di Giuseppe Martella
5. Simulazioni e rivendicazioni
In effetti tale è Ulisse, ultimo degli eroi mitici, primo degli eroi letterari, frutto egli stesso di una selezione culturale e della sopravvivenza del più adatto. Nell’Iliade, primo modello letterario, gli eroi greci e troiani sono ancora impregnati di sostanza mitica, escono dalle nebbie della tradizione orale, impastati di divinità, in continuo commercio con gli dei, figure della loro stessa statura, semidei. Il piano...
di Giuseppe Martella
4. Prove e messe in scena
Nel libro VIII dell’Odissea il re Alcinoo appresta il banchetto e i giochi in onore di Ulisse, chiamando Demodoco, rapsodo cieco, a cantare le gesta del ritorno degli eroi greci. In un rituale meticoloso, in cui si alternano danze, canti, libagioni e gare di destrezza, Odisseo viene pian piano irretito e sedotto, circuito egli stesso dalla potenza del culto, convinto a...
di Giuseppe Martella
3. Raggiri e rendiconti
Nell’Odissea, i canti dal VI allo VIII, sono il cuore pulsante del poema. Alla fine del V, Ulisse è scampato all’annegamento grazie al velo della ninfa Ino Leucotea (velo semitrasparente della tradizione orale, in cui le figure si leggono in palinsesto). A questo velo, o drappo misterico, che segna il limite di ciò che può essere tramandato, spuma dell’onda del divenire, aura dell’identità...
di Giuseppe Martella
(Qui la prima puntata.)
2. Il gioco delle parti
E’ solo la costanza delle versioni dell’intreccio a garantire l’identità dell’autore-eroe. Odisseo e Omero che si scambiano le parti del narratore nel mezzo del poema, in quella splendida scena cerimoniale alla reggia dei Feaci, non sono Nessuno senza la fissazione della polytropia, della figuralità vagante del linguaggio orale, nel medium della scrittura incipiente. Essi rimangono dei funtivi narrativi vuoti...
di Giuseppe Martella
Marchingegni
Ulisse, ingegnoso e mendace, è uno dei più noti eroi culturali di ogni tempo. Le sue astuzie proverbiali rimangono impresse nei nostri ricordi e tra esse spicca quella da lui messa in atto nella grotta di Polifemo, dove secondo alcuni si svolge “lo scontro tra chi si muove e chi sta fermo: l’opposizione originaria, il cui esito, favorevole alla mobilità, ha fatto di quest’ultima la...
di Daniele Ventre
In queste settimane, in alcuni siti di estrema destra, di cui risparmierò i link ai lettori per amor di decenza, compaiono articoli secondo cui Enea non sarebbe un migrante, uno straniero arrivato in Italia e inizialmente respinto: Enea sarebbe invece discendente dell'italico Dardano e sarebbe ritornato qui non come vile disertore dopo una guerra (secondo quella che è la "interpretazione" di destra delle motivazioni per cui migliaia...
di Antonio Sparzani
Sembra che d’estate ci si possa concedere di darsi anche a letture cosiddette leggere, non so perché, veramente, visto che appunto d’estate si ha più tempo anche per meditare su letture più impegnative. Io comunque mi dedico, per esempio, a Thomas Mann, ma, per variare, ho pensato di concedermi una lettura che, dal titolo, certo suonava più leggera: si tratta del volumetto Noleggio arche, caravelle e scialuppe...
trad. isometra di Daniele Ventre
D’altro racconto, se tu vorrai, narrerò i sommi capi,
bene e in virtù di sapienza –tu ponilo dentro il tuo cuore–
come nascessero insieme gli dèi e le genti mortali.
Aurea prima una stirpe di uomini nati a morire
fecero i numi immortali che hanno le case d’Olimpo.
