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Ritratto lucano

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di M. Vittoria Smaldone

“Sono disposto anche a lavorare in nero, ma io di qui non me ne vado!”. Paolo è arrabbiato quando pronuncia queste parole. Parla e gesticola molto. La rabbia di questo ragazzo bruno riccioluto è però mista a disperazione. E’ la disperazione di un ragazzo lucano di 26 anni che, a differenza di tanti suoi coetanei, ha deciso di rimanere in Basilicata, di non emigrare. Un ragazzo che ama la sua terra e rivendica con forza il diritto di viverci.”Io voglio vivere qui, a casa mia, costruire una famiglia nella mia terra”.

Paolo vive a Pignola, un piccolo comune in provincia di Potenza. Sette mila residenti ma un tasso di incremento demografico da far invidia alla Lucania intera, regione in spopolamento. Perché? Non per la moda di andare a vivere nelle grandi metropoli- molti, fra i quali il Rettore dell’Università degli studi della Basilicata Tamburro, ritengono che i giovani lascino la Lucania perché è cool dire di studiare fuori- ma perché tra questi monti “senza raccomandazione non c’è lavoro”. Possibile? Con tutte le risorse che la Lucania ha?Acqua, petrolio, storia e paesaggi non riescono a dare ricchezza agli abitanti della terra di Orazio.. In realtà, nella regione con il numero più elevato di studenti universitari, circa il 40% , i primi a far la valigia sono proprio loro. Tanti giovani lucani scelgono di formarsi fuori regione. Però, poi, una volta laureati, è difficile trovar lavoro in patria. Eppure si tratta spesso di menti eccellenti, i così detti “cervelli”.

Nasce Il Sottoscritto – sito e rivista culturale online

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E’ da poco in rete una nuova e importante realtà culturale del web. E’ un sito che nasce compiendo i primi passi nel web e guardando alla possibilità di una prossima versione cartacea. Al sito si affianca una rivista on line omonima, scaricabile (è già disponibile il primo numero). Il nome, Il Sottoscritto, è piaciuto perché implica l’idea di scrittura come anche suggerisce un’accezione di identità autorale. Forse è un po’ dada, ma ha superato l’esame di gradimento dei collaboratori.

VivaVoce#01: Thomas Stearns Eliot [1888–1965]

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T.S. Eliot ritratto da Wyndham Lewis

[T. S. Eliot in un ritratto di Percy Wyndham Lewis (1882 – 1957)]


The Love Song of J. Alfred Prufrock

letta dalla viva voce di Thomas Stearns Eliot – con ironia sottile –
pause e tensione drammatica da monologo teatrale

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Let us go then, you and I,
When the evening is spread out against the sky
Like a patient etherized upon a table;
Let us go, through certain half-deserted streets,
The muttering retreats
Of restless nights in one-night cheap hotels
And sawdust restaurants with oyster-shells:
Streets that follow like a tedious argument
Of insidious intent
To lead you to an overwhelming question. . .    10
Oh, do not ask, “What is it?”
Let us go and make our visit.

Angelo Maria Ripellino (1923-1978)

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Ripellino muore il 21 aprile del 1978. Lo ricordiamo con una prosa tratta dal volume: Oltreslavia. Scritti italiani e ispanici (1941-1976), a cura di Antonio Pane, Istituto Euro Arabo di studi superiori, Mazara del Vallo, 2007.

Giovedì 24 si terrà alla Casa delle Letterature (Piazza dell’Orologio 3, Roma) la presentazione di due nuovi volumi ripelliniani, entrambi a cura di Antonio Pane. Interverranno Corrado Bologna, Alessandro Catalano, Andrea Cortellessa e Alessandro Fo. Qui l’invito.

