di Franz Krauspenhaar
Con il presente post, l’ultimo, annuncio la mia uscita da Nazione Indiana. E’ stata un’esperienza per me importante, a volte addirittura esaltante. Ma se è vero che sul web il tempo marcia molto velocemente, più velocemente che “fuori”, la stanchezza, ora come ora, ha preso il sopravvento.
Colgo l’occasione per ringraziare Tiziano Scarpa, che mi volle nella “squadra” nel dicembre del 2004, e tutti gli Indiani, nessuno escluso. Con molti di loro ho condiviso idee, parole, moti di affetto sincero e vera amicizia. Nazione Indiana mi ha dato la possibilità – rara – di conoscere persone eccezionali, e di farmi conoscere, di uscire dall’isolamento di cui sono preda, per varie ragioni, gli scrittori. Nazione Indiana è una bella realtà, e io ne sarò sempre un “tifoso” sfegatato, un sostenitore e, se possibile, un fiancheggiatore. Troppi i ricordi e gli affetti che mi legano a questo “organismo letterario vivente”. Ma è venuto il momento di mettersi da parte, almeno per me. Non c’è un motivo particolare, in questa mia decisione, se non stanchezza, una parola che racchiude molte cose: e comunque, è meglio ritirarsi quando va ancora tutto bene, credo. Sono in programma alcuni post per i giorni successivi, fino alla fine di agosto. Dopodichè, tornerò ad essere lettore e commentatore soltanto.
Un grande augurio a tutti gli Indiani di buon lavoro, e un saluto e un grazie ai lettori e ai commentatori.
Addio a Krauspenhaaru, di Giovanni Cossu: sambenadu.