell’avvenire e insieme una filosofia nuova…

Che la festa cominci

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ammaniti di Marco Belpoliti

Niccolò Ammaniti, Che la festa cominci, Einaudi, pp. 328, € 18

Che la festa cominci è un perfetto esempio della letteratura che Gianni Celati definisce “industriale”, prodotta per avere successo, scalare le classifiche dei libri più venduti, e sostanzialmente per intrattenere, ma non certo per far pensare. Dopo aver letto l’ultimo libro di Niccolò Ammaniti cosa ho imparato di nuovo su me stesso, sul mondo, sulla realtà che ci circonda? Niente di più di quello che apprendo guardando un talk show televisivo.

Mala Lengua

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I’m in H.
(And my heart beats so that I can hardly speak)
di
Francesco Forlani

Or ke lu effeffe nun se l’era mica scurdate, oubliè, forgot, azz, ke ce stivino li Lyons, nu paire, ‘n coppe a lo scalun central, sur centu ducento trecento gradi gradini, qu’il paraît k’el rimbombo des pas t’assordava, ah bon!
Et que au lieu de descendre se imaginava ça, ka se glissait, scivolava, sur la pierre, lo marbre, du pogia braziu, et ka s’envulava la ggente il paraîssait.
And I seem to find the happiness, quanno du purtone – ka si lo virivi de li campeti, du vialun, te paraît l’anima d’un cannun, Obice, ka sparavi li oci in cima allu turrione cum cascade de mille gouttes d’eau, aqua smossa, et du parco, funtana funtanela, aqua plata,caroza carozela, mierda des horses, ‘o cacia o caval, e nun te dérangeait, sturbava, manco ca ce fossero milliun de venditur ambulanti cum Guides do Palacio Real, do Parco, daa Regia? Se se!

quasi falso

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di Chiara Valerio

Si ravvisa, dunque, la necessità di elaborare una legge che contemperi il rispetto dell’esercizio della libertà del soggetto con la tutela della dignità di ogni uomo e del valore dell’inviolabilità della vita. (…) Il diritto di autodeterminazione (…) deve sempre lasciare uno spiraglio alla revisione e persino alla contraddizione. In caso contrario esso si trasforma nella presunzione fatale di poter determinare il proprio destino una volta per tutte (…) Ciò premesso, il seguente disegno di legge intende, nel pieno rispetto del diritto positivo e in primis della Costituzione italiana, riaffermare il valore inviolabile della indisponibilità della vita.

Il disegno è diventato legge. Ho guardato tua madre coprirsi il viso con entrambe le mani. Avrei voluto che qualcuno me lo mettesse davanti come una macchia di Roscharch e mi chiedesse cosa ci vedevo. Avrei risposto Il futuro.

Grave

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di Alberto Cellotto

Ecco, pensiamo, per un attimo, che le parole che compongono i versi di questa raccolta poetica siano dei sassi; sassi che, ab origine, furono massi, crolli di cime a seguito di frane o erosioni; pietrame che l’acqua trascina e modella nel corso tortuoso dei torrenti, dei fiumi, e che poi, nelle anse di questi letti, o perché in quei tratti il corso si fa asciutto, scompare sotterraneo, forma greti, le grave appunto, ampie distese di ciottoli. (…)I versi di Alberto Cellotto hanno la forma semplice, pura e levigata dei ciottoli, ne hanno la durezza e, pur essendo scaglie di un qualcosa di maestoso, ne conservano la loro compattezza, creano concentrici aloni di senso, nel foglio, come lo è l’acqua trafitta dal loro peso. (Dalla prefazione di Fabio Franzin)

RIPORTANDO TUTTO A CASA

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“Al termine del viale principale, imboccando la strada laterale che avevo percorso tante volte da ragazzo, la villa dei Rubino conquistò il parabrezza come una dichiarazione di resa. Il cancello era aperto per metà su un giardino regredito a vegetazione spontanea. (…)
Scesi dalla macchina, attraversai il cancello e solo allora mi accorsi che, semiemerso tra le ortiche e le barbe di capelvenere, c’era lo stupor mundi di tanti anni prima. (…) Quando ancora non avevo mosso il primo passo sulla scalinata, si aprì la porta d’ingresso ed eccolo… Eccoci ancora insieme. (…) Sorrise – un pieno, reale, gentile sorriso d’amicizia e quindi disse: “Scommetto che se mi avessi visto per la strada, non saresti riuscito a riconoscermi”, disinnescando il mio imbarazzo e i miei sensi di colpa ma dando allo stesso tempo un colpo ben assestato alle certezze su chi dovesse consolare chi. Ci fu un abbraccio delicato e pieno di attenzione, durante il quale ognuno cercò di calcolare al millimetro quanto bisognava stringere per trasmettere calore umano ma non turbare l’altro.”

