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La commovente lettera del marchese de Sade alla venditrice di pistole

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di Alessandro Ansuini 

Carissima, avrei bisogno di pistole in numero di tre, pagamento alla consegna con l’aggiunta della serie di maschere asiatiche che le avevo promesso e non portato l’ultima volta, mi permetta di offenderla con questo dono che non compensa minimamente il servigio che lei offre a noi tutti, anche adesso, che la immagino sdraiata a testa in giù sul letto come un pipistrello; avrei bisogno di pistole in numero tre, una, per ogni indugiante e caramellosa bimbetta che avrò la cura di allestire con così tanta parsimonia dentro di me, la pistola in questo caso offrirà un servigio diverso da quelli che lei di solito coopta per i suoi avventori, immagino ometti calvi e tipi ossuti dallo sgargiante abbigliamento che tossiscono dentro a fazzoletti con le loro iniziali ricamate a mano, bisognosi di metter fine a qualche tediosa situazione riguardante miseri scopi quali mancanza di denaro, eccesso di denaro, ne conviene, oppure l’onore e altre minuscole faccende riguardanti l’amore, la passione, l’invidia, lei mi comprende immagino, se la mia memoria non m’inganna lei da tempo è conscia che uno più uno da sempre uno, non è così?

Bacheca di settembre 2007

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La bacheca compie due anni. L’idea di uno spazio fatto apposta per le segnalazioni è stata dei lettori di Nazione Indiana, credo di Georgiamada in particolare. Nel tempo si è rivelata una buona cosa, alleggerendo lo spazio dei commenti negli altri articoli e offrendo una valvola di sfogo (non sempre praticata, ma ci accontentiamo). — Jan

Usa questo spazio per segnalazioni e comunicazioni di interesse generale.

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Il piccolo grande uomo

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crovi-140×170.jpg di Gianni Biondillo

Scrivo di getto, una semplice testimonianza d’affetto. Ho appena saputo che è morto Raffaele Crovi, dopo una malattia crudele che, in ogni caso, non riusciva a piegare il suo animo volitivo. Scrittore, poeta, saggista, giornalista, polemista (accidenti che polemista! Mi resta nel cuore come un regalo una litigata furibonda che feci con lui in una manifestazione a San Pellegrino Terme). Collaboratore di Vittorini, scopritore di talenti – da Doninelli a Nigro a Sclavi e tanti altri – lettore curioso, editore, uomo di cultura a tutto tondo, autore autenticamente novecentesco. Ma per me, soprattutto, uomo di una simpatia debordante.
E’ stato il “piccolo grande uomo” della letteratura italiana. Che i pascoli del cielo accolgano il suo meritato riposo.
Da parte mia un abbraccio fraterno a Luca, il figlio, e a tutti i suoi cari.

Il lavavetri

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lavavetri

di Alessandra Galetta

Ero contento quella mattina che mi diede il biglietto.
Ora sono di cattivo umore invece.
Avevo le scarpe sporche di fango che non ero  riuscito a pulire con uno straccio bagnato, così ho cercato di grattarlo via con un coltello, ma sulla punta di una si è aperto un buco grande quanto una moneta.
Sono le scarpe da corsa che mi regalò mia madre prima che me ne andassi da Algeri.

Le pulci

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di Christian Raimo

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Arrivarono le pulci.
Suo padre non guardava, non guardava nessuno, lungo la strada, di fronte ai questuanti, ai semafori; e nonostante il caldo chiudeva i finestrini della macchina, fino al punto in cui, sforzando la manovella, il vetro sembrava sotto pressione, un altro scatto e sarebbe finito, meravigliosamente, in frantumi.

Né con le P.R. né con lo stato (delle cose)

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Essi Scrivono:

Ami divertirti, la movida, i locali trendy, ballare
e stare con quelli che contano?
Sei brillante e intraprendente?
Sei un comunicatore nato?
Hai un indirizzario da sballo?
Ti senti un vero P.R.?
Chiamaci!

Un gerundio di venia # 2

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di Marina Pizzi 

33.

dove è calesse il nido del cervello

quando se lieta la manciata di sabbia

torni al vagito di tutto innamorare:

quasi marsupio il sibilo del nodo

mai più di pianto lo scoscendere

Sette inediti

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di Giovanni Nuscis

Una muta di occhi
ti segue
nella notte vascolare
nell’intrico di rivoli
e fiumane di rubini
bilie d’ossigeno in corsa
dentro confini di carne.
 
Colpi di tosse
brevi
e vai avanti.
Attendi per fermarti il fiato caldo
sulla nuca
l’ala sulla scapola.

La mano nel buio
nell’altra
invisibile di brina
e ben venuto sei
nell’ascendenza infinita.

