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Alfabeti indiani

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di Silvia Zamperini

A come avevo la bocca aperta, B come bruco, C come cuciti la tasca. Servono ago e filo.
D come due, E come voglio un elefante, F come fumetto di pesce. Non trovo la chiave del lucchetto.
G come grrr grrr grrr, H come le Hawaii non esistono, I come impenitente. La bicicletta rimarrà attaccata al palo.
L come lombrico parente del bruco, M come miasma, N come prendo una nave e via. Scassinatore.
O come orto botanico, P come padella, Q come qui mancano gli ingredienti. Fai la spesa per me.
R come Ricatto, S come sopa de calamares, T come t’immagini. Se la mangiassero e fosse troppo pepata.
U come un grappolo d’uva, V come valoroso eroe, Z come lo zoo di quando ero bambina. Adesso è un parcheggio.

A come antologia, B come bocca di buganvillea, C come coucoù. Togliti le scarpe.
D come dadi, E come è primavera, F come farsi belle per te. Hai le calze spaiate.
G come gusto cioccolato, H come hai un’unghia blu, I come ipnotizzami. La camicia, prego.
L come lunares, M come mangio pollo al mattone, N come non strappare le foglie. Tu profumi.
O come occhi sempre aperti, P come prurito sotto i piedi, Q come quacchero. Respira, è una tuberosa.
R come resto qui, S come sottilette, T come trottole trasparenti. Batti le ciglia sulla mia pancia.
U come una sola volta, V come verde paroliere, Z come zanna d’avorio. Cercami, sono dietro la tenda.

“Tu parli e io sto zitto: abusivo!”

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di Riccardo Orioles

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“ORDINE, GIORNALISTI!” : IL CASO MANIACI

Bisogna mettere ordine nel giornalismo in Sicilia: a cominciare da gente come Pino Maniaci, che si permette di fare inchieste brillantissime, di farsi minacciare e di aggredire dai mafiosi senza neanche avere uno straccio di tesserino “professionale” in tasca. E quelli che si sono accordati coi mafiosi per pubblicargli i messaggi o intimidire i cronisti irrispettosi? Per loro non c’è Ordine? O l’ordine magari c’è, ma lo dà chi comanda?
“Il direttore dell’emittente televisiva Telejato di Partinico (Palermo), Pino Maniaci, è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista. Il processo è stato fissato all’otto maggio prossimo. Secondo l’accusa, Maniaci, «con più condotte, poste in essere in esecuzione del medesimo disegno criminoso», avrebbe esercitato abusivamente l’attività di giornalista in assenza della speciale abilitazione dello Stato, conducendo ogni giorno il tg di Telejato…”. La tv più volte minacciata, querelata e contestata da boss e notabili della zona di Partinico.

La decisione di Brandes

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di Gianni Biondillo

Eduard Màrquez, La decisione di Brandes, Keller editore, 2008, 126 pagine, tradotto da Paolo Vertič

Qual è il punto, il momento, la scena, dove l’esistenza, la singola esistenza di ognuno di noi, cambia traiettoria, definitivamente, dando un senso etico, un significato ad un’intera vita? Cosa ci torna alla mente nel momento di massima sconfitta, ad un passo dalla fine, che può diventare come un riassunto, un’icona del nostro essere stati nel mondo?

I libri

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di Andrea Inglese

Non ho letto nessun libro, o quasi, ne ho letti pochissimi, libri letti fino alla fine, tre o quattro, forse una decina, o poco più, in tutta la vita, da quando avevo cinque anni e lessi quel libro del bruco, il libro tutto traforato, con i buchi, perché il bruco vi era passato dentro, scavando, ad ogni pagina il bruco scavava, prima nella pagina della mela, poi nella pagina della lattuga, e perfino in quella della staccionata di legno, a meno che non confonda il libro del bruco con quello del tarlo, perché è in questo modo che si leggono pochissimi libri, si finisce per confonderli, o immaginarne altri, inesistenti, di cui ricordiamo però interi passaggi, descrizioni minuziose di paesaggi sottomarini, ma era un libro di aviatori, il titolo è quello di un libro di aviatori, abbandonato probabilmente alla terza pagina, ma poi si è immaginato un diverso finale, tutto per grandi meduse, polipi e grotte oceaniche, allora leggendo così poco, è necessario andare in cerca di altri libri, e meno riuscivo a leggere libri, più me ne procuravo, ho cercato di procurarmi una gran quantità di libri, nell’arco degli ultimi vent’anni sopratutto, in modo assiduo e costante, anche se ne ho potuti leggere davvero pochi,

