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Orisfincter d’l corp nient sa de

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Di Carmelo Bene

[corporis terror si potuisset]

Orisfincter d’l corp nient sa de
st’amor c’ha vu’ desfatt e fatt no avet
c’all’alter l’un à dett ah! Dett ridett
issimament dì e nott
e nott e di quest alter no volete
star l’sentir ‘n lueg de lengua ‘n bocc
e ‘n dentr al trou rovesc d’sfincter stess
‘n van del mette ellev ‘n sovr e sott
d’lamor fatt daver ieralter scors
tot d’ferr ‘n cercar carne et os
nudati e mmai trovar ultima pell
‘n quel tropp animat c’à dett no
a n’import quoi d’far o dir lamor

Tut è perduu! Perdut ha ‘l corp sa vos
ne’ longtemps c’nomat è fin’amor
– doloro ahi ahi fa mal larynx et cord – 
indov i namorat moven i labbr
e condannat è ‘l corp a dir per lor
cos’ saver no sa e surtutt no vol
		no vol nïent far
		altero no c’ star
‘n parer mort fin a l’esser petra
‘nterrat’eterna for d’gne dolor
		ni menotant ch’è
		petra ‘nformata a mo
		d’corp ‘n marmore
		simil a null ch’è statua
		d’ c’ sai no

– D’voster mattaria denter ‘l gorgh
frenètich vanitatum scior spirit
sfacciadon sempre d’vess
sont staa trid ciòcch rott
vomìt involt ‘n ona mondeghiglia
impastrugnà’ d’ sgriff’ d’ vu scorbatt
me scior spirit sora ‘na meda d’ ruff

M ‘ n la scenna ch’è sogn cred ‘l vost
è ‘l tutt m’è de mi
mia ‘sta sort ‘n disprezz
d’ l’ immortalitaa d’ lu scioria

Son’ mi ‘st vu permett d’ m’ rovinar
inciocchì divora d’ v’ scadenà ‘n matt
che fa la cort d’ avelenà ‘sta carne
‘n cros  Son’ mi che son’  content de ‘ser distrutt
spolpaa rottamm fin ultim ‘l raspusc

Cadaver schelter zèner
e vu rapresentà
nient pù Nò gh’è scirott
m’ fior d’scior –
Sfiorì


(Da Carmelo Bene, ‘l mal de’ fiori. Poema, Bompiani, Milano, 2000, pp. 75-76.) 

(PS Da leggere, volendo bene ai propri Ori Sfizi, sorgenti degli dèi e di ogni idealità, e quindi pregandoli, trapassando con raggio orifiziale ogni summa papale occlusa, ogni corpo chiuso, accademicamente corretto, teologicamente verniciato a piombo: e sia lingua lunga, triforca e decompressa, dekomplexata e smandibolante. A. I.)

(Immagine: Pret catodic / Omazio a Bene A Inglese)

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23 Commenti

  1. il bellissimo ‘l mal de’ fiori da leggere sapendo come dice il curatore Sergio Fava sapendo di esser giocati da pratiche interpretative che formano l’Io (sono). Una di queste pratiche è l’idolatria del razionale.
    Ma sono d’accordo anche sull’indicazione di lettura di Andrea Inglese.

  2. dopo i recenti trascorsi uno dei due sta bleffando qui gatta ci cova o inglese sta lavorando all’enel o l’enel è passato a una cordata albionica. nel dubbio sto arrotolando la cassetta che contiene una rarissima registrazione del pinocchio per farmi una canna similbeniana all’aroma di resina

  3. Qui non ci cova nessuna gatta. Sono solo contrario al culto dell’ateismo come dottrina politica. Sono contrario all’opposizione ateismo-credenti.
    Sono contrario all’idea che sia possibile una fondazione basata su una negazione. Sono contrario all’idea che la soluzione dei guai è nella sola Ragione.Che gli orifizi siano sorgente degli Dei mi sta benissimo come dottrina teistica e religiosa. Il religioso e il mistico sono le necessità fondanti la natura umana (anche nel buddismo la cui mistica è rigorosamente atea). In quanto a Pinocchio mi sa che non l’hai mai letto!

  4. mica detto che l’abbia in custodia Satanasso il Bene, che poi sembra appunto un ossimoro. Se in paradiso sono un po’ furbi, se lo son tenuti loro e a loro va elevata la supplica cosìecomica.

  5. non so perchè ma leggendo le sequenze
    viene naturale scandire con la bocca un certo ritmo
    quasi fosse un rituale
    primitivo richiamo di pelle – corpo – odore
    di lingua che taglia.

  6. invero eminenza parlavo della registrazione di un suo spettacolo del millenovecentosettantaquattro tratto dal lorenzini spettacolo che poi ho avuto modo di vedere in teatro sub altera specie nel millenovecentottantuno ma se lei si riferiva al libro lorenziniano devo darle ragione perché davvero non l’ho mai letto infatti quello che è uno dei pochissimi capolavori della letteratura italiana io non lo leggo dal momento che sono già spesso e volentieri impegnato a rileggerlo ossequi dottore

    per quanto riguarda il resto devo dirle sinceramente che io sono contrario al fatto che qualcuno sia contrario a che lei esprima come meglio crede le sue contrarietà augurandomi che anche lei sia sempre contrario a chi è contrario all’espressione delle altrui contrarietà ancora ossequi

  7. ‘l mal de’ fiori è un’opera straordinaria.
    Peccato se ne parli così poco. In Italia la grande poesia ( specialmente quella contemporanea) non interessa quasi a nessuno.

    l’ateismo militante, invece, già ha più audience!

