Registrata stamani, al volo, il cuore con il popolo della Val di Susa, con la loro ragione, che è la mia, di tutti per tutti. mr
Libera Val di Susa
Note per un diario parigino

da Chiunque cerca chiunque
di
Francesco Forlani
Quinto capitolo
China Club
Lei mi fa: il mio ex, quello che si è ammazzato, quando andava al cesso, nonostante tirasse lo scarico, la merda ritornava a galla. Era il suo karma ma non me n’ero accorta subito. Lei aggiunge: qualsiasi cosa tentasse di fare, perfino come scultore, perfino amare, era per lui come une chasse d’eau rispetto al male di vivere che riaffiorava sempre, sfidando ogni corrente che tentasse di cacciarlo via. Il suo karma…
China club. Luci soffuse, bancone alla Hopper, lungo a difesa di una barriera di bottiglie e bicchieri, tavoli rotondi lucidi e stile coloniale, soffitto altissimo e scale Casablanca. Fumoir nel sottosuolo e bar al piano di sopra. A uno sputo da Operà Bastille. A una mancata di secondi dalla Rue Baudelaire con le Baron Rouge, un posto da nulle part, in cui tutti sembrano di casa.
Ingo Schulze / Arance e angeli
Il presente articolo è apparso sul «manifesto» del 24.06.2011 con il titolo Geografie mentali di Ingo Schulze.
«Come si è perduto ogni fascino della finzione!, pensai allora pieno di malinconia. E come si è perduto ogni piacere nel gioco del senso… o così sembra». L’adito ai ‘bozzetti italiani’ di Arance e angeli, nuova prova letteraria di Ingo Schulze nella nitida traduzione di Stefano Zangrando, è questa epigrafe tolta a un lungo racconto di Wolfgang Hilbig, maestro in ombra della prosa tedesca del Novecento. Posta com’è a sigillo di una serie di studî in cui la finzione invece accampa tutti i suoi diritti – tanto più forti quanto la narrazione di Schulze è programmaticamente debole –, essa è la replica, sotto altri cieli letterari, a un inconsolabile lamento per il naufragio dei sogni e delle scommesse della fantasia. Hilbig, infatti, risponde da lontano alla nostalgia che il «giovane cacciatore» della Montagna runica di Ludwig Tieck provava, dopo aver desiderato ardentemente di mutare vita, una volta ritornato a casa: «Come si è perduta la mia vita in un sogno! – esclamò tra sé. – Quanti anni sono trascorsi, da quando discesi per questo cammino».
Le foto della Festa Indiana: sabato
Proseguo la pubblicazione delle foto della festa indiana. Evito di mettere tutti i nomi nelle didascalie così faccio arrabbiare qualche amico che non c’era. ;-)
Davide viaggia, io presidio la cassetta delle offerte.
PETER FALK [1927-2011] Io sono un amico… compañero.
di Orsola Puecher
Il personaggio de l’ultimo angelo che Peter Falk interpreta ne Il cielo sopra Berlino, un attore americano che arriva nella città per girare un film sul nazismo e scopre di essere un angelo che ha rinunciato alla sua immortalità, nonostante, o forse proprio perché è stato quasi improvvisato alla fine, poche settimane prima di iniziare le riprese, è fondamentale nel disegno generale dell’opera, per quel contatto sfiorato e sottile fra superiore e inferiore che delinea, per quel ponte lanciato in sordina fra lassù e quaggiù: “fai una linea scura… poi ne fai una chiara e l’insieme è bello“.
Varsavia: istruzioni per l’uso
Varsavia non è una città qualsiasi. Lo ha capito perfettamente Fabio Elia, autore esordiente di Warszawa, pubblicato da una nuova e combattiva casa editrice di Padova, le Edizioni La Gru, e che ha vinto il premio Giovane Holden 2010 nella sezione “Romanzo inedito”. L’autore non solo lo ha ambientato nella capitale polacca, ma ha scelto per il titolo il nome polacco della città, nella quale ha trascorso quasi un anno, il 2010, grazie a un Erasmus. Il volto che oggi la città mostra a un visitatore è segnato dai modernissimi centri commerciali (che simboleggiano la definitiva vittoria del consumismo sul comunismo).
