Quello delle badanti in Italia è, aldilà delle apparenze, un universo di storie di sofferenza, di dolore, spesso al di fuori di ogni minima copertura legale (fiscale o assicurativa). Le famiglie italiane, laddove non coinvolte direttamente nella ricerca e nell’affidamento a badanti straniere di un proprio caro, vivono una percezione del fenomeno largamente sottostimata. I mezzi di comunicazione non superano la soglia del singolo caso di cronaca che può riguardare il caso di una badante arrestata perché sorpresa a rubare o di un’altra destinataria di un decreto di espulsione pur avendo salvato la vita alla anziana donna che accudiva: tutto viene macinato nella rotatoria dei quotidiani e dei telegiornali senza essere accompagnato da una minima lettura critica e globale della presenza e del ruolo delle badanti in Italia. Il “rischio” più grande che viene veicolato da programmi di informazione e talk show sembra piuttosto essere quello dei matrimoni combinati tra badante straniera e anziano italiano, laddove la prima viene facilmente identificata con l’immagine della straniera corruttrice e ammaliatrice di “ingenui” nonni italiani.
di Vito Punzi
Ci sarebbe solo da sorridere, visto il tema (Franz Kafka lettore di rivista “pornografiche”) e la superficialità con la quale le presunte scoperte del signor James Hawes (pubblicate nel suo libro Excavating Kafka, uscito in questi giorni in Inghilterra) circa il “Kafka’s porn” hanno trovato spazio su alcuni quotidiani italiani. Avessero usato il tempo speso per la lettura del “Times”, del “Guardian” o di “Die Welt” per prendere il mano le lettere che Franz e l’amico Max Brod si scambiarono per una vita (Max Brod-Franz Kafka. Un altro scrivere. Lettere 1904-1924, Neri Pozza 2006), i nostri avrebbero evitato a se stessi il ruolo di banale ed acritica eco a qualcosa che assomiglia molto a scandalismo giornalistico (questo sì pornografico), più che a una rigorosa ricerca storico-letteraria.

















