Home Blog Pagina 435

Ex vuoto: Franco Arminio # Pasquale Vitagliano

22

Franco Arminio
Non c’è via d’uscita
da nessuna parte.
il reale è un muro di cemento
l’irreale è un muro di piombo.
così è adesso
nella prigione del mondo.

glasshalffull

Pasquale Vitagliano
Getto un cretto di bava
sulle faglie di un corpo di cava,
per coprire le murate glauche,
per seppellire i fondachi di seppia.

Non è una opera imperitura sul corpo,
non è lucore quello che si vede dall’alto,
se ci stai dentro, un dedalo appare, un greto
cieco che non saprà mai dirti perché il dolore.

Onlus e prostitute. Un romanzo di Giorgio Morale

11

di Giancarlo Consonni

Acasadidio: quarta di copertina
Acasadidio: quarta di copertina

Acasadidio di Giorgio Morale (Manni) è un romanzo tagliente. Sulle cose. Con la determinazione di chi bracca la realtà dappresso senza mai essere invasivo: descrizioni contenute all’essenziale; le persone e gli accadimenti che vengono fatti agire sulla scena.

Efficace, per cominciare, la restituzione della scena primaria: gli squallidi uffici del Centro affiliato a una Associazione di volontariato che si occupa di collocamento della forza lavoro e di assistenza alle prostitute che si vogliono liberare dal racket: «Angustia dell’ingresso, oscurità delle scale, lunghezza dei corridoi, locali tutti uguali»: luoghi non curati volutamente: per lanciare un messaggio a chi vi approda per avere un lavoro o per effettuare controlli: lì si fa solo del bene: si è dalla parte dei diseredati, per lo più immigrati irregolari. Molto ben delineato anche il contesto. Vengono in mente certi paesaggi della periferia milanese dipinti da Tino Vaglieri: «case fuggiasche» a ridosso della tangenziale: «Alcune già dismesse, altre in disarmo, altre con la vita artificiale dei posti abitati in orari d’ufficio»: gregge di edifici che lo stesso campanile tiene a distanza di sicurezza.

Lettore, sveglia!

3

Davide Vargas è un autore che i lettori di NI conoscono. Gianni Biondillo ed io abbiamo pubblicato proprio qui alcuni dei suoi racconti. Collabora a Sud da un paio d’anni e ha scritto un libro, Racconti di qui (Tullio Pironti Editore) che vale la pena leggere. In occasione della sua uscita sarà presentato a Roma venerdì 8 maggio 2009 al tuma’s book bar in via dei Sabelli, 17 alle ore 20,00. Isabella Borghese lo ha intervistato. effeffe
001

Dialogo con l’autore
di
Isabella Borghese

Davide Vargas: un architetto di professione che fa uso della parola per passione. Quanto influisce il tuo lavoro nella scrittura?

L’architettura è presente nella struttura del libro. Io ho sempre immaginato i 13 racconti come una sequenza di tracce verticali nello spazio, tenute insieme dalla linea orizzontale dei frammenti che di volta in volta ricompaiono e si ricompongono alla fine nel racconto “finalmente scappo”. Anche la scelta del corsivo, il carattere tipico della voce narrante, ne fa una specie di ossatura che rende unitaria la narrazione. Quindi capirai che non ho inteso isolare il “mio pensare da architetto”, piuttosto ho preso da esso l’attitudine ad osservare minuziosamente e a comporre. Il resto poi lo fa la scrittura, ed è un resto ben più denso, la parte principale.