I giovedì di Turro. Calendario di Maggio 2009

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Rassegna “I GIOVEDI’ DI TURRO”
Ogni giovedì alle ore 21.00, al Circolo ARCI Martiri di Turro, Via Rovetta 14, Milano. Ingresso gratuito
(a cura di Anna Lamberti-Bocconi e Francesca Genti)

Maggio 2009 –
“ROSA FRESCA AULENTISSIMA…” (CIELO D’ALCAMO)

ROMA, LA VIOLENZA CHE VIENE

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Da accattone.org e minimum fax live: Un concorso letterario. Un reading. Una raccolta di storie.

Cerchiamo racconti, rigorosamente brevi, non superiori alle seimila battute (spazi compresi, tre cartelle). Ne cerchiamo tre.
Abbiamo un tema: Roma violenta. Serve spiegarlo?
Roma è un laboratorio di follia xenofoba, aggressività coatta, pazzia da traffico. Culla i sogni assassini di chi odia gli zingari, la rapacità di chi allunga le mani dove può, la volgarità che esonda come il suo fiume. E insieme la spensierata irresponsabilità di chi vede meraviglia ovunque e immagina la convivenza come una conseguenza naturale della bontà del singolo individuo. Rimandando decisioni e riflessioni, diventando incubatrice di peggiori follie a venire.
Roma è l’inferno di Ranxerox diventato realtà. È la città delle periferie esplose come ferite infette, del centro storico infestato da una movida residuale e zozzona, delle sponde tiberine affollate di disperati, marce e devastate.
Oppure no? Nulla di tutto questo?
Esiste (anche) un’altra violenza, che non è (ancora) stata raccontata?

Scrivete il vostro racconto, per un/a attore/attrice che vi piace. Scrivetelo pensando alla sua voce, alla sua presenza, al suo lavoro. Se vincete, noi glielo portiamo, e lui/lei lo leggerà.
A settembre, al Teatro India di Roma, faremo una serata, un reading organizzato da minimum fax live. Gli attori che voi avrete scelto leggeranno i vostri racconti, insieme a quelli che abbiamo già commissionato ad alcuni scrittori che negli ultimi anni si sono occupati di Roma nei loro libri o sulle pagine dei giornali.

Avete tempo fino alla fine di giugno.
Inviate il vostro racconto direttamente a: redazione@accattone.org, scrivendo nel subject della e-mail: concorso. Non dimenticate: massimo seimila battute, i racconti di lunghezza superiore verranno automaticamente cestinati.
Trovate questo bando anche sul sito: www.accattone.org

La giuria è composta da: Elena Stancanelli, Lanfranco Caminiti, Tommaso Giartosio, Nicola La gioia, Franco Buffoni, Lorenzo Pavolini, Carola Susani.

Tomada, un attraversamento

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di Francesco Tomada

a cura di Francesco Marotta

Da: L’infanzia vista da qui, prefazione di Maurizio Mattiuzza, illustrazioni di Gennj Volk, Gorizia, Editrice La Quercia, “Sottomondo”, 2005.

(I disedifici)

Double face
(pensiero all’uscita del turno di notte)

Guarda le gru di Marghera altissime
e bianche nel buio come radici
di alberi piantati a rovescio
nella terra

dunque questo non è cielo
ma un cielo capovolto questa non è
vita
ma quello che alla vita viene tolto

.

