Poesia
di
Amelia Rosselli
Se sinistramente, ti vidi
apparire, come un sole nero
la tua biondezza, e il sole
recuperava tutto – o quasi
il tutto che in te trovai…
Poesia
di
Amelia Rosselli
Se sinistramente, ti vidi
apparire, come un sole nero
la tua biondezza, e il sole
recuperava tutto – o quasi
il tutto che in te trovai…
di Anna Nadotti
[Reading and Translating ASByatt: From a Liquid to a Solid State. Universiteit Leiden, February, 9th, 2010]
Il tempo passa per gli scrittori. E passa per i traduttori.
Le circostanze esterne cambiano, oppure no, ma ci influenzano.
Cambia di certo il nostro mondo interiore. Per via dell’amore e della morte, per via dei nuovi nati e per gli anni che s’assommano, per gli amici incontrati e per quelli perduti, per gioie e tristezze, per soddisfazioni e delusioni. E non solo. Cambiamo perché vediamo, leggiamo, ascoltiamo e impariamo. Cambiamo perché ri-vediamo, ri-leggiamo, ri-ascoltiamo e impariamo di nuovo.
Nel quadro della rassegna letteraria “GIULIO PASSAMI IL LIBRO: “INIDIPENDENTI”, la serata del 10 maggio alle ore 21:00 è dedicata ai testi di Teresa De Sio, Roberto Donatelli, Francesco Forlani, Michele Sovente, Carmine Vitale, presso il locale “Giulio Passami l’Olio” – Via di Monte Giordano, 28 – ROMA. Gli altri appuntamenti verranno via via comunicati. I testi saranno in seguito pubblicati in una edizione speciale a cura dello studio Oblique per le edizioni Infinite Soluzioni.
Scrittori partecipanti : Teresa De Sio, Roberto Donatelli, Carmine Vitale, Andrea Inglese, Francesco Forlani, Sonia Topazio, Stefano Malatesta, Loredana Raciti, Marco Fabio Apolloni, Paolo Piccirillo, Michele Sovente, Luigia Sorrentino, Stefano Gallerani, Gualtiero Rosella
Letture a cura di: Simone Caparrini, Lia Zinno, Nicola Pistoia, Daniela Scarlatti, Sonia Topazio, Marina Giulia Cavalli
[Dopo gli interventi di Helena Janeczek e Andrea Inglese, abbiamo pensato di mettere a punto un questionario composto di 10 domande, e di mandarlo a un certo numero di autori, critici e addetti al mestiere. Dopo Erri De Luca, Luigi Bernardi, Michela Murgia, Giulio Mozzi, Emanule Trevi, Ferruccio Parazzoli, Claudio Piersanti, Franco Cordelli, Gherardo Bortolotti, Dario Voltolini, Tommaso Pincio, Alberto Abruzzese, Nicola Lagioia, Christian Raimo, Gianni Celati, Marcello Fois, Laura Pugno, Biagio Cepollaro, Ginevra Bompiani, ecco le risposte di Marco Giovenale.]
(FINIS ITALIAE)
1) Come giudichi in generale, come speditivo apprezzamento di massima, lo stato della nostra letteratura contemporanea (narrativa e/o poesia)? Concordi con quei critici, che denunciano la totale mancanza di vitalità del romanzo e della poesia nell’Italia contemporanea?
Premetto che mi sono trovato in singolare sintonia, per più ragioni e su più punti se non in tutto, con le risposte di Bortolotti e Mozzi. Non so quanto possa aggiungere a molte delle loro osservazioni; tento, in ogni caso. (Calcando su qualche differenza, forse, in modo tale che non si senta eccessivamente quanto – e con che energia – io concordi con loro).
Sulla poesia italiana, non posso dire che manchi di “vitalità”, per quel che vedo e mi pare di capire. Non è certo la vitalità a mancare, in questo momento; lo dico pensando non solo alle scritture che sento affini all’“idea di poesia” che ho, ma anche in generale, e guardando pure alla ricchezza di proposte della rete.
