risultati della ricerca

racconti

se non hai trovato quello che cercavi prova con un altro termine

È più facile

di Roberto Rocchetti
È più facile uscire da questo buco aggrappandomi alla scala di corda che penzola sopra la mia testa o scavando nicchie nelle quali inserire mani e piedi con il coltello che mi sono ritrovato in tasca?

Il principe

di Silvano Panella
Ero stato chiamato alla reggia per ricevere una proposta di lavoro. Il precettore del principe, un anziano accademico spagnolo, mi venne incontro nella grande sala adorna di muqarnas

L’incidente

di Simone Redaelli
Quel giorno avevo chiesto al mio capo un aumento. Ricordo precisamente l’espressione vinta sul suo volto, la cupa rassegnazione di un uomo di potere con le mani legate

La risposta

di Enrico Galantini
Quella notte risognò un sogno che aveva fatto a diciott’anni. Quel sogno lo aveva salvato, in un periodo difficile in cui non riusciva ancora a capire chi fosse e che cosa volesse fare davvero della sua vita

Fanfani e il nudo

di Riccardo Eymann
Gli storici sono tutti tacchini, gli avevo detto quando m’aveva parlato del suo mestiere (ricercatore espertissimo in socialdemocrazia europea), tutti, dal primo all’ultimo, e anche tu, guardati, un tacchino fatto e finito

Pelle su pelle

di Federica Rigliani
Io sono come sono perché lui era come era. Con la testa di pietra difendo l’anarchia che mi ha trasmesso. Forse, anche per questo sono sola.

La radura

di Martina Ciullo
Inizia così: siete vicini a una radura, per niente diversa dalle solite radure di cui si legge nei racconti, anzi pressoché identica, solo che in questa radura un neonato sta piangendo

Le mandorle

di Giovanni Palilla
Potrei ricordare tanti avvenimenti risalenti a quei giorni: la cattiveria con cui avevi studiato tutto nei minimi dettagli è sicuramente degna di un romanzo di Carrère; eppure, nella mia mente si fa largo con prepotenza solo il ricordo di te seduta in cucina, il giorno dopo, mentre sbucci le mandorle

Numeri immaginari

di Ezio Sinigaglia
Quando ritorna, sospingendo il carrello con le coppe, il secchiello del ghiaccio, la bottiglia, il salame affettato, il parmigiano a scaglie, il pane di giornata, Verbis trova Mirko che si dondola sul dondolo, estasiato, ad occhi chiusi.

La mummia

di Silvano Panella
Il tempio emerge dalle sabbie maestoso e in rovina. Il caldo, il vento, il tempo hanno scheggiato, spaccato, levigato le pietre. La sabbia del deserto tende a nascondere il basamento

L’altra morte

di Enrico Santoro
Percy Shelley ed Edward Williams erano morti più di un mese prima, i loro amici avevano insistito per riesumarli come fosse un diritto delle loro anime, scontata una celeste quarantena

Ballad of a Thin Man

di Marco Pianti
La morfologia del luogo è soggetta a improvvise mutazioni. La gente viene qui per prelevare il sale. Carovane trainate da cammelli si incamminano nel deserto, uomini, donne e bambini incidono le lastre e se ne vanno con i blocchi di sale

La crepa

di Michele Arezzo
Nel protrarsi della festa per il suo cinquantesimo compleanno, Lollo Medina accusò una sequenza di bruciori – si potrebbe dire elettrici – alla bocca dello stomaco

Il mio nuovo compagno di classe

di Max Mauro
Tom arrivò a scuola a metà mattina, era quasi ora della ricreazione e tutti fremevano per scappare fuori. Io e Devis avevamo già pronte le squadre per la partita di calcetto con la palla da tennis, tre contro tre, sulla pista di atletica

Diario di un uomo solo

di Michele Muresu
La ragione genealogica di questi appunti che con molta spocchia proverò a far passare per un diario è una sola: benché sia un momento di grande rivalutazione terapeutica della solitudine, io non ho mai avuto il privilegio di stare solo

Fine di Kaliyuga

Danilo Chillemi
Qualcuno (chi? L’inglese John Lennon?) diceva della morte: è solo scendere da un’auto per salire su un’altra. La frase mi trova d’accordo. Salgo sul primo autobus che incontro nell’ora magica crepuscolare delle sei