  8. caro angelo, quando:
    “l’ateismo militante avrà più audience”
    saro’ divenuto anch’io uno dei nostri geniali dirigenti televisivi

  9. Caro andrea,
    la democrazia in Italia non può fare altro che premiare la mediocrità!
    Il cattolicesimo o, meglio, il cristianesimo, come l’islam ( come tutto ciò che è nell’essenza assurdo e malato) è destinato ha vincere perché viene incontro hai bisogni della mediocrità, cioè, nello specifico occidentale, scaccia l’anticristo (come ci spiega federico) cioè la paura della morte. L’Audience non si può conquistare in altro mondo che non sia il venire incontro ai gusti della mediocrità! La maggioranza predilige sempre la comodità delle catene rispetto all’igiene della libertà ( e l’insensatezza dell’esistenza). Audience, ovviamente, è perché stiamo parlando di uno spettacolo, di un gioco delle parti visibile agli occhi della storia. L’ateismo non è mediocre a meno che non lo si intenda come una fede o un’ideologia delle tante, dacché l’ateismo è la concezione, così come si presenta, meno stupida “anche storicamente” della realtà. L’essere atei, per noi stessi, è già qualcosa caro andrea, accontentati di non avere audience perché questo è un’inappuntabile attestato di valore! E questa non è una boutade, prendiamolo per quello che è l’ateismo (e soprattutto in Italia) un diue couleur de miel! che dorme, dorme.

  10. Caro Petrelli, mi risulta strano, da non credente, credere che l’ateismo annulli la grammatica. Ma forse mi sono perso qualche puntata.

  11. hhhhhhhhhhhhh
    Va bene, che sarà mai. Il refuso incombe! Poi Teo dall’alto della sua onnipotenza ha anche dei dubbi?! io scrivo, mi sbrigo: ma non voglio essere simpatico e mordace come lei.

    Si sbaglia, è vero, noi mortali!

    ***
    Il cattolicesimo o, meglio, il cristianesimo, come l’islam ( come tutto ciò che è nell’essenza assurdo e malato) è destinato a vincere perché viene incontro ai bisogni della mediocrità, cioè, nello specifico occidentale, scaccia l’anticristo (come ci spiega federico) cioè la paura della morte.
    ***

    Mi correggo e chiedo venia: ma anche la grammatica Teo, se è per lei, è qualcosa che mi preoccupa!

  12. hai visto angelo, anche sotto un testo geniale come quello di Bene che fa si fa beffe d’ogni norma linguistica, e sommamente quella ortografica, qui, in rete, si ristabilisce subito l’ortodettato?

    Contro l’ortolingua
    W i foristizi, gli orifori, gli orifici, gli sfizzori,

    (scrito sul murro col pennarone moro)

  13. @ Petrelli e Inglese

    Non pensavo, con una battutina innocua, di essere la causa della rottura di un idillio in rete. Chiedo venia.

    “dall’alto della sua onnipotenza”: dài, Petrelli, rilàssati.

    “qui in rete si stabilisce l’ortodettato”: dài, Inglese, rilàssati anche tu. Piuttosto, la prossima volta, metti un’avvertenza ai tuoi post: si accettano solo commenti geniali. Perché quello di Petrelli era un commento geniale, in linea, sul piano formale, col contenuto del post, non è vero?

    Prova a pensare a quando posterai qualcosa su Leonardo da Vinci: mi raccomando, solo commenti dipinti.

    Ciao ragazzi, qua fa un caldo cane. Anche da voi, immagino.

  14. Ma no Teo, suvvia, non sia teofanico! Si contenga, sia clemente!
    Non mi dirà che lei è una di quelle divinità autoritarie e punitive?!
    Ed io che pensavo di essere banalmente ortodosso nel qualificarla come onnipotente?! Ma sì, dopotutto, come potrei comprendere partendo dalla mia finitezza?! d’altro canto – (come diceva il mio amico Gesualdo) “com’è difficile, DIO”.

  15. Angelo, dall’alto della mia teofanica onnipotenza, mettendo da parte per un attimo la mia natura autoritaria e punitiva, tenuto conto della tua finitezza e, soprattutto, agendo in nome dell’ortodossia e del principio autoemanante e autocombustibile delle catarsi esulceranti le scariche ancestrali dalle quali promana la tua atavica e ontica propensione a redimerti ad finem redemptionis et ad maiorem gloriam mei, etc. etc.: io ti perdono. Per la parcella, rivolgiti pure al beato padre Valter da Venegono, perché è lui che si occupa di questi dettagli a mio nome.

    Come penitenza, ti ingiungo di abbandonare Inglese al suo destino, perché quella creatura è ormai irrimediabilmente persa ad fidei et ecclesiae causam. Sed non basta: d’ora in poi dovrai evitare, a qualsiasi titolo, ogni contatto in rete con una entità che vi si aggira col nome Tashtego. Ma stai attento, che la carne è debole, e la pagina pure. Costui, infatti, un giorno non molto lontano, ti si presenterà in veste di agente di una grande casa editrice, proponendoti un contratto di edizione favoloso per il tuo prossimo libro. Lì si parrà la tua nobilitate! Non cedere, dolce pecorella smarrita che sta tornando all’ovile, non cedere! Piuttosto, fa quello che non riuscì al nobile Virgilio: dà alle fiamme il tuo capolavoro.

    Ti benedico, figliolo. Bentornato alla casa del padre.
    E voi tutti, indiani redenti, uccidete il vitello più grasso!

    P.S.

    Per la cottura, vi basta lasciarlo in strada un paio d’ore, che viene su rosolato a puntino.

  16. A. Teo,
    anche la mia era una battuta: le battute si fanno e si ricevono
    (come a tennis), anche quando sono deboli (come questa)

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andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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