Per poter leggere tutti gli articoli di Anna Politkovskaya apparsi su Internazionale collegarsi qui.
Mirumir traduce oggi l’inedito “una condannata” della Politkovskaja apparso ieri sul Guardian.
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Mirumir traduce oggi l’inedito “una condannata” della Politkovskaja apparso ieri sul Guardian.
[riceviamo da Paolo Esposito un’inchiesta parzialmente pubblicata su La Gazzetta di Caserta del 2 Ottobre. Questa è la prima parte, introduttiva, di Emiliana Cristiano e Paolo Esposito. Leggi anche la seconda parte.]
di Emiliana Cristiano
Nel decreto del Presidente della Repubblica del 7 luglio 2006 si legge: “Considerato che nel comune di Casaluce i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio 2002, sussistono forme di ingerenza della criminalità organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi; constatato che tali ingerenze espongono l’amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione del comune di Casaluce; rilevato, altresì, che la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della organizzazione mafiosa arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilità degli organi istituzionali; ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Casaluce”.
di Sergio Garufi
“Fatti, non parole” è l’eterna e disattesa promessa dei politici di ogni schieramento. Una conferma di questo luogo comune viene dal recente invito ad abolire dal dizionario del centro-sinistra termini quali socialdemocrazia ed egualitarismo, retaggio di un passato imbarazzante di cui ora ci si vuole disfare come di una prova a carico. Forse è solo questione di moda, in fondo anche il lessico si aggiorna e si adegua ai tempi che corrono, con nuovi innesti e mesti accantonamenti.

da POROS, Idee su Napoli e variazioni sul tema del Mediterraneo, Marco Valerio Editore, 2002.
PRESSO LE COSE ULTIME.
Sospensione e seduzione dell’accedere
di
Aldo Masullo
La filosofia in genere completa una giornata; questa volta completa solo una mezza giornata e naturalmente l’inconveniente dell’uccello di Minerva è che levandosi dopo una giornata, o almeno una mezza giornata, piuttosto faticosa, trovi i propri ascoltatori propensi più al sonno che non all’ascolto. Ma la filosofia è sfacciata per sua natura e quindi non esita ad affrontare questo rischio. Tanto più quando come in questo caso si tratta di parlare di una specie di particolare rapporto: tra la filosofia e Napoli.
di Marta Bonetti
Ho 34 anni, lavoro da sei. Sono laureata in filosofia e vivo a Lucca. Sono una di quelle che per spiegare che lavoro fa, ha bisogno di un po’ di tempo. Se devo cavarmela con una definizione, mi definisco una “partita Iva”: La forma giuridica, in luogo dei contenuti del lavoro. Mi occupo di formazione. Sono in grado di seguire, in totale autonomia, dall’inizio alla fine un corso finanziato dal FSE (Fondo Sociale Europeo). Dal reperimento fondi al reperimento allievi, dal coordinamento docenti ai comunicati stampa, posso fare tutto. Mi occupo in particolare del back office, il lavoro che sta prima e durante, ma in ogni caso, dietro le quinte. Lavoro e vengo pagata “per progetti”. Lavoro con “l’immateriale”, con il linguaggio, le relazioni. Mi bastano un computer e un telefono. La scrivania è un optional.
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questi sono messaggi subliminali prego guardarli di sfuggita

Socialdemocrazia Gang lyrics
Artist: Gang
Album: Le Radici E Le Ali
Year: 1991
Title: Socialdemocrazia Print Correct
Benvenuti a terra
con un foglio di via
ne paradiso socialdemocrazia.
Qui niente più scioperi
né opposizione
tutti d’accordo
Superproduzione.
di Valerio Varesi
Soffiava il vento marino e a Lupazzano andavano le gronde. Tutta la valle era percorsa dal russare dei fossi fin giù verso la Termina di cui s’udiva il rombo incollerito. Una sera da stare allerta sotto i coppi dove rimbalzavano acquate violente come schiaffi. Se fosse successo qualcosa, se l’acqua avesse fatto la matta, il posto dove cercare aiuto sarebbe stato lì, da Pèpo, nell’osteria alla bocca di strada. Bastava chiamare e sarebbe arrivata una squadra: erano ancora in tanti dopotutto.
