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Le strade che portano al Fùcino

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Oggi alle ore 18:40, Roma

Andrea Cortellessa e Gilda Policastro presentano:

Tommaso Ottonieri, Le Strade che portano al Fucino («fuoriformato», Le Lettere)
e Dalle memorie di un piccolo ipertrofico (No Reply)

A seguire performance live di Tommaso Ottonieri

Piazza dell’Orologio, 3 – tel. 06 68134697
Casa delle Letterature

Corde del sogno

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di Franz Krauspenhaar

Nel pensiero vagante scendo sotto, addormentato la testa, abbandonata, come sepolta. Sono teso con le mani attaccate alle corde del sogno, che si spalanca da una botola di palco. Attaccato alle corde tiro forte, le mani aperte, graffiate, stando con i piedi piantati a terra, uno dietro l’altro.
Tiro, tiro, tiro. Le corde del sogno avvolgono come una pellicola un film Super 8 di tanti anni fa. Lui bambino piccolo, i pochi capelli biondi e il sorriso, nell’auto che frena e riparte. Le corde del sogno restano tra la morte e me, fino alle palpebre incrinate, come cristallo spezzato, al
risveglio.

Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato 17

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[18 immagini + lettere invernali per l’inverno; 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14, 15, 16]

di Andrea Inglese

Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato,

le mie relazioni sociali che stanno
così bene al di fuori di me così
ben al di sopra

le mie relazioni sociali sono in costante
miglioramento sono quasi ottime

tenendo la mia follia lontano
dalle mie relazioni sociali
che vanno sempre concepite come massa
vellutata anonima
separando tutta la mia sete d’amore
l’incalcolabile desiderio di posare una mano
sulla coscia sulle radiazioni interne
gli aloni i tremiti minimi di una coscia
allontanando il bisogno di mordere e colpire
dalla nuvola alta delle mie relazioni sociali

La carovana antimafie arriva in Lombardia

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Amiamo viaggiare, vedere, scoprire, per questo abbiamo iniziato un viaggio appassionante e pericoloso, difficile ma entusiasmante. Con questo slogan partiva nel 1994 la prima Carovana Antimafia promossa dall’ARCI Sicilia, due anni dopo le stragi Borsellino e Falcone, che avevano scosso le coscienze e creato un forte fronte antimafia.

Il viaggio di Carovana Antimafie continua oggi, in un percorso di oltre due mesi, in 100 tappe, che toccano tutte le Regioni d’Italia, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della lotta alle mafie e contro ogni forma di prevaricazione.

Carovana Antimafie Lombardia parte da Milano il 26 novembre proprio di fronte all’Ortomercato, e percorre tutta la Regione, in un itinerario che tocca Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Sesto San Giovanni, Varese e si conclude a Milano con un evento pubblico il 4 dicembre.

della serie: femmine toste (le pupe)

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di
Donata Amico

Da bambina ho assistito a numerosi spettacoli dell’Opera di pupi.
Ne conosco i personaggi femminili anche per lo studio dei canovacci autografi del puparo Raffaele Trombetta, mio bisnonno, e per le favole cavalleresche raccontatemi da mia nonna Giuseppina Trombetta Amico (1892-1990), figlia di una figlia di Gaetano Crimi e parlatrice di ‘pupe’ nei teatri del padre e poi del marito Pasqualino.
Sirene, spose fedeli e amazzoni dell’Ottocento maturo; memori, se guerriere, della Camilla virgiliana e della Pentesilea omerica, afroditiche o anagamiche che siano, nell’economia narrativa e spettacolare dell’Opera dei pupi, i personaggi femminili dell’Opra sono molti e fondamentali poiché traghettano con le arti maieutiche dell’ incanto amoroso, del sacrificio fino al suicidio, della follia , della virtù guerresca, il logocentrismo, le struttura razionale del Testo alle passioni dell’anima, mescidando la chimica del Discorso all’ alchimia dei corpi e delle cose, il teatro regolare al rito catartico, la Ragione ai sensi, con registri recitativi ora tragici ora melodrammatici o tratti dal romanzo d’ appendice.