Su un verso di Antonella Anedda

Anch’io di Sarajevo ricordo l’immagine
di una donna che corre verso il rifugio
proteggendosi la testa
come se piovesse

la pace che viviamo ha la fragilità
delle cose che succedono per caso
essere sorpresi in strada troppo lontani da un riparo
e bagnarsi solamente
oppure morire

Personaggi Precari 2009: Millennium Edition

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1774_lynching di Vanni Santoni

Renzo

– Babbo, perché ti tieni il cuore?
– Perché mi immagino gli infarti.

Sara

A sedici anni è mezza sfatta. Con quegli occhietti cilestrini tiene testa a certi fidanzati che sono ognuno il terrore del suo quartiere.

Rambaldo

– Arriva un momento nella vita, se hai avuto abbastanza donne e abbastanza belle, in cui cominci a considerarle per il loro cervello, più che per il loro corpo: è lì che devi stare attento, in quanto mai ti eri abituato a scegliere in questo modo, e non hai quindi sviluppato gli strumenti per una corretta valutazione.
– O’ che dici, nonno? Ma se sei sempre stato buco… Lo sanno tutti che la mamma è figliola del Verniani!
– Eh, dai, facevo per dire.

Teti

Ci sono famiglie che hanno scritto nel proprio destino un giorno fatale nel quale qualcuno alzerà il coperchio, il drappo, la maschera, e scoprirà l’orrendo verminaio; e ci sono famiglie in cui di queste belle giornate ce n’è più o meno una ogni tre anni.

Roberta

Si è andata a infilare in una setta che le spilla i soldi e la mette contro i suoi familiari. Non è mai stata così felice.

Claudio

Ventisei anni più tardi, dire “um banbino” lo diverte ancora moltissimo.

Mon Tag Poèmes

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You phonio saxo?

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Quello che vedi è quello che ottieni

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peroncino lavinia

di Chiara Valerio

Avevo una missione, e sorridevo talmente forte che la sera avevo i denti piantati nelle gengive. Sono io che me ne vado (Mondadori, 2009) di Violetta Bellocchio è un romanzo di lucciole e lanterne. Balugina curioso e, in certe parti, impone di indossare gli occhiali da sole. Capita che le lanterne accechino. Allora, lei chi è? «Mi chiamo Layla Nistri» dico. Non so perché sto usando il mio vero nome. Potevo dire che mi chiamo Evangelina Tortora de Falco, e avrei comunque avuto il nome meno improbabile della giornata.

Iniziative Uaar

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UNIONE degli ATEI e degli AGNOSTICI RAZIONALISTI
www.uaar.it

NEWSLETTER
Numero 79 (30 aprile 2009)

In questo numero:

1. AGGIORNAMENTO SULLA CAMPAGNA ATEOBUS
2. INAUGURATA LA SEDE NAZIONALE UAAR
3. CAMPI ESTIVI UAAR
4. IL CINQUE PER MILLE ALL’UAAR
5. OTTO PER MILLE: LA CAMPAGNA INFORMATIVA UAAR
6. PREMIO DI LAUREA UAAR 2009
7. FLASH: DUE MESI DI ATTIVITÀ UAAR
8. FLASH: DUE MESI DI AGGIORNAMENTI SUL SITO

Una dolce preghiera

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Dio è con noi
di
Franco Arminio

quello che conta per chi scrive
è solo la furia
la commozione lo smarrimento,
la vita è vera quando è spezzata
quando la testa brucia.
dio non c’è quando siamo gentili
quando siamo pazienti
quando crediamo agli altri
quando aspettiamo.
dio crede in noi quando siamo in croce
quando buttiamo fuori l’inferno
che abbiamo dentro
quando non misuriamo niente
ma vaghiamo fuori dai nostri nidi
nell’aria appestata di questo cimitero
incapaci di prendere e di dare
incapaci di commerciare
con il visibile e il mistero

* * * di sassi e cristalli

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* hiberno pulvere ** da cenere oro

L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.