di Angelo Petrella
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Federico Aldrovandi
Ferrara – settembre 2005
via dell’Ippodromo
tonfa spaccati ronfano sul cranio
(“gesticolava e urlava senza senso”) [4.30 – 5.55]
roso da tonfi sordi, in fondo al dorso,
sui denti rotti, in pasto al video lividi
di Damiano Zerneri
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Dice che c’è, ci deve essere una logica in certi gesti. I gesti del lavoro ad esempio, quelli che si potrebbero classificare come interni alla corporazione. Il gesto di salire in cabina con grande prescia invernale e buttare i guanti da lavoro (sfatti ormai e con le camòle) sul piano del cruscotto, per dirne una. Quando è finita la via e caricati tutti i sacchi dello sporco nel rùmine posteriore del camion. Come in quel momento, quando dentro all’abitacolo si issava muggendo la massa bruta di Calderone. Col corpo che fumava del freddo di fuori nel contatto col riscaldamento a pieno regime.
“Ci credi che i sacchi erano come i sassi? Ha ghiacciato tutto. Diglielo Robi” esclamava.
Mercoledì 11 ottobre 2006, ore 21.00
Istituto Europeo di Design
Via Pompeo Leoni 3, Milano
Ingresso libero.
Venerdì 13 ottobre 2006, ore 21.00
REC Festival 2006 -Teatro Cavallerizza
Reggio Emilia
Ingresso 7 euro.
Annuncio di una Festa di compleanno per Andrea Zanzotto inviatomi da Andrea Cortellessa che qui volentierissimo riporto.
Accumulati anni, come pietre
tirate a caso laggiù
oh ma quanto blu dentro il blu
da quei lanci indensito
anche se è purulento di eternità –
in quel laggiù
E io che sto qui purulento nel tempo
e le mani intirizzisco in conciare e lanciare anni,
battendo, ora, le mani
preparo il terreno a liquidi cristalli
vibratissimi, trascoloranti, trasecolanti
verso tutte le tinte e i limiti:
circostanza da non perdersi, suprema.
Oh purulento di eternità blu
cumulo, allora, di entità
fuoruscite al sole
per singoli appelli che mi hanno,
veramente, anno per anno,
reso incomprensibile questo mio sperato comprendere
[…]
VITA: «Sarò lontana, ma non ti abbandonerò».
Periscopi, da Fosfeni

Quando ho conosciuto Keith Botsford della News from the Republic of Letters di Boston, grazie al sodalizio delle nostre riviste ( con l’Atelier du Roman diretta da Lakis Proguidis) mi sono sentito per la prima volta gratificato per tutto il lavoro dedicato in questi anni alla creazione di riviste letterarie. Ho ricevuto la traduzione di questo racconto di Saul Bellow, fondatore con Keith della storico magazine qualche minuto fa e non l’ho ancora letto. Lo metto su NI e lo leggerò con voi, alzando il calice per un brindisi a coloro che credono ancora in queste cose e alla memoria del grande romanziere americano. Ringrazio Keith, romanziere da tradurre al più presto, a nome di Sud e di Nazione Indiana.
Vista dalla terapia intensiva
di
Saul Bellow
traduzione di Francesca Spinelli
Ero andato a trovare amici e parenti nei reparti di terapia intensiva di vari ospedali, e con l’innata stupidità di un uomo forte e in buona salute mi era capitato di pensare che un giorno sarei potuto essere io quello bloccato a letto e collegato alle apparecchiature di supporto vitale.
Il traffico sulle pagine web di Nazione Indiana a settembre ha raggiunto un picco per il 2006. E’ cresciuto il numero delle visite e migliorata la loro qualità. Ecco nel dettaglio i dati, ottenuti con Google Analytics (documentazione).
Le pagine viste (pageviews) sono state 137.659, un salto di 38.839 in più da agosto. Qui sotto l’andamento grafico:


Ci sono due definizioni che non amo. Una è “corsi di scrittura creativa” – e qualcuno dovrà pure spiegarmi cosa sarà mai una scrittura non creativa. L’altra è “peso”. Stamattina in una libreria di Mezzocannone, ho assistito a un fenomeno strano. Due libri risposti sul bancone, l’uno di 149 (ringraziamenti compresi con l’Iva) e l’altro di 47 hanno attirato la mia attenzione. Li ho presi e a quel punto è successo il caso. Quello di 47 pagine pesava molto di più di quello di 149. Davanti a me c’era un maresciallo dell’esercito e gli ho chiesto se la cosa dipendesse da me o si trattava di qualcosa di oggettivo. Lui ha fatto lo stesso ed effettivamente, sorpreso, ha constatato la medesima anomalia. Ci siamo allora chiesti come fosse possibile. Lui è andato via e io sono rimasto. Ho aperto i due volumi è ho trovato la soluzione- nei libri le risposte sono dentro, non fuori.