Pesche e mandarini

di Isabella Ballarini
Là in fondo, sotto quella tettoia, c’era un chiosco che vendeva pesche e mandarini. Non insieme, ovvio: pesche d’estate, mandarini d’inverno

Cûr

di Giulia Zoratti
Non era un segreto che mia madre non mi avesse voluta. Anche quando era incinta non provava a immaginare che aspetto avrei potuto avere. Forse è stato per quello che si era trovata impreparata quando aveva scoperto che ero identica a lei

La Discesa

di Silvano Panella
Ero nella mia camera d'albergo. Bussarono alla porta. Aprii. Nel corridoio non c'era nessuno, a terra una busta da lettera, nella busta un cartoncino scritto a penna. Il direttore mi invitava a visitare le segrete dell'edificio. Andai in recezione

Publish or Perish

di Alberto Comparini
L’autistico il comunista il giullare di corte il nipote dell’ordinario l’allievo scarso del barone il figlio dell’operaio rimasto bloccato al secondo piano dell’ascensore sociale: c’è posto per tutti, all’università

L’evangelizzatore

di Marco Marra
Sogna. E nel sogno c’è un lago e nel lago abita il drago. Il drago è enorme e terribile e ha il corpo lercio squamoso rossastro che sbrilluccica d’una luce impossibile. Il drago sta fermo a mo’ di fenicottero rosa al centro del lago, la coda penzoloni che pare una mazza ferrata

La grassa signora

di Rosa Blasetti
Il profumo di crostata si diffondeva nel vano scala e raggiungeva l'androne del palazzo e le mie narici di bambina. Lo seguivo, rincorrendolo fino al terzo piano,...

La Neve

di Silvano Panella
So quel che ho letto, quel che ho studiato, appreso. E so quel che dico. Ancora oggi trovo la voglia di stupirmi, la voglia, i modi, i tempi. Il passato sovrabbondante di spiriti mi incuriosisce. Il mio è un interesse letterario, antiutilitaristico, non sociale. Volubile, floreale, insomma formale

Il gatto di Wittgenstein giocava certamente a tennis

di Chiara Merli
Stavi bene qui anche se le usanze napoletane ti sembravano le più strette possibili, e per questo leggevi molto sull’argomento: Goethe, Lewis, Benjamin. Sapevi più cose di me che ci ero nata. Goethe ti sembrava una personcina modesta e a modo, Lewis ti irretiva per le faccende guerresche e con Benjamin dividevi l’intolleranza alla città

Naïf

di Mattia Gargiulo
Non lo so dov'è mio padre.Mia madre sì, lo so benissimo, ma mio padre no, non me lo sono mai chiesto. A parte oggi. Oggi è così, un giorno in cui certe cose ti vengono in mente senza averle pensate o chiamate.

Folgoriti

di Igor Antonio Lipari
Ho un binocolo. Una notte ho visto le luci, dalla finestra di camera mia. Come no. Potrebbe essere stata qualunque cosa, o niente del tutto. Tu vedi sempre qualcosa: ma quanto capisci, di quello che vedi?

La Spada

di Silvano Panella
La villa era composta, silenziosa, non ostentava il disfacimento del lutto improvviso, era governata come in un giorno qualunque e in effetti, se non si fosse indagato negli animi di chi sapeva, sarebbe davvero risultato un giorno qualunque

L’eremita delle ossa

di Enrico Di Coste
Nessuno sapeva quanti fossero sopravvissuti. Le abitazioni agibili erano occupate per chilometri. I beni primari si ottenevano con immane fatica. Le trattative con i forestieri si concludevano quasi sempre tramite baratto. Ogni barlume di civiltà annichilito dallo sciacallaggio, il denaro un indecifrabile ricordo

La tua foto di stupido a Zante

di Alberto Pascazio
Su quella spiaggia hai provato a dimostrarmi che anche tu ne sapevi di poesia e mi hai letto Alda Merini cercandola su Google e io ti ho compatito perché non sapevi niente — e per fortuna non sai davvero niente — e allora tu sei tornato a fare le tue cose e ti sei messo a saltare sul fuoco

La teoria della madre

di Marco Pianti
Era asciutto, prosciugato. Alcuni lembi di pelle pendevano dal collo e dalle braccia. La faccia era anch'essa decaduta sotto il peso della fronte, ammucchiata e sfigurata in un unico punto, da cui emergevano due piccoli occhi con i quali indagava la sua ristretta porzione di mondo. Un dettaglio degno di nota erano le sue camicie, candide e prive di grinze