Sulla narrativa, devo ammettere di non avere sufficienti dati. Specie a proposito del romanzo. Non leggo romanzi, non riesco (per mio gusto) a sentire, ad apprezzare, la stessa forma romanzo. Mi è quasi totalmente estranea, specie se è ad autori italiani che ci riferiamo. Ho poco tempo per affrontare romanzi e quando lo faccio ne resto in pratica invariabilmente deluso, assai sconfortato. Sarà un problema mio, anzi sicuramente lo è. Dunque non posso dire di avere il diritto di uscire dal campo strettissimo di un gusto soggettivo iperconnotato, in quest’area, per esprimere opinioni su uno stato di fatto addirittura nazionale.
di Grazia Verasani
La prima adesione è sentimentale, e da lettrice che vive da sempre la lettura con quella bulimia notturna che, a volte, per moltitudine di bellezza, apprende, fagocita, sottolinea, e allo stesso tempo rischia la dispersione dell’eccesso. Sono convinta anch’io che un libro vada assorbito lentamente, per giungere a sedimentarsi in cavità profonde, fedelmente inamovibili. Lo sconforto (banale ma vero) è che non basta una vita per leggere ciò che si vorrebbe leggere, e che in questo “viaggio” il pericolo sia perdere qualcosa che non urla abbastanza da farsi sentire, se non grazie a un passaparola amicale o con iniziative di libera divulgazione come questa. Da troppo tempo siamo sottoposti a una dittatura della visibilità che ci rende ciechi di fronte alle pagine “nascoste” (e non è un luogo comune che quasi sempre esse siano le migliori).
La difficoltà e il piacere di scovare ciò che non balza subito agli occhi sembra diventato il vezzo intellettuale del lettore professionista, o di quello più ingenuo (nel senso di insensibile al rumore mediaticamente recensorio di un intellettualismo di corte teso a promuovere ciò che non ne abbisogna). Di conseguenza, scegliere un buon libro comporta sempre di più quella piccola fatica solitaria di abbassare le mani sull’ultimo scaffale, muovere gli occhi sui dorsi fragili e discreti che stanno dietro alle vetrine, ed è un po’ come sedersi all’ultimo banco, o perlustrare uno sfondo, ritrovare il nascondiglio delle ultime file di un vecchio cinema, quando si poteva fumare o scambiarsi effusioni nel buio, e riscoprire così il coraggio di un dissenso, di un chiamarsi fuori, di una “nicchia” leale, non affetta da travestitismo e da aspirazioni voluttuarie.
(Continua a leggere QUI)
Come da regolamento, sono stati esclusi dalle votazioni i libri di Massimo Gezzi (L’attimo dopo, Luca Sossella Editore) e Guido Mazzoni (I mondi, Donzelli) per la Poesia; La strada di Levi di Marco Belpoliti-Andrea Cortellessa-Davide Ferrario (Chiare Lettere) per le Altre Scritture.
NARRATIVA
1) Emanuele Trevi, Il libro della gioia perpetua, Rizzoli p. 51
2) Gabriele Frasca, Dai cancelli d’acciaio, Luca Sossella Editore p. 24
2) Francesco Orlando, Doppia seduzione, Mondadori p. 24
4) Davide Longo, L’uomo verticale, Fandango Libri p. 18
4) Francesco Pacifico, Storia della mia purezza, Mondadori p. 18
6) Laura Pariani, Milano è una selva oscura, Einaudi p. 17
7) Silvia Ballestra, I giorni della rotonda, Rizzoli p. 16
7) Antonio Pennacchi, Canale Mussolini, Mondadori p. 16
9) Sebastiano Nata, Il valore dei giorni, Feltrinelli – p. 15
10) Paolo Nori, I malcontenti, Einaudi p. 14
di Fabrizio Tonello
Ho abiurato agli affetti più cari. Abiuro alla mia mamma. Se me lo chiedete, abiurerò anche all’anima. Così Marco Respinti descrive le esperienze di Kang Zhengguo, un cinese bollato come “reazionario” nel 1965 e incarcerato, che più tardi riuscirà ad emigrare negli Stati Uniti. Il libro che recensisce è Esercizi di rieducazione e l’articolo è uscito nella pagina “Cultura & Scienza” di Libero, 1 maggio.
di Giovanni Catelli
Nelle sere d’inverno, al diradarsi delle folle sul Kreschatik, la Signora del buio riappare.
