di Linnio Accorroni
Non più tardi di qualche mese fa è apparsa sul “Foglio” di Ferrara una ‘recensione’ (mai virgolettato fu più appropriato) a proposito di un libro di Emanuele Coco, filosofo naturalista, autore di un curioso libello per Nottetempo intitolato Ospiti ingrati. Come vivere con gli animali sinantropici. Un modello di ‘recensione’ perfetta, di mirabile fattura. Un tono suadente e discorsivo, senza sciatteria alcuna, né forzature, senza indulgere mai agli effettacci che abbondano nelle righe di tanta critica contemporanea, che pare spesso più intenta a coniare la frase-slogan da apporre sulla bandella più che allo sviluppo di un discorso critico serio. Non un aggettivo di più in quella pagina, nessun inutile sfoggio di erudizione. Piuttosto la persuasività leggera di una prosa sobria, concisa, quasi percussiva.










