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L’odio

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[Davide Giromini, anima degli Apuamater Cyberfolk, ha prodotto in tiratura ultralimitata un cd a proprio nome, Ballate di fine comunismo. Qui – di seguito il testo – si può ascoltare una delle canzoni per me migliori del cd: [podcast]https://www.nazioneindiana.com/wp-content/2009/06/lodio.mp3[/podcast]
Visto che il cd non ha distribuzione, vi consiglio di ordinarlo scrivendo qui: darmo30@yahoo.it] m.r.
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di Davide Giromini

L’odio lava i nostri cuori dalle foglie morte
Ai germogli dell’azione dona caldo sangue
Risuscita meduse incravattate

A gelare i vecchi figli del pensiero di una dea che langue

L’odio porta i nostri occhi sulle bianche rive e ci mostra tutti uguali

L’odio gratta

L’odio uccide

L’odio stenta a liberarsi

Poi esplode

 

Nella stanza di mio padre

Oleandri rossi

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di Antonio Sparzani
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È che nel giardino della casa dove abitavo da ragazzetto a Desenzano del Garda – la casa del nonno materno, morto pochi mesi prima che io arrivassi in questo mondo – c’erano belle piante, l’ulivo, una volta mio padre provò anche a mettere le olive in salamoia, un vero disastro, il mandorlo piuttosto maestoso, il glicine, con quei fiori dolci che noi succhiavamo pensando chissà che bontà, ma soprattutto c’erano gli oleandri , quello bianco, quello rosa chiaro e quello rosso vivo, che stava sotto l’ulivo e che io prediligevo.

Un dialogo con Ottavio Fatica

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di Domenico Pinto

Ottavio Fatica, nato a Perugia, vive e lavora a Roma. È fra gli interpreti più profondi della letteratura in lingua inglese. Ha lavorato a lungo per Theoria, Einaudi e da diversi anni per Adelphi. Ha vinto il Mondello per la traduzione di Limericks di Edward Lear e nel 2007 il Monselice per la traduzione di La città della tremenda notte di Kipling. Ora è al suo esordio come poeta. «La Talpa» lo ha intervistato.

È appena uscito, con il titolo Le omissioni, il tuo volume nella ‘bianca’ di Einaudi. Dov’eri in questi anni? Perché l’esordio in così tarda estate?

Sono sempre stato qui, nell’esilio occidentale. Anche a fare poesie. L’importante era farle; la pubblicazione no – o poteva attendere. E si è fatta attendere! Ma la ‘tarda estate’ è una bellissima stagione, la più struggente; è quando sono nato. Come mai sia andata così è storia lunga. C’è stato un momento che sembrava propizio, nei primi anni Ottanta, quando Giacinto Spagnoletti e Giuseppe Pontiggia avevano caldeggiato la presenza di una scelta di ‘sonetti’ miei sull’Almanacco dello Specchio. Marco Forti, all’epoca direttore, si era detto d’accordo. Quell’anno la rivista interrompe le pubblicazioni, per riprenderle solo di recente. E io non ho insistito. Un’altra occasione, nel decennio successivo, per varie ragioni non si è concretizzata. Pochi anni fa le circostanze – e qualche spinta d’incoraggiamento – hanno portato infine a questo libro. Io però, a fasi rarefatte o convulse, ho seguitato a scrivere poesie. Che si venivano componendo in gruppi, in cicli, in possibili raccolte, passibili di pubblicazione. Anche adesso, dopo l’uscita del libro ho nuovi versi in cantiere.

