1.7 dalla sala, mentre gli altri sono in spiaggia, ed è luglio, ed il filo nero che fa da antenna della radio, come un rapporto precario che attraversa, e crepa, lo spazio della mia percezione, e della mia vita, parte dall’apparecchio appoggiato per terra, tra il posacenere e le pagine del manifesto e del corriere della sera, e raggiunge la spalliera della sedia, da dove riparte per il tavolo, su cui si appoggia la gruccia a cui si attorciglia, che amplifica il segnale, facendo correre le onde elettromagnetiche che raccoglie nella sezione tubolare delle proprie linee, e riesce a captare le emissioni di popolare network, mi affaccio alla finestra e, dal piano di sopra, avverto la zia della mia ragazza, che ci ospita in calabria, che a genova le cariche non sono motivate, che hanno ucciso un ragazzo, e che si chiama carlo giuliani.… Leggi il resto »