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L’anti-piretico salverà il romanzo italiano

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di Michele Riccardi

Dopo i farmaci al supermarket anche i farmaci nelle librerie? Il decreto sulle liberalizzazioni, convertito in legge nei giorni scorsi, non finisce di stupire e tocca da vicino il mondo dell’editoria. Il cosiddetto “pacchetto Bersani”, infatti, consentirebbe la vendita di medicinali anche tra gli scaffali di libri e, viceversa, di libri in farmacia.

La Merca, romanzo di de-formazione

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di Cristina Babino 

Chiara Daino, La Merca
Fara Editore, 2006 (€ 12,00 – pagg. 132)

La Merca è un romanzo di de-formazione. Atipico, coraggioso, sperimentale.
Esperienza (di vita) ed esperimento (letterario) si fondono in quest’opera forte e disturbante, capace di affrontare con disarmante sincerità – brutale a tratti, e a tratti struggente – la tormentata realtà delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare (d.c.a.). Tema di enorme, dolorosa complessità, eppure spesso dibattuto a sproposito, confuso e frainteso tra fatti di cronaca, analisi psicologiche da salotto televisivo, frettolose disamine sociologiche.

Juke Box (osez Josephine)

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Osez Josephine
di
Alain Bashung

à l’arrière des berlines
on devine
des monarques et leurs figurines
juste une paire de demi-dieux
livrés à eux
ils font des petits
ils font des envieux

(trad. Furlen)
sui sedili posteriori delle berline
s’indovinano
monarchi con le loro figurine
appena un paio di semi dei
consegnati a se stessi
fanno piccoli
fanno invidia

Antonio Pizzuto 1893 – 1976

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Fondazione Antonio Pizzuto – SIAE – Sindacato Nazionale Scrittori

invitano alla proiezione del film

Antonio Pizzuto 1893 – 1976

di Nosrat Panahi Nejad

a conclusione delle celebrazioni del 30° anniversario della scomparsa dello scrittore.

interverranno:
Maria Pizzuto, presidente della Fondazione Antonio Pizzuto, Nosrat Panahi Nejad, curatore della rivista Quaderni Pizzutiani, Gian Maria Molli, giornalista Rai.

Giovedì 19 aprile, ore 17:00, sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma

Ti prendo e ti sbatto fuori

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di Marco Mantello

[questo articolo uscirà sul prossimo numero de il maleppeggio, redivivo]

Sono almeno quindici anni che non vado al Branca. È un ex centro sociale mutato in discoteca-cooperativa. Hanno fatto anche il cinema, la sala prove per i pischelli e all’ingresso paghi un prezzo popolare. Tanta gente dell’autonomia operaia è sopravvissuta in questo modo: trasformandosi in mercato sociale. Una scelta meno forte del Toretta della Torre e un po’ più lungimirante del Sisto Quinto, l’altro CSOA storico di Roma Nord. Adesso è diventato un Todis Discount: il reparto frutta dovrebbe coincidere con la saletta Caos, dove nei primi anni Ottanta hanno ammazzato un compagno che si chiamava Valerio Vive. Al parco delle Valli c’è anche un viale Valerio Vive (vittima della violenza), del tutto speculare a un viale Paolo Vive (vittima della violenza), che sta a Villa Chigi, in zona Fronte della Gioventù. Vittima della violenza non significa che i morti sono tutti uguali. È peggio: significa essere separati da un ponte, che in sé è qualcosa che unisce. Significa avere la stessa ditta di manutenzione che ti ripara il fondo, lo stesso piano regolatore, lo stesso sindaco scrittore che ti inaugura tagliando il nastro.

Ladyhawke ladyhawke

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di Francesco Longo

Michele Mari è uno dei più grandi scrittori italiani viventi. La sua opera, per dirne una, compare già nelle storie della letteratura italiana. È un raffinato e ruvidissimo romanziere che ha dato vita a libri di culto, tra cui forse il più imponente e indimenticabile è Rondini sul filo (Mondadori 1999). Oggi Einaudi pubblica il suo libro di poesie, intitolato Cento poesie d’amore a Ladyhawke.

