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Gerard Manley Hopkins: Fottivento

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Traduzione di Ottavio Fatica

Fottivento
a Cristo nostro Signore


Ho colto stamattina il mattutino, ere-
…..de dell’aurora, il Falco ai primi albori a screzio tratto
…..a delfino sull’onda d’aria immobile, che ratto
si avvoltoiolava a una martingala d’ala scarmigliata in e-
stasi! poi via, vai, con alta lena, come lama che
….rabesca schettinando ghirigori, sull’aire planava rarefatto
…..a rabbuffo del vento. Ha agghermigliato il cuore in me ritratto
un gheppio – che prodezza! che signoria di sé!


Bellezza bruta e valentia e azione, oh, vento, vanto, qui come un sol io
…..all’appuntamento! E POI il fuoco che da te sprigiona, squilla un bilione di volte più incantevole, più periglioso, O cavaliere mio!


Nessuna meraviglia: basta olio di gomito e il vomere artigliato nel crostone
…..brilla, e la brace cinerulea, ah figlio di Dio,
si sfalda in granuli smeriglio, si slabbra in brani d’oro vermiglione.

Non avrei mai scritto Gomorra

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di Roberto Saviano

Mi ha generato un senso di smarrimento e paura la dichiarazione di voler tutelare la privacy dei boss mafiosi. Molti boss è proprio quando parlano con i familiari che danno ordini di morte. Ed è proprio quando i familiari a loro volta parlano con amici e conoscenti che rendono palesi le volontà di chi è latitante e impartisce ordini. È proprio nei momenti di maggiore intimità che viene fuori la mappatura criminale di un territorio. Addirittura osservando le conversazioni dei figli dei boss sui social network si possono evincere informazioni che probabilmente seguendo altri canali potrebbero sfuggire. Famiglie potentissime che festeggiano compleanni nel chiuso di quattro mura con pochi intimi: significa che non è il momento adatto per esporsi, significa che ci sono problemi sul territorio.

Karagoez

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di Rinaldo Censi

“La biologia dell’ombra non è stata ancora studiata”: Karagoez (Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi)

Il salone è perfettamente ammobiliato. Moquette, carta da parati in tinta: quadri e cornici dorate. Qualche vaso, porcellane finissime e addobbi floreali. Al centro del salone, sopra a un tavolo di legno pregiato, non emerge solo un lampadario composto di ferro e cristallo; svetta piuttosto uno strumento meccanico, simile a una macchina da cucire Singer. Nell’aria, l’odore di chiuso (tendaggi di velluto davanti alle finestre) si sposta con un movimento d’atomi simile a un’onda, e si scontra con la luce artificiale prodotta dalla macchina in funzione. Questa macchina non tesse stoffe pregiate, ma, grazie a un meccanismo non dissimile, srotola una pellicola all’interno di un corpo meccanico fatto di ingranaggi e bielle, come il cuore di un orologio.

Poiesis, polis, pòlemos

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Sabato 22 maggio ore 18.00
 

  

  

POESIA & JAZZ
“Il rosso e il nero – confronto in versi sul nostro tempo”
MAGA via de Magri 1 – Gallarate
con Stefano Battaglia (pianoforte)
e gli autori Franco Buffoni, Helena Janeczek,
Tomaso Kemeny, Roberto Mussapi, Aldo Nove

  

  

Un’altra critica è possibile: Giancarlo Alfano legge Michele Sovente

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foto di effeeffe -Michele Sovente insieme all’artista Arminio