Dell’ordine e del lasciarsi andare

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Una conversazione con Giuliana Bruno fatta in esclusiva per l’inclito pubblico di Nazione Indiana da Paola Bonini (che qui ringrazio assaissimo)

Lo spazio delle immagini in movimento e il movimento del corpo fra le immagini, l’architettura come territorio psichico e la psiche come architettura che preserva la memoria. Il lavoro di Giuliana Bruno, docente di Visual and Environmental Studies presso l’Università di Harvard e più recente ospite di Meet the Media Guru, è un viaggio che si compie per ibridazioni disciplinari, in cerca di percorsi e linguaggi di confine – confini che la studiosa attraversa, trovando terre di nessuno, incroci di culture, luoghi che creano altri luoghi. Nella raccolta di saggi Pubbliche intimità: architettura e arti visive (Bruno Mondadori, 2009) mette a confronto gli itinerari fisici e virtuali che si intraprendono passeggiando per il museo, la città, il cinema – la memoria. Lo fa con femminilità perseverante: trasformando, anche nel pensiero, la qualità di ricettività, di penetrabilità corporea, in potenziale di creazione – ed emozionandosi, nell’accezione etimologica di movimento e psicofisiologica di reazione agli stimoli.

Nel fuoco della scrittura (la mostra)

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Video-Catalogo della mostra di Biagio Cepollaro, Nel fuoco della scrittura.
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Laboratorio delle Arti
Piazza Barozzieri 7/a
Piacenza
13 giugno – 4 luglio 2009
Inaugurazione il 13 giugno, ore 17.00.

Presentazione di Italo Testa e Rosanna Guida del libro omonimo pubblicato da La Camera Verde, Roma, 2008.

www.youtube.com/watch?v=XLUxM47Km58

video intervista integrale sul sito www.cepollaro.it/immaginiArte/videointervista.wmv

Da “Cristi polverizzati”

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[Shut Up ‘N Read Yer Di Ruscio. A I]

di Luigi Di Ruscio

Parto difficilissimo, spesso si nasce venendo stritolati, lo shock dell’aria freddissima rispetto al calore del ventre materno, la luce vivissima, i rumori assordanti, la poesia retrocede verso la prima angoscia, potevano immaginare che l’elettroshock rimettesse le cose al loro posto perché era come se lo shock iniziale si ripetesse, l’angoscia di rimanere rinchiusi in un ventre per sempre, l’essere che dilegua nel nulla è il passare e morte, il nulla che dilegua nell’essere è il sorgere e la nascita, la morte è un ritornare nella condizione prenatale, quando ero il niente che viveva il niente e di questa condizione mai nessuno si è lagnato. Certi nascono da una vagina apertissima ed escono come imperatori dalla porta sacra tutto oliato e pronto per l’esposizione. Certi come ghigliottinati e fucilati morivano al centro di un festoso cerimoniale. Ero immerso nelle acque fetali, sono immerso in questa acqua sociale.

Fors’ we could

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obama_jedi_knightdi Helena Janeczek

Quando Barak Hussein Obama correva per le elezioni a Presidente degli Stati Uniti oppure subito dopo, i giornali erano pieni di sondaggi che dicevano che se si fosse votato in Europa, l’avrebbero scelto oltre l’80% degli elettori. La cosa che riporto a memoria e dunque in maniera non precisa, mi è tornata in mente oggi, guardando i risultati delle elezioni europee. In Italia e fuori dall’Italia dove si segnala il crollo della sinistra e, soprattutto, l’avanzamento della destra estrema e xenofoba/razzista. In quasi tutti gli stati membri dell’Est, ma anche in Austria (quasi 18% dei voti), in Olanda (quasi 17%) e persino nel Regno Unito, dove il British National Party per la prima volta riesce a mandare due deputati in parlamento. La Lega al 10,2% non è quindi un’eccezione scandalosa.

Roberto Scarpinato

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di Antonio Sparzani
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Il magistrato Roberto Scarpinato, della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, intervenendo alla presentazione del libro Mani Sporche, di Travaglio, Gomez e Barbacetto, tenuta a Roma il 10 Gennaio 2008,
parla della corruzione e del malcostume della classe dirigente italiana.

[googlevideo:http://video.google.com/videoplay?docid=445847937017041336]

Napoli (on the road again)

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Napoli’s Walls, musiche di Louis Sclavis ispirate all’opera di Ernest Pignon Ernest

Ho partecipato in questi mesi a un bel progetto messo su da Massimiliano Palmese e che si intitola Napoli per le strade.
Il libro sarà presentato domani a Caserta. I lettori di NI conoscono molti degli autori presenti in questo progetto: Marco Palasciano, Peppe Fiore, Luigi Romolo Carrino, Angelo Petrella, Davide Morganti , Paolo Mastroianni ,Alessio Arena. Se siete nei paraggi fateci un salto.