Nicola Lagioia

Vampiri di mezza età

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di Franz Krauspenhaar

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pinky max

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[Questa sera alle 20.45, giovedì 12 novembre, Franz Krauspenhaar presenterà il suo nuovo volume Franzwolf al Circolo Sud, via Corsico 5, Milano; l’annuncio dell’evento dice tra l’altro letteralmente così: “Sono versi lucenti e durissimi come un diamante, e vale la pena di venire a sentirlo, anche perché Franz è pazzo e oltre a presentarci il suo libro ci intratterrà con monologhi, canzoni, deliri e chi lo sa…” a.s.]

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Usciti dalle auto, spalle depresse, malinconici
come sonde lunari, navighiamo per rotte di portineria.
Entrando pensiamo già al non da farsi.
E’ stata una giornata dura, di geli, di lampade spente.
Abbiamo bisogno di nuotare in una birra, in un biscotto,
in un rumore che sia caldo, di lana, rumore di tappeto.

Morsi contorti, lame e lapidi nella testa,

Autismi 15 – Il mio primo editore

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di Giacomo Sartori

Keith Haring, Andy Mouse (1986) © Keith Haring Foundation

Il mio primo editore era un editore molto prestigioso, lo è tuttora. Io invece ero una nullità, lo sono tuttora. Apprezzo le persone che nella loro testa tengono ben separate le capre dai cavoli. È lui che mi ha insegnato che a scrivere i romanzi al giorno d’oggi non ci vuol niente, quello che è difficile è appiccicarci sopra una bella copertina e venderli. È una lezione che mi è stata enormemente utile. Fa piacere quando si impara qualcosa che davvero serve, nella vita.

Il mio primo editore mi è rimasto nel cuore, perché la prima fidanzata e il primo editore non si dimenticano tanto facilmente. Come la mia prima fidanzata era un po’ vanitosetto, ma proprio per questo mi piaceva ancora di più. Come la mia prima fidanzata era un po’ bugiardino, ma questo non mi disturbava più di tanto.

Canzoniere brasiliano 4 – Uragano Elis

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di Sergio Pasquandrea

(con un ringraziamento particolare a Vincenzo)

Elis Regina è uno dei motivi per cui quest’universo merita di esistere.

Pozzoromolo di Carrino

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di Marco Simonelli

Luigi Romolo Carrino ha esordito nella narrativa con Acqua Storta (Meridiano Zero 2008), un breve romanzo sulla travolgente passione di due camorristi gay, progettato e scritto come un ordigno ad orologeria, preciso al millisecondo: una tragedia che stilisticamente attingeva alla sceneggiata napoletana, monologanti flussi di coscienza al posto del cantato, una lingua essenziale screziata dal dialetto partenopeo, personaggi dilaniati da eros e thanatos in un dramma euripideo della provincia napoletana. Non a caso parliamo di teatro: il successo del libro (giunse in poco tempo alla quarta ristampa) permise a Carrino di trarne l’adattamento per un radiodramma, quest’ultimo ristampato in formato CD allegato alla nuova edizione che ebbe per titolo La versione dell’acqua.

Scrivo per essere capito

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perissinotto

una lettera aperta a Gianni Biondillo di Alessandro Perissinotto

Caro Gianni,
questa è una lettera aperta, quindi, in quanto “lettera” avrà qualcosa di privato nei suoi contenuti, e in quanto “aperta”, avrà qualcosa di pubblico. E’ diretta a te, ma ovviamente credo che possa interessare anche gli altri lettori di NI e per questo ti prego di pubblicarla.
Circa tre anni fa, mi chiedesti se avevo voglia di scrivere qualcosa per Nazione Indiana: io nicchiai e, alla fine, non scrissi nulla senza addurre alcuna motivazione. Ora provo a vincere la mia naturale diffidenza verso i blog (specie quelli letterari), proprio per spiegarti quella mia diffidenza, ma anche per parlare della disputa Giglioli – Policastro – Biondillo (ah, già, Biondillo sei tu).

Tiresia – Studio e registrazione di un’opera

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Mercoledì 11 novembre ore 19:30

Dopo piccolo buffet e brindisi per il compleanno dei 10 anni della Camera Verde
proiezione del film

Tiresia – Studio e registrazione di un’opera

di Giovanni Andrea Semerano
con Giuliano Mesa
e
M. Giovenale, B. Torregiani, F. Fusco, A. Baldacci, A. Raos, F. Forlani, A. Inglese
e gli amici della Camera.

Prenotazione obbligatoria.