Chinatown 2

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di Fabio Santopietro

Abito alla cosiddetta china town da poco più di un anno in una bella casa borghese, in effetti la prima della mia vita e che se non fosse per la donna con cui vivo non potrei neanche permettermi. La casa sta addirittura su due piani. La mia è la visione di superficie del cittadino qualunque. Non ho fatto indagini, domande, ricerche o interviste. E le cose che sul tema ho ascoltato di solito mi sono state riferite da altri e di loro iniziativa. E non sono nemmeno molte.
Leggendo un articolo apparso sul “Corriere della Sera” un paio di giorni dopo le manifestazioni e gli scontri che hanno movimentato il quartiere scopro con sorpresa che qui i residenti sarebbero italiani al 95 per cento. In effetti non è quello che si vede andando a zonzo. Ho il sospetto che sia una cifra gonfiata allo scopo di rendere ancora più “duro” constatare che la stragrande maggioranza dei negozi sono invece gestiti da cinesi. Scarpe, mutande – di mutande c’è una varietà fantastica, mezze dozzine di esercizi che vendono solo mutande per lo più coloratissime – film di produzione orientale, internet point, vestiti, e sono di solito inaccessibili perché a quanto pare vendono solo all’ingrosso, mentre fino a una decina d’anni fa la zona di Paolo Sarpi era una specie di propaggine del centro per gli acquisti privati.
L’aggettivo duro l’ho messo fra virgolette perché, nello stesso articolo, così un’intervistata diceva del vivere in un quartiere che conta quattro scuole e nemmeno una cartoleria. È sorprendente che per quella signora sia duro vivere in quartiere senza cartolerie. Addirittura duro.

Postumi. Lo scrittore dopo la sbronza della fine della storia

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dscf0522.JPGdscf0506.JPG di Andrea Inglese

I veri bevitori sanno che uno dei problemi classici a cui si trovano confrontati è non tanto come evitare una sbronza, eventualità per lo più impossibile, ma come uscire da una sbronza, senza danni eccessivi e gestendo alla meglio i postumi da essa provocati. Fuoriuscire da una sbronza è quindi una questione di strascichi, del miglior modo cioè di portarsi dietro, nel mondo sfumato e complesso della sobrietà, detriti e frammenti dei grandi entusiasmi provocati dall’alcol. I postumi, quindi, hanno a che fare non semplicemente con gli ematomi o i dolori fisici, provocati da cadute o soggiorni mattinali nei fossi, ma con il down, lo sprofondo emotivo dato dal confronto tra la concezione di destini sublimi ed eroici, e l’evidenza di faccende prosaiche e seccanti. L’apice della sbronza avviene nei cieli dell’entusiasmo, i postumi nel rasoterra delle pozze di vino da asciugare.

Juke-Box/Heaven

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di The Psychedelic Furs/Richard Butler

HEAVEN

heaven
is the whole of the heart
and heaven don’t tear you apart
yeah heaven
is the whole of the heart
and heaven don’t tear you apart

Chinatown!

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di Gianni Biondillo

Il 26 febbraio di quest’anno pubblicai un articolo su Epolis Milano. In seguito alle cose accadute in via Paolo Sarpi a Milano, la scorsa settimana, ho voluto parlarne ancora, sulla stessa testata, oggi. Pubblico qui di seguito i due pezzi, fra loro intimamente legati.

1.
Sto pranzando con il mio socio di studio e un’amica, alla quale abbiamo ristrutturato la casa alcuni anni fa. È una piccola cosa, un appartamento al piano rialzato collegato ad un giardino, ma fatta seguendo il buon gusto della proprietaria, che desiderava vivere proprio in quel quartiere, zona Paolo Sarpi.

“L’acqua non è mai la stessa”

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL SALENTO

 

CENTRO DI STUDI STORICO-LETTERARI SULLE TERME
DIPARTIMENTO DI FILOLOGIA, LINGUISTICA E LETTERATURA

 

«L’ ACQUA NON È MAI LA STESSA»

 

LE ACQUE NELLA TRADIZIONE CULTURALE DELL’ ASIA
(CINA – GIAPPONE – INDIA)

 

LECCE – 18 APRILE 2007

I fratelli minori

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di Giovanni Carta

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I was dumbfounded. It happened so fast. I wasn’t sure what I’d just seen and thought for a moment that it was some kind of an illusion. I looked closely to see if his feet were fastened to the board. They weren’t. Whatever he did, I needed to see it again.

Ero sbalordito. Era successo così in fretta. Non ero sicuro di quanto avevo appena visto e per un momento ho pensato che ci fosse sotto qualche specie di trucco. Ho guardato da più vicino, per vedere se i suoi piedi erano legati da lacci alla tavola. Ma non lo erano. Qualsiasi cosa avesse fatto, avevo bisogno di vederlo di nuovo.

Stacy Peralta nel ‘77, dopo aver visto il primo ollie(1).

