di Andrea Cortellessa
Non è necessario essere un lirico arcaico nelle tavole di un grammatico; ancor oggi un singolo frammento può rappresentare, fulmineo e senza residui, l’intera opera di un poeta. Nell’incipit Verrà la morte e avrà i tuoi occhi si concentra tutto Pavese; e un discepolo di Pavese, Milo De Angelis, è tutto in questa cadenza di Millimetri: «In noi giungerà l’universo, / quel silenzio frontale dove eravamo / già stati». Mi sono venute in mente imperative, queste due steli verbali, leggendo ammirato l’opera (narrativa) terza di Laura Pugno. All’inizio mi avevano maldisposto, invece, le soglie del testo: la copertina rosa salmone, il titolo soprattutto. Pareva uno di quei titoli fàtici – emotivamente ricattatorî – cui ci ha abituato l’industria editoriale (a partire, diciamo, da Ti prendo e ti porto via di Ammaniti). Tanto più a rischio essendo la storia, questa, di una bambina gettata nel mondo brutto, sporco e cattivo. Lo si temeva sentimentale, un titolo come Quando verrai, come in certo mélo di Vincente Minnelli: in salsa rosa, appunto.














di Severino Colombo
