di Gianluca Valenti Nel momento in cui aprì la porta notò un aereo venirgli incontro alla massima velocità. Con un gesto istintivo lo afferrò e disse, simulando la voce metallica di un ipotetico robot parlante: «Oggetto volante individuato, nemico abbattuto».
di Mauro Baldrati Il finale è classicissimo, epico una volta tanto, ma Pardini non si siede, mai. Riesce a stupirci, a introdurre con nonchalance un affascinante colpo di scena. Diciamo pure un altro colpo da maestro.
di Francesca Matteoni È certamente una fiaba. Anzi, è l’incontro e la rielaborazione di molte fiabe: Il pifferaio di Hamelin, Hansel e Gretel, Peter Pan, i miti della selkie e alcuni racconti sciamanici.
di Orso Tosco L’ossessione, infatti, è la forma d’amore più pura. La meno ragionevole, la più invivibile, ma anche l’unica in grado di modificare esistenze apparentemente consolidate in un battito di ciglia.
di Francesco Spiedo Nonne che custodiscono segreti e preservano il segreto del raccontare in un mondo dove parlare e parlarsi, comunicare, pare diventato impossibile.
di Maria Gaia Belli
Molto molto tempo fa, quando il cielo era più alto della dorsale, la bambina Pauni viveva in un villaggio sulla montagna.
Suo padre cacciava nei boschi per la lunga estate, portava a casa carne e pellicce in abbondanza.
di Emanuele Kraushaar
Io sono A.
Una volta ho chiesto a mia madre perché mi avesse chiamato così.
Non ha detto niente ed è scoppiata a ridere.
Ricordo la sua bocca che si apriva e i suoi denti bianchissimi.
di Mauro Baldrati “Bah” mi ha interrotto Dennis, calmissimo. “I cosiddetti flussi kerouachiani sono nulla in confronto a Joyce. Dico, l’hai letto il monologo finale dell’Ulisse?”
di Claudio Kulesko I. Non vi è modo di collocare certi avvenimenti in un sistema ordinato e razionale. Benché meno i loro nebulosi precursori: scariche di intuizione brucianti o, all’inverso, algide...
La descrizione del progetto L’Anno del Fuoco Segreto, si può leggere QUI.
di Andrea Zandomeneghi
Conoscevo crackomani che si preoccupavano (seriamente) per la mia salute perché mangiavo – cosa a loro dire sicuramente folle e probabilmente assai dannosa – quello che pescavo nell’Arno. Spesso erano anguille (ci facevo uno spezzatino al sugo di pomodoro), qualche volta carassi (ottimi per la zuppa) o altri ciprinidi imbastarditi che sfuggivano alle classificazioni ittiche canoniche ma che secondo...
Marino Magliani intervista di Giorgio Ghiotti Nelle pagine dei libri le storie cantano, e non solo le storie: le parole, i nomi, i gesti, si richiamano e poi si innovano.
di Mauro Tetti
Ogni cosa vissuta o immaginata continuava a ingannarmi trascinandomi dabbasso in qualche buco sconosciuto della vita. Sentimento che avvertivo più forte durante e dopo il primo incontro con Salif. La sera passeggiavo solo nei vicoli male illuminati della Marina e mi nascondevo nei locali alla moda. La marcia sferragliante dei soldati e dei loro mezzi ci costringeva in quei posti luridi, umidi di alcolici, dove i marinai...
di Francesco Iannone
"Tramontare" si configura come un'epica del possibile, e pure dell'impossibile, dove tutto ciò che accade è anche il suo contrario
di Andrea Dei Castaldi
Il suo sguardo vorrebbe essere distaccato mentre è attonito, disorientato. E da qui deriva non soltanto l'originalità della sua voce, ma la sua oggettiva bellezza
di Cosimo Argentina e Orso Tosco (C. A. parla della genesi di Umè, e O. T. di quella di Bestïn, i due reportage letterari dedicati rispettivamente all'incidente dell'Ilva di Taranto e al crollo del Ponte Morandi di Genova
di Corrado Premuda
1.
Nonna diceva che si saluta con gli occhi, non con le parole.
Un amico d’infanzia ti saluta con la nostalgia di rivederti in quel bambino che non c’è più. A un amante basta un piccolo cenno per far tornare l’ultimo istante di intimità. Poi c’è il falso saluto dei nemici, ma chi ce li ha?