Canzoniere brasiliano 1 – Le donne di Chico

10

di Sergio Pasquandrea

Più esploro la musica di Chico Buarque, più mi rendo conto della sua assoluta centralità nella storia della musica brasiliana. Chico è un poeta, un musicista, una persona di tale profondità e complessità che ridurlo nella definizione di “cantautore” sarebbe come pensare a Michelangelo come a uno scalpellino e a Pelé come a uno che prendeva a calci un pallone.
Quando si affacciò sulle scene musicali, a metà anni Sessanta, poteva sembrare uno dei tanti cloni di Jobim, De Moraes e João Gilberto che in quegli anni pullulavano per il Brasile. E in effetti la derivazione bossanovistica era innegabile: il canto a mezza voce, le armonie sofisticate, il gusto per le liriche preziose.
Ma in lui c’era molto di più, e in Brasile non avrebbero tardato ad accorgersene.

Rapporto

11

di Stefano Gallerani

Illustre Dottore, lei mi ha detto, durante il nostro ultimo incontro, di tenerla avvertita d’ogni avvenimento che per me avesse peso o importanza. Insomma, di scriverle, come se si trattasse di redigere un “rapporto” che soltanto un amico – in questo caso lei – avrebbe letto. Ebbene, soltanto per questo le scrivo. Ma come faccio a raccontare una storia simile? Non so neppure in che modo cominciare. Sì, lo so, ho lasciato trascorrere molto tempo, non me ne faccia una colpa, e però sento che ora devo raccontarla. Per fare luce e capire, per chiarire, soprattutto a me stesso, certe ragioni intrinseche, che sono poi quelle della vita e della morte. Niente di importante, potrebbe pensare qualcuno; problemi fondamentali, per altri. Fatto sta che, dopo averla lasciata, per molte settimane sono stato con gli occhi aperti scrutando quello che capitava intorno o dentro a me: per comprendere cosa non funzionasse in un ragazzo che era stato sano e forte come un bue, alto oltre il metro e ottanta, e discretamente bello (a giudizio unanime delle ragazze che conosco) con una propensione naturale, credo, alla comunicazione senza ipocrisie e alla spensierata felicità; un ragazzo che è diventato, come ho letto d’un personaggio in un romanzo di Dostoevskij, un uomo malato (forse un uomo cattivo), così triste e incerto nelle decisioni da risolvermi a venire da lei.

Il tempo è scaduto!

18

iltempoescaduto3r_html_m44ba0970-450

di  Andrea Bottalico. Fotografie di Alessandro De Filippo.

Raccontare ad un casertano che sulla Domiziana ci sono le puttane è come indicare ad un mercante di pietre preziose il peso reale di un carato. E’ impossibile che lui non lo sappia. Noi sin da bambini abbiamo imparato involontariamente due cose “fondamentali”. Primo: la totale mancanza di fiducia verso chiunque, qualsiasi essere vivente materiale o immateriale che sia. Secondo: il luogo in cui le puttane vanno a battere. E non certo perché sognavamo di andarci, sulla Domiziana. Nel nostro immaginario erano tutte laggiù, accumulate in quel luogo indefinito e apparentemente lontano dalle nostre strade sicure, perché sin da piccoli, quando si trattava di offendere qualcuno, nei campetti di calcio del Buon Pastore o nei cortili di scuola, usciva sempre, e dico sempre, la solita ingiuria, quella che scaldava gli animi prima delle colluttazioni, il preludio di una qualsiasi rissa, l’apice della provocazione:

«Che hai da guardare!? Uomo di merda! Vieni qua, vieni! Vieni che ti piscio in testa! La sai tua madre?! Tua madre fa la puttana sulla Domiziana!!..»

Alfabeti indiani

7

di Silvia Zamperini

A come avevo la bocca aperta, B come bruco, C come cuciti la tasca. Servono ago e filo.
D come due, E come voglio un elefante, F come fumetto di pesce. Non trovo la chiave del lucchetto.
G come grrr grrr grrr, H come le Hawaii non esistono, I come impenitente. La bicicletta rimarrà attaccata al palo.
L come lombrico parente del bruco, M come miasma, N come prendo una nave e via. Scassinatore.
O come orto botanico, P come padella, Q come qui mancano gli ingredienti. Fai la spesa per me.
R come Ricatto, S come sopa de calamares, T come t’immagini. Se la mangiassero e fosse troppo pepata.
U come un grappolo d’uva, V come valoroso eroe, Z come lo zoo di quando ero bambina. Adesso è un parcheggio.