Rien ne va plus: Margi de Filpo / Ivan Arillotta
Il club Questomondo
di
Ivan Arillotta
Tuttavia. Possiamo osservare ostilità, senza aguzzare la vista, senza stimolare l’occhio. Possiamo stampare il nostro reciproco rispetto, unico compenso di un esemplare stile di vita, su fogli scritti con inchiostro simpatico. Per ora, possiamo produrre un documento che stabilisca i titoli d’umanità necessari a dichiararsi membri effettivi del club Questomondo. Nessun marziano ci invidierà, per quanto il ramo dell’invidia sia sempre piuttosto fiorente. Tuttavia, qualcosa cambierà. Domani sarò un uomo serio, si dice: i buoni costumi saranno miei, tutti quanti. Perciò, fino a ieri, l’onestà era una distrazione, una specie di partita a carte tra amici. (continua)
Giocatori
di
Margi de Filpo
Stava finendo ma eravamo insieme, una lacrima che scivolava con lui lungo le scale della sua infanzia interrotta. Si accordava al battito della lingua sul palato, un metronomo offeso. Accenni di vecchie balbuzie, parlava del padre, del peso di un nome non voluto. Responsabilità, un suono grave, che per me significava solo essere figlia, per lui un rigonfiamento, giù nei pantaloni.
Mi sveglia di notte, parla della società. Diceva.
E noi? Attaccati come mignatte ai nostri vent’anni. Non volevamo credere.
Le foto della Festa Indiana: venerdì
Alcor gentil rempaira sempre

«Cari, Alcor si è ricongiunta con me e insieme abbiamo costruito un libro con una parte dei vecchi pezzi del suo blog. Francesco e Gherardo sono stati così gentili da volerne postare qualcuno qui.
Non sarà facile trovare questo libro, bisognerà volerlo molto e se qualcuno ci tenesse spero di facilitargli le cose indicandogli il sito del suo editore. ( Cicero editore Venezia ) »
Baci
Silvia
da
Come sono finita dove sono finita
di
Silvia Bortoli
traslocare
Bisognerebbe traslocare, ogni tanto.
Ho letto che il trasloco e il divorzio sono gli eventi più traumatici nella vita di una persona, lutti a parte.
Ma per gli ammucchiatori il trasloco è l’unico modo per liberarsi del passato, dei sensi di colpa, delle cose inutili che hanno accumulato negli anni, di quei fondi di cassetto di cui un poco si vergognano e che vorrebbero essere ripuliti, riordinati, sgomberati, e nessuno li ascolta.
Io dovrò traslocare, tra poco.
Maxime Cella / Due poesie
Si pubblicano due componimenti tratti da: Maxime Cella, Dieci poesie, con una nota di Rodolfo Zucco, Edizioni del Tavolo Rosso, maggio 2011.
Noi non abbiamo guerre
né tempi di necessità
e se pure si cova ancora amore
è coda di lucertola il suo disperdersi.
Effacez, effacez vite incalzava il maestro e questa
nostra è neve d’accatto, oblitera le forme sperando
di sfondarle
Strali a dar fiato e nulla più si dirà
ma giunti al fondo invece? quel giorno
il sole tramontò come previsto, geni-smeraldo
intatti da intuizione e la trama del leone
ormai piegato dall’avanzo-arretro
Per chi svuota la campana
di Marcello Anselmo
I blattoidei sono un ordine di insetti comunemente noti come blatte, scarafaggi o faluche. L’ordine comprende oltre quattromila specie, divise in sei famiglie. Si annidano nella notte, in posti umidi, si cibano di sostanze derivate dai nostri alimenti, generalmente quelli scartati che vanno a comporre l’umido, qualità della mondezza al centro di recenti attenzioni.
Sono due notti che gruppi guardinghi di questi insetti corazzati convergono nel vico d’Afflitto, una delle “microarterie” che dai Quartieri Spagnoli sfociano in via Toledo, il salotto buono della città.
Restiamo uniti!
di Giuseppe Catozzella
EVERYTHING IS A REMIX di Kirby Ferguson
di Orsola Puecher
E’ uscita in questi giorni la terza parte di questa interessantissima serie di documentari sul concetto di remix del film maker newyorkese Kirby Ferguson. Se ne prevede una quarta.
Il remix è termine in origine musicale, che indica versioni alternative di una canzone originale e suo riutilizzo intenzionale in contesti diversi. Con la diffusione degli strumenti di editing e di montaggio digitale è ormai una forma creativa di facile accesso e diffusione planetaria molto popolare, che si allarga a comprendere la creazione artistica in senso lato.