Salmo 143

W. A. Mozart [ 1756 -1791 ]
Adagio in Do minore per Glass Armonica K. 617

di Orsola Puecher

nata in un giorno di rose e bandiere
Primo Maggio di speranze e futuro
[ e ] strida di rondini che ritornano

scrivo di quel che s’è perduto: ancòra [ et àncora ]

Il cuore rivelatore: Piero Bargellini

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di Rinaldo Censi

Renverser les expériences et exposer une plaque ou un papier chloruré, ioduré et dans une solution d’un sel d’argent pour obtenir l’effet in statu nascendi.

(August Strindberg, Extrait de notes scientifiques et philosophiques, 1896)

Non ho mai visto un’ape morire. Ho dovuto aspettare la seconda parte di Morte all’orecchio di Van Gogh (1968) per accorgermi dello strazio concentrato in un battito d’ali. Come se un grido impossibile trovasse la sua forma di emersione nel movimento convulso di questo imenottero moribondo, nella vibrazione incontrollata di due sottili membrane diafane. Ma a chi può interessare la morte di un’ape? E se in questa via crucis per entomologi si nascondesse qualcosa di profondo, e insieme sfuggente? La morte di un’ape può forse tracciare i bordi di un universo a noi precluso, rendendo evidente – nella sua violenza – un aspetto cruciale della nostra vita. Noi siamo i detentori di un sapere sfuggente, i gradi di realtà sono molteplici. Proprio per questo di un’ape possiamo comprendere solo in parte l’agonia. Sarebbero necessari gli ultrasuoni per cogliere il suo lamento, la cui frequenza resta a noi sconosciuta. Ed è possibile che il nostro olfatto sia così poco sviluppato da non riconoscere la scia di morte che ha lasciato sulle foglie?

Rete rospo

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In questi giorni la mia lettura di ‘Persi in un buon libro’ di Jasper Fforde si è incrociata con gli eventi recenti in RAI. Nel primo capitolo la protagonista Thursday Next, in forza presso le Operazioni Speciali (OPS) come agente letterario, deve partecipare all’Adrian Lush Show, il talk show più visto della rete televisiva più vista dell’Inghilterra, in un ucronico 1985 in cui ancora si combatte la guerra di Crimea e la letteratura è importantissima e seguitissima.
Thursday è lì in quanto ha compiuto una serie di atti eroici tra cui salvare Jane Eyre, e varie altre amenità che, oltre che renderla famosa tra il pubblico, le hanno inimicato una serie di potenti. Mentre registrano l’intervista, gli emissari dei potenti (incluso il suo superiore Flanker) sono tutti in prima fila. Quello che segue è un estratto di ciò che succede (chi non conosce Fforde sorvoli pure sui dettagli).
Ah, Thursday Next è anche proprietaria di un dodo.
Vincenzo Della Mea

Ruggine

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di Marilena Renda

E quando la terra si apre nessuno si stupisce;
la terra si apre continuamente quando
il Dio del roveto e della parasia viene di notte
a donare il suo dono di zolfo, a visitare
il suo soffio di anidride carbonica e cenere.

La faglia è un’interruzione dell’ordine del cosmo.
Significa una rottura dei fili che legavano
tra sé e sé le zolle, le erbe, i capillari del suolo.
Una trasfusione di forze da un centro a un margine,
un nido di sangue che si scuote dal cuore.

***

Tryptique récitatif: Giuseppe Schillaci, Paolo Grassi, Linda Calvino

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I tre racconti che seguono sono stati letti dagli autori in occasione del primo incontro della serie 8×8, ideato da Leonardo Luccone e che si svolge presso il Caffè Fandango, piazza di Pietra 32, Roma, a partire dalle ore 21. Le date previste e le case editrici madrine sono state e saranno: martedì 21 aprile (minimum fax); martedì 5 maggio (Playground); martedì 25 maggio (Fanucci); martedì 9 giugno (Nutrimenti); martedì 16 giugno (Fandango). effeffe
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Baglio della Magnolia
di
Giuseppe Schillaci
Fuori l’aria era ferma. La luce del tramonto iniziava a scivolare sulle creature dell’Orto Botanico, quando Saverio uscì dal laboratorio e prese a vagare per i sentieri odorosi. E come ogni sera, prima di tornare a casa, Saverio provò a svuotare la mente: si fermava, respirava forte e immaginava di essere albero, solitario e solido, legno tra i legni.

