di Francesco Segoni
Io, se dovessi compilare la lista dei miei Works, la dividerei in quattro tappe: il manager, l’omino del gas e della luce, lo pseudo-giornalista e l’operatore umanitario. Nessuna di queste definizioni mi sta bene a dire il vero, ma sono quelle che si capiscono più facilmente.
Parliamo di lavoro, del nostro lavoro, nelle vetrine personali di Facebook? Mi sembra poco. Le nostre esperienze lavorative, in genere, per entrare nella vetrina personale devono essere in qualche modo attraenti: un contratto ottenuto, soprattutto se prestigioso, si può celebrare in collettività ristretta.
di Silvia Contarini
"Pensare il precariato e le differenze nell’Italia della globalizzazione"
L'articolo è incluso nel volume Le culture del precariato. Pensiero, azione, narrazione, a cura...
Di Ornella Tajani
Da qualche tempo ormai penso che la difficoltà principale di un’attività free-lance non stia tanto nel procacciarsi i lavori, e nemmeno nell’esigere...
di Silvia De March
Diciamo subito i meriti prima di prendere le distanze dal mainstream acclamatorio.
Francesco Targhetta si inserirà serenamente in un filone di...