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Cox 18 is a space of hope.

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questions questions 2008

di Alfredo Jaar
Il divario tra la cultura italiana e la situazione attuale è scioccante e aumenta di giorno in giorno.

Introduzione alla cultura e alla degustazione del tè

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L’Associazione Italiana Cultura del Tè organizza a Bologna il corso:

Il mondo del tè – Introduzione alla cultura e alla degustazione del tè

Carlo Coccioli / Presenza dello scrittore assente

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[In occasione dell’uscita di Davide si riprende il pezzo pubblicato in vibrisse]

a cura di Giulio Mozzi

Parla una composita pattuglia di lettori di Carlo Coccioli: Franco Buffoni, Antonella Cilento, Giancarlo De Cataldo, Mario Fortunato, Bruno Gambarotta, Massimiliano Governi, Giuseppe Lupo, Marino Magliani, Sergio Pent, Alcide Pierantozzi, Giacomo Sartori, Giorgio Vasta.

“Quello con Carlo Coccioli è stato un esemplare incontro mancato. Non siamo mai riusciti a stringerci la mano, eppure non potrei dire di non averlo conosciuto”. Comincia con queste parole il capitolo che dedica a Coccioli, nel suo bel libro Quelli che ami non muoiono mai, Mario Fortunato (Bompiani 2008). Mi ha colpito sentirmi ripetere più volte queste o simili parole – quasi un ritornello – quando ho provato a domandare a un po’ di scrittrici e scrittori d’Italia chi sia per loro Carlo Coccioli. E, in effetti, non l’ho mai conosciuto, ma è come se l’avessi conosciuto, lo dico anch’io.

Richard Avedon, prima di tutto lo stile

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di Mauro Baldrati
richard-avedon

Forse è stato il fotografo più patinato della storia della fotografia. Tutto in lui era stile. Non solo i servizi di moda, le sterminate pubblicità per Versace o i redazionali per Vogue o Harper’s Bazaar dei primi anni ’50, fino alle soglie del 2000, anche i ritratti, i reportages. Persino il lungo racconto della lenta morte del padre, bianchi e neri crudeli, immagini di amore e sofferenza, era velato di stile.

Si può dire che Richard Avedon, fotografo del mito ultraglamour americano, abbia sempre cercato di filtrare la vita, in tutti i suoi aspetti duri, violenti, sporchi, con lo stile. Cercava i contrasti, l’eleganza e la bellezza contrapposta alla brutalità del reale, la rugosità di un asfalto che sembra grattare la schiena di una ragazza nuda, il volto delicato della donna in una oscurità ostile.

Photoshoperò #10 – detto anche dei due e più mondi

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immagine di copertina: Philippe Schlienger

Battisti-Englaro: se la magistratura è debole

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di Raffaele Cantone

All’attenzione dell’opinione pubblica in questi giorni vi sono due vicende La parte giudiziaria della triste storia di Eluana Englaro e la vicenda dell’estradizione di Cesare Battisti si possono leggere in chiave unitaria.
Parto dall’affaire Battisti; si tratta di una persona condannata all’ergastolo, dopo un regolare processo in contumacia. Si rifugia prima in Francia e poi in Brasile, dove, arrestato, non viene consegnato alla giustizia italiana perché considerato dal governo sudamericano un rifugiato politico.
E’ una decisione che lascia stupefatti perché nasconde (non molto in verità) un pregiudizio politico sul buon funzionamento della giustizia italiana.

Gradazioni di Viola

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(luxembourghiana)
bugger-purple

di
Viola Amarelli

Una rosa nel parco, l’allodola segnata
l’ala rotta come scontata la prevista fine,
la limpida fiducia nell’umano
la libertà danzata a passo zoppo, con quel cervello
oh, sì veloce e aperto e tutti quei capelli e il sorriso
di chi sapeva l’essenza del respiro
persino nelle notti da galera,
con la lealtà amorosa nell’errore che si rivela esatto
alla distanza – meglio morire che far morire gli altri,
segna l’affetto
oh, sì ci amava tutti, la piccina
tra i libri, gli scioperi e i comizi,
l’aquila ora ofelia nella sprea,
oh la piccina, grande
rosa polacca.

Raduno contro i crimini politici in Russia

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[Ricevo questo volantino da un’amica russa.]

No al silenzio sui crimini contro la giustizia in Russia!

Sapete qualcosa delle tragedie che avvengono nelle strade in Russia?

Pochi giorni fa, il 19 gennaio, un avvocato militante di sinistra ed intellettuale coraggioso, Stanislav Markelov, è stato ucciso a colpi di pistola, in pieno giorno, nel centro di Mosca. Aveva 34 anni. Una giovane giornalista militante, Anastasia Baburova, che camminava al suo fianco e ha cercato di fermare l’assassino, è stata anch’essa uccisa. Aveva 25 anni. La polizia russa ha già annunciato la mancanza di prove per trovare l’assassino ed i suoi committenti.

Licantropop

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di Alessandro Raveggi e Despairs!