Sovente, o lo spettro del paesaggio
di
Giancarlo Alfano

1. Lo spettacolo.

«La vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è trasferito in una rappresentazione». Così, collocando in epigrafe un aforisma della Società dello spettacolo (1967) di Guy Debord si apriva nel 1978 il primo libro di Michele Sovente, intitolato, ironicamente, L’uomo al naturale. «Di questi tempi è facile smarrirsi nel ginepraio di fasulle immagini e avvistare un ufo» (B 246): questo è invece quanto si legge nel componimento n. 28 di Il racconto dell’acqua, ultima sezione di Bradisismo, al momento l’ultimo libro del poeta campano, pubblicato nel 2008. La prima e l’ultima pagina, a distanza di trenta anni, sono dunque congiunte dalla riflessione sullo statuto del mondo esterno, sulle condizioni di esistenza del mondo nell’epoca odierna.
Si farebbe però fatica a inserire Sovente nella tradizione della recente poesia civile, tanto più che a partire dal 1990 con Per specula enigmatis, egli ha inserito nel suo lavoro la lingua latina, con uno scarto ben evidente rispetto al commercio linguistico ordinario.
Per comprendere il senso di questa strana ambivalenza tra confronto col presente e immersione in un ambiente linguistico antico torna utile un frammento di intervista rilasciata dal poeta nell’aprile 2000, dove ha dichiarato che «la poesia traffica con gli spectra più che con lo spectaculum»: in altri termini, alla “società dello spettacolo” e alla consumazione dell’evento, la poesia contrappone la presenza degli spettri e il loro linguaggio. Questa contrapposizione implica il passaggio da un primato della vista a un primato dell’udito: dallo sguardo perduto nel quadro televisivo o nello schermo del computer all’orecchio immerso in un ambiente sonoro.

Variazioni su Persona: concerto di Guerra+Zaffarano

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La camera verde
via G. Miani 20, Roma

sabato 22 maggio, ore 21:00
e
domenica 23 maggio, ore 19:00
D’APRÈS INGMAR BERGMAN.

VARIAZIONI SU PERSONA

concerto per immagine

di

Matias Guerra
e
Michele Zaffarano

*

prenotazione obbligatoria
al numero 340-5263877

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FESTEGGIAMOLE TUTTE

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di Famiglie Arcobaleno

LE FAMIGLIE OMOGENITORIALI IN FESTA PER UN VERO FAMILY DAY
Le famiglie sono tutte diverse. Festeggiamole tutte

Domenica 23 maggio avrà luogo la seconda edizione della Festa delle Famiglie. Organizzata da Famiglie Arcobaleno, l’associazione che riunisce genitori e aspiranti genitori omosessuali, la Festa delle Famiglie si svolgerà nei parchi di sei città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Mestre, Ferrara.

Per l’intera giornata un parco cittadino ospiterà un ritrovo-picnic decorato con striscioni e palloncini. Ci saranno banchetti con materiale informativo e gadget. Ma sarà soprattutto un’occasione di tranquilla visibilità e dialogo per tutti, per incontrarsi e raccontarsi. Un modo per capire che è l’amore che crea una famiglia, e che è solo insieme agli altri che possiamo abbattere il muro dell’odio e del pregiudizio.

X ES

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di Franco Buffoni

alla mia ragazzina piaci, passero,
che lei ci giuoca, e a te ti stringe al seno, e ti dà un dito, in punta, se la punti.
e a morderla ti provoca, di scatto, quando che a lei, che è la mia bella voglia, le va che fa uno scherzetto così:
ma sarà il confortino al suo dolore,
che il suo calore, immagino, ci tempera:
ah, poterci giocarti, io, come lei,
da alleggerirmi la malinconia!
tanto già piacque, pare, alla ragazza velocista, la mela doratina:
le ha sciolto gli slippucci legatissimi:.

Troie

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Alcune favole di un certo tipo
di Sergio Soda Star

LA BIDELLA TROIA
C’era una volta una bidella lombarda che a causa di alcune molestie che aveva subito durante l’infanzia da parte del nonno materno era diventata una troia e la sua vita era sempre alla ricerca del membro maschile. Le sue giornate erano tutte piene di messaggi sessuali sia ai ragazzi della scuola che ad alcuni insegnanti. Per esempio un professore molto educatamente chiedeva se poteva passare perché lei aveva appena pulito, e lei rispondeva non si preoccupi prof a me piace molto scopare e posso farlo sempre. Oppure un ragazzo comprava da lei una panino con la salamella e lei diceva anche a me piacciono molto le salamelle ecc. Addirittura si permetteva questi doppi sensi anche col preside che però essendo calabrese non li capiva.
Questa favola ci fa capire che quando una persona pensa sempre alla stessa cosa poi non riesce a non mandare quel messaggio a chiunque, e che lo psicologo Freud che ha scoperto queste cose aveva sicuramente ragione.