Quando le cifre rosse sulla torre del Maidan segnano le ventitré, e il carillon sparge le sue note di commiato all’aria gelida, la Signora spalanca le porte del suo arrivo e si fa strada nel calore luminoso della tavola calda: muove qualche passo, riservata, scruta i tavoli già vuoti, osserva ogni vassoio abbandonato, dai clienti già lontani, nel metrò, nel vasto gelo, non decide, si sofferma con un lieve sorriso di stupore, di fronte allo schermo sospeso, alla sua luce fosforica, ed ai volti sereni che soffiano sillabe uguali al silenzio.
Avanza di nuovo, come svagata, poi ghermisce improvvisa un bicchiere solitario, abbandonato, quasi pieno, e lo stringe disinvolta, col sussiego della piena proprietà: cerca un tavolo propizio, un divanetto confortevole, il giusto riposo del cliente soddisfatto, si accomoda ordinata, distinta, diritta,
Un appello di Marco Belpoliti
Cari Amici e Amiche di Nazione Indiana,
Vi mando queste poche righe che ho pubblicato ieri, 30 aprile, sulla Stampa di Torino. Sono scritte per il lettori di quel giornale, e in poco spazio. Ma credo che il tema del degrado della scuola causato dal ministro Gelmini e da questo governo sia molto grave. Tutti quelli che hanno figli a scuola lo toccano con mano ogni giorno.
Il mio articolo è davvero poca cosa, ma dice una cosa concreta, a partire dal caso del Liceo Keplero di Roma.
L’opposizione fa qualcosa per questo?
Mi pare di no. O se sì, non abbastanza.
Perché non usare il web per lanciare una proposta di mobilitazione, scuola per scuola, di fronte a questa situazione?
Nazione Indiana può fare qualcosa?
Tocca a noi reagire e non accettare passivamente quello che accade Come un destino ineluttabile: non ci sono soldi…
Un caro saluto
Marco Belpoliti
di Uaar
In anticipo di tre settimane sulla CEI, l’UAAR ha cominciato la sua opera di informazione sull’Otto per Mille: “visto che non la fa lo Stato, ci pensiamo noi”. E così contro la corazzata vaticana di sette filmati da trenta secondi l’uno che abbiamo cominciato a vedere a ripetizione in tivù da domenica 25 aprile e vedremo fino a luglio, arrivano i banchetti di atei e agnostici nelle città italiane, per spiegare ai cittadini come funziona l’Otto per Mille, che ogni anno distribuisce circa un miliardo di euro tra alcune confessioni religiose. Meno di quattro italiani su dieci firmano per l’Otto per Mille e solo poco più di tre su dieci firmano per la Chiesa cattolica. Ma, per i meccanismi della legge, tutti gli italiani versano il loro contributo e, alla fine, l’87% del gettito raccolto finisce nelle casse della Chiesa, che a sua volta impiega solo l’8% di quel che raccoglie per missioni nei paesi poveri. Lo Stato non lo spiega, non chiede fondi per sé e soprattutto utilizza gran parte di quel che riceve per la ristrutturazione di edifici di culto cattolico. Per questo l’UAAR ha anche scritto al ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti, per chiedere di rivedere la politica del governo sull’Otto per Mille di competenza statale, evitando che quei fondi siano accantonati per esigenze di bilancio o siano destinati (direttamente o indirettamente) a realtà riconducibili alle confessioni religiose, per destinarli invece alle vittime di calamità naturali che tanto frequentemente colpiscono il nostro paese.