Traccia Audio: Licantropop

Colapso Calypso

A Manuel Vázquez Montalbàn
Granada, già 2003

La missione si chiama:
POLVO ESTELAR
le autorità hanno aperto
un’indagine meschina
Disección de un alma errática
milioni di ecologisti hippie
richiedono di conseguenza
un poliziotto compromesso
malauguratamente
a guardia

salita al monte tauro

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di Massimo Bonifazio

quanta strada, si dice, e per ritrovare qui quanta lordura:
lattine dentro ai vicoli, cartacce, pozze di benzina,
i rivoli di sangue delle offerte che arrossano i solchi dei canali
scavati nel nero della pietra; li leccano i cani,
presi a calci dall’uomo che avanza con la palma
salmodiando un inno marinaro; all’altezza dell’arco
lo sorpassa, lo sfiora con l’orlo della veste,
intrisa di un presagio di riarso: residuo della festa, odore
dei cadaveri smembrati, gettati sul fuoco delle grate:
che i vivi presto mangeranno, all’ombra delle tende.

Lutto nel mondo del kebab

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[traduzione italiana: Lucca mon amour]

di Carole Boinet

L’informazione, che commuoverà molti, è passata inosservata. Il 22 gennaio 2009 è morto di cancro, a 87 anni, Mehmet Aygun.

Il tempo materiale

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di Gianni Biondillo

Giorgio Vasta, Il tempo materiale, 311 pag., minimum fax, 2008.

Nimbo, un ragazzino di undici anni, si muove, nel 1978, in una Palermo ferina e brutale, ragionando come un filosofo razionalista. Un “mitopoieta”, per dirla con l’appellativo affibiatogli dalla sua insegnante. Tutto è parola per Nimbo, tutto è metodica sperimentazione della assoluta diversità. La sua.

Voci fuori campo

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Campi di implosione
per suoni registrati e suoni elettronici, con video art
di
Luigi Esposito

(…) Sottrarsi, scomparire, nient’altro; trattenere dentro di sé ogni bagliore, ogni raggio, ogni sfogo, e soffocando nel profondo dell’anima i conflitti che l’agitano scompostamente, dar loro pace, occultarsi, cancellarsi: forse risvegliarsi altrove, diverso. (…) Assorbito dal vortice di questa galassia, riaffacciarsi su altri tempi e altri cieli? (…)
A che pro allora il ciclo tornerebbe a ripetersi?
Non so nulla, non voglio sapere, non voglio pensarci: ora, qui, la mia scelta è fatta:
io implodo.
(…)
Io implodo, crollo dentro l’abisso di me stesso, verso il mio centro sepolto, infinitamente.
Da quanto tempo nessuno di voi sa più immaginare la forza vitale se non sotto forma d’esplosione?
(…)
Sia lode alle stelle che implodono! (…)
È quello il mio polo, il mio specchio, la mia patria segreta. *
* Da «Esplodere o implodere – disse Qfwfq – questo è il problema»,
Cosmicomiche di Italo Calvino; Mondadori editore.

Vivere e scrivere tra le lingue

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LOrientale di Napoli lancia il Festival della traduzione

Saluto del

Rettore dell’Università di Napoli “L’Orientale”, Lida Viganoni e del Pro-Rettore Elda Morlicchio

“Il ruolo dell’Orientale: Traduttori di culture”

Presentano il progetto

“Europa Spazio di Traduzione”

Camilla Miglio (coordinatrice), Johanna Borek e Dieter Hornig (co-organizzatori)

Incontro con alcuni tra i più importanti scrittori-traduttori italiani

Tavola Rotonda “Vivere e scrivere tra le lingue”

Antonella Anedda, Laura Bocci, Franco Buffoni, Gabriele Frasca, Lisa Ginzburg, Helena Janeczeck, Marco Ottaiano, Silvio Perrella

Un piccolo bilancio di Nazione Indiana – 1

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di Jan Reister

Tra qualche settimana, a marzo, Nazione Indiana compirà sei anni. E’ l’età a cui si va in prima elementare, si fanno bilanci e grandi progetti per la vita. Cercherò qui di tirare le somme della mia esperienza in questo progetto, basandomi su quello che conosco meglio ovvero il lato tecnico/editoriale di questa avventura. Inizio con i numeri riportati sopra, che raccontano la produzione culturale degli indiani e dei loro lettori.