Quando laggiù, in California o Florida che fosse, Alan “Ollie” Gelfand l’aveva già insegnato a qualcuno(2), agli estremi opposti dell’occidente, in alcuni piccoli centri rurali del meridione mediterraneo che non sto a precisare, una forza a metà tra storia e tradizione ancora imperava, imponendo agli uomini una regola precisa: qui, non succederà mai niente.

Diamo tutto il potere agli editor

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editor.jpg di Flavio Santi

In questi ultimi mesi vari segnali ci invitano a riflettere sull’editoria moderna. Un romanzo (Il primo di Gaetano Cappelli, Marsilio), che racconta come un editor trasformi in oro tutta la “roba infame” che riceve; alcune dichiarazioni di Carla Benedetti dalle pagine dell’“Espresso” (“ci sono nell’aria inquietudini e vibrazioni che urtano contro i formati impoveriti della narrativa, oggi spacciati per i soli possibili”); le riflessioni di Antonio Moresco e altri (Giuseppe Caliceti, Gianni Biondillo, ecc.) sul sito di Nazione Indiana. Una volta tanto parliamo del sistema che produce anziché dei prodotti, sembrano suggerire questi segnali.

A proposito di scuola #2

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di Christian Raimo

“Ogni volta che sento la parola cultura metto mano alla pistola”. Sempre più spesso ascoltando chi parla della situazione della cultura e dell’educazione oggi in Italia mi viene in mente la famosa frase di Goebbels. Ma in un senso un po’ rovesciato. Mi spiego. Che si stia consumando sotto i nostri occhi – implacabile – un disastro sociale di consistenti proporzioni per quello che riguarda la scuola, l’università, la ricerca… è l’indiscutibile fatto con cui si deve confrontare chiunque lavori tra aule, banchi, laboratori.

Da una foto di Francesca Woodman

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di Francesca Matteoni 

Pelle immaginaria è il tuo amore

scoperto sulle colpe.

Folletti subacquei aprono e chiudono gli occhi

buchi grigi tra i corpi distesi.

“Dove credi di andare”… sul viale del tramonto

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Franz Krauspenhaar intervista Francesco Pecoraro

Un debutto tardivo ma molto convincente di uno scrittore di 60 anni, Francesco Pecoraro, architetto romano. Uno scrittore che ha cominciato ad approcciarsi seriamente alla letteratura soltanto quattro anni fa, facendo evidentemente passi da gigante. Il suo libro di racconti “Dove credi di andare”, Mondadori, pagg. 197, euro 16,00, rivela un autore che pare aver sempre scritto, e che non ha alcun timore di dipingere il mondo e i suoi personaggi, professionisti cinquantenni sul viale del tramonto, con squarci crudi e disperati, a volte feroci. I suoi personaggi sono uomini abbienti e in certo qual modo arrivati che però hanno perso la bussola della propria vita, l’ultimo treno, l’ultima possibilità per sentirsi, se non felici, perlomeno vivi. Un importante libro d’esordio che consegna alla nostra letteratura spesso ingorgata da libri inutili se non addirittura dannosi un nuovo autore di forte spessore e di sicuro avvenire.

per un dialogo su sperimentazione / avanguardia / ricerca

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dscf0644.JPG (Propongo un intervento apparso su Per Critica Futura n° 3 e che riprende una riflessione già avviata su NI qui, qui e qui. A. I.)

di Marco Giovenale

[in occasione dell’incontro presso la Casa della poesia, a cura di Andrea Inglese, con letture di G.Bortolotti, A.Broggi, A.Raos, M.Sannelli, M.Zaffarano e M.G.- Milano, 23 novembre 2006]

I. su un piano generale

I.1.a
gli autori che a Milano si sono ritrovati il 23 novembre 2006 per parlare di “scrittura di ricerca”, in rapporto con le categorie di avanguardia e sperimentalismo, appartengono e anzi materialmente sono nati giusto nel momento – il decennio tra 1965 e ’75 – in cui si attestavano e consolidavano gli schieramenti di cui si dice.
“sperimentazione” / “avanguardia”.
erano – e magari in parte sono tutt’ora – aree in qualche modo differenti, se non addirittura nemiche: sperimentalismo officinesco e avanguardia novissima? detto in sintesi. è una “sintesi”?

Il controllo di revisione per umanisti: una introduzione

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Pubblico la presentazione che ho tenuto martedì scorso durante la Lettura Indiana al Circolo dei Lettori di Torino.