“Noi poveri passerotti empirici”
GAETANO SALVEMINI
Pubblico il comunicato che ho ricevuto stamani riguardo l’annullamento della festa di due giorni, organizzata dall’Associazione Dinamo Culturale nel borgo fantasma di Consonno. Nella festa ero stata coinvolta insieme alla poetessa e amica Francesca Genti. L’annullamento da parte dell’amministrazione è imputato a questioni “tecniche”, come leggerete, ma forse i reali motivi sono altri, che lascio immaginare all’intelligenza e opinione di ognuno.
di Paola Lodola
Stando a recenti analisi, gli studenti stranieri che cominciano a studiare in Italia da preadolescenti sono quelli che devono affrontare le difficoltà più grandi, più di quelli che arrivano da bambini, ma anche più di quelli che si inseriscono nel sistema scolastico italiano da adolescenti. Perché? Come ha descritto Graziella Favaro in un recente incontro sugli stranieri e la scuola organizzato a Milano dal Centro Come, un ragazzino di undici o dodici anni non ha più l’apertura, che hanno i bambini più piccoli, per imparare una lingua come un gioco e, d’altro canto, non sente ancora la responsabilità di dover affrontare la faccenda per senso del dovere verso la propria famiglia, come accade ai più grandi. Inoltre se per un bambino la gratificazione che deriva dal rapporto con un’insegnante attenta è sufficiente e incoraggiante in sé, e se per i ragazzi più grandi torna possibile stabilire un’alleanza forte con un adulto di riferimento, nella preadolescenza gli interlocutori privilegiato sono i coetanei.
venerdì 30 aprile 2010 > NOTTE BIANCA – Firenze
dalle 19 fino a mattino > OLTRARNO
Cuculia Libreria Cucina (dalle 19) > Libreria Café La Cité (dalle 21) > Popcafè (dalle 23)
Un’iniziativa con il sostegno di
Comune di Firenze / Maggio fiorentino / Insonnia Creativa
18 autori, riviste e collane di letteratura, accompagnati da 4 musicisti elettronici fiorentini:MANUELE ATZENI, BOBBY KEBAB, JOHNNYBOY, BIGA EL CLIMATICO
A Napoli, nell’ambito della manifestazione Una piazza per la poesia
presso la Libreria Treves, Portici di San Francesco di Paola
Piazza del Plebiscito 11/12
Lunedì 3 maggio 2010 ore 18:00
Incontro con
Andrea Inglese (La distrazione, Luca Sossella Editore)
Marco Giovenale (La casa esposta, Le Lettere)
Dialoga con gli autori
Giancarlo Alfano
di Ethan Zuckerman – traduzione di B. Borgato e B. Parrella – leggi la prima parte
Per sperare di vedere fornitori come Facebook propagare la libertà di Internet in questi ambienti recintati, occorre che prima di tutto s’impegnino a proteggere tali diritti sulle proprie piattaforme.
Un compito tutt’altro che facile. Sin dall’inizio molti hanno proposto di estendere l’Articolo XIX della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani anche ai diritti del cyberspazio – Robert Gelman aveva redatto una prima bozza di documento per i diritti nell’era digitale proprio in base alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1997. Più recentemente Max Sengens e la Internet Rights & Principles Coalition hanno cercato di affrontare la difficile questione della trasposizione del diritto alla libertà d’espressione nel contesto di Internet, lavorando nell’ambito dell’Internet Governance Forum. Rebecca mi conferma che insieme alla Global Network Initiative stanno impegnandosi a stilare una serie di “best practices” con l’obiettivo di proteggere i diritti stabiliti dall’articolo XIX anche nei social media e nelle piattaforme pubbliche.