ANIMAzioni#04: “Kafka” [1991] di Piotr Dumała

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«un’immagine della mia esistenza sarebbe una pertica inutile, incrostata di brina e di neve, infilata obliquamente nel terreno, in un campo profondamente sconvolto, al margine di una grande pianura, in una buia notte invernale»

Franz Kafka, Confessioni e Diari (1972), Mondadori, Milano, a cura di Ervino Pocar

L’interesse è usura

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di Pino Tripodi

Interesse zero e nuove forme d’usura.
Che differenza c’è tra interesse e usura? Dal mio punto di vista nessuno. Cambiano certo le forme e i tassi dell’usura, ma dal punto di vista concettuale non vi è alcuna differenza. In economia invece il discrimine passa tra ciò che viene ritenuto legale e ciò che viene ritenuto illegale. Per interi millenni i concetti si sono sovrapposti tanto che l’usura veniva intesa- e unanimemente condannata – come prestito di denaro in cambio di interessi. Il motivo dello stigma dell’usura è di grande importanza. Prestare soldi a interessi veniva condannato senz’appello perché ciò significava vendere il tempo e il tempo non appartiene agli uomini bensì a Dio. Ci hanno pensato prima le banche e poi gli stati a distinguere gli interessi dall’usura. L’usura è stata così introiettata nell’ordine economico.

Non è Esenin

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La canzone è “Peremen!” (Cambiamenti!) dei Kino, gruppo rock sovietico degli anni ottanta. Il video (guardatelo a schermo pieno) è la chiusa, con titoli di coda, di “Assa” di Sergei Solovyev, il film simbolo della cinema della glasnost – un film definito postpunk, tra le altre cose. La potenza espressiva dell’attore che “recita” il testo con il linguaggio russo dei sordomuti mi ha ipnotizzato. La regalo all’Onda, come auspicio.

Вместо тепла – зелень стекла,
Вместо огня – дым,
Из сетки календаря выхвачен день.

Ricercatori, trovatori e ricercati

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Lucky_Dalton_2

di Tommaso Pippucci

Credo fermamente che sia da smitizzare la sciocca diceria che vuole che in Italia politica e ricerca non vadano a braccetto. Si tratta davvero di un increscioso malinteso, dacché la politica italiana foraggia cospicuamente, da sempre e con convinzione, la ricerca. Piuttosto, forse, ad avvelenare il clima son quelle tediose e inconcludenti dispute di parte che son costume annoso e, ahimé, all’apparenza inestirpabile del nostro amato belpaese. Il legiferatore infatti, lungi dal voler penalizzare la ricerca ogniqualvolta s’accinga a formulare una nuova legge finanziaria, tende casomai (ed è di ciò ch’eventualmente va dato atto) a privilegiare i ricercati (quelli delle locandine del Far West intendo, inchiodate agli stipiti d’ingresso dei saloon e raffiguranti brutti ceffi con la scritta WANTED in bella posta sopra e, sotto, una munifica taglia in dollaroni a tanti zeri) piuttosto che i ricercatori.

VULCANO + Manifesto : Roberto Donatelli

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Quella mattina era passato da vulcano, aveva ordinato tre fulmini con lo sguardo, gli aveva chiesto urgenza, adesso si rimboccava la giacca, si aggiustava i capelli, le mani leggermente umide facevano da gel, si sedette, accavallò le gambe la testa all’indietro aspettava il suo turno.

Arthur Rimbaud par Ernest Pignon Ernest

Aveva gli occhi sbarrati su quel manifesto, l’avevano incollato da poco, la viscida colla passata frettolosamente scorreva, goccioloni sul selciato, la puzza del gas di scarico nell’aria, il traballante rumore su tre ruote in fondo, lucidando i talloni sull’asfalto si posizionò, il cemento faceva strane smorfie e il collo ciondolava.

Dentro le mura, fuori dalle mura

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di Giuseppe Zucco

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto.
(Pier Paolo Pasolini, Il pianto della scavatrice)

1. Premessa in forma di domande
Come immaginiamo oggi La Scuola?
Che tipo di immagine mentale si impadronisce di noi quando ci riferiamo a banchi, lavagne, zaini, manuali e ragazzi/e? C’è uno schema rappresentativo che ci guida, e ci soccorre, o più semplicemente ci condiziona, quando riferiamo i nostri pensieri al Sistema della Pubblica Istruzione? C’è qualcosa, nella nostra immagine del mondo scolastico, che pure vagamente si avvicina alla parola pedagogia, e se non a questa – parola stremata dal modo in cui è stata abusata negli anni Cinquanta e Sessanta in cui tutto era pedagogico, dalla tivù, ai fumetti, ai cantautori – alla parola formazione? Non sarà che nell’estrema sintesi di questa immagine mentale in realtà stiamo giudicando e liquidando, in un colpo solo, gli abitanti di questo specialissimo ecosistema sociale? Potrebbe essere che innescando gli effetti collaterali dell’immagine mentale abbiamo già liquidato il corpo docente e la classe studentesca come il Prodotto Finale, lampante e sotto gli occhi di tutti, della catastrofe che si avvera dovunque, in qualsiasi punto della rete sociale che ci include e si dirama intorno a noi?