Scesa dal treno, il ragazzo mi sorride e dice ciao. Chiedimi qualcosa, la voce...
di Mauro Tetti
Il tre maggio del millenovecentoquarantatre le torri della città bastionata crollavano, i soffitti cedevano, tutta Cagliari veniva iscoveccada, così dice Zina, e io non l’ho mai capito cosa voleva dire iscoveccada fino a che non ho visto i video della città iscoveccada e ho capito che vuole dire scoperchiata, nel senso di togliere copertura, nel senso di distruggere. Zina dice che c’erano i militari della batteria antiaerea...
di Giacomo Sartori Confesso che quello che adoro più di tutto negli scritti di Magliani sono quelle sue frasi veloci e lapidarie di bellezza che spuntano qua e là.
di Eleonora Roaro "Uccidi l’unicorno", esordio narrativo di Gabriele Sassone, è nel contempo Bildungsroman, raccolta di memorie e saggio sull’industria culturale
di Bruno Morchio Già il titolo di questo romanzo suggerisce al lettore in quale insidioso territorio si sta inoltrando. L’assunto di Manchette, ispirato alla prosa di Dashiell Hammett, che la scrittura
di Bruno Vallepiano
Isola di Kornati - Croazia – Luglio 2019
Sdraiato su un materassino giallo, con la schiena arsa dal sole e il viso immerso nell'acqua limpida stavo guardavo, annoiato, una miriade di minuscoli pesci che sfrecciavano sotto di me. Giocavo a quanto resistevo senza prendere fiato.
Il bagliore del sole spalmato sulla superficie dell'acqua ne esaltava il turchese e scendeva a riflettersi in tremolanti spicchi arcobaleno sui sassi bianchi distesi...
di Giovanna Daddi
La goccia di sudore scendeva dalla tempia lentamente, staccandosi dall’attaccatura dei capelli neri. Si confondeva con il gel. Ma poi si muoveva. Percorreva la mandibola, restava in equilibrio per un attimo, aggrappata a un neo marrone scuro, piccolo e inquietante sulla pelle bianca. Sembrava sbirciare le labbra tese sui denti digrignati.
Poi cadeva sul dorso della mano stretta a pugno, le vene in rilievo. Le dita avvolgevano il...
di Dario Valentini
“La Tempesta” Frison sospirò. Guardò fuori dalla finestra della sala prove. Era impossibile distinguere il paesaggio. In inverno la nebbia pareva inghiottire la campagna. L’avrebbe riconsegnata solo qualche mese dopo, previo pagamento di riscatto da parte dei contadini locali. Sudore nella vigna. Ingrassare le bestie. Prosecco sacrificale al bar del paese. Rampino stringeva il bullone di un piatto. Sistemava le aste. Riposizionava il doppio pedale.
“Sul serio voi...
di Giovanni De Feo
Nico non riuscì a distinguere il momento esatto in cui il racconto del Mastro si insinuò a tal punto nel suo sonno da spaccarlo, come un cuneo di ferro in un ciocco di legno, penetrando in profondità nei suoi sogni. A un certo punto però si trovò a camminare dentro di essi.
Era un sogno, e insieme non lo era. Intanto perché era consapevole di stare sognando,...
di Dario Valentini
“Ti prego abbassa quella musica del diavolo!” Disse lei tirando le coperte dalla sua parte.
“Non riesco a dormire senza. Lo sai.” Rispose lui artigliando il lenzuolo.
“Lo so, lo so.” Disse lei sbadigliando “È dolce la promessa, incastonata tra la cassa e il rullante. Ma non potresti abbassarla almeno un po’?”
Boscolo abbassò di due tacche il volume dell’Iphone. Non era la stessa cosa, ma cosa non si fa,...
di Giacomo Sartori
ciao X.,
ti scrivo ora - a mente fredda - perché non amo lasciare le
cose aperte, o insomma senza spiegazioni; mi disturba, visto che avevamo un
legame diretto, che la cosa sia stata liquidata tramite l'agente; e lo trovo
anche poco rispettoso per l'autore che sono, quindi su un piano più
professionale;
trovo un po' assurdo quello che è successo, perché secondo me un libro
buono - e mi sembrava che il tuo...
di Marco Renzi
Tutto comincia col sangue che «s’addensa in fili e grumi», con la materia che sarà il filo conduttore dell’intero romanzo assieme al peso di Palma, Mina per i famigliari e Palla per le perfide cape scout. Anche la numerazione dei capitoli è scandita dai chili della protagonista: da embrione di pochi grammi nelle prime pagine fino al quintale e mezzo delle ultime, il lettore percorre con...
di Marino Magliani
Quando vado a Roma, che l'editore, la libreria, o l'associazione, non includono nella proposta un minimo di ospitalità, la prima cosa che faccio è – nel senso che lo faccio qualche giorno prima – chiamare il mio amico Riccardo De Gennaro, torinese, che vive a Roma da anni in un appartamento al terzo o quarto piano sul Lungo Tevere, proprio davanti a un famoso ponte e con...