Due interventi da leggere assolutamente, per me.
Il primo è di Giuseppe Genna:
Dunque, nell’avanguardia della decadenza italiana, nella culla della sua dissoluzione, cioè nella Milano che guida il mostro lombardo, ci si prepara a “nuovi limiti all’aborto terapeutico, vietato dopo la 21esima settimana (o, tutt’al più, dalla 22esima e 3 giorni). Non solo: l’interruzione di gravidanza per motivi di salute della donna vincolata al via libera di un’équipe di specialisti (tra cui, eventualmente, anche uno psichiatra). E il divieto dell’aborto selettivo in una gravidanza gemellare in assenza di reali problemi fisici o psichici della paziente”
prosegue qui.
il secondo è di Antonio Scurati:
L’Italia non è un Paese cattolico. Le chiese sono vuote, le vocazioni estinte, i testi sacri ignorati. Soprattutto, le scelte di vita fondamentali degli italiani non sono ispirate ai precetti della Chiesa. Si tratta di un fatto di portata ben più ampia della laicità dello Stato. Si tratta di riconoscere che la grande maggioranza degli italiani vive e pensa da laica e da materialista.
prosegue qui.














di Francesca Matteoni