InVerse – Italian Poets in Translation

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Lemon Tree Courtyard

April 22-23, 2008

8:00 PM

Tuesday, April 22

SIlvia Bre / Nanni Cagnone / Maria Grazia Calandrone / Gabriele Frasca / Giulio Marzaioli

Wednesday, April 23

Jolanda Insana / Paola Loreto / Andrea Raos + Kathleen Fraser / Vito Riviello / Luigi Socci

John Cabot University

Via della Lungara, 233 – 00165 Rome, Italy

Ph. +39 06 68 19 121 – events@johncabot.edu

www.johncabot.edu

Organized by

Brunella Antomarini/ Berenice Cocciolillo / Rosa Filardi

Api sull’AmbientFestival

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logo.gifStasera a Brescia, alle 18:30, Ape-ritivo letterario al Nuovo Cinema Eden (entrata via Odorici) all’interno della prima edizione di AmbientFestival, festival cine artistico sulle tematiche ambientali.

Gherardo Bortolotti presenta Le api migratori (Salerno, Oèdipus, 2007) di Andrea Raos.

L’offesa

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di Gianni Biondillo

Ricardo Menéndez Salmòn, L’offesa, trad. Claudia Tarolo, Marcos y Marcos, 2008, 152 pag.

Ci sono libri che ti capitano per caso fra le mani. Non sai di cosa parla, non conosci l’autore, non sai neppure perché, con tutto quello che si pubblica, lo porti a casa, lo apri, lo leggi. È che nel tempo, dopo aver deglutito funghi indigesti, si diventa scopritori di tartufi. Nel mare magnum di quello che si pubblica ogni volta fai una scommessa. Non è detto che la vinci, ma quando accade è sempre un piacere particolare, perché è fin troppo facile scommettere su chi già conosci.

Tè e tempo: il tè Pu’er

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di Livio Zanini

Il fatto che il tè debba essere consumato fresco è cosa risaputa e pretesa dai cultori della bevanda. Ciononostante, spesso nei negozi e nelle case da tè vediamo disposti in bella mostra sulle scansie enormi caddy ricolmi di tè, i cui pedigree non danno alcuna indicazione sul periodo o addirittura sull’anno di raccolta.
Se possiamo in una certa misura permettere una deroga a tale principio per quanto concerne il tè nero, in quanto essendo stato fatto completamente ossidare in fase di lavorazione teme meno le ingiurie del tempo, non possiamo fare altrettanto con il tè verde. Quale vero e proprio “novello” tra i tè, va di norma consumato entro l’anno di produzione, adottando tutti gli accorgimenti che possano in qualche misura rallentare il suo inevitabile processo di invecchiamento e perdita di freschezza.

Il poema disumano di Luigi Nacci a Milano

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SI INSTALLA IL poema disumano A MILANO

All’interno della rassegna POESIA PRESENTE

lunedì 21 aprile
alle ore 18
presso lo SPAZIOSTUDIO di Patrizia Gioia
via Paolo Lomazzo 13 – Milano
tel. 348.7498744
e-mail: abraxas7p@libero.it

Habeas corpus

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di Alessandro Raveggi

A perpetual holiday is a good working definition of hell
(G. B. Shaw)

*

Perdere occasione di
è ovunque un perdere
del tempo per,
per tempo si è fatto o almeno
pareva il tempo di farlo
di disfarlo
il gioco della girandola
senza sosta per
la mitica mitologia del tempo
e del guadagno, mitico!: accumulare,
accatastare l’attimo, di gran
lena, se sottrai un tassello,
crolla tutto, attento!
crolli tutto.

Hölderlin, una veduta

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LA VEDUTA

Quando la dimorante vita degli umani va lontano,
dove lontano brilla il tempo della vite,
lì appresso è pure il campo vuoto dell’estate,
il bosco appare nel suo scuro tono.

Che natura completi il quadro delle stagioni,
ch’essa ristia, quelle scivolino via velocemente,
viene da perfezione; la sommità del cielo splende
agli umani allora qual fiorame che alberi incoroni.

