Absoluteville , come suggerisce il nome, non è semplicemente un blog, è innanzitutto un progetto, una città in continua evoluzione dove si fa e si ragiona di letterature, di poesie, di arti, nella speranza che questo ragionare e questo fare siano terreno di incontro per tanti scrittori, lettori, e chissà anche non lettori.
Murene, la collana
“Murene” è la collana cartacea di Nazione Indiana.
La quarta di copertina dei primi tre numeri recita:
“Murene è una collana nata da nazioneindiana.com e distribuita per sottoscrizione a lettori consapevoli e inquieti. Indifferente alle mode, propone testi di autori italiani e stranieri per sondare quelle esperienze letterarie che spesso l’industria culturale non ha il coraggio di sostenere. Scatto artistico e al tempo stesso etico, strumento leggero di esplorazione a tutto campo – narrativa, saggistica, poesia –, Murene respira nelle profondità, attraversandole.”
Progetto collettivo di tutta Nazione Indiana, ha un comitato di redazione costituito da Andrea Inglese, Domenico Pinto, Andrea Raos e Massimo Rizzante. Il progetto grafico è di Mattia Paganelli.
Interamente autofinanziata, viene venduta su abbonamento (3 numeri all’anno) e distribuita per posta.
I titoli del 2010 sono:
Castello in movimento
[La Festa di Nazione Indiana si svolge all’interno di una serie di eventi che si susseguiranno nei prossimi mesi al Castello Malaspina di Fosdinovo. Vi allego qui sotto il programma. G.B.]
Castello Malaspina di Fosdinovo
maggio-settembre 2010
Seconda Edizione
Seconda edizione per CASTELLO IN MOVIMENTO, la manifestazione che si tiene da fine maggio a fine settembre 2010 nel Castello Malaspina di Fosdinovo, monumento simbolo di quella zona della Toscana racchiusa tra le coste del Tirreno, le colline della Lunigiana e le Alpi Apuane. E’ ideata dalla giovane coppia, Pietro Torrigiani Malaspina e Maddalena Fossombroni, che abita e gestisce il Castello, memoria storica del luogo e sua continuità nel presente.
Ulrike Draesner, Roma
Seminario e workshop sulla poesia contemporanea a Lecce – 31 maggio
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Provincere o morire
incontro alla festa di Nazione Indiana, domenica 30 maggio, ore 14, al Castello Malaspina di Fosdinovo
a cura di Giacomo Sartori e Helena Janeczek con Vincenzo Pardini
L’Italia che si accinge – fra le polemiche- a celebrare i 150 anni della sua unità, sembra sempre più un’entità politica astratta: da superare per alcuni, per moltissimi un luogo che non suscita sentimenti di appartenenza più profondi e naturali del tifo per la nazionale ai mondiali di calcio. Forse anch’esso, stavolta, piuttosto tiepido.
Qualcosa – è evidente – è andato storto. Qualcosa ha fatto sì che pur con l’alfabetizzazione della tv di Stato nel dopoguerra e poi quella privata, pur con i grandi flussi di emigrazione storici da Sud a Nord e il loro inquietante, silenzioso ritorno in massa negli ultimi anni, l’Italia sia oggi un paese che non si conosce più. Un luogo dove i ragazzi di ogni provenienza volano in low-cost a Amsterdam, Parigi, Londra, Berlino, ma dove un ragazzo di Siracusa fatica a immaginare la vita di un suo coetaneo a Trento, a meno che non vi ci sia trasferito per studi o per lavoro. Ma forse questo vale già a una distanza assai minore.
PARDINI ALLA FESTA INDIANA
[il grande Vincenzo Pardini sarà alla Festa Indiana (domenica 30 alle 14: Provincere o morire); nel frattempo ci concede questo suo testo, nel quale ci si aspetterebbe che spunti da un momento all’altro uno dei suoi stupefacenti eppur veracissimi personaggi e/o animali]
TRE GIORNI DI VENTO
Non mi era mai accaduto di convivere per tre giorni con un vento così forte e pieno di echi. Folate pressoché ininterrotte. Una catena di immensi respiri, frammessi da suoni e lamenti. Venivano dalle gole dell’Appenino bianco di neve, stagliato nel cielo plumbeo. Nonostante quelle spire, le nubi persistevano compatte come marmo.
