Il vicolo cieco delle icone
Letterarietà
[Dedico questi passaggi di Fortini a degli amici a cui ho pensato, mentro ero intento nella lettura, come fossero il prosieguo di varie discussioni già avute con loro: Alessandro Broggi, Gherardo Bortolotti e Helena Janeczek. A I]
Da Insistenze (Garzanti, 1985): “Per una ecologia della letteratura”, apparso sul “Corriere della sera” del 17 maggio 1984
Franco Fortini
Se ogni opera letteraria si definisce anche, sebbene non esclusivamente, da quel che una società ed un tempo determinato (o per essere più precisi: la classe, e in essa il ceto, dominante in una data società) hanno stabilito essere il “letterario”, ne verrà la possibilità, più volte e autorevolmente sostenuta, di una storia, non della “letteratura” come collezione di testi, bensì del “letterario”, della lettura e del suo immaginario, della fortuna e delle sue allucinazioni; e soprattutto storia del farsi, non solo del fatto, e dunque filologia e critica. (…)
La performatività vuota di Berlusconi – idee per un nuovo discorso di sinistra
Saint-Séverin e dintorni
di Antonio Sparzani
Visualizzazione ingrandita della mappa
Si fa presto a dire Parigi, j’ai deux amours (intanto guardatevela la Josephine del 1950….) eccetera, ma poi se non ci torni per tanto tempo ti manca molto, s’intende se ci sei stato almeno una volta ad aggirarti per quelle strade, a guardare quelle vetrine e quelle birrerie tutte diverse e a perderti nelle viette dell’estate delle signore che stanno sedute fuori a chiacchierarsela con la signora della porta accanto. E così ogni tanto bisogna tornare, anche solo a camminare in giro, a percorrere gli austeri viali del Luxembourg e a guardare da lontano i profili della Défense. Parigi è una città su un fiume, e anzi alcuni dei suoi edifici importanti stanno su un’isola in mezzo al fiume, Notre-Dame sta nell’Île de la Cité, per dire. Le isole al centro del fiume sono poi due, collegate dal Pont Saint-Louis, e i cittadini di Parigi, a differenza dei cittadini di Königsberg, ricordati qui , possono, volendo, camminare senza intoppi sui quindici ponti che complessivamente uniscono le due isole alla terra ferma e tra loro, percorrendoli tutti di seguito e ciascuno una sola volta, provare per credere, basta una matita. Per questo non esiste un “problema dei ponti di Parigi”, mentre esiste il problema (senza soluzione peraltro, come s’era detto) dei ponti di Königsberg.
Talee: un’idea per librai rizomatici
Il progetto Talee nasce da un’occasione: la richiesta di una libreria, Il Terzo Luogo, di Sarzana di esporre alcuni mie opere all’interno del loro spazio. Ho pensato che avrei voluto fare di più, pensare a un progetto da creare appositamente per quel luogo, e che da quel luogo prendesse vita.
Da un luogo domestico come il balcone di casa e dal mio interesse per le piante sono arrivata al concetto di talea. Ho iniziato a lavorare sulle pagine dei libri e si è chiarita in me la necessità di usarli come supporti, come medium di propagazione di forme., piuttosto che descrivere attraverso le immagini i contenuti del testo scritto, o sottolinearne la scelta.. Le mie talee messe a germogliare, in questo caso, sono costruzioni tridimensionali incerte e fragili che prendono forma dalle pagine e si estendono in paesaggi e griglie cromatiche.
LA CRICCA
di Franco Buffoni
“Un giorno tutto questo sarà tuo”,
Aveva l’aria di dire “Figlio mio”
Indicando l’infilata di sale
Lo scalone il loggiato, il padiglione.
Apparteneva allo stato con uso alla provincia
In comodato cinquantennale
Ma ne parlava male
Dei dipendenti-servi,
Impiegati scansafatiche
Incapaci di cogliere il disegno globale
“E poi nel padiglione in fondo al parco
Il mio studio privato”
Arrivarci? “In bicicletta”. Inventariata.
50 aforismi #3
di Luca Ricci
Il dramma degli amanti: la bile delle coccole e il miele dei litigi.
Scoprire che Dio ha agito per una delusione d’amore…
L’amore è tutto nella vita. Quando finisce.
In memoria : Patrick Chevaleyre
Beaucoup de vide dans le vide beaucoup de vies dans la vie plus de Friskies à Franprix trop de rayures dans le temps quelques labyrinthes un peu trop de nuages dans le ciel beaucoup de filles dans les rues peu de réel dans le réel plus beaucoup d’illusions plus de taxis à cette heure pas beaucoup de monde ce soir pas assez de champagne quelques gifles qui se perdent trop de parfums sur son corps plus beaucoup de cigarettes pas de messages ce soir quelques larmes de fatigue beaucoup de charme trop de visages oubliés beaucoup d’alarmes quelques alertes plus de temps à perdre plus de Ronron à Franprix plus beaucoup de hasard plus de place de parking plus d’électricité beaucoup de plaisir beaucoup de bonheur beaucoup d’errances beaucoup d’erreurs de confusion peu d’histoires dans l’histoire trop de miroirs dans les choses pas d’imagination beaucoup d’incertitudes plus de Whiskas à Franprix quelques ennuis beaucoup d’obstacles trop de police partout des uniformes trop de défaites pas de réponses peu d’argent dans la poésie pas beaucoup de poésie dans l’argent quelques vitrines brisées plus beaucoup de sexe dans le sexe pas assez de courage beaucoup de temps perdu de mots pour ne rien dire pas assez de cruauté trop d’humiliations quelques désirs beaucoup d’obsessions peu de vertige dans l’ivresse plus beaucoup de mémoire trop de contrôle quelques hommes à abattre beaucoup trop de questions quelques femmes à aimer plus de Sheba à Franprix beaucoup de bruit pour rien peu d’images trop de sirènes dans la nuit beaucoup de classe dans la lutte.