Politiche dell’irrealtà
di Marco Rovelli
E’ da poco uscito il libro di Arturo Mazzarella Politiche dell’irrealtà. Scritture e visioni tra Gomorra e Abu Ghraib (Bollati Boringhieri, euro 14). Esso mette in discussione dalle fondamenta la pretesa realistica di “dire la verità” sulla realtà. Il realismo è, per Mazzarella, letteralmente impossibile; ancorarsi alla realtà dei fatti è un’illusione. Lo è sempre stata, per la verità, ché costitutivamente la narrazione è artificio. Ma nella civiltà contemporanea facciamo quotidianamente esperienza di come l’immagine non sia un supplemento della realtà ma il suo principio costitutivo, di come ogni traccia non si esaurisca mai nella sua semplice evidenza, di come anzi “dobbiamo solo all’immagine la possibilità di attribuire un senso e di assicurare una permanenza al flusso di eventi che compongono la realtà”.
La Generazione TQ e il verduraio di Havel
Questo articolo l’ho scritto all’indomani dell’incontro romano del 29 aprile. Ho atteso finora per pubblicarlo perché volevo proprio che questa riflessione su intellettuali e società arrivasse dal Sud, e più specificatamente, dalle colonne di un mensile come «i Quaderni de L’Ora», erede di una grande tradizione di impegno culturale e civile.
da i Quaderni de L’Ora (anno 1, n°5 – giugno 2011)
di Evelina Santangelo
Quanti della generazione TQ si sono trovati a Roma il 29 aprile scorso ospiti della casa editrice Laterza a confrontarsi sui modi di acquistare credibilità sociale o rilevanza culturale – scrittori, critici, editor tra i trenta e i quaranta – hanno prima di tutto fatto i conti con la definizione che da tempo Antonio Scurati dà di questa generazione: una generazione figlia «dell’inesperienza», una generazione, come ha scritto Giorgio Vasta, «in attesa di un Godot epocale che li riscatti (consapevoli del fatto che se Godot non arriva è meglio)». Ed è proprio da qui che vorrei cominciare questa mia riflessione.
Poesie d’amore
Ballate per una Gitane
di
Francesco Forlani
a Giulia
Poesia d’amore numero otto
Sollevo dal lavello i due bicchieri
senza pensarci tanto così tintinna
ci sono vite che sanno di vetro e portano dentro il fuoco
delle incisioni, lento e inesorabile in un soffio
così due virgole rosse come un timbro
sulla tazzina del caffè dicono: qui è lei.
Voci lontane, voci sorelle, voci a fronte
Il NTL (Nuovo Traduttore Letterario) e il Laboratorio Nuova Buonarroti – Quinto Alto
Presentano
VOCI LONTANE VOCI SORELLE, VOCI A FRONTE
…(rassegna internazionale di poesia e traduzione)
in collaborazione con:
ViceVersa Programm (Deutscher Übersetzerfonds, Bosch Stiftung)
Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia
Casa dei Traduttori Looren
Università di Bologna, Dipartimento Lingue e Letterature Straniere Moderne
Villa Romana , Firenze
Biblioteca delle Oblate, Firenze / Cooperativa Archeologia, Firenze
SNS – Sezione Traduttori
Comune di Firenze
21 GIUGNO / 6 LUGLIO 2011, FIRENZE BIBLIOTECA DELLE OBLATE. via dell’Oriuolo 26 / VILLA MORGHEN, via Feliceto 8, Settignano / VILLA ROMANA, via Senese 68
ingresso libero
se vi piace ascoltar cari signori
di Paolo Morelli
Quando ero giovane per un estate ho frequentato un mercato sul lago di Garda. Con il nostro banco di chincaglierie ci spostavamo giorno dopo giorno nei paesi del circondario. Se me lo ricordo come un periodo meraviglioso è perché il posto che ci era stato assegnato era proprio di fronte a un venditore di fazzoletti, un piccoletto coi baffi che aveva una particolarità: conosceva a memoria tutte e tre le cantiche della Commedia e tutto l’Orlando Furioso, oltre a una caterva di poesie, in lingua e dialettali. La sua tattica professionale non consisteva nel decantare la merce in vendita, bensì nell’attaccare già dalla mattina un canto dietro l’altro, con grande stile interpretativo, e così faceva grandi affari.
Risalendo un po’ indietro, non è forse Rousseau a raccontare l’abitudine dei gondolieri veneziani di recitare intere stanze dei poemi cavallereschi mentre remavano? E il Foscolo non scrive dei forzati di Livorno che cantavano, tornando dal lavoro, le litanie dei crociati dal canto XI della Gerusalemme Liberata?