E’ l’inizio di un percorso di ricerca sull’uso di tecniche e metodi dello sviluppo software in ambito non informatico (letterario, editoriale, commerciale, giuridico…).

Presentazione: Il controllo di revisione per umanisti (html, occorre avere javascript abilitato)

Per approfondimenti leggi anche:
Revision Control su Wikipedia, in inglese;
Controllo Versione su Wikipedia, in italiano;
Oltre CVS e Bazaar VCS di Alessandro Bottoni;

Complementarità e dintorni 7

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di Antonio Sparzani

L’oggetto dell’indagine condiziona pesantemente gli strumenti dell’indagine. Così si era detto nella puntata precedente.
Per andar dentro quest’idea, facciamoci questa domanda: ma mentre pensavano a tutte queste cose, che cosa avevano di mira quei fisici degli anni venti e trenta, cos’è che li agitava e preoccupava, cosa dovevano spiegare?
Quello che volevano spiegare era niente più e niente meno che la struttura della materia, sarebbe a dire, perché mai gli elementi che troviamo in natura (idrogeno, elio, rame, alluminio, manganese, itterbio, gadolinio [sì, c’è anche il gadolinio, una “terra rara”, così chiamata dal nome di un illustre chimico finlandese, Gadolin; c’è un delizioso sito che dice tutto su tutti gli elementi della tabella periodica, visitate, se siete curiosi, non morde]) hanno le proprietà che hanno, perché, capite, perché. Cioè in che modo la loro struttura atomica determina le loro proprietà. Un compito molto complesso cui lavorarono i migliori per decenni. Ma le cose di base, confido io, le posson capire tutti, soprattutto naturalmente adesso che le hanno già scoperte. Un po’ alla volta si è formato un quadro, prima parziale, a pezzi e bocconi, sempre un po’ aggiustando

El boligrafo boliviano 1

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Una nota di Gianni Biondillo sul diario andino di Silvio Mignano

Ho conosciuto Silvio Mignano in una di quelle manifestazioni di provincia dedicate agli scrittori che, ho scoperto nel tempo, sono sempre più un modo non solo per farsi conoscere ai lettori ma anche un modo per conoscersi a vicenda. Io di lui non avevo letto nulla. Silvio, non me l’ha mai confessato, sono certo che già mi avesse letto, ma per evitare di mettermi in una situazione imbarazzante ha fintamente ammesso di non conoscermi. A tavola, dopo l’incontro pubblico, abbiamo chiacchierato un po’ di tutto. Così nel volgere di poche ore è nata una simpatia naturale per questo mio coetaneo dall’accento indefinibile (ed io ho una certa ossessione per gli accenti, i dialetti, le parlate), e dai romanzi curiosi, ambientati in Africa, nel Centro America, in posti così poco usi dalla nostra letteratura… “E’ che sono sempre in giro per lavoro”, mi ha detto, come fosse un rappresentante di chissà quale azienda. C’era anche sua moglie, una bella e dolce ragazza, incinta, che teneva a bada una bimba graziosissima. Si è parlato di figli. Cosa così rara fra gli scrittori che appena ne conosco uno con prole dimentico di parlare di libri e passo immantinente ai pannolini!
“Ma si può sapere che lavoro fai”, gli ho chiesto, ad un certo punto. Quasi intimidito ha ammesso di essere un diplomatico. Prima è stato in Kenia, poi a Cuba dove ha conosciuto sua moglie, ora era a Basilea. A fare che? “Il console”, con un sorriso imbarazzato.

Le nuove frontiere del genere SF italiano

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di Alessandro Leogrande

Una notizia di poche righe, intercettata su Google News pochi giorni prima, ha smorzato il botto, la sorpresa del pomeriggio di Pasqua. Cito si candida a sindaco di Taranto, diceva quella notizia, anticipando la frase lapidaria – identica – pronunciata da mio zio dopo il pranzo domenicale. E giù poche righe in cui si aggiungeva che un fantomatico staff stava valutando la possibilità della sortita e come piazzarla sul mercato elettorale. Una bomba, una vera bomba – uno degli ultimi casi, in Italia, in cui politica, racconto della politica, antropologia e letteratura coincidono. Il ritorno di Cito. Dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo gli anni del carcere e quelli degli arresti domiciliari, dopo il collasso dietro le sbarre, dopo la perdita di quasi cinquanta chili, dopo tutto, dopo 14 anni di luci e ombre, di potere e di polvere, Cito ritentava la scalata alla guida della più scriteriata delle città del Mezzogiorno.