di Oretta Bongarzoni
Per i giovani la Resistenza non solo continua, ma rinasce. Dicono: «I problemi sono ancora tutti in piedi, quindi non c'è che da andare avanti»
di Claudia De Angelis
Da bambina Lucia viveva in città, è andata a scuola e ricorda. La maestra diceva che nelle grotte vivono: orsi, ragni, spurtiglioni, grilli e vermi pelosi, talvolta i lupi ci riposano le ossa
di Linda Farata
Provai gioia il giorno in cui babbo venne a dirci che saremmo potute andare a prendere Elvio con lui. Non seppi cogliere la gravità, l’eccezionalità di quel permesso
di Camilla Pasinetti
Agnese ha detto alle bambine di non dar retta alla nonna, quando fanno i compiti. La nonna, la stessa che va a prenderle a scuola, prepara loro il pranzo e, quando dormono qui, stende i vestiti sul calorifero per farglieli trovare caldi al mattino
di Alessandro Tesetti Amleto ci ha detto che ci avrebbe portato da mangiare l’arrosto, ma quando è tornato solo le munizioni ci ha portato, nascoste su per l’orifizio alcune, e delle altre non ce lo ha voluto dire, ma in fondo erano poche, anche se non pochissime
di Chiara Cassaghi
Come ogni mattina da sei mesi, Rosa aspettava che emergesse dalla nebbia il ricordo di uno dei suoi fratelli. Ne trovava sempre almeno uno, che fosse quando usciva dalla sua cascina in riva al Lambro per girare i campi
di Giorgia Giuliano Le chiama perevarenikabachky come se io non le vedessi. Zucchine stracotte. Dice che queste sono speciali. Mi annoda il bavaglino e copre il tubo della flebo; insieme al catetere sono due cavi dello stesso ordigno esplosivo
di Rodolfo Sgro
Nuove galline sono entrate nel pollaio. Il babbeo le ha fatte entrare per prendergli le uova. Gionni dice che saranno guai con l’arrivo di queste galline di montagna. Secondo me Gionni non capisce mai niente: me ne fotto di chi arriva
di Sofia Rigoli
Palidda non sapeva leggere né scrivere. La sua maestra veniva dal nord, dove i bambini imparavano entro i sei anni, diceva. Lei invece di anni ne aveva nove, quasi dieci, e ogni volta che doveva mettere le lettere in fila su un foglio per dargli senso si confondeva e finiva per distrarsi
di Nicola Maria Fioni Fra le campagne che costeggiano le anse del grande fiume, proprio lì dove l’Arda s’allarga per esserci risucchiata, un’eco risuona. «Sarà scappato sull’argine…» sussurra Mancini a Bianco, culo stretto, appoggiati al muro.
di Sean Ashmore
Vibra nell’oscurità la nota in mi della sillaba finale. La decanta una sagoma illuminata da un’unica lampadina penzolante. In ginocchio con le braccia aperte, la bocca spalancata
di Federica Grasso
C’erano poche certezze nella vita della piccola Lidia, ma di una cosa era sicura: sua sorella era diventata antipatica. Non giocava più con lei e non le raccontava più alcuna storia
di Alice Ghinzani [14 anni]
«Ehi, nonna, ma tu conoscevi una certa Jenide Russo?» azzardo a un certo punto. La faccia della nonna si fa subito scura. «Dove hai sentito questo nome?» mi chiede. «Su una di quelle… ehm… pietre, credo… per strada» le rispondo, cercando di non mostrare che non sono preparatissima sull’argomento.
di redazione
I testi ricevuti condividono un pregio non irrilevante, una volontà civile di raccontare quelle storie di antifascismo che, di per sé, va premiata e merita il nostro ringraziamento. Ma il nostro è pur sempre un concorso. Quindi abbiamo valutato i testi dividendoci in due giurie, e ne abbiamo selezionati 12 che ci sono sembrati i più meritevoli di pubblicazione su Nazione Indiana.
Ringraziamo tutti per i contributi inviati. In questi tempi bui, in quest'onda autoritaria, essere controcorrente non è una cosa scontata e raccogliere il testimone di valori e storie è sempre più importante e significativo.
Cominceremo a breve le letture dei testi.
di Nadia Agustoni "Mimma”, nome di battaglia, veniva da una famiglia antifascista la cui casa fungeva da collegamento per il gruppo di Giustizia e libertà. Sia lei che il fratello Bruno furono nella resistenza e vicini a figure come Leo Valiani, Pertini, Parri, Del Pra.
Il bavaglio messo a uno scrittore che voleva parlare di antifascismo, Liberazione e quindi delle radici della nostra democrazia è evento che merita di scatenare un !Ya basta! collettivo, e il suo monologo dobbiamo poterlo leggere dappertutto
di Italo Calvino Quello che oggi è facile, domani potrà essere difficile. Bisogna evitare che le cricche reazionarie, asserragliate nelle pubbliche istituzioni, si organizzino per la resistenza, come pattelle che si attaccano allo scoglio se non si è lesti a staccarle. Bisogna evitare che dette cricche usino della compiacenza di qualche partito dalle vedute incerte per rientrare nell’agone politico ...
di Daniela Cassini e Sarah Clarke Tra le tante storie incontrate, in un campo largo che ha unito intenti e percorsi diversi, abbiamo voluto approfondire con curiosità e passione la storia di