Vissero al tempo di Crono, allorché sul cielo regnava;
ebbero vita di dèi, e l’animo immune da angosce,
privi d’infelicità, di travagli; vile vecchiaia
non...
di Daniele Ventre
C'era una volta il cielo, con i suoi pianeti e il suo calendario prima lunare e poi solare. Insomma, la dea bianca sacerdotessa e poi l'eroe. O anche tutti e due, madre e pàredro, madre e pargolo, in varie forme. Servivano per varie cose: dal controllo delle nascite presso i cacciatori raccoglitori, alla misura dei cicli stagionali nel neolitico tardo e nell'età dei metalli, giù giù fino...
di Daniele Ventre
Una vecchia forma di esoterismo di primo Novecento concepisce la storia umana come trionfo e dominio dell'elemento uranico, giovio, sull'elemento terreno, ctonio, demetrico. Si allinea su questa visione, sostenuta con ampia dovizia di argomenti storico-religiosi apparentemente profondi, l'idea che l'elemento demetrico sia femmina, materia e terra, in opposizione allo spirituale elemento uranico maschile.
Eppure è noto che Demetra, la dea della spiga, "spada-aurea ricca di frutti", è facilmente...
di Nicola Fanizza
La decisione del governo turco di chiudere la frontiera con la Siria mi ha fatto andare con la mente alla rivolta che nel 1863/64 investì il «Regno del Congresso» – così era chiamata quella parte della Polonia che nel 1815 si era deciso di assegnare ad Alessandro I. Nel corso della repressione, la polizia zarista non poteva, però, inseguire i ribelli polacchi al di là dei confini...
trad. in esametri ritmici di Daniele Ventre
Narra tu, dea, la folata del fulmine, nunzia del chiaro
letto del Crònide, madre di doglie per torce nuziali,
e la saetta, l’ancella di Sèmele; narra del parto,
nascita doppia, di Bacco, che, intinto nel fuoco, Zeus tolse,
feto incompiuto di puerpera a cui non giovò levatrice,
quindi, segnando la coscia d’un taglio con mani ben caute,
chiuse in un grembo maschile, e fu padre e nobile madre,
chi nella...
di Daniele Ventre
credimi certo è facile segnare il passo quando ti ricordi che
qualcuno ha sempre qualcosa da dire da scrivere da ben fantasticare
da commentare o demenziare -o da mal masticare malmostoso
per suo carattere ingiurioso -orlando curioso
i trini e i merletti del senso che per verba non dispenso
-e inhumanar significar per verba non mi verria
perciò càntatela da solo la tua epica moritura e (ri)nascitura
-rivoluzione prossima ventura
restaurazione minima futura
(domineddio dominemarx)
denuncia rinuncia...
di Antonio Maggio Incipit Non soltanto parole che, perdute,ritrovano nel tempo un’altra formaraccolgo tra le foglie qui cadute già prima che l’idea si faccia normae scavi nella mente come lucesoffusa che il demiurgo plasma e informa. Ma immagini racconto a chi m’inducea cercare nell’anima del mondouna traccia d’argento che riluce nascosta dentro al cuore, nel profondo. 1. Forse a poche inquietudini avvicinole labbra circonfuse di bugieda mani che si avvolgono in maniecon te che appoggi il...
di Daniele Ventre
1.
Ritornano involute le tue formetrasparenti da un velo di memoriecovando sotto cenere le storiesommate lungo il caso ormai difforme.Vuoto l'abbaccio si richiude, dormel'onda del tempo nel caos delle scorie:la paglia lungo le orbite aleatoriefluida per note di abbandono informe.Non sa il gioco redimerci dall'urnané salvarci l'incontro dalle spiredel vortice dischiuso oltre le porte:così riguardo alla metà notturnadove già i sogni sembrano arrossiresu retrograde vie di stelle morte. 2. Aperte...
di Daniele Ventre
1.
Non so se il giorno si compia nel tramonto che posa
sopra le case stanche un rosso manto d’ore,
o se la luce trovi qualche senso più nuovo
nella memoria dell’iride che animava la pioggia,
o nella memoria del vento che fugava le nuvole
rapide all’orizzonte.
Ma questo scorrere lento di giorni senza colore
non lascia memorie nelle fughe del vento
oltre il vieto sipario
dei tramonti, calato (un tremito di foschia
sulla farsa del mondo) al...
di Daniele Ventre
1.
L’erba sussurra nell’ombra ai giardini delle delizie,
brezze di quieti ronzii lente la pettinano:
piano fra sponde di sassi parlottano liquide voci,
echi di futilità favole modulano:
musiche dietro pareti traslucide, grida di giochi,
ritmano riti e magie fragili d’intimità:
poi la parola ritorna con il chiacchierio degli incontri
callido di bisbiglii, dentro le sale da tè.