Tang Jitian e Liu Wei: l’emergenza e il lato oscuro della legge

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di Flora Sapio – via Cineresie

Tang  Jitian e Liu  Wei sono avvocati. Hanno difeso migranti, agricoltori privati della terra, persone sieropositive, le vittime dello scandalo del latte alla melamina – ed i membri del movimento Falungong. In Cina, la maggior parte degli avvocati non accetta di occuparsi di questi o simili casi. Sono casi considerati ‘sensibili’, in quanto potrebbero indurre il verificarsi di emergenze: proteste, cortei, dimostrazioni o altri comportamenti che sfidano apertamente la legittimità del governo e del partito. Tang e Liu fanno eccezione. Sono avvocati per la difesa dei diritti civili (weiquan lüshi): un piccolo gruppo di professionisti che accetta casi ‘difficili’, abbinando quest’attività alla normale professione forense o all’insegnamento del diritto.

Festa di Nazione Indiana – Alla ricerca del vocabolario perduto

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Discussione sulla critica letteraria

con Giancarlo Alfano, Biagio Cepollaro, Luca Lenzini

Coordina Andrea Inglese

Questo incontro si propone come una discussione aperta a partire dagli interventi di tre critici intorno a una precisa domanda: “è possibile individuare un vocabolario condiviso per la critica?”.

Il nostro orizzonte iniziale sarà in modo particolare la critica di poesia. Privilegeremo questo ambito per due motivi: 1) la critica di poesia implica una strumentazione assai sofisticata, e di conseguenza è quella che offre un accesso meno immediato sia al lettore sia a colui che si vuole cimentare in tale pratica; 2) data l’importanza del giornalismo culturale e del marketing editoriale, il lavoro critico, seppure non scompare del tutto, tende inevitabilmente a passare inosservato ai più; ciò vale a maggior ragione per la critica di poesia.

Al di fuori di ogni propensione al lamento, che troppo spesso costituisce l’unico tema davvero accattivante delle discussioni intorno alla critica o intorno alla letteratura – e in particolar modo alla poesia –, inviterei ognuno di questi autori a fornire una valutazione sulle condizioni di tre modi dell’attività critica, quello universitario, quello militante e quello d’autore. Vorrei, cioè, avviare la discussione, chiarendo preliminarmente il contesto a partire dal quale ognuno esprimerà il proprio punto di vista. Mi sembra che ciò possa essere un’occasione per segnalare i punti di forza e i punti di debolezza, allo stato attuale, di tali modi del fare critica.

Festa di Nazione Indiana- Photoshoperò#60- Malarazza

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il Castello Malaspina di Fosdinovo aprirà, il 29 e il 30 Maggio, le proprie stanze al pubblico per accogliere le iniziative legate alla prima Festa di Nazione Indiana. Sabato 29 alle 23h Concerto dei Malarazza .

Nota di Alberto Castelli
Presentare i Malarazza non è per niente facile, perché questo è un gruppo che, come ci ricorda il titolo di una loro canzone, cammina sul limite… A pensarci bene, è molto più facile scrivere cosa non sono i Malarazza: non sono una nuova reggae band, non sono nemmeno l’ennesimo nuovo gruppo rock e neppure un progetto che si inserisce nella tradizione della canzone d’autore. Però, la cosa strana, quella che colpisce davvero, è che i Malarazza sono tutte queste cose insieme.

La responsabilità dell’autore: Vincenzo Latronico

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[Dopo gli interventi di Helena Janeczek e Andrea Inglese, abbiamo pensato di mettere a punto un questionario composto di 10 domande, e di mandarlo a un certo numero di autori, critici e addetti al mestiere. Dopo Erri De Luca, Luigi Bernardi, Michela Murgia, Giulio Mozzi, Emanule Trevi, Ferruccio Parazzoli, Claudio Piersanti, Franco Cordelli, Gherardo Bortolotti, Dario Voltolini, Tommaso Pincio, Alberto Abruzzese, Nicola Lagioia, Christian Raimo, Gianni Celati, Marcello Fois, Laura Pugno, Biagio Cepollaro, Ginevra Bompiani, Marco Giovenale ecco le risposte di Vincenzo Latronico.]

1) Come giudichi in generale, come speditivo apprezzamento di massima, lo stato della nostra letteratura contemporanea (narrativa e/o poesia)? Concordi con quei critici, che denunciano la totale mancanza di vitalità del romanzo e della poesia nell’Italia contemporanea?

