La laica religione (2/2)

di Giacomo Sartori

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Un amico poeta

filosofo radicale

scrive che la scienza

è venduta al capitale

nonché serva

di ideologie padrone

queste sono verità astratte

lui non scava negli occhi

di questi apostoli

avidi di scoprire

non coglie nei tremiti delle narici

la feroce obiettività

l’integrismo democratico

(l’agone pari a pari

lo scettro alle teorie più citate)

le crociate imparziali

contro l’angoscia del disordine

brindilli_14_07_14-18 (295)

 

 

 

 

 

 

(nei suoi versi

– se non nei saggi atarassici –

non alligna

una stessa tenzone?)

la monastica dedizione

le corvè ingrate

saranno anche ingenui

ma chi non lo è

sempre meglio

della condiscendente scaltrezza

di letterati certificati

pratici di marketing

e critici cosiddetti militanti

(ben ben macerati

in accademici livori)

chi non è venduto al capitale

chi non officia un’ideologia

(o anche due)

 

 

Su uno sperone di roccia e vento

intinto nel cielo scuro

David boccoli d’oro

mi ha mostrato

i fiorellini carnivori

leggeri e cruenti

(il loro problema

è la fame di azoto

mi ha spiegato)

fiori azzurri_14_07_14-18 (124)

 

 

 

 

 

 

così in alto

la decomposizione va a rilento

neanche parlarne di oligocheti

c’erano da stimare

i rododendri e i ginepri nani

e da campionare i marciumi

per le esegesi genetiche

di batteri e miceli

(Bibiana la brasiliana

li coltiverà però

nelle vintage capsule Petri:

un tocco quasi snob)

 

 

Scendendo a valle

treme_14_07_14-18 (120)

 

 

 

 

 

 

Brad il gigante

folle e buono

ha raccolto

i funghi allucinogeni

non ci si può sbagliare

ha detto

sulle patacche delle vacche

e con quella forma

possono essere solo Psilocybes

Brad non beve alcolici

ma prende altre cose

lo dice lui stesso

agganciandoti gli occhi

secondo Lucas

dotta chioccia in cattedra

elvetica suonatrice di tromba

è un allievo strano

nessuno lo voleva nel suo laboratorio

e invece non ha causato esplosioni

non ha violentato nessuno

fa quello che deve fare

e anche bene

 

 

Dopo la liturgica doccia

bevevamo vino regionale

marezzando di profano

(pedisseque quotidianità

e frivolezze quasi blasfeme)

le diatribe ecosistemiche

confortati che le variabili

fossero sotto controllo

o insomma parametrabili

Humus_aghi_14_08_2 (97)part2_ridl’esistenza tornava

un rosario di cause e effetti

un esercizio di raziocinio

(adoriamo e santifichiamo

le significatività statistiche)

la vita l’aveva vinta

sulle putrefazioni

e i dissolvimenti di senso

trionfava la laica religione

in un tripudio di equazioni

e fuzzy logic

(certo restava il problema dei fondi

per gli isotopi del berillio)

io come sempre a mezzo

mimetizzato apostata

alieno da tanta integrità

avido di sintonie

più impalpabili

e purezze più pure

(orfano di trascendenza?)

incapace di riassumermi

 

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giacomo sartori
giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
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