Domani partirò insieme ai compagni dell’Osvaldo Soriano Football Club alla volta di Unna, in Germania dove dal 29 Aprile al 1° Maggio si svolgerà la RUHR LIT CUP
Italia, Germania, Inghilterra, Turchia, Ungheria, Svezia e Austria si sfidano in tre giorni di competizioni calcistiche e confronti culturali. Per l’occasione ho pensato a questo piccolo omaggio, a Pier Paolo Pasolini, per le cose che ha detto, a Maradona per quello che ha fatto vedere in campo, e ad un amico che non c’è più, Bruno Tramontano che mi fece scoprire come e quando il campione argentino realizzò il sogno del poeta. effeffe
L’articolo completo da cui sono stati estratti i brani riportati nel video, è consultabile sul sito dedicato a Pasolini
[Dopo gli interventi di Helena Janeczek e Andrea Inglese, abbiamo pensato di mettere a punto un questionario composto di 10 domande, e di mandarlo a un certo numero di autori, critici e addetti al mestiere. Dopo Erri De Luca, Luigi Bernardi, Michela Murgia, Giulio Mozzi, Emanule Trevi, Ferruccio Parazzoli, Claudio Piersanti, Franco Cordelli, Gherardo Bortolotti, Dario Voltolini, Tommaso Pincio, Alberto Abruzzese, Nicola Lagioia, Christian Raimo, Gianni Celati, Marcello Fois, Laura Pugno, Biagio Cepollaro, ecco le risposte di Ginevra Bompiani.]
1. Come giudichi in generale, come speditivo apprezzamento di massima, lo stato della nostra letteratura contemporanea (narrativa e/o poesia)? Concordi con quei critici, che denunciano la totale mancanza di vitalità del romanzo e della poesia nell’Italia contemporanea?
Forse c’è più vitalità che qualità. E’ come una bottiglia di vino strapazzata, bisogna tenerla ferma e che il fondo si depositi per capire com’è il vino..
2. Ti sembra che la tendenza verso un’industrializzazione crescente dell’editoria freni in qualche modo l’apparizione di opere di qualità?
No, la affoga
KUBRICK
di Andrea Inglese
L’autista di Kubrick sta guidando nervosamente per una stradina asfaltata della Cornovaglia. Kubrick, seduto sul sedile posteriore, agita la testa da un lato e dall’altro, gettando occhiate angosciate dai finestrini. Indossa un casco da football americano e grida all’autista: “Cristo, non superare i cinquanta! Non superare i cinquanta per nessun motivo!” L’autista di Kubrick è abituato a tenere l’auto sui quaranta. Non è questa raccomandazione che lo innervosisce. Kubrick si butta sul finestrino di sinistra, dalla parte del conducente, e lancia un grido inarticolato. Poi chiude gli occhi e si accascia al centro del sedile posteriore: “La ghiaia sta entrando nel motore, siamo fottuti.” Kubrick è letteralmente terrorizzato dall’idea che quel poco di ghiaia che si trova inevitabilmente ai bordi di una strada asfaltata possa entrare nel motore della sua MG. “Signore, anche se della ghiaia fosse scivolata nel motore, come lei ha sicuramente con acume percepito, dovremmo riuscire a raggiungere casa senza eccessive difficoltà. Poi Tim si occuperà di fare una bella pulizia totale e saprà salvare anche stavolta il motore,” Kubrick ascolta scuotendo la testa. Batte con le nocche del pugno sinistro la superficie del casco e mormora: “Piantala con le tue stronzate, stavolta non m’incanti.”
di Ethan Zuckerman – traduzione di B. Borgato e B. Parrella
l’obiezione principale che mi è stata fatta è: “Okay, il ricorso a strumenti anticensura non è l’unica strategia possibile. Cosa dovremmo fare allora? “
Qualche settimana fa, ho proposto un post pensato per stimolare la discussione sull’idea della libertà di Internet [tradotto in italiano su Nova (e ripreso su Nazione Indiana ndr)]. Ho ricevuto un numero tale di reazioni, sia di elogio che di critica, da ritrovarmi coinvolto in molte più conversazioni sulla libertà del web di quanto mi fossi aspettato. È una questione che sta a cuore a molti, in attesa di sapere se Google smetterà di applicare la censura al suo motore di ricerca cinese [che ora punta su Hong Kong, proprio per evitare tale censura], riflettendo sulle implicazioni nell’ambito dei social media delle recenti riduzioni delle sanzioni contro Cuba, Iran, Sudan adottate dal Ministero del Tesoro statunitense, mentre proseguono [in USA] le audizioni al Congresso e le revisioni legislative.