Inedite poesie: Annalisa Teodorani

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scultura di Gary Guydosh

Al spousi zòvni

Al spousi zòvni l’è pavaiòti
Ch’a l perd l’arzént pr’una fulèda ad vént
Gòzli d’aqua
Ch’ a l roiga un voidar
La matòina prèst.

Le giovani spose

Le giovani spose sono falene/ che perdono l’argento per una folata di vento/ gocce d’acqua/ che rigano un vetro/ al mattino presto

PSYCHO di Gus Van Sant – Serendipità filmica

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di Simone Ciaruffoli

Prefazione imperfetta

Bisognerebbe che gli industriosi della perfezione estetica facessero ammenda e la smettessero di rifilare ai film l’aggettivo “perfetto”. Ma se si pensa per esempio che la critica statunitense ha incensato Sideways di Alexander Payne ritenendolo “L’unico film perfetto dell’anno”, non sembra proprio che questa devozione alla sindrome d’onnipotenza possa svanire con facilità. Occorrerebbe affrancarsi da una certa concezione romantica dell’opera, farsi detentori di un credo e un approccio ateo all’Arte, e cercare il proprio padre-dio putativo altrove, magari nella preghiera. Il film, come tutte le pratiche artistiche, è filosoficamente imperfetto, o se si vuole, in una frase che smentisce ma suffraga allo stesso tempo questa astrazione, il film non può essere che in un modo, come è stato concepito, perfetto in tutte le sue storture, imprecisioni o compiutezze.

Storia poliziesca

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kertesz1.jpg di Gianni Biondillo

Imre Kertész, Storia poliziesca, traduzione di Mariarosaria Sciglitano, Feltrinelli, pag. 79

È un piccolo gioiello questo di Imre Kertész; una Storia poliziesca dal sapore cupo, kafkiano. È la lunga confessione fatta da Antonio Rojas Martens, ora che un cambio di regime (l’ennesimo?) lo ha reso da carceriere a carcerato.

Appunti giapponesi # 2

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di Sergio La Chiusa

Sul finestrino sinistro del treno si srotola rapidissimo un paesaggio orripilante, smisurati stabilimenti industriali, serbatoi stragonfi, ciminiere fumanti, tralicci d’acciaio, e poi una distesa ininterrotta e disordinata di casermoni di cemento armato bucherellati come moderni termitai, casupole di legno scuro circondate da giardinetti e tutte irte d’antenne, palificazioni che sostengono pesantissimi grovigli di fili della luce e del telefono, groppi di tagliolini elettrici con gli scatoloni dei trasformatori e, come nuovi aggressivi intrusi, grattacieli di vetro supermoderni, marziali, indipendenti feudi del capitale che si lanciano sfide a distanza. Sono le città del litorale pacifico che, sterminate e disorganiche, si succedono senza apparente confine in una striscia di terra iperedificata e iperpopolata oltre la quale non si riesce nemmeno a indovinare la presenza dell’oceano pacifico. Ci si domanda come possa, sull’altro finestrino, elevarsi con tanta celestiale purezza il perfetto cono vulcanico del Fuji.

Juan Manuel Fangio

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di Filippo Agazzini 

Fangio Juan Manuel, di Balcarce, dell’undici, da emigrati abruzzesi fu partorito, e a diciott’ anni su e giù nel Sudamerica, che gran gare per scomposte terre brulle d’agave di forza disputava. Gran Premio del Norde, ché partiva da Buenos Aires a salire le Ande fino a Lima, e ritorno sempre spedito. A trentasette si spostò in Europa, all’Alfa Romeo, con Nino Farina, e nel 51 vinse il primo dei suoi cinque titoli.

Poema Chomsky

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di Alfredo Giuliani

Le frasi (1) e (2) sono entrambe dei nonsensi, ma qualunque parlante inglese riconoscerà che solo la prima è grammaticale:(1) colorless green ideas sleep furiously
(2) furiously sleep ideas green colorless

Noam Chomsky, Le strutture della sintassi

senza colore idee verdi dormono furiosamente
furiosamente dormono idee senza colore verde
senza colore dormono idee furiosamente verdi
furiosamente dormono verdi idee senza colore

supponiamo che il mondo non sia verde bello
o senza da nubi roventi nevi piovono sulfuree
venti veloci abbaglianti inconcepibilmente
nel buio sonno a dirotto solcano senza colore
che dorme la traccia purpurea solare sensazione

mondo è masturbazione di un dio furiosamente

Un gerundio di venia # 1

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di Marina Pizzi

1.

sulla scrivania alla voce lacuna

è nata un’edera così che il tormento

dell’ignoranza superi la ronda

dello steccato faccia scempio

di corsari d’ascia

Juke-Box cool assaje/’O surdato nnamurato

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di Aniello Califano 

(musica di Enrico Cannio)