Assedio
di
Paolo Barrella
Ha cominciato a tagliare l’erba alle otto, otto e un quarto. Sentivo il rombo del tagliaerba a motore, direttamente in testa come un martello. Mi sono alzato alle otto e venticinque ed ero già stanco morto.
Ogni volta che prendo un nuovo lavoro, non riesco a dormire. (continua)

L’ora è fuggita
di
Linda Calvino
Avevo quattro anni quando mio padre morì.
Me lo ricordo bene, perché ero certa che fosse successo per colpa mia. Eravamo in quella che i grandi chiamavano “la stanza dei giochi”. La casa era immensa: potevamo permetterci un’ala al piano superiore riservata alla zona notte, e un’altra al piano inferiore con un salone che sembrava una piazza d’armi, una cucina che pareva un refettorio, un bagno che ricordava il boudoir di Maria Antonietta di Francia, e la stanza dei giochi, appunto. (à suivre)

E alcuni audaci in tasca l’Unità

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Oggi 29 aprile sull’Unità Il dossier sulla scuola di italiano per rifugiati Asinitas con focus sulla diaspora somala in Italia. Il dossier, curato/scritto da Gabriele del Grande e Igiaba Scego, sarà corredato dai disegni e dalle poesie dei ragazzi rifugiati che frequentano la scuola.
Parole, quelle dei ragazzi e quelle dei giornalisti, che illuminano il dilemma italiano sull’asilo politico. Un dilemma che spesso si tramuta nella tragedia della non accoglienza e del razzismo.

GIOCARE LA VITA
di
Tedros e Teklu (Eritrea)

In Libia i dallala comprano e vendono le persone come noi, come animali in un mercato. I dallala dicono: se sbarchi a Lampedusa bene, se muori è uguale. Per i libici l’importante è il denaro.
Noi siamo stati fortunati, perché siamo stati in Libia solo otto giorni.

Tedros: Siamo partiti all’alba. Il mare era calmo. C’erano 304 persone di tutti i paesi. Tutti stavano in silenzio perché avevano paura di essere presi e riportati in Libia. Eravamo felici di lasciare la Libia, perché il mare è meglio della Libia. Durante il viaggio tutti pregavano. Io ero seduto al centro della barca, era la prima volta che vedevo il mare. Ci domandavamo quanto tempo ci voleva per arrivare a Lampedusa. Eravamo 304, ognuno ha pagato 1200 dollari, 364 mila dollari.

I POETI ITALIANI PER L’ABRUZZO E L’AQUILA LUOGHI D’ARTE E CULTURA

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[ricevo, via Nina Maroccolo / Franz Krauspenhaar, questo Comunicato Stampa che volentieri pubblico. a.s. ]

Sdrucciolo dei poeti
Sdrucciolo dei poeti

Le Edizioni Tracce stanno organizzando, in collaborazione con l’Associazione Poeti Abruzzesi, un movimento umanitario di adesione, da parte dei poeti italiani, all’Abruzzo terremotato.

Le ultime drammatiche vicissitudini che hanno colpito l’intero Abruzzo e in particolar modo la città dell’Aquila, distrutta nei monumenti più belli e storici dal terremoto, hanno scosso le coscienze degli Abruzzesi per le vite perdute sotto le macerie. Nella memoria collettiva si è aperta una profonda ferita ma il popolo dei poeti sente una viva energia che li spinge a non arrendersi agli eventi naturali e all’incuria degli uomini, attraverso la poesia e la creatività.

Il movimento umanitario intitolato I poeti italiani per l’Abruzzo e L’Aquila Luoghi d’Arte e CulturaLa Parola che ricostruisce, crede che la forte voce dei poeti debba unirsi nel promuovere idealmente la ricostruzione dell’Abruzzo e in particolar modo dell’Aquila: vuole che la città e il territorio rivivano nella loro memoria storica e artistica e nei loro importanti monumenti conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, in modo da non dimenticare, quando i riflettori si saranno spenti, l’importanza della ricostruzione storico – artistica.