Con umiltà
Scardanelli
24 maggio 1748

Spot dal mondo dei non luoghi

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di Giancarlo Liviano d’Arcangelo

Buddie aveva fame.
Sentiva il suo stomaco irrispettoso che piagnucolava a colpi di singhiozzo balbuziente, e la tonalità ocracea del cielo disabitato che si perdeva poco più in là della sua massima lungimiranza visiva, era prova inconfutabile che il tempo di nutrirsi era sopragiunto. Si meravigliò del silenzio diffuso nel paesaggio, cactus ingobbiti e cespugli adusti color antracite, un silenzio mostruoso, che in incognito era riuscito ad appropriarsi della duna su cui la sera prima aveva deciso di organizzare l’accampamento parcheggiando con perizia la roulotte di famiglia. Quando Buddie si alzava dalla sua sdraio sgualcita e sondava il panorama con l’attenzione minuziosa di un telescopio di precisione, era come se stesse governando il destino.

Atei?: Altroché!

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Libreria Utopia
via Moscova 52 – Milano
sabato 19 aprile h. 18:30
tel. 0229003324

ATEI?: ALTROCHÉ!

Prendendo spunto dall’infuocato libello di Arno Schmidt Ateo?: Altroché! (a cura di D. Borso e D. Pinto, Ipermedium ed.), converseremo con Dario Borso ed Emanuele Ronchetti sulle ragioni dell’ateismo, e verseremo alla Mescita Vini Emma Goldman.

io vorrei, non vorrei ma se puoi

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Dizionario dell’incertezza
di
Lucio Saviani

1. INSICUREZZA, PRECARIETÀ
Onde anomale del consenso, picchi imprevisti del desiderio, improvvise voragini della speranza. Vecchi mercati che si riaprono e nuove frontiere che si chiudono. Per un muro che crolla, molte città che si dividono. Linee di confine interrate che riemergono. Frontiere che si spostano con armate, ambasciate e basi nucleari. Città insicure che si riprendono il loro vecchio nome e nazioni che se ne inventano uno nuovo. Nell’arte, nella scienza, nella riflessione filosofica, nel modo di intendere il fare politico e nei tentativi di costruire una effettiva democratizzazione del sapere, i problemi tradizionali incontrano uno sconvolgente ma anche seduttivo punto cruciale, di crisi, drammatizzato dal rapido, precario e spesso incontrollabile mutamento dei contesti socio-politici, così come dal crollo di tante certezze ideologiche.

Stabat mater dolorosa

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di Remy de Gourmont
 

da “Latino Mistico
traduzione di Roberto Rossi Testa
Nino Aragno Editore

La vergine con il bambino_Museo del Louvre

G. B. Pergolesi (1710-1736)
‘Stabat mater dolorosa’ (1736)

Al Museo del Louvre, in una delle sale dedicate alla scultura del Medioevo, si trova un bassorilievo italiano del XV secolo, in terracotta policroma, che tenterò qui di descrivere. Sullo sfondo dorato si vedono la Vergine e il Bambino Gesù; entrambi hanno l’aria sgomenta e recano aureole su cui si leggono profezie a loro riguardo. Ambedue hanno lo sguardo perduto, rivolto all’infinito e all’abisso, e innanzi ai loro occhi si aderge il Calvario.

Afro Tondelli, Lauro Farioli, Marino Serri, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi

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di Antonio Sparzani

La primavera e l’estate del 1960 sono segnate in Italia dalle manovre autoritarie del governo Tambroni (l’operazione “Ippocampo”) e dal susseguirsi di manovre militari dei paesi della NATO. Dopo la caduta, il 24 febbraio 1960 del Governo Segni, si apre una lunga crisi, risolta col varo del governo Tambroni con il voto determinante del Movimento Sociale Italiano, partito della destra estrema e diretto erede della Repubblica Sociale Italiana. Per il 1° luglio l’MSI indice provocatoriamente un congresso a Genova, città simbolo della resistenza antifascista. La reazione popolare è immediata: a Genova è sciopero generale e durissimi scontri seguono le cariche della polizia. Nonostante il trasferimento del congresso missino, la protesta dilaga e dimostrazioni si svolgono in tutta Italia duramente attaccate dalla polizia. Una decina di dimostranti rimangono uccisi, centinaia sono feriti. Il giorno seguente la strage di Reggio Emilia uno sciopero generale blocca il paese. Ai funerali partecipano nel massimo ordine oltre 150.000 persone, mentre le forze di polizia rimangono nelle caserme. Il 19 luglio Tambroni rassegna le dimissioni e le forze neofasciste rimangono ai margini della vita politica italiana fino al 1994. Guardatevi questo, e ascoltatevi questo.

Oggi abbiamo al governo del paese Mussolini, Ciarrapico, Calderoli oltre al loro ultratambroniano organizzatore.

El boligrafo boliviano 15

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sapomouth1.jpg di Silvio Mignano

12 agosto e 7 ottobre 2007

La pallina rimbalza con uno schiocco secco, tac, ciottolo o dado d’osso, sbatte contro l’interno del palo, un toc sordo, ed entra in porta con un rimbombo gutturale, ingoiata dal rettangolo buio. I giocatori, incardinati sulle sbarre di metallo già tutto arrugginito, hanno divise a strisce gialle e nere o tutte celesti, dipinte alla meno peggio, uno sbaffo color tuorlo d’uovo si arrampica sulla nuca del centromediano metodista, tagliandogli in due la capigliatura scura aderente al cranio un po’ oblungo. Attorno, pubblicità della Coca-Cola o dei telefoni Entel, tracciate da una mano che a un certo punto, si vede, si è fatta più incerta, tradita dalla stanchezza, dalla ripetitività, o da un’imprevista emozione.

intra moenia – inglese / raos

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caffè letterario intra moenia
piazza bellini 70 – 80138 napoli
mercoledì 16 aprile, ore 19:00

 

giancarlo alfano
e
gabriele frasca

presentano

 

le api migratori
di andrea raos
(oèdipus, 2007)

e

prati / pelouses
di andrea inglese
(la camera verde, 2007)

info: 081290720 – 0815571190 – 3392732509

Studio drammaturgico sulla poesia italiana e i suoi rischi di contagio

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dscf0963.JPG di Andrea Inglese

La poesia è italiana quando affronta i tre argomenti salubri: religione, contagio, famiglia.

La logica della poesia italiana è perimetrale. Al centro vige la pantomima sfrenata dei mille loa vudù.

La poesia italiana è un oggetto mobile a pochissime dimensioni, non più di venti o trenta.

La poesia italiana esige una rivelazione, una ustione monoteista della mente che dica in pochi versi chi è chi e come dal Grande Topo venne dio e da un’anca di dio, per una soglia asessuata, passarono molti loa: Damballah, lo psichismo oscuro, in forma di serpe, o il cugino Zacca con spirito contadino, a picchiare sulla Calbasse, o Guédé-Petro, dalla danza grave e sussieguosa, a cui si offre il capro nero ed un’aringa, o Erzulie-Freda, la Sirène, che nuota grave ed erotica intorno alla zattera, e a tutti gli ingressi del contagio.

Ultimo appello

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Io che non posso perché ho la cittadinanza tedesca (quella doppia la Germania l’ha ammessa da poco e l’iter burocratico mi ha sempre sgomentato), vorrei semplicemente dirvi: ANDATE A VOTARE! Facendo finta per un paio di minuti di dimenticarvi tutte le incazzature e delusioni passate. Turandovi il naso, se occorre. Il MENO PEGGIO non è un bel concetto, mi rendo conto. E non so nemmeno se basti a non far diventare questo paese, in tutto e per tutto, il primo stato europeo sudamericano. Provarci almeno….