Post Media caratteri Caratteri Totali media Commenti Commenti Totali
2008 933 8754 8166599 18 16181
2007 918 8013 7355914 27 24747
2006 710 8677 6160026 32 22608
2005 723 7292 5271747 15 10826
2004 557 7363 4100952 10 5151
2003 233 8878 2068386 7 1463

Vivi a Berlino (Life in Berlin)

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Quest’anno i miei morti voglio ricordarli così. Con un canto messianico yiddish intonato a Berlino dai Klezmatics di New York, i più grandi reinventori della musica klezmer. Il cantante dalla incredibile voce bianca, Lorin Sklamberg, è gay. Joshua Nelson che ha collaborato al disco “Brother Moses smote the Waters” improntato sui comuni tratti libertari della musica tradizionale di ebrei dell’est e neri d’America (ossia ex-schiavi), è il nipote di Mahalia Jackson, cantante (e cantore) di “kosher-gospel”. Qui interviene inserendo una sua interpretazione di “Ani Mamin”, il canto paraliturgico che dice “io credo che il messia verrà”, spesso intonato dai chassidim mentre andavano verso le camere a gas. hj

“…cercando primavere di viole”

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di Orsola Puecher

 
Alice e Marie dormivano vicine e il sonno se le prendeva senza sollievo né pace. La notte era solo un intervallo inquieto al dolore e nel pulsare tanto flebile delle loro vite non c’era differenza di rumori rispetto al giorno: l’abbaiare dei cani, passi, le voci secche. E il freddo così intenso di quel marzo senza primavera. L’avvolgersi del buio, invece, portava loro il suono smorzato di una campana, forse della chiesa di un villaggio lì vicino, intravisto all’arrivo. Dalla punta aguzza di un campanile oltre il lago, oltre la radura di betulle, rintoccava ogni quarto d’ora, anche di giorno, ma con la luce e la sua durezza Alice e Marie non la sentivano. Non si ricordavano di ascoltarla. Nel silenzio scuro, invece, contavano i quarti, le mezz’ore e i tre quarti, che avevano un tocco più leggero e vicino, e le ore, più lente e profonde, e in quel battito regolare pareva potessero sentire il polso al cuore del mondo che confermava di esistere ancora, al di là del filo spinato, in buona salute, con le cose e le case e le persone, le finestre accese nel ritmo regolare di uno scorrere intatto e perduto.

MILK. E L’ITALIA ?

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In occasione dell’uscita di MILK di Gus Van Sant – protagonista Sean Penn – incentrato sulla figura di Harvey Milk, l’attivista gay assassinato da un omofobo a San Francisco nel 1978, propongo questa intervista realizzata per Wuz Cultura.

FRANCO BUFFONI

E in più tutto il peso delle foglie mentre toccano terra.

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di Maria Cerino

Il rumore della portiera dell’autobus è l’unico suono che riesce a distinguere tra quelli sgraffignati nel passato. Si regge ad un sedile per restare in piedi nella rinculata che fa il mezzo dopo una brusca frenata. Stringe anche una ciocca di capelli lunghi e neri mentre si tiene aggrappato alla spalliera, nel frenare e sbalzare un po’ indietro e poi tornare con la schiena e la testa avanti sente la passeggera urlare. Si sposta, non si scusa e scende.

I rumori del centro lo investono. Gli arrivano tutti insieme allo stomaco, come un calcio; anzi, lui che di calci ne ha presi e dati, non penserebbe proprio a un calcio perché in quel caso il dolore ha una superficie d’interesse mentre ora sente le vibrazioni attraversargli il corpo, rintronargli la testa. Con le orecchie turate che lo allontanano e un altro foro – un foro che sembra cercarsi con le mani ma che non riesce a cogliere a tatto – dissociato a ciò che vede.

Una distanza (quasi) incolmabile

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di Giorgio Ficara

Ho appena riletto il bellissimo La stanza separata di Garboli, che Alfonso Berardinelli pubblica nella sua collana “Prosa e Poesia” di Scheiwiller. Composto di capitoli divaganti, peregrini (per esempio l’empatico Soldati e Maigret accanto a una stizzita stroncatura di Pasolini dantista), questo saggio del 1969 ci restituisce il puro piacere della lettura d’eccezione insieme a un atteggiamento critico addirittura normativo che Garboli, nonostante il suo fluttuante dandismo, non ha mai tradito.

[È vero:] quando Garboli scriveva quelle pagine, i punti di riferimento, per un giovane critico, erano del tutto chiari e inevitabili. La critica, soprattutto nella forma più duttile del saggismo, non avrebbe mai potuto essere “facile” e popolare, o meglio popolare in quanto facile. Saggisti come Pietro Citati e Roberto Calasso, oggi autenticamente e felicemente popolari, allora non esistevano. Esistevano i preziosissimi Trompeo, Pancrazi, Cecchi. Esistevano il saggio sulla Riforma Tridentina di Dionisotti, quello sull’arte dannunziana di Raimondi, o sulla “lingua dell’improvviso” di Folena o sui neoclassici di Praz: stupendi e “difficili”.

In Piazza!

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come si può leggere anche qui:

oggi 26 gennaio – ore 17.00

Presidio a Palazzo Marino contro lo sgombero di cox18

Ci hanno chiuso il centro sociale, e noi le nostre iniziative le facciamo in piazza:
– Riapre la libreria Calusca: banchetto di libri, riviste, autoproduzioni
– Spettacolo teatrale

Sono appena tornato dal Leonka e prima di andare a dormire vi giro questa notizia. Mi sono stati fatti un po’ di nomi “eccellenti” che saranno presenti, ma la cosa mi interessa poco, quello che conta è esserci, numerosi.