A come antologia, B come bocca di buganvillea, C come coucoù. Togliti le scarpe.
D come dadi, E come è primavera, F come farsi belle per te. Hai le calze spaiate.
G come gusto cioccolato, H come hai un’unghia blu, I come ipnotizzami. La camicia, prego.
L come lunares, M come mangio pollo al mattone, N come non strappare le foglie. Tu profumi.
O come occhi sempre aperti, P come prurito sotto i piedi, Q come quacchero. Respira, è una tuberosa.
R come resto qui, S come sottilette, T come trottole trasparenti. Batti le ciglia sulla mia pancia.
U come una sola volta, V come verde paroliere, Z come zanna d’avorio. Cercami, sono dietro la tenda.

“Tu parli e io sto zitto: abusivo!”

13

di Riccardo Orioles

orioles1

“ORDINE, GIORNALISTI!” : IL CASO MANIACI

Bisogna mettere ordine nel giornalismo in Sicilia: a cominciare da gente come Pino Maniaci, che si permette di fare inchieste brillantissime, di farsi minacciare e di aggredire dai mafiosi senza neanche avere uno straccio di tesserino “professionale” in tasca. E quelli che si sono accordati coi mafiosi per pubblicargli i messaggi o intimidire i cronisti irrispettosi? Per loro non c’è Ordine? O l’ordine magari c’è, ma lo dà chi comanda?
“Il direttore dell’emittente televisiva Telejato di Partinico (Palermo), Pino Maniaci, è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista. Il processo è stato fissato all’otto maggio prossimo. Secondo l’accusa, Maniaci, «con più condotte, poste in essere in esecuzione del medesimo disegno criminoso», avrebbe esercitato abusivamente l’attività di giornalista in assenza della speciale abilitazione dello Stato, conducendo ogni giorno il tg di Telejato…”. La tv più volte minacciata, querelata e contestata da boss e notabili della zona di Partinico.

La decisione di Brandes

5

marquez

di Gianni Biondillo

Eduard Màrquez, La decisione di Brandes, Keller editore, 2008, 126 pagine, tradotto da Paolo Vertič

Qual è il punto, il momento, la scena, dove l’esistenza, la singola esistenza di ognuno di noi, cambia traiettoria, definitivamente, dando un senso etico, un significato ad un’intera vita? Cosa ci torna alla mente nel momento di massima sconfitta, ad un passo dalla fine, che può diventare come un riassunto, un’icona del nostro essere stati nel mondo?

I libri

49

dscf6003

di Andrea Inglese

Non ho letto nessun libro, o quasi, ne ho letti pochissimi, libri letti fino alla fine, tre o quattro, forse una decina, o poco più, in tutta la vita, da quando avevo cinque anni e lessi quel libro del bruco, il libro tutto traforato, con i buchi, perché il bruco vi era passato dentro, scavando, ad ogni pagina il bruco scavava, prima nella pagina della mela, poi nella pagina della lattuga, e perfino in quella della staccionata di legno, a meno che non confonda il libro del bruco con quello del tarlo, perché è in questo modo che si leggono pochissimi libri, si finisce per confonderli, o immaginarne altri, inesistenti, di cui ricordiamo però interi passaggi, descrizioni minuziose di paesaggi sottomarini, ma era un libro di aviatori, il titolo è quello di un libro di aviatori, abbandonato probabilmente alla terza pagina, ma poi si è immaginato un diverso finale, tutto per grandi meduse, polipi e grotte oceaniche, allora leggendo così poco, è necessario andare in cerca di altri libri, e meno riuscivo a leggere libri, più me ne procuravo, ho cercato di procurarmi una gran quantità di libri, nell’arco degli ultimi vent’anni sopratutto, in modo assiduo e costante, anche se ne ho potuti leggere davvero pochi,

