di M. Vittoria Smaldone
“Sono disposto anche a lavorare in nero, ma io di qui non me ne vado!”. Paolo è arrabbiato quando pronuncia queste parole. Parla e gesticola molto. La rabbia di questo ragazzo bruno riccioluto è però mista a disperazione. E’ la disperazione di un ragazzo lucano di 26 anni che, a differenza di tanti suoi coetanei, ha deciso di rimanere in Basilicata, di non emigrare. Un ragazzo che ama la sua terra e rivendica con forza il diritto di viverci.”Io voglio vivere qui, a casa mia, costruire una famiglia nella mia terra”.
Paolo vive a Pignola, un piccolo comune in provincia di Potenza. Sette mila residenti ma un tasso di incremento demografico da far invidia alla Lucania intera, regione in spopolamento. Perché? Non per la moda di andare a vivere nelle grandi metropoli- molti, fra i quali il Rettore dell’Università degli studi della Basilicata Tamburro, ritengono che i giovani lascino la Lucania perché è cool dire di studiare fuori- ma perché tra questi monti “senza raccomandazione non c’è lavoro”. Possibile? Con tutte le risorse che la Lucania ha?Acqua, petrolio, storia e paesaggi non riescono a dare ricchezza agli abitanti della terra di Orazio.. In realtà, nella regione con il numero più elevato di studenti universitari, circa il 40% , i primi a far la valigia sono proprio loro. Tanti giovani lucani scelgono di formarsi fuori regione. Però, poi, una volta laureati, è difficile trovar lavoro in patria. Eppure si tratta spesso di menti eccellenti, i così detti “cervelli”.








di Silvio Mignano