[ricevo da Vassalli, a cui a nome di NI avevo chiesto se voleva rispondere al nostro questionario sulla responsabilità dell’autore, la lettera (cartacea) che segue; ne riporto il testo con il suo consenso]
Caro Sartori,
ho ricevuto le domande. Mi piacciono. Cioè: mi piace che qualcuno, nel 2010, torni a porle. Non credo di dover essere io a rispondere: sarebbe una faccenda troppo lunga. La mia generazione, in mezzo a domande simili a queste (a parte il web e dintorni), ci è cresciuta, e non tutte le cose che si dicevano allora (anni Sessanta) erano da buttare: bisognerebbe ripartire da lì. Un’impresa. Erano anni, quelli, di bassa marea. Poi è arrivata l’alta marea. È arrivato il brodo primordiale dei generi: il nero, il rosa, il giallo… C’è stato, negli anni Duemila, chi ha scoperto il genere epico. Di fronte a tanta modernità un quasi settantenne come me è muto. Perciò non rispondo, e non perché manchi la simpatia nei confronti vostri e di chi fa riviste. Noi le facevamo di carta; oggi si fanno come le fate voi. Se potrò esservi utile lo sarò volentieri; ma con queste domande no.
Un caro saluto
Sebastiano Vassalli