I giovedì di Turro. Calendario di Maggio 2009

2

Rassegna “I GIOVEDI’ DI TURRO”
Ogni giovedì alle ore 21.00, al Circolo ARCI Martiri di Turro, Via Rovetta 14, Milano. Ingresso gratuito
(a cura di Anna Lamberti-Bocconi e Francesca Genti)

Maggio 2009 –
“ROSA FRESCA AULENTISSIMA…” (CIELO D’ALCAMO)

ROMA, LA VIOLENZA CHE VIENE

5

Da accattone.org e minimum fax live: Un concorso letterario. Un reading. Una raccolta di storie.

Cerchiamo racconti, rigorosamente brevi, non superiori alle seimila battute (spazi compresi, tre cartelle). Ne cerchiamo tre.
Abbiamo un tema: Roma violenta. Serve spiegarlo?
Roma è un laboratorio di follia xenofoba, aggressività coatta, pazzia da traffico. Culla i sogni assassini di chi odia gli zingari, la rapacità di chi allunga le mani dove può, la volgarità che esonda come il suo fiume. E insieme la spensierata irresponsabilità di chi vede meraviglia ovunque e immagina la convivenza come una conseguenza naturale della bontà del singolo individuo. Rimandando decisioni e riflessioni, diventando incubatrice di peggiori follie a venire.
Roma è l’inferno di Ranxerox diventato realtà. È la città delle periferie esplose come ferite infette, del centro storico infestato da una movida residuale e zozzona, delle sponde tiberine affollate di disperati, marce e devastate.
Oppure no? Nulla di tutto questo?
Esiste (anche) un’altra violenza, che non è (ancora) stata raccontata?

Scrivete il vostro racconto, per un/a attore/attrice che vi piace. Scrivetelo pensando alla sua voce, alla sua presenza, al suo lavoro. Se vincete, noi glielo portiamo, e lui/lei lo leggerà.
A settembre, al Teatro India di Roma, faremo una serata, un reading organizzato da minimum fax live. Gli attori che voi avrete scelto leggeranno i vostri racconti, insieme a quelli che abbiamo già commissionato ad alcuni scrittori che negli ultimi anni si sono occupati di Roma nei loro libri o sulle pagine dei giornali.

Avete tempo fino alla fine di giugno.
Inviate il vostro racconto direttamente a: redazione@accattone.org, scrivendo nel subject della e-mail: concorso. Non dimenticate: massimo seimila battute, i racconti di lunghezza superiore verranno automaticamente cestinati.
Trovate questo bando anche sul sito: www.accattone.org

La giuria è composta da: Elena Stancanelli, Lanfranco Caminiti, Tommaso Giartosio, Nicola La gioia, Franco Buffoni, Lorenzo Pavolini, Carola Susani.

Tomada, un attraversamento

31

di Francesco Tomada

a cura di Francesco Marotta

Da: L’infanzia vista da qui, prefazione di Maurizio Mattiuzza, illustrazioni di Gennj Volk, Gorizia, Editrice La Quercia, “Sottomondo”, 2005.

(I disedifici)

Double face
(pensiero all’uscita del turno di notte)

Guarda le gru di Marghera altissime
e bianche nel buio come radici
di alberi piantati a rovescio
nella terra

dunque questo non è cielo
ma un cielo capovolto questa non è
vita
ma quello che alla vita viene tolto

.

Su un verso di Antonella Anedda

Anch’io di Sarajevo ricordo l’immagine
di una donna che corre verso il rifugio
proteggendosi la testa
come se piovesse

la pace che viviamo ha la fragilità
delle cose che succedono per caso
essere sorpresi in strada troppo lontani da un riparo
e bagnarsi solamente
oppure morire

Personaggi Precari 2009: Millennium Edition

27

1774_lynching di Vanni Santoni

Renzo

– Babbo, perché ti tieni il cuore?
– Perché mi immagino gli infarti.