Non ho presente, nello specifico, le accuse mosse alla narrativa italiana contemporanea (solo di quella mi sento di parlare); tendo, programmaticamente, a diffidare un po’ di questa sorta di catastrofismo dell’età dell’oro. Se anche la qualità media (ma ha senso, in questo contesto, ragionare per “media”?) si è abbassata, ciò potrebbe essere dovuto all’aumento esponenziale di romanzi sul mercato, o al fatto che ad alcuni, indubbiamente non i migliori, vengono concesse vetrine e attenzioni che rischiano di offuscare tutto il resto. Ma se penso agli ultimi cinque o sei anni in rapporto con i precedenti (o anche andando per decadi) non mi sembra, no, che manchino i libri profondi, potenti, ambiziosi, o, più semplicemente, “buoni”.

Mproject-2 a Roma

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Giovedì 20 maggio 2010, dalle ore 19.30

ESC Atelier Autogestito
Via dei Volsci 159 – Roma
www.escatelier.net


Mproject-2

di Teresa Iaria e Giulio Marzaioli

– montaggio video a cura di Marco Vitale –

Non c’è “tempo” da perdere!

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Milano, Mercoledì 19, alle ore 17.30
Teatrino del Parco Trotter

ingresso da via Giacosa 46 (MM1 Rovereto)
o da via Padova 69 (bus 56)

Non c’è “tempo” da perdere!

Per informazioni vedi qui.

Sguardi a perdita d’occhio. I poeti leggono il cinema

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(Chiedendo scusa agli organizzatori per il ritardo con cui posto l’annuncio. f.m.)

Rassegna di poesia contemporanea, III Edizione – 2010

A cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi

Con il patrocinio del Comune di Bergamo – Assessorato alla Cultura

«Il bello è lo splendore del vero».
(Platone)

Programma Festa Indiana

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il Castello Malaspina di Fosdinovo aprirà, il 29 e il 30 Maggio, le proprie stanze al pubblico per accogliere le iniziative legate alla prima Festa di Nazione Indiana.

Sabato 29 maggio
15h – Benvenuto – presentazione programma. Cerimoniere: Gianni Biondillo
15h30 – La responsabilità politica dell’autore a cura di Redazione – modera Andrea Cortellessa
16h30 – Teatro: L’antro magico a cura di Francesca Matteoni
17h30- Alla ricerca del vocabolario perduto. La critica di poesia a cura di Andrea Inglese. Intervengono Giancarlo Alfano, Biagio Cepollaro, Luca Lenzini
18h30 – Editoria indipendente a cura di Domenico Pinto con Andrea Gentile
19h30 – Il cuore in una barca di carta spettacolo di narrazione di Yousif Latif Jaralla a cura di Evelina Santangelo
21h – Reading & watching: poesia e cinema: Francesco Forlani, in Fuga da Odissea + Andrea Inglese in Quando Kubrick inventò la fantascienza
23h Concerto Malarazza (special Guest – plus Photoshoperò) a cura di Francesco Forlani e Maria Luisa Venuta

Le straordinarie avventure televisive di Éric Rohmer

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di Lorenzo Esposito

Nel decennio che separa Le signe du lion (1959) e Ma nuit chez Maud (1969), non considerando il gruppo dei primi cortometraggi e La collectionneuse (1967), l’attenzione di Éric Rohmer fu principalmente catalizzata dalla serie di quindici lavori per la tv francese, che lui stesso curò e girò.
Si tratta, per l’esattezza, di quindici emissioni televisive, traducendo letteralmente dal francese la parola émission, che nei titoli di testa serve anche come trampolino dell’enigmatica circuitazione di pseudonimi rohmeriana: vi si legge, per esempio, émission di Maurice Schérer, réalisation di Éric Rohmer. Non a caso, dunque, émission non è riferibile solo all’idea di trasmissione tv, ma proprio all’emettere (e-mittere), che in fisica significa irradiare energia, trasmettere particelle elettromagnetiche, cioè sonore e luminose insieme. Anzi, in tale doppio fondo etimologico, Rohmer sembra enucleare quella procedura quasi auto-didattica, quella determinazione al catalogo e alla messa a punto, anche avventurosa (in un senso che, si potrebbe dire con Nietzsche, aristocratico-illuminista), di tutta questa catodica intrapresa intellettuale. I nomi presi in esame nei brevi film (tutti poco più di venti minuti, e solo alcuni di circa un’ora) sono molti, ma tutti legati dal filo comune di un tracciato alla ricerca dei lumi della storia: Lumière e Dreyer (effettivo mirabile prolungamento dell’attività di critico), Mallarmé, Poe e Hugo (declinati rispettivamente come conversazioni immaginarie, costellazioni astrali, studi architettonici e indagini geografiche), laboratori di fisica sperimentale, graficizzazioni del mito, geologie in prima persona (da Cartesio e Newton al Graal e alle forme del paesaggio tout court), e ancora Pascal, Cervantes e il rapporto fra marmo e celluloide.