una lettura di Goffredo Fofi, Da pochi a pochi, Eleuthera, pp. 151, fatta da Antonio Donghi
L’interesse di questi appunti di sopravvivenza, come Fofi sottotitola il suo libro, si distribuisce su più livelli, visto che si parla dell’attuale e del passato, del del globale e del locale, della comunicazione e dell’arte. La sopravvivenza è quella di chi, in mezzo a tutta questa attualità che ci spalanca lo sguardo sull’orrido di un futuro inumano, a tutto questo globale che ci toglie i riferimenti di cui ognuno ha bisogno per vivere localmente (l’unica vita reale possibile, al di là dei modelli spinti dalla pubblicistica televisiva), vuole farlo – sopravvivere e magari vivere – usando la propria intelligenza. Quindi lo scopo pragmatico che Fofi propone ai suoi lettori è vivere per capire, in modo tale che la comprensione ci fornisca i criteri per orientare il nostro comportamento.
di Alessandro Garigliano
Quante narrazioni sfidano il lettore a mettersi in crisi? È quello che fa Antonio Moresco ne Gli esordi, costruendo il romanzo con l’obiettivo fermo di esordire in nuova immagine di pensiero. Visitando Gli esordi si procede a tentoni attraverso la lucentezza di una realtà che l’autore racconta seguendo lo svolgersi ingenuo del punto di vista emotivo. Il lettore mette le mani avanti in cerca di appiglio dove, invece, avvengono smottamenti di elementi troppo spesso creduti inconsistenti: l’aria, la luce, i suoni. Elementi che plasmano le forme come la sabbia di quei souvenir arabi riversata nelle ampolle a creare montagne e cammelli; qui aria, luce e suoni erigono strutture: un caos di forme.
di Christian Raimo
Sciascia per esempio, Arbasino, o Sanguineti, Volponi, Natalia Ginzburg: gli scrittori italiani più importanti che negli anni ’60, ’70 decidevano di impegnarsi direttamente, professionalmente, in politica. Nel 1980, una data emblematica, qualcosa è cambiato. Per fare un esempio, Calvino capisce che la figura di “intellettuale impegnato” che fin allora ha inseguito come modello, ha segnato il passo, raccoglie i suoi saggi composti dal ’55 e pubblica proprio in quell’anno Una pietra sopra, il sigillo a una lunga esperienza, conclusa.
di Linnio Accorroni
“Anche con la lanterna magica, non bisogna farsi illusioni: la maggior parte dei legami solidi non si creano su un piano intellettuale, e di rado si esprimono nei libri: ma molto di più nei tatuaggi che si vedono in spiaggia o all’obitorio; nelle mani che stringono una spalla su un marciapiede della stazione e che manterranno- forse troppo a lungo- quel calore e quell’elasticità nelle dita; nelle cartoline mandate dai militari con indirizzi così mal scritti che arrivano per sbaglioa delle vecchie pazze cui nessuno aveva mai detto cose così tenere; nel silenzio di due volti che sprofondano nelle pieghe del cuscino come se volessero scomparire; in quel desiderio, così raramente appagato, che hanno i moribondi di venire finalmente a capo di qualcosa, e di poterlo dire; nella finestra che poi viene aperta; nella testa di un bambino che scoppia in lacrime, perduto nel rumore di una lingua straniera. Coraggio, siamo molto più uniti di quanto non crediamo, ma ci dimentichiamo di ricordarcene”
Nicolas Bouvier ‘Il suono di una mano sola Cronache giapponesi’
“ Se non si lascia al viaggio il diritto di distruggerci un po’, conviene restare a casa propria”
”Nicolas Bouvier, La strada di Halla-San’
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In questo momento sono a Napoli. Più precisamente da Raimondo Di Maio, amico editore di Sud. A Napoli si dice : “è ‘o nomme tuoie.” Per dire, è il tuo onomastico. Chiamare le cose con il loro nome. E le persone. A FM, Franz e a me dedico questa canzone, bellissima di Camille, ex voce dei Nouvelle Vague e ormai avviata verso una brillante carriera solista.
Janine III
dall’album Le Fil (virgin)
http://www.last.fm/music/Camille/Le+fil?autostart
Pourquoi tu m’appelles Saint Paul
alors que j’m’appelle Saint Pierre ?
Pourquoi tu m’appelles ovule
alors que j’m’appelle ovaire ?