Sara

A sedici anni è mezza sfatta. Con quegli occhietti cilestrini tiene testa a certi fidanzati che sono ognuno il terrore del suo quartiere.

Rambaldo

– Arriva un momento nella vita, se hai avuto abbastanza donne e abbastanza belle, in cui cominci a considerarle per il loro cervello, più che per il loro corpo: è lì che devi stare attento, in quanto mai ti eri abituato a scegliere in questo modo, e non hai quindi sviluppato gli strumenti per una corretta valutazione.
– O’ che dici, nonno? Ma se sei sempre stato buco… Lo sanno tutti che la mamma è figliola del Verniani!
– Eh, dai, facevo per dire.

Teti

Ci sono famiglie che hanno scritto nel proprio destino un giorno fatale nel quale qualcuno alzerà il coperchio, il drappo, la maschera, e scoprirà l’orrendo verminaio; e ci sono famiglie in cui di queste belle giornate ce n’è più o meno una ogni tre anni.

Roberta

Si è andata a infilare in una setta che le spilla i soldi e la mette contro i suoi familiari. Non è mai stata così felice.

Claudio

Ventisei anni più tardi, dire “um banbino” lo diverte ancora moltissimo.

Mon Tag Poèmes

13

outilsemploidut-lundi

You phonio saxo?

1

Quello che vedi è quello che ottieni

1

peroncino lavinia

di Chiara Valerio

Avevo una missione, e sorridevo talmente forte che la sera avevo i denti piantati nelle gengive. Sono io che me ne vado (Mondadori, 2009) di Violetta Bellocchio è un romanzo di lucciole e lanterne. Balugina curioso e, in certe parti, impone di indossare gli occhiali da sole. Capita che le lanterne accechino. Allora, lei chi è? «Mi chiamo Layla Nistri» dico. Non so perché sto usando il mio vero nome. Potevo dire che mi chiamo Evangelina Tortora de Falco, e avrei comunque avuto il nome meno improbabile della giornata.

Iniziative Uaar

3

UNIONE degli ATEI e degli AGNOSTICI RAZIONALISTI
www.uaar.it

NEWSLETTER
Numero 79 (30 aprile 2009)

In questo numero:

1. AGGIORNAMENTO SULLA CAMPAGNA ATEOBUS
2. INAUGURATA LA SEDE NAZIONALE UAAR
3. CAMPI ESTIVI UAAR
4. IL CINQUE PER MILLE ALL’UAAR
5. OTTO PER MILLE: LA CAMPAGNA INFORMATIVA UAAR
6. PREMIO DI LAUREA UAAR 2009
7. FLASH: DUE MESI DI ATTIVITÀ UAAR
8. FLASH: DUE MESI DI AGGIORNAMENTI SUL SITO

Una dolce preghiera

112

img_0328
Dio è con noi
di
Franco Arminio

quello che conta per chi scrive
è solo la furia
la commozione lo smarrimento,
la vita è vera quando è spezzata
quando la testa brucia.
dio non c’è quando siamo gentili
quando siamo pazienti
quando crediamo agli altri
quando aspettiamo.
dio crede in noi quando siamo in croce
quando buttiamo fuori l’inferno
che abbiamo dentro
quando non misuriamo niente
ma vaghiamo fuori dai nostri nidi
nell’aria appestata di questo cimitero
incapaci di prendere e di dare
incapaci di commerciare
con il visibile e il mistero

* * * di sassi e cristalli

22

* hiberno pulvere ** da cenere oro

L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.

Salmo 143

W. A. Mozart [ 1756 -1791 ]
Adagio in Do minore per Glass Armonica K. 617

di Orsola Puecher

nata in un giorno di rose e bandiere
Primo Maggio di speranze e futuro
[ e ] strida di rondini che ritornano

scrivo di quel che s’è perduto: ancòra [ et àncora ]