di Vito Punzi
Ci sarebbe solo da sorridere, visto il tema (Franz Kafka lettore di rivista “pornografiche”) e la superficialità con la quale le presunte scoperte del signor James Hawes (pubblicate nel suo libro Excavating Kafka, uscito in questi giorni in Inghilterra) circa il “Kafka’s porn” hanno trovato spazio su alcuni quotidiani italiani. Avessero usato il tempo speso per la lettura del “Times”, del “Guardian” o di “Die Welt” per prendere il mano le lettere che Franz e l’amico Max Brod si scambiarono per una vita (Max Brod-Franz Kafka. Un altro scrivere. Lettere 1904-1924, Neri Pozza 2006), i nostri avrebbero evitato a se stessi il ruolo di banale ed acritica eco a qualcosa che assomiglia molto a scandalismo giornalistico (questo sì pornografico), più che a una rigorosa ricerca storico-letteraria.
