Non ho voluto sapere s’era tramontana, grecale o libeccio. Era vento e basta. Forte e sottile da entrare nelle minime fessure di porte e finestre e spalancare, come avesse avuto mani, usci di stalle e metati. Neanche i cani volevano venire fuori dalle cucce. I loro sguardi imploravano di voler stare al coperto. Anziché uccelli, vagolavano nell’aria foglie di castagno; vecchie foglie del sottobosco, marroni e sottili volteggiavano, innalzandosi senza meta.
carta st[r]ampa[la]ta n.16
di Fabrizio Tonello
Travolti dalla crisi greca, due settimane fa abbiamo dovuto rinviare alcune benevole considerazioni sulla lungimiranza e la capacità di analisi dimostrate dai quotidiani italiani nel riferire delle elezioni inglesi, cominciando dal Corriere della sera.
O Màgalo
di Vito Bonito
I sangui i sangui – o Màgalo
canta i sangui
per qui non puoi
passare ma ogni tuo fallire
su le mie fiorire braccia –
o Màgalo
luce piangere perché non so
cantare perché mai luce
per te vedere ne la mia
morte che non muore
ne la mia
sempre illuminata morte
mia per te non vedere
piangere per me
questa luce
questa
***
Gerard Manley Hopkins: Fottivento
Traduzione di Ottavio Fatica
Fottivento
a Cristo nostro Signore
Ho colto stamattina il mattutino, ere-
…..de dell’aurora, il Falco ai primi albori a screzio tratto
…..a delfino sull’onda d’aria immobile, che ratto
si avvoltoiolava a una martingala d’ala scarmigliata in e-
stasi! poi via, vai, con alta lena, come lama che
….rabesca schettinando ghirigori, sull’aire planava rarefatto
…..a rabbuffo del vento. Ha agghermigliato il cuore in me ritratto
un gheppio – che prodezza! che signoria di sé!
Bellezza bruta e valentia e azione, oh, vento, vanto, qui come un sol io
…..all’appuntamento! E POI il fuoco che da te sprigiona, squilla un bilione di volte più incantevole, più periglioso, O cavaliere mio!
Nessuna meraviglia: basta olio di gomito e il vomere artigliato nel crostone
…..brilla, e la brace cinerulea, ah figlio di Dio,
si sfalda in granuli smeriglio, si slabbra in brani d’oro vermiglione.
Non avrei mai scritto Gomorra
di Roberto Saviano

Mi ha generato un senso di smarrimento e paura la dichiarazione di voler tutelare la privacy dei boss mafiosi. Molti boss è proprio quando parlano con i familiari che danno ordini di morte. Ed è proprio quando i familiari a loro volta parlano con amici e conoscenti che rendono palesi le volontà di chi è latitante e impartisce ordini. È proprio nei momenti di maggiore intimità che viene fuori la mappatura criminale di un territorio. Addirittura osservando le conversazioni dei figli dei boss sui social network si possono evincere informazioni che probabilmente seguendo altri canali potrebbero sfuggire. Famiglie potentissime che festeggiano compleanni nel chiuso di quattro mura con pochi intimi: significa che non è il momento adatto per esporsi, significa che ci sono problemi sul territorio.
Karagoez
di Rinaldo Censi
“La biologia dell’ombra non è stata ancora studiata”: Karagoez (Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi)
Il salone è perfettamente ammobiliato. Moquette, carta da parati in tinta: quadri e cornici dorate. Qualche vaso, porcellane finissime e addobbi floreali. Al centro del salone, sopra a un tavolo di legno pregiato, non emerge solo un lampadario composto di ferro e cristallo; svetta piuttosto uno strumento meccanico, simile a una macchina da cucire Singer. Nell’aria, l’odore di chiuso (tendaggi di velluto davanti alle finestre) si sposta con un movimento d’atomi simile a un’onda, e si scontra con la luce artificiale prodotta dalla macchina in funzione. Questa macchina non tesse stoffe pregiate, ma, grazie a un meccanismo non dissimile, srotola una pellicola all’interno di un corpo meccanico fatto di ingranaggi e bielle, come il cuore di un orologio.
