di Danilo Aprigliano Nella sala grande al centro del palazzo, flussi di codici producevano segni, testi, contesti, tempi fittizi, modelli proiettivi e interpretativi, bussole spazio-temporali, sistemi di pensiero coordinato.
di Marco Corvaia Se la tenera luce dellʼalba le facesse visita ogni mattina, rendendo affabili tutte le superfici, e la sua pelle, e lʼaria, quasi non le dispiacerebbe abitare in questo seminterrato, sotto sua madre, che chiama solo Vania;
di Paola Taboga Nel cinegiornale della mia infanzia ci sono io bambina e c’è Luisella bambina.
Mia sorella sarebbe arrivata anni dopo.
Mia madre ha sempre avuto una vera ossessione per l’ordine e la pulizia.
Matteo Camerini Come stai? chiesi, ma non mi rispose. O meglio, non so dire se mi rispose o meno perché non ascoltai la risposta, non ero pronto ad ascoltare.
di Tito Sdralevich Finalmente ho chiesto a J**** di uscire: ha accettato subito! Va detto che non è stata una mia idea: me l’ha imposto un Gatto Silvestro.
di Laura Rescio Guarda che c’è dentro qualcosa, mi dice. E io apro il libro e lo sfoglio, e non vedo niente, e lei mi dice com’è che non vedi mai niente, gli uomini non trovano mai le cose, e io mi stufo e chiudo il libro e lo lascio lì proprio per farle dispetto
di Paola Zanini Mia madre è morta e io mi sono dimenticata di chiedere chi le ha chiuso gli occhi. Ci penso ora, a un anno di distanza, quasi vorrei chiamare l’ospedale, fare un’indagine, risalire all’infermiere di quella notte.