
di Orsola Puecher
In questo tardo Novembre di governi e valori al tramonto, le sorprese non finiscono mai, ma l’ultima cosa che mi sarei aspettata era di trovare, citato su Il Fatto Quotidiano del 14 novembre scorso, il nome, per di più storpiato in Aldo Pucher, di Giancarlo Puecher, partigiano, Prima Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza, fucilato a vent’anni, il 23 dicembre 1943 dai miliziani della Repubblica di Salò, e non in un articolo sulla Resistenza, sul valore della memoria, ma, accusato di un omicidio che non ha mai commesso, in un’intervista di Luca Telese ad Alessandro Sallusti, direttore del Il giornale, sobriamente intitolata ⇨ I topi scappano. Per il dopo c’è solo Marina, in cui si promuove l’investitura di Marina Berlusconi a futuro premier del sultanato Italia, come se ormai anche il potere politico si potesse trasmettere per via dinastica.
Lo scopo, il modo, la strumentalizzazione e le falsità storiche con cui Giancarlo Puecher viene chiamato in causa sono un vero e proprio vulnus alla sua memoria e alla sua figura luminosa. Bisogna in qualche modo rimediare. Ristabilire la verità.