Poiesis, polis, pòlemos
“Il rosso e il nero – confronto in versi sul nostro tempo”
e gli autori Franco Buffoni, Helena Janeczek,
Tomaso Kemeny, Roberto Mussapi, Aldo Nove
Un’altra critica è possibile: Giancarlo Alfano legge Michele Sovente
foto di effeeffe -Michele Sovente insieme all’artista Arminio
Sovente, o lo spettro del paesaggio
di
Giancarlo Alfano
1. Lo spettacolo.
«La vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è trasferito in una rappresentazione». Così, collocando in epigrafe un aforisma della Società dello spettacolo (1967) di Guy Debord si apriva nel 1978 il primo libro di Michele Sovente, intitolato, ironicamente, L’uomo al naturale. «Di questi tempi è facile smarrirsi nel ginepraio di fasulle immagini e avvistare un ufo» (B 246): questo è invece quanto si legge nel componimento n. 28 di Il racconto dell’acqua, ultima sezione di Bradisismo, al momento l’ultimo libro del poeta campano, pubblicato nel 2008. La prima e l’ultima pagina, a distanza di trenta anni, sono dunque congiunte dalla riflessione sullo statuto del mondo esterno, sulle condizioni di esistenza del mondo nell’epoca odierna.
Si farebbe però fatica a inserire Sovente nella tradizione della recente poesia civile, tanto più che a partire dal 1990 con Per specula enigmatis, egli ha inserito nel suo lavoro la lingua latina, con uno scarto ben evidente rispetto al commercio linguistico ordinario.
Per comprendere il senso di questa strana ambivalenza tra confronto col presente e immersione in un ambiente linguistico antico torna utile un frammento di intervista rilasciata dal poeta nell’aprile 2000, dove ha dichiarato che «la poesia traffica con gli spectra più che con lo spectaculum»: in altri termini, alla “società dello spettacolo” e alla consumazione dell’evento, la poesia contrappone la presenza degli spettri e il loro linguaggio. Questa contrapposizione implica il passaggio da un primato della vista a un primato dell’udito: dallo sguardo perduto nel quadro televisivo o nello schermo del computer all’orecchio immerso in un ambiente sonoro.
Variazioni su Persona: concerto di Guerra+Zaffarano
La camera verde
via G. Miani 20, Roma
sabato 22 maggio, ore 21:00
e
domenica 23 maggio, ore 19:00
D’APRÈS INGMAR BERGMAN.
VARIAZIONI SU PERSONA
concerto per immagine
di
Matias Guerra
e
Michele Zaffarano
*
prenotazione obbligatoria
al numero 340-5263877
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FESTEGGIAMOLE TUTTE
di Famiglie Arcobaleno
LE FAMIGLIE OMOGENITORIALI IN FESTA PER UN VERO FAMILY DAY
Le famiglie sono tutte diverse. Festeggiamole tutte
Domenica 23 maggio avrà luogo la seconda edizione della Festa delle Famiglie. Organizzata da Famiglie Arcobaleno, l’associazione che riunisce genitori e aspiranti genitori omosessuali, la Festa delle Famiglie si svolgerà nei parchi di sei città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Mestre, Ferrara.
Per l’intera giornata un parco cittadino ospiterà un ritrovo-picnic decorato con striscioni e palloncini. Ci saranno banchetti con materiale informativo e gadget. Ma sarà soprattutto un’occasione di tranquilla visibilità e dialogo per tutti, per incontrarsi e raccontarsi. Un modo per capire che è l’amore che crea una famiglia, e che è solo insieme agli altri che possiamo abbattere il muro dell’odio e del pregiudizio.