9 GIUGNO 2009
ore 18.30
Officina Cutillo Architetti
via Cesare Battisti, 76 – Caserta

Presentano Adriana Merola e Massimiliano Palmese
Intervengono Raffaele Cutillo e Eugenio Tescione
Partecipano gli autori
Musiche Alessandro De Carolis e Pino De Martino

SONETTI DEL BADALUCCO

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Umbrarum fluctu terras mergente
Giordano Bruno, De la causa, principio e uno

di Gianni Celati e Enrico De Vivo

Io abito ad Angri, in provincia di Salerno, a una trentina di chilometri da Napoli. Ricorderò sempre una sera d’inverno, quando udii bussare al portone del nostro cortile, con forti colpi, come di chi avesse un’estrema necessità d’aiuto o uno stato di nervosismo incontenibile. Mi affacciai tenendo il portone socchiuso, e prima che potessi vedere chi bussava, mi trovai tra le mani un opuscolo dattiloscritto, dove lessi a malapena queste parole: “SONETTI DEL BADALUCCO NELL’ITALIA ODIERNA”.

Poco dopo, i due personaggi che avevano bussato al nostro portone, seduti in cucina, divoravano tutto ciò che mia moglie si affrettava a mettere in tavola. Si capiva che non avevano mangiato da  giorni. Io e mia moglie li avevamo sentiti mormorare con un filo di voce: “Siamo attori, veniamo da lontano. Non sappiamo più a chi rivolgerci. Scusateci. Potreste darci qualcosa da mangiare?”. Così diceva la delicata voce della signora Carlotta, moglie di Attilio Vecchiatto. E lui, anziano, emaciato, vacillante, con un cappello a larga tesa e un consunto mantello d’altri tempi, si fece avanti così: “Io sono l’attore Attilio Vecchiatto. Lei avrà sentito parlare di me, vero?”. Al che dovetti mentire in tutta fretta, dichiarandomi un suo appassionato ammiratore: “Chi non ha sentito parlare dell’attore Vecchiatto?”. Per fortuna non mi fece domande d’accertamento, dato che  non sapevo chi fosse, né che avesse conquistato la sua fama nel Sud America, poi a New York e infine a Parigi – ma mai in Italia, dove di fatto era sconosciutissimo.

Antichrist

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di Mauro Baldrati

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Sembra di essere tornati negli anni Settanta con l’ultimo film di Lars von Triers, quando filmakers e gruppi teatrali d’avanguardia proponevano performances che venivano accolte con fischi, insulti, contestazioni. Queste reazioni, talvolta anche cruente, erano parte della performance stessa, costituivano un modus comunicativo tra artista e pubblico, benché polemico e conflittuale.

Narra in quanto non può spiegare

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caos di Jacopo Guerriero

Di lui si potrebbe dire quello che di Federigo Tozzi scriveva Giacomo Debenedetti: «Narra in quanto non può spiegare». E certo questa poetica in negativo è già all’origine degli equivoci. La dichiarazione per il mistero e l’oltranza di ogni realtà che la scrittura non può mettere in fila ma che deve comunque inseguire. Immaginazione dinamica dei misteriosi atti nostri, la sola estetica che lo può riguardare.
Antonio Moresco raccoglie per Mondadori l’edizione integrale di Canti del caos (pp. 1072, 25 euro). E dopo quindici anni di lavoro -la prima sezione dell’opera era stata pubblicata da Feltrinelli nel 2001, la seconda da Rizzoli nel 2003- al termine della nuova, terza parte di questo romanzo mondo, smisurato e ambizioso, ci si accorge che un tentativo d’interpretazione ancora manca.
Motivazioni?