Patrick Chevaleyre
Intermezzo estivo 4: Vincenzina e la fabbrica
di Antonio Sparzani
dall’album Quelli che… del 1975.
Qui c’è una registrazione, tecnicamente meno buona e un po’ disturbata, che può esser vista solo su youtube, nella quale Jannacci fa però un’introduzione più interessante e partecipata, in quel suo unico modo.
carta st[r]ampa[la]ta n.27
di Fabrizio Tonello
Una rapida carrellata sulle notizie di sabato: otto medici, fra cui tre donne, uccisi in Afghanistan; in Russia 52 morti per gli incendi, in pericolo alcune centrali nucleari; Fidel Castro interviene, dopo 4 anni di silenzio, per evocare il pericolo di una guerra atomica; nove miliardi di euro di tasse evase recuperati dalla guardia di finanza nel 2009; sei italiani su dieci non vanno in vacanza perché non ce la fanno. Insomma, anche senza ricorrere ai temi ferragostani come i vip in vacanza a Capalbio o il cane che, lasciato solo, si “suicida” (Corriere, p. 26 e 27), di notizie per riempire il giornale della domenica ce n’erano.
In lungo e al largo
L’assaggio
di
Franz Krauspenhaar
Mi sono ritrovato col mare nella testa, come una lama fabbricata a Lumezzane Gazzolo. Era sole, la guarnizione. Guardavo all’orizzonte e vedevo il mondo in miniatura. Il commendator Toroni faceva il suo largo alle trombe Turchetti e a te Mario Bianchi. I milanesi sono portatori insani di panettoni e guglie asimmetriche. “Dài, Franca, casso, fà vedere il culo a tutti, demm, facciamoci riconoscere per quello che siamo!”, dice Toroni all’amante Femi (le manca un Benussi sul pedigree e poi siamo nel commedione di Ric & Gian.) “Vede dottò, qui dagl’anni sessanta non è cambiata ‘na mazzancolla!”, mi suggerisce a tre centimetri dall’orecchio destro Pasquale, il noto bagnino di Livori Beach. Sulla Costiera sono arrivato da tre giorni, anzi tornato, che ci vengo a sdraiarmi da secoli col frigobar, le pale semoventi sulla testa e prima, fino alla scorsa estate, mia moglie Frida (detta t’aggio voluto bene) ora morta (purtroppo – dico per dirlo, certo) per cause di tumore avvenuto in tutto e per tutto durante i mondiali di calcio del Sudafrica. Così che Frida (cognome da signorina Freihalterhofer) alle prime partite cominciò a sentirsi peggio del solito e verso le semifinale, ai fischi d’inizio e dopo gl’inni nazionali, era praticamente in coma irreversibile.
Intermezzo estivo 3: Addio a Lugano
di Antonio Sparzani
Cantano, nell’ordine, Silverio Pisu, Otello Profazio, Lino Toffolo, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci.
Pietro Gori, anarchico italiano, venne accusato da una parte della stampa di essere l’ispiratore dell’omicidio del presidente francese, Marie François Sadi Carnot (24 giugno 1894), in quanto amico e avvocato difensore dell’attentatore, Sante Geronimo Caserio. Per evitare una condanna fuggì a Lugano. Lì sfuggì ad un attentato nel gennaio 1895. Nello stesso mese venne arrestato ed espulso dalla Svizzera assieme ad altri esuli.
In carcere, secondo alcuni, o dopo l’espulsione, secondo altri, compose due poesie, una delle quali era intitolata Il canto degli anarchici espulsi. Quest’ultima divenne poi Addio a Lugano e venne poi diffusa con alcune differenze sia nel testo che nella disposizione delle strofe.
PHILIP LARKIN
di Franco Buffoni
Il 1956, per l’Inghilterra, non fu soltanto l’anno della crisi di Suez, che ridimensionò radicalmente lo status della nazione come potenza mondiale, ma anche l’anno della svolta in due fondamentali generi letterari: il teatro (con lo shock provocato dalla prima rappresentazione di Look Back in Anger di John Osborne) e la poesia, con la pubblicazione della antologia New Lines, curata da Robert Conquest, che sancì la nascita del Movement.
