di Giorgio Vasta
Negli ultimi due mesi si è più volte tornati a discutere di editing e di sistema editoriale (qui il link a un articolo che rimanda ai pezzi che hanno dato l’abbrivio alla discussione; mentre invece qui, qui, qui, qui e qui le ulteriori evoluzioni, fino alle più recenti). Quello che mi ha sorpreso è, con le dovute eccezioni, l’omogeneità di consenso nei confronti di quelle posizioni – che si vorrebbero critiche ma risultano soprattutto paranoidi e poco informate – secondo le quali l’editing è un dispositivo di normalizzazione del testo e il sistema editoriale una brigata di cialtroni che oscillano tra l’incompetenza e l’affarismo più bieco.






di Flavio Santi