Messa Impiega

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di
Roberto Bugliani

talvolta sogna, ma di ville al mare,
veline compiacenti, ferrari sottocasa?
di certo no, che anche nei suoi sogni
è cauto e senza eccessi l’impiegato

e aver per sé non osa ciò che spetta ai capi

di timbri e bolli, di faldoni e carte
sogna nel sogno l’involarsi a schiere
così di colpo, assieme a mutuo e fitto
e l’assillo d’arrivare indenne a fine mese

La storia siete voi

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di Francesco Pecoraro

Possibile che io, che da quindici anni a questa parte non sarei più andato a votare, mi sia poi sempre sentito in dovere di andarci per votare contro quello lì?
Veltroni, l’ultimo che ho votato alle politiche, non l’avrei votato se non perché si «opponeva» a Berlusconi Silvio.
Anche quando ho capito che la differenza tra i due era minima, l’ho votato lo stesso, contro ogni mio istinto e contro ogni mia ragione.
Da quando ho avuto l’età per votare l’ho sempre fatto, tranne le penultime elezioni comunali di Roma che non ce la facevo a votare per Veltroni.
Però alle ultime, quelle vinte da Alemanno ci sono ri-cascato e ho fatto questo ragionamento: io voto Grillini, perché è gay e ateo, se per caso si va al ballottaggio voto Rutelli.

Articolo Tre comma P.- I comunisti dandy e le elezioni timide

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Dopo il post moderno ci rimaneva soltanto il post coitum
anonimo napoletano del ventesimo secolo

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Articolo suscitato da Andrea Inglese e dai CCCP

di
Francesco Forlani

Un’elezione timida si presenta all’elettore, immediatamente come Giano bifronte, autoreverse del pensiero, double face della nuova maglieria contemporanea. Della profonda umanità sembra infatti trasparire come punte di seni tra le maglie, attraverso il rossore provocato dall’imbarazzo del pensiero di fronte alla scelta di scegliere di fare, cosa che per delle ragioni storiche appare difficile realizzare. Eppure a quella timidezza, quasi sintomo di vergogna, sana, si accompagna rigidità di pensiero dell’inappetenza, impotente disincanto che ti obbliga a tenere la testa bassa e a cercare un segno, seppure timido di reazione. Le reazioni timide comportano allora una manifesta lucidità di pensiero e l’attraversamento in un balzo della lunga sequenza di immagini di altri tempi, quelli degli elettori forti e dei paesaggi da testa alta e petto in fuori. La consapevolezza infatti di “non è sempre stato così” irrora d’un colpo ogni singola venatura di linfa vitale che perfino quella che ci sembrava pietra marmorea e sepolcrale si adorna di muschio e cervello, fino ad apparirci cosa viva. Ecco allora che per il comunista dandy un’elezione timida oltre ad essere un sintomo della defaillance dell’idea e della politica, debolezza da pensiero moscio come i sorrisi dei faccioni sui manifesti della propaganda di stato, costituisce seppure timidamente un segno di rinascita, di speranza in un futuro radioso ancor più che televisivo, in cui riporre ogni segreta speranza. Timidamente rosso diventerà allora di fuoco, e dalle fiamme, lingue di baci e di carezze, risorgerà di nuovo, forte, tra i bagliori, l’inesorabile vigore del desiderio di amare il mondo.

à suivre I comunisti dandy e le elezioni anticipate (dette anche dei preliminari)

Diario dell’angoscia elettorale

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di Andrea Inglese

Ho notato che in periodi di miseria politica, come questo, coloro che hanno una vita sentimentale scadente, esibiscono atteggiamenti di scoramento violento, di condanna onnicomprensiva e totale. Riescono così bene a spiegarti l’orrore in cui viviamo, che l’autoimpiccagione domestica pare un’alternativa più degna della semplice astensione. Chi gode di una decente vita familiare, o addirittura di un’amore passionale, per non parlare di chi scopa scientemente per alleggerirsi la coscienza, dandoci dentro apposta nei periodi elettorali, ebbene costoro hanno una percezione del disastro più sfumata.

Ora che devo votare, e addirittura per l’Europa, io mi sento dentro un gran turbine di sentimenti; a volte, però, anche solo un gran vuoto. Potrà l’Europa salvarmi? Allungare un braccio legislativo, e imporre sobrietà e ragione, rendendo gli italiani moderni, capaci di tenere assieme le molte dimensioni del mondo attuale? O dai suoi palazzoni alti, con tutte le bandiere ammucchiate, spunteranno gli insidiosi gemelli polacchi, i Kaczynski temibili, inventando un modo ancora più efficace di rendermi superfluo, di mortificarmi, sotto parole d’ordine irresistibilmente schifose?