L’evento era stato preceduto da un articolo anonimo – apparso due anni prima sullo Spectator (poi riconosciuto come proprio da Anthony Hartley), che riconosceva in un gruppo di giovani poeti “il solo movimento degno di questo nome nella poesia inglese dopo quello dei trentisti” – e da un’altra antologia, Poets of the 1950s, apparsa nel 1955 a Tokyo (e, proprio per questo, passata al momento inosservata) curata dal poeta e critico D. J. Enright. I nomi dei poeti presenti nelle due antologie sono gli stessi, con la sola aggiunta, da parte di Hartley, di Thom Gunn: Kingsley Amis, Donald Davie, John Wain, Elizabeth Jennings, John Holloway. E Philip Larkin: di tutti il più rappresentativo dello spirito del Movement e destinato, dapprima, a consustanziarsi in esso, quindi a informare di sé, griffandolo, l’intero movimento.
In lungo e al largo
di
Roberto Bugliani
La Gang suonava Comandante e lui rammentava i murales della Realidad. Lo sguardo profondo e interrogativo dei due volti giganteschi dipinti sul muro della scuola dal tetto di lamiera devastato dalla sciaguarata incursione di Lolita de la Vega, da Angelo prontamente ribattezzata Lolita de la Verga, scrutava un po’ stupito il gruppo di visitatori.
Lolita era discesa sul villaggio a bordo dell’elicottero di Tele Azteca con l’arroganza d’un conquistatore d’altri tempi, e lo spostamento d’aria provocato dalle pale del rotore aveva abbattuto un albero e scoperchiato il tetto della scuola, mentre alcuni pezzi di lamiera erano schizzati via ferendo alla testa un bambino indigeno.
L’orribile anniversario
di Antonio Sparzani
[non me la sento di mettere immagini su questo tema, se ne trovano in rete di stupefacenti, bastano le nude parole]
credo molti sappiano che il 6 agosto del 1945, sessantacinque anni fa, presidente regnante Harry S. Truman, un aereo statunitense chiamato Enola Gay sganciò sulla città di Hiroshima, in Giappone, un nuovo tipo di bomba, detta atomica, provocando conseguenze di nuova mostruosa disumanità e che tre giorni dopo, il 9 agosto, un analogo ordigno fu sganciato sul porto di Nagasaki (per una cronaca dettagliata si veda qui) Aggiungo qui qualche informazione, forse non di dominio così pubblico, anche se reperibile qua e là in rete (ad esempio qui).
La notte tra il 9 e il 10 marzo del 1945 (cinque mesi prima di Hiroshima), un’ondata di 300 bombardieri americani colpì Tokyo, uccidendo 100.000 persone. Lanciando circa 1.700 tonnellate di bombe, gli aerei devastarono buona parte della capitale, bruciando completamente oltre 25 chilometri quadrati e distruggendo 250.000 edifici. Un milione di abitanti rimasero senza casa.
Il 23 maggio, undici settimane più tardi, arrivò il più grande raid aereo della guerra sul Pacifico,
carta st[r]ampa[la]ta n.26
di Fabrizio Tonello
È tutta una questione di numeri. Sabato 31 luglio, il Giornale spara un titolo a tutta pagina: “Il nuovo gruppo nasce con il pallottoliere” (p.5). I deputati che hanno seguito Fini sono 33, numero che è stato immediatamente dichiarato illegale da Cicchitto, come le intercettazioni della Procura di Palermo. Il Sudoku, che sul Giornale stava a p. 33, d’ora in poi sarà ribattezzato “Sumontekarlo” e la pagina sarà numerata come 32bis.
In effetti, al Giornale si fanno gli straordinari: azzannare i polpacci di Gianfranco Fini, mordere le chiappe di Italo Bocchino e addentare le caviglie di Fabio Granata è fatica. Le carte della casa a Montecarlo di qua, le sorti del governo di là, le interviste a celebri pensatori liberali come Pino Rauti e Francesco Storace, le “dieci domande” al presidente della Camera in stile Repubblica de noantri: per riempire le 36 pagine Feltri ha dovuto mobilitare pure le donne delle pulizie.
Riportando tutto a casa / Locorotondo
Riportando tutto a casa
di Nicola Lagioia
Sabato 7 agosto, ore 20
piazza Vittorio Emanuele, Locorotondo
Con l’autore interverrà Leonardo Palmisano
La presentazione è organizzato dal mensile Largo Bellavista
In lungo e al largo
di
Alessandro Zannoni
“Qui il fiume si allarga e si confonde col mare, e forse è già mare senza che io possa saperlo, in effetti come si fa a capire dove finisce uno e dove inizia l’altro, non è che ci sia un confine esatto, non esiste un netto mutamento di colore o densità o che ne so, neppure un cartello che ne proclama la precisa demarcazione, però so che da qui le cose cambiano e c’è una netta trasformazione in corso, non la vedo ma esiste e la accetto, e penso a questa cosa liquida in modo diverso, e la chiamo in un altro modo, pure; non più acque limpide, forti correnti, rapide tumultuose, argini selvatici, stagioni di secca o stagioni di piena, ora e per sempre un’unica infinita massa d’acqua.











