di Alessandro Garigliano
Quante narrazioni sfidano il lettore a mettersi in crisi? È quello che fa Antonio Moresco ne Gli esordi, costruendo il romanzo con l’obiettivo fermo di esordire in nuova immagine di pensiero. Visitando Gli esordi si procede a tentoni attraverso la lucentezza di una realtà che l’autore racconta seguendo lo svolgersi ingenuo del punto di vista emotivo. Il lettore mette le mani avanti in cerca di appiglio dove, invece, avvengono smottamenti di elementi troppo spesso creduti inconsistenti: l’aria, la luce, i suoni. Elementi che plasmano le forme come la sabbia di quei souvenir arabi riversata nelle ampolle a creare montagne e cammelli; qui aria, luce e suoni erigono strutture: un caos di forme.




di Gianni Biondillo