Il primo amore non si scorda mai

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Scurati, una teoria per ogni stagione
di
Carla Benedetti
da primo amore

Tre anni fa Antonio Scurati, autore di un romanzo storico, sosteneva che l’unica cosa che oggi uno scrittore può fare è scrivere romanzi storici. Oggi, autore di un romanzo su un fatto di cronaca, sostiene che l’unica cosa che uno scrittore può fare è misurarsi col tempo della cronaca.

È una mania tutta italiana quella di fabbricarsi dei piccoli teoremi storico-epocali per magnificare ciò che si fa. Teoremi di impostazione storicista, che pongono sempre la letteratura al traino dei tempi e della società, come se non fosse possibile scrivere in contrasto con lo spirito dell’epoca, e inventare vie diverse, impensate. Teoremi superficiali, che cancellano fette lancinanti di mondo, di energie insubordinate, di esperienze e di spinte altre che coesistono in uno stesso tempo .

20 anni dopo Tiananmen

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di Jan Reister

Vent’anni fa un ampio movimento della società civile cinese fu annientato duramente dalle autorità della Repubblica Popolare Cinese. Studenti, insegnanti, intellettuali e lavoratori di molte città cinesi presero a cuore le sorti del loro paese e rivendicarono il diritto dei cittadini a partecipare alle scelte politiche, sociali ed economiche. La classe dirigente cinese rispose con l’esercito, timorosa di subire la sorte dei paesi dell’Europa orientale che nel 1989 si stavano sgretolando uno dopo l’altro. Furono ammazzate centinaia di persone, incarcerate ed esiliate migliaia d’altre, le aspirazioni di un’intera generazione (della sua parte migliore) furono stroncate e deviate altrove con la forza.

Se qualcosa è accaduto….

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carcere

(incontro con i ragazzi dell’istituto di detenzione minorile di Palermo «Malaspina»)

di Evelina Santangelo

Scrivo queste riflessioni, qualche ora dopo l’incontro, con una stanchezza addosso che non avevo sentito mentre mi trovavo lì, davanti a quei venti ragazzi circa, seduti nel laboratorio.

Torno con il pensiero oltre i cancelli, oltre le serrature a doppia mandata. Alcuni ragazzi se ne stanno muti, immobili, in fondo alla stanza, altri, i più vicini, hanno le facce atteggiate a una proterva spavalderia. Alle pareti, le domande e le riflessioni emerse durante la lettura di alcuni brani del mio ultimo romanzo, Senzaterra.

Non so bene da dove cominciare, adesso che mi trovo lì dentro (mai ho percepito la preposizione dentro con una tale evidenza, e concretezza) con quei ragazzi che non lasciano trapelare granché.
«Incontri ravvicinati tra extraterrestri», mi viene da pensare, mentre fatico alla ricerca delle parole che possano intanto colmare la distanza che all’improvviso sento crescere tra me e loro.

Attaccali anche tu!

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Eroico campano
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Oggi dalle 10,30 Rosaria Capacchione scenderà in strada con un gruppo di sostenitori per affiggere i manifesti elettorali in seguito alle ripetute minacce subite dagli attacchini (appuntamento ore 10.30 a piazza Vanvitelli – Caserta)
Evvai Rosaria!
effeffe

A babbomorto

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di Anonimo Transiberiano

La connivenza a tanto ci ha ridotto
che ci manca un paese sotto i piedi:
vagoliamo nel vuoto pneumatico

dell’etere: il brianzolo imbonitore
e i suoi satelliti hanno fatto strame
e lupanare. Sul giubbotto anti-

proiettile ad personam veste solo
decreti d’alta sartoria: sotto
il reo è nudo e dà di sé spettacolo.

Piccolo padre di anime morte
(babbino nelle vecchie traduzioni)
oggi intronato papi della patria

– la connivenza a questo ci ha ridotto.