La ierodula sottile discrimina scaltra i momenti,
trame, le piccole dita, anime temperano
d’urti e schermaglie e le ninfe indulgenti,...
di Daniele Ventre
1.
Non vedi? La traccia dei segni è ancora inquinata
di tracce falsate. Qualcuno è passato a ritroso:
ha invertito il senso di marcia. Allora dovresti
davvero conoscerla, questa verde vita di ninfe,
offesa tra queste cortecce di rami spezzati
e tronchi abbattuti: le maschere t’hanno distolto.
Allora vedresti che a riporre senso nel nulla,
non hai più che nulla: il tuo pugno pieno di forza
si abbatte alla scorza riottosa degli esseri, cade
ogni tua pretesa...
trad. isometra di Daniele Ventre
1. Ad Ecate
Celebro Ecate dea delle strade, amabile Trivia,
lei, la celeste e terrestre e marina, peplo-di-croco,
dea dei sepolcri, che insieme alle vite estinte tripudia,
figlia di Perse che ama esser sola, lieta di cervi,
dea della notte, signora dei cani e regina mai doma,
ringhio di fiere, discinta, che ha formidabile aspetto
madre di tori, regina che dell’universo ha le chiavi,
guida e anche ninfa, nutrice di giovani, lei ch’è...
(è in uscita FURIO JESI Mito, violenza, memoria, Carocci editore, l’autore ce ne regala un estratto, dal secondo capitolo, e noi lo ringraziamo. G.B.)
di Enrico Manera
Jesi muove dalla storia delle religioni allo studio delle sopravvivenze mitologiche nella cultura e del rapporto tra mito e politica; dopo aver metabolizzato la classicità con gli strumenti della filologia e dell’antropologia ha orientato la sua ricerca dall’antico verso la letteratura moderna e contemporanea....
di Daniele Ventre
1.
Liberaci, signore, dalle astuzie
di tecnici grifagni e sofi idioti
lesti a insegnare fra genie d’iloti
che in principio era solo la balbuzie.
Libera nos dall’approssimazione
di questa insulsa fiera campionaria,
dai pensieri avvitati al vuoto d’aria
degli argomenti in decomposizione.
Liberaci una volta da gerarchi
di prebende e geronti nauseosi,
da tutti i padri ignobili seriosi
larghi d’angosce e di futuro parchi.
Liberaci dal critico mortuario,
poesia in forma di prosa da chirurghi,
perché la morta fantasia si spurghi
da sue...
di Daniele Ventre
15 gennaio 2012
1. Su alcune posizioni di metodo nell’analisi contemporanea del mito
Il problema del mito è un hic Rhodus hic salta per molta parte della cultura contemporanea.
È nel mito che per esempio Marcel Detienne finisce per scorgere una «specie introvabile, oggetto misterioso dissolto nelle acque della mitologia», una sorta di schermo allegorico su cui proiettare «ogni realtà metafisica che si voglia» in modo da fare della mitologia...
Andrea Inglese
Sulla scrittura poetica di Giuliano Mesa sono intervenuto in tre occasioni, e ogni volta focalizzandomi su libri diversi. La prima volta, in un saggio apparso su Akusma e intitolato Mesa e Di Ruscio: dittico degli insubordinati consideravo Improvviso e dopo apparso nel 1997. Nel 2004, sulla rivista on line L’ulisse, parlavo ancora di Mesa in un saggio dal titolo Attraverso il manierismo. Annotazioni sulla poesia degli anni Novanta....
di Daniele Ventre
C'è stato un tempo, remoto, quasi coevo delle stagioni circolari del mito, in cui dietro la fiaba degli dèi, protagonisti delle enigmatiche e spesso disinterpretate leggende al centro delle diverse tradizioni fondative, si celavano in realtà forze naturali e sociali che esulavano dal controllo "tecnico" dell'uomo, dal campo del fungibile, e si imponevano agli occhi dell'uomo stesso come manifestazioni della potenza della natura e della storia (cratofanie,...