(postato da Evelina Santangelo)
di Giacomo Di Girolamo
«Le ideologie sono ormai superate. Destra e sinistra, tutti assieme, almeno per un anno prendiamoci una pausa. Non leggiamo più per un po’ Camilleri, Tomasi di Lampedusa o Sciascia perché sono una sorta di sfiga nei confronti della Sicilia. Ci vuole ottimismo». Mario Centorrino, assessore alla Formazione della Regione Siciliana.
Non sono nuove le parole di Centorrino. Le abbiamo già sentite. Anzi, c’è tutta una letteratura, dei politici del «ghe pensi mi». L’aveva detto prima Gianfranco Miccichè: «Che nome triste per l’aeroporto di Palermo, chiamarlo Falcone e Borsellino….che immagine diamo della Sicilia?» (niente sapendo che poi, nel 2010, ci avrebbe pensato Dj Francesco a pulire memorie e coscienze nel programma televisivo più inutile e pacchiano che la Rai abbia mai trasmesso). Il Ministro Brunetta di questo stile ne ha fatto un punto programmatico forte: in ogni convegno in cui prende parola, ad un certo punto gonfia tutto e comincia (con la voce identica a quella di Paolo Rossi) tutta la sua filippica contro il «marciume» culturale italiano. Per non dire poi del Ministro della Cultura Sandrone Bondi e quel suo «gli intellettuali fanno schifo» di poche settimane fa. O dello stesso Berlusconi, nel Maggio scorso: «Per la politica e la democrazia…. Ghe pensi mi!».














Di seguito il secondo testo della manifestazione Sguardi a perdita d’occhio.I poeti leggono il cinema, già pubblicato sul numero 13 della rivista A+L. Gli altri interventi si possono leggere 