17 maggio Giornata mondiale contro l’omofobia

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di Francesco Gnerre

Perché in Italia è più difficile che altrove l’affermazione della centralità politica e culturale dei diritti dei gay e della lotta all’omofobia? Esiste una responsabilità anche della cultura, in Italia più refrattaria che in altri paesi, ad affrontare questi temi? Un breve excursus sulle censure, le autocensure e i mascheramenti che, negando anche la parola, hanno reso difficile l’elaborazione di una cultura gay, e marginale un tema così importante per la democrazia di un paese.

Tra i motivi che fanno dell’Italia uno dei paesi più omofobi d’Europa e uno dei più arretrati in fatto di diritti civili c’è da considerare la responsabilità della cultura che ha la tendenza ad avallare l’atteggiamento ipocrita della separazione tra le parole e le cose, l’abitudine a mascherare ciò che non è conforme alla cultura dominante. Così in Italia si possono avere più famiglie e battersi pubblicamente per l’indissolubilità del matrimonio, si possono avere amanti di ogni orientamento sessuale e proclamare pubblicamente di essere turbati dalla presenza di omosessuali e contrari alle unioni tra persone dello stesso sesso. Insomma la realtà conta poco, quello che conta è la rappresentazione.

da “Storia della mia infanzia ai tempi di Silvio Berlusconi”

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di Guido Caserza

Quella notte i ghiri, che popolavano il sottotetto della nostra pericolante casa, piansero sino all’alba. Quelle graziose bestioline gemevano, salutavano con gli occhietti umidi l’essere umano che avevano tanto amato, rizzandosi sulle zampette annusavano l’aria per coglierne l’ultimo sentore, e mentre i treni della morte si fermarono per un lunghissimo istante sulla linea dell’orizzonte, esprimendo il loro cordoglio con un triste fischio, le foglie di un magnifico albicocco ricolmo di fiori e di promesse di frutti, che il nonno piantò tre anni prima in una terra fertile, ricca di minerali, quelle foglie, che la sera prima splendevano rigogliose, la mattina pendevano giù come spettri, cartocci che si sgretolavano fra le dita. La linfa, come mi dimostrò il nonno facendo un’incisione nel tronco, scorreva tuttavia nell’albero, ma le foglie, che erano seccate di schianto, non avevano più ombra di vita. Sono come le mani di tua mamma, mi disse il nonno accarezzandomi la testa, che ce l’aveva bianche come la neve gli ultimi giorni, e questa era la sua tesi, che all’albicocco si erano gelate le foglie, com’era successo alle mani della mamma, era arrivato l’ictus e aveva fulminato pure lui, la mamma e la pianta avevano vissuto in simbiosi e insieme se ne erano andate, folgorate dalla morte si erano incamminate a braccetto, come due dolci amiche.

IL MARE DI MEZZO

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Tavola rotonda – presentazione del libro
IL MARE DI MEZZO
al tempo dei respingimenti di Gabriele Del Grande

intervengono:

Nello Zerillo
Associazione Nero e non solo! O.n.l.u.s.
Mimma D’Amico
Associazione Comitato per il Centro Sociale
Gabriele Del Grande
Giornalista, scrittore e curatore del sito:
http://fortresseurope.blogspot.com/
Mercoledì 19 Maggio 2010, ore 18:30
Nero e non solo! Chiesetta di Sant’Elena – Piazza Gramsci, Caserta

Info: neroenonsolo@gmail.com – 0823444910

http://fortresseurope.blogspot.com/

Ore 20:00, buffet tunisino offerto da Associazione Socio-culturale islamica di San Marcellino