di Giampaolo Graziano
Prima la liberalizzazione della vendita di lettori dvd, personal computer e forni a microonde, poi l’accesso ai telefoni cellulari, finora riservati a funzionari e dipendenti di società con capitali esteri: costano nove mesi di un salario cubano, ma chi traffica con i turisti o riceve le rimesse dei familiari emigrati a Miami, finisce che può anche permetterselo. Domani potrebbe essere la volta dei viaggi all’estero e di una piccola rivoluzione nell’organizzazione agricola. Forse. Perché quando si parla di trasformazioni sociali ed economiche, nell’isola di Cuba, un discreto condizionale è d’obbligo, soprattutto a prevenire le incomprensioni occidentali.