Critica, ciao! Libri e New Media: Saverio Simonelli
I new media hanno sicuramente rivoluzionato il rapporto tra lettori e libri, più particolarmente la comunicazione che di essi se ne fa, scavalcando tutta la corte di mediatori fino ad allora imprescindibili per la vita di un libro, ovvero i giornali e la i critica letteraria. Dopo la dittatura del mercato ci stiamo avviando verso quella del lettore “inesperto”?. Così viene annunciata la couleur dell’incontro che avrà luogo questa mattina al Ciorcolo Arci Bellezza. (vd Programma ) Saverio Simonelli ci ha mandato alcune note sulla questione.(effeffe)

Web e libri: cercansi mediatori autentici
di
Saverio Simonelli
Internet ci rende stupidi? L’interrogativo che è il titolo di un recente saggio di Nicholas Carr (Raffaello Cortina editore, 2010) fa bene il paio con questo legittimo timore espresso nel tema del nostro incontro e che cioè sul web una “dittatura dell’inesperto” possa sostituirsi a quella della critica nel rapporto di fruizione tra libro e lettore. La tesi di Carr è nota: questo paventato istupidimento sarebbe l’inevitabile approdo della crisi del pensiero lineare, quello che per successive deduzioni procede da una premessa ad un esito altrettanto logico. Tra i tanti esempi a corredo della tesi il più eloquente è quello cui sono stati sottoposti negli USA 6000 studenti di college: una telecamera ha meticolosamente seguito il loro sguardo di fronte a una pagina web rilevando come l’occhio non proceda più nella maggioranza dei casi da sinistra a destra ma vada praticamente a zonzo sullo schermo, attratto da immagini, testo, suoni in maniera assolutamente incontrollata e casuale.
le alterazioni semantiche del nostro tempo
di Elisa Ruotolo
Esiste un’Italia di cui si parla spesso, ma per la quale – finora – si riesce a far poco. Un’Italia fatta di persone che vivono le normali ambasce quotidiane con un’inquietudine in più: quella di non potervi far fronte. A questa Italia, denominata precaria, eppure spesso innominabile, costretta negli spazi angusti delle statistiche, dei dati calcolati in percentuale, si è oramai attribuito uno statuto ontologico, o una preesistenza così arretrata e remota da non sapere quasi più quando sia cominciata (figuriamoci poi quando dovrebbe finire).
La sperimentazione di questa realtà lascia ben poche persone vergini: c’è sempre un amico, un parente, un vicino, ci siamo noi stessi che firmiamo contratti che arriveranno a darci pane fino a un certo punto, e poi? La chiamano flessibilità, adesso, quella capacità di spolverare con una dose di stoicismo il rallentamento innaturale delle nostre vite, e devi stare attento: a guardare in prospettiva, a procreare prendendo le dovute misure (nonostante si continui a vivere in uno Stato fondamentalmente non laico).
Bellezza, ciao! – Nazione Indiana pm
Festa di Nazione Indiana
Milano 17-19 giugno, circolo Arci Bellezza, via Giovanni Bellezza 16
Sabato 18 giugno
17,00 Il diritto alla bellezza. I diritti civili “positivi” del secolo presente
con Franco Buffoni, Andrea Inglese, Helena Janeczek
Il nuovo elemento introdotto dai nuovi diritti civili è la “bellezza”.
I diritti per cui lottammo nel secolo scorso erano diritti “negativi”: divorzio, aborto… I nuovi diritti sono invece vòlti alla bellezza, alla luminosità. Sono diritti “positivi”, come il diritto a nascere, il diritto ad amare, il diritto a morire con dignità.
18,30 La narrazione e il trauma della realtà mancata
Con Daniele Giglioli, Andrea Cortellessa, Arturo Mazzarella, Bruno Pischedda, Marco Rovelli
Due saggi critici appena usciti (Senza trauma di Daniele Giglioli e Politiche dell’irrealtà di Arturo Mazzarella) mettono al centro della loro analisi sulla scrittura contemporanea la relazione problematica, e in qualche modo impossibile, con la realtà, requisita dall’immaginario. E’ possibile scrivere e riappropriarsi della realtà?
21,30 Le storie in musica
incontro e set musicali con Alessio Lega e Marco Rovelli
Scrivere in musica la realtà: raccontare storie cantandole. Esiste un “canto sociale” in questo secolo? Intanto, nel decennale di Genova 2001, occorre anzitutto una descrizione di molte battaglie.