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Errore di sistema

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di Alessandro Busi

La settimana scorsa parlavo con F., un detenuto della redazione di Ristretti Orizzonti con un importante curriculum carcerario alle spalle. Gli chiedevo un parere sulla storia di Stefano Cucchi e lui, lapidariamente, mi ha guardato e mi ha detto:
Cosa c’è da dire Ale? In carcere queste cose sono normali. Infatti, io non capisco tutta questa attenzione da fuori, ‘sto giro.

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Il risultato dell’autopsia di Stefano Cucchi è stato questo: sangue nel suo stomaco e nella vescica, un vasto edema cerebrale, ecchimosi sul volto, traumi plurimi e due vertebre rotte (la terza lombare e la sacrale).
Ora, ciò che succede in questi giorni, è che giustamente la famiglia vuole sapere la verità di quanto accaduto a Stefano. Chi gli ha fatto queste lesioni, perché, perché nessuno li ha informati, perché gli hanno proibito di vederlo in quei giorni…La famiglia chiede tutto questo, perché è disumano quanto è stato fatto a lui e a loro, quindi vogliono sapere chi sono i responsabili. Ovviamente, anche la società civile si mobilita di fronte a questo fatto. I giornalisti si indignano, i politici si impegnano a fare interrogazioni parlamentari e la gente si costerna: si costerna, s’indigna, s’impegna, poi… A questo punto, quindi, la macchina è partita e procede per un percorso che, personalmente, trovo prevedibile e divisibile in due blocchi, in due fasi.

Il perfetto scrittore progressista

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di Massimo Rizzante

(post rem)

Il perfetto scrittore progressista Walter Veltroni, autore di un romanzo intitolato Noi ha lasciato cadere, in una recente intervista, alcune perle. La prima è che, al di là di ogni facile lamento, «la letteratura ha ancora un peso enorme… Anche oggi. Non a caso, i regimi danno fuoco ai libri». La seconda è che «Le parole hanno sempre cambiato il mondo e lo faranno ancora». La terza è che «La letteratura è democrazia».
Mi chiedo che idea della letteratura abbia il perfetto scrittore progressista. Ma soprattutto quale sia la sua idea di democrazia.

Corso speciale sulla cultura e sull’arte del tè in Cina

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L’Associazione Italiana Cultura del Tè e l’Istituto Confucio presso l’Università Ca’ Foscari Venezia organizzano il corso LA CULTURA E SULL’ARTE DEL TÈ IN CINA
Il corso teorico-pratico è destinato a chiunque voglia avvicinarsi e approfondire la conoscenza della cultura del tè cinese e desideri degustare e imparare a preparare le varietà di tè più pregiate.
Contenuti:

Il corso si articola in 6 moduli di 2,5 ore ciascuno (per un totale di 15 ore) svolti nei  fine-settimana 28-29 novembre e 5-6 dicembre 2009 .

Peter Huchel / da: Giorni contati (1972)

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Si pubblica una scelta di poesie da Huchel, nella traduzione di Davide Racca.

BERLINO 9 novembre 1989

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Campagna nazionale “SALVA L’ACQUA”. Il popolo dell’acqua a Roma il 12 novembre

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Il Senato, il 04 Novembre, ha approvato l’Art.15 del DL 135/09 che sottrae ai cittadini l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso.
Il decreto poi approderà alla Camera dei Deputati a partire da lunedì 09 Novembre (nella Commissione 1°) e verrà discusso dall’aula lunedì 16 Novembre.

Educare alla diversità

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BatinicopertinaPresso Liguori è appena uscito un volume che mi sento di raccomandare caldamente non solo agli operatori della scuola e ai genitori, ma a tutti coloro che hanno a cuore il futuro della nostra civile convivenza e si riconoscono nelle direttive della Comunità Europea.
Franco Buffoni

di Federico Batini e Barbara Santoni

La diversità non è soltanto quella culturale o di provenienza geografica. Come ci si può comportare quando uno studente viene chiamato “finocchio” e preso in giro per il suo orientamento sessuale? Come affrontare l’argomento dell’identità sessuale in classe? Omosessualità e transessualismo stanno diventando sempre più visibili all’interno della nostra società. Gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado discutono di questi argomenti sempre più spesso e cominciano a formare le loro opinioni e atteggiamenti in proposito. Parallelamente a una diffusione di informazioni distorte e parziali da parte dei media cresce la curiosità ma anche l’intolleranza verso le diversità sessuali e i casi di bullismo omofobico nei contesti scolastici, con conseguenze anche gravissime per chi ne è fatto oggetto. Pregiudizi sessuali e stereotipi di genere sono così diffusi nella nostra società che spesso insegnanti ed educatori sono a loro volta disinformati e impreparati ad affrontare questi temi.