Juke-box: Come writers and critics…

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di Antonio Sparzani

[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=wgECKj9LSH4]

Sommesso contributo – da Bob Dylan – al dibattito in corso su scrittori e critici. La seconda strofa in particolare, ma anche il resto non scherza:

The Times They Are A-Changin’

Come gather ‘round people
Wherever you roam
And admit that the waters
Around you have grown
And accept it that soon
You’ll be drenched to the bone.
If your time to you
Is worth savin’
Then you better start swimmin’
Or you’ll sink like a stone
For the times they are a-changin’.

A gamba tesa: nessuno tocchi la Biblioteca di Sarajevo

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Neve nera
di
Azra Nuhefendic

La buona notizia: stanno per restaurarla. La cattiva: la stiamo perdendo di nuovo.

Il Consiglio municipale di Sarajevo ha deciso di iniziare il restauro della Biblioteca Nazionale e Universitaria, meglio conosciuta come la Vijećnica. Le autorità hanno stabilito che in futuro, il palazzo non ospiterà come un tempo la biblioteca, ma l’ufficio del sindaco e di altri burocrati municipali.

Vijećnica è il simbolo della distruzione di Sarajevo e della Bosnia Erzegovina. Custodiva, prima della guerra, un milione e mezzo di libri, tra i quali 155 000 esemplari rari e preziosi, 478 manoscritti. Era l’unico archivio nazionale di tutti i periodici pubblicati in, o sulla Bosnia Erzegovina.
Dopo tre giorni di rogo, della biblioteca bruciata rimanevano lo scheletro di mattoni e dieci tonnellate di cenere.

E’ festa!

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un consiglio di Gianni Biondillo

Questo fine settimana artisti, scrittori, registi, architetti, fotografi, ma soprattutto, associazioni culturali, frequentatori della rete, oratori, biblioteche, scuole, campi sportivi e gli abitanti dei quartieri Bovisa e Quarto Oggiaro fanno una festa.
L’abbiamo chiamata MilanOpen.
Venerdì c’è l’inaugurazione della restaurata villa Scheibler (e tutta una serie di tagli di nastri e convegni). Da sabato mattina parte la festa popolare. Mi piacerebbe che anche gli altri abitanti di Milano vengano in questi quartieri e si divertano. Il programma è fitto, gli eventi sono tutti gratuiti, e per chi non sa come raggiungerci (?!?) può sempre andare o in Centrale o a Cadorna dove due servizi navetta dell’ATM (gratuitissimi!) li porteranno a destinazione.
Mettete per una volta al centro una periferia.

(il sottoscritto gironzolerà un po’ ovunque, ma mi trovate di certo, come da programma, sabato mattina alle 11.30 e domenica pomeriggio alle 15.00)

La vera natura dei personaggi romanzeschi. Appunti sul romanzo storico [1 di 2]

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di Leonardo Colombati

1.
Ombre in cammino

In un gelido pomeriggio invernale del 1841 una folla si radunò al porto di New York per chiedere ansiosamente ai passeggeri di una nave proveniente da Londra se una certa Nelly fosse morta. In America non era ancora stata pubblicata l’ultima puntata del feuilleton La bottega dell’antiquario di Dickens e il pubblico fremeva per le sorti della patetica orfanella. Il fatto che Nell Tent non fosse una creatura in carne ed ossa, ovviamente non importava un fico secco ai lettori del «Master Humphrey’s Clock», la rivista che Dickens dirigeva, scriveva, stampava e su cui pubblicava le sue storie straordinarie. Che importa, del resto, se Jean Valjean, Fabrizio Del Dongo, Anna Karenina e Tom Jones non sono realmente esistiti? [1]

Triptyque delle tre P – Piemontese (Felice), Petrova (Alexandra), Pasquale (Vitagliano)

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“dico, basta pensare di essere immortali,
diceva, anche se sappiamo benissimo che non è”

Felice Piemontese

“Ti hanno licenziato e allora? La libertà non è un cappotto, non si consuma,
à propos, hai visto il mio? Ecco – vedi – non piango!”