Staje luntana da stu core,
a te volo cu ‘o penziero:
niente voglio e niente spero
ca tenerte sempe a fianco a me!
Si’ sicura ‘e chist’ammore
comm’i’ so’ sicuro ‘e te…

Gomorra e dintorni: Rosaria Capacchione

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– Mi scusi, signor Guichard, ma ha dimenticato di dire al commissario…
– Ah sì! Ha ragione. Il signor Sim, come ha sottolineato lui stesso, non è un giornalista. Non corriamo il rischio di veder pubblicate cose che devono rimanere confidenziali. Mi ha promesso, senza che io glielo chiedessi, di utilizzare ciò che potrà vedere o sentire qui dentro solo nei suoi romanzi e in una forma diversa, in modo da non crearci noie.

Georges Simenon, Le memorie di Maigret, Adelphi

Ringrazio Rosaria, amica da sempre.

Vent’anni di cronaca in «Sandokan. Storia di Camorra» di Nanni Balestrini.
I clan e quello strano paese dove non nascerà mai un Gandhi
di
Rosaria Capacchione
Eccone un altro, pensi. Ecco un grande scrittore che non si è mai sporcato le scarpe nel fango e nel sangue, che non ha mai visto un morto ammazzato, che non sa neppure Casale dov’è, e che vuole venire a raccontarci Casale, la camorra, Sandokan e Bardellino: con la retorica dei professorini e con la puzza al naso.

Shockwave: Stones, Bulgakov and Papa

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Qui si chiarifica una particolarità tutta specifica del demoniaco, cioè la sua assenza di fisionomia, la sua anonimità. Quando si chiede se il diavolo sia una persona, si dovrebbe giustamente rispondere che egli è la non-persona, la disgregazione, la dissoluzione dell’essere persona e perciò costituisce la sua peculiarità il fatto di presentarsi senza faccia, il fatto che l’inconoscibilità sia la sua forza vera e propria. In ogni caso rimane vero che questo rapporto è una potenza reale, meglio, una raccolta di potenze e non una pura somma di io umani.
(da Liquidazione del diavolo, ripubblicato in J.Ratzinger, Dogma e predicazione, Queriniana, Brescia, 1974, pp.189-197)

“‘Please excuse me,’ he said, speaking correctly, but with a foreign accent, ‘for presuming to speak to you without an introduction.'”
da Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov

Please allow me to introduce myself,I’m a man of wealth and taste,I’ve been around for a long, long years,Stole many a man’s soul and faith
Sympathy for the Devil – Rolling Stones – 1968

Bartleby?

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foto di scena www.pierregrosbois.net

«La letteratura è delirio, e a questo titolo gioca il proprio destino fra due poli del delirio. Il delirio è una malattia, la malattia per eccellenza, ogni volta che innalza una razza alla pretesa d’essere pura e dominatrice. Ma è misura della salute quando invoca quella razza bastarda oppressa che ininterrottamente si agita sotto le donimazioni, resiste a tutto ciò che schiaccia e imprigiona e si configura in profondità nella letteratura come processo […]. Fine ultimo della letteratura, liberare nel delirio questa creazione di salute o questa invenzione di un popolo, ossia una possibilità di vita» (G. Deleuze, La letteratura e la vita, in Id., Critica e clinica, Raffaello Cortina, Milano 1996, pp. 13 -19, p. 17).

Bartleby
di
David Géry
Regista dello spettacolo , tratto dall’omonimo racconto di Herman Melville, traduzione in francese di Laura Koffler
con
Raphaël Almosni, Yann Collette, André Chaumeau, Claude Lévèque, Grégory Quidel
durata 1h50

Gli altri siamo noi

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di Gianni Biondillo

[a fine luglio, dopo una operazione di polizia a Quarto Oggiaro che ha messo in carcere un po’ di persone, nel giro di una settimana sia le pagine milanesi di Repubblica che quelle del Corriere mi hanno chiesto un’opinione. Solo ora riesco ad allegarle qui di seguito.]

Juke-Box contro la droga / Se me lo dicevi prima

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di Enzo Jannacci

Eh, eh, eh, ma se me lo dicevi prima
Eh, se me lo dicevi prima
Come prima?
Ma sì, se me lo dicevi prima
Ma prima quando?
Ma prima, no
Eh, si prendono dei contatti
Faccio una telefonata, al limite faccio un leasing
Se me lo dicevi prima
Ma io ho bisogno adesso, sto male adesso!
Ma se me lo dicevi prima ti operavo io…
Ma io ho bisogno di lavorare, io sto male adesso
Eh sto male e sto bene, macché il lavoro e mica il lavoro
Posso mica spedirti un charter
Bisogna saperlo prima che dopo non c’è lavoro, prima, capito?