X ES
di Franco Buffoni
alla mia ragazzina piaci, passero,
che lei ci giuoca, e a te ti stringe al seno, e ti dà un dito, in punta, se la punti.
e a morderla ti provoca, di scatto, quando che a lei, che è la mia bella voglia, le va che fa uno scherzetto così:
ma sarà il confortino al suo dolore,
che il suo calore, immagino, ci tempera:
ah, poterci giocarti, io, come lei,
da alleggerirmi la malinconia!
tanto già piacque, pare, alla ragazza velocista, la mela doratina:
le ha sciolto gli slippucci legatissimi:.
Troie

Alcune favole di un certo tipo
di Sergio Soda Star
LA BIDELLA TROIA
C’era una volta una bidella lombarda che a causa di alcune molestie che aveva subito durante l’infanzia da parte del nonno materno era diventata una troia e la sua vita era sempre alla ricerca del membro maschile. Le sue giornate erano tutte piene di messaggi sessuali sia ai ragazzi della scuola che ad alcuni insegnanti. Per esempio un professore molto educatamente chiedeva se poteva passare perché lei aveva appena pulito, e lei rispondeva non si preoccupi prof a me piace molto scopare e posso farlo sempre. Oppure un ragazzo comprava da lei una panino con la salamella e lei diceva anche a me piacciono molto le salamelle ecc. Addirittura si permetteva questi doppi sensi anche col preside che però essendo calabrese non li capiva.
Questa favola ci fa capire che quando una persona pensa sempre alla stessa cosa poi non riesce a non mandare quel messaggio a chiunque, e che lo psicologo Freud che ha scoperto queste cose aveva sicuramente ragione.
Tang Jitian e Liu Wei: l’emergenza e il lato oscuro della legge
di Flora Sapio – via Cineresie
Tang Jitian e Liu Wei sono avvocati. Hanno difeso migranti, agricoltori privati della terra, persone sieropositive, le vittime dello scandalo del latte alla melamina – ed i membri del movimento Falungong. In Cina, la maggior parte degli avvocati non accetta di occuparsi di questi o simili casi. Sono casi considerati ‘sensibili’, in quanto potrebbero indurre il verificarsi di emergenze: proteste, cortei, dimostrazioni o altri comportamenti che sfidano apertamente la legittimità del governo e del partito. Tang e Liu fanno eccezione. Sono avvocati per la difesa dei diritti civili (weiquan lüshi): un piccolo gruppo di professionisti che accetta casi ‘difficili’, abbinando quest’attività alla normale professione forense o all’insegnamento del diritto.
Festa di Nazione Indiana – Alla ricerca del vocabolario perduto
Discussione sulla critica letteraria
con Giancarlo Alfano, Biagio Cepollaro, Luca Lenzini
Coordina Andrea Inglese
Questo incontro si propone come una discussione aperta a partire dagli interventi di tre critici intorno a una precisa domanda: “è possibile individuare un vocabolario condiviso per la critica?”.
Il nostro orizzonte iniziale sarà in modo particolare la critica di poesia. Privilegeremo questo ambito per due motivi: 1) la critica di poesia implica una strumentazione assai sofisticata, e di conseguenza è quella che offre un accesso meno immediato sia al lettore sia a colui che si vuole cimentare in tale pratica; 2) data l’importanza del giornalismo culturale e del marketing editoriale, il lavoro critico, seppure non scompare del tutto, tende inevitabilmente a passare inosservato ai più; ciò vale a maggior ragione per la critica di poesia.
Al di fuori di ogni propensione al lamento, che troppo spesso costituisce l’unico tema davvero accattivante delle discussioni intorno alla critica o intorno alla letteratura – e in particolar modo alla poesia –, inviterei ognuno di questi autori a fornire una valutazione sulle condizioni di tre modi dell’attività critica, quello universitario, quello militante e quello d’autore. Vorrei, cioè, avviare la discussione, chiarendo preliminarmente il contesto a partire dal quale ognuno esprimerà il proprio punto di vista. Mi sembra che ciò possa essere un’occasione per segnalare i punti di forza e i punti di debolezza, allo stato attuale, di tali modi del fare critica.