Alexandra Petrova

Vincenzo Cuoco
Non gli impedì
Di finire impiccato
Al suo albero
Di sughero.
Materiale
Per dipartimenti

Pasquale Vitagliano

Sibille asemantiche

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[Le sibille asematiche proposte sono complanari all’affaire «Allegoria», generatosi da questo articolo di Cortellessa. Segnalo i contributi di Donnarumma, Policastro, Inglese, Milani, Rizzante, Morelli e Casadei. Rimetto in circolo anche alcuni interventi, esemplari nella loro forma-commento, come quello di Alcor – o la lepida Ballata di Pólemos di G. Policastro – che sinora hanno animato la discussione: qui. dp]

di Marco Giovenale

Bill Viola. Spettri

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di Antonella Anedda

“C’erano spettri tornati sulla
terra per sentire le sue frasi…./
C’era chi tornava per sentirlo leggere il poema della vita/ della pentola sulla stufa, la brocca sul tavolo, i tulipani…”

La poesia Large red man reading di Wallace Stevens ci parla di morti che tornano per ascoltare un uomo (forse lo stesso poeta, corpulento e rosso di capelli) che legge “from the poem of life.”
Al suono della parola “poesis” ripetuta due volte “i loro (dei morti) orecchi, i loro cuori sottili, esauriti, \prendevano forma, colore…”
La lettura, meno violentemente del sangue nero e fumante che attira i morti nell’undicesimo canto dell’Odissea, – qui suscita il fantasma dell’emozione: “ciò che era loro mancato”.

Tutta l’opera di Bill Viola ruota intorno a questa mancanza. I suoi video trasformano la mimesis in phantasia (1) parlano di cose eterne: dolore, assenza, perdita, nascita, separazione. Accanto alla più alta tecnologia ci sono aria, fuoco, soprattutto acqua, suoni che plasmano lo spazio e un ritmo spesso lentissimo, volutamente inadeguato, in rivolta contro il cosiddetto tempo reale.

Una barca in cielo

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di Antonio Sparzani

Voi siete su una barca in mezzo a un lago, e su questo lago scorrono delle onde, chiameremo treno d’onde il susseguirsi continuo di molte onde; queste fanno oscilla- re – non molto – la vostra barca, senza però disturbare i vostri maneggi, le vostre misure e i vostri calcoli. Siete soli e non avete di meglio da fare, così vi viene l’idea di misurare la velocità delle onde.
Voi, di preciso, cosa volete intendere con “la velocità delle onde”? Certo vi riferite alla loro velocità rispetto al lago, pensato come un tutto immobile, rispetto cioè alla terra che quel lago circonda. Così come quando si dice che la velocità del suono nell’aria è circa 340 metri al secondo, si intende rispetto all’aria nel suo complesso, ovvero rispetto alla superficie della Terra.

Interferenze Positive

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Milano, Cicco Simonetta
via Cicco Simonetta 16 (Zona Navigli)

20 novembre 2008

ore 22.00

Interferenze Positive
(poesia, rock e rumori)

Tre poeti, Alessandro Broggi, Gherardo Bortolotti, Andrea Inglese e tre musicisti, Pier Adduce, Stefano Caldonazzo, Fabio Gallarati si ritrovano assieme per creare “interferenze positive”.

Verranno utilizzati ordigni linguistici di vario genere su sfondo di rullante, spazzole e percussioni varie, metallofono giocattolo, liuto cinese, chitarre elettriche con effetti.

Ingresso con tessera Arci

Diorama dell’Est #14

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di Giovanni Catelli

Ceske Budejovice

Tu sai che non ci rivedremo, nel momento preciso in cui affronti la piazza, lungo il passo interminabile che frana sui selciati, senza sosta, mentre il piede si precipita, lentissimo, nell’aria che non regge, si fa largo, nella grande piazza che trabocca, dalla minima fessura che incide l’avvenire, si divarica nell’ora, nella ferma luce, nell’istante, si propaga tra le case, lungo il ponte, nella timida città popolata di giardini, s’allontana, verso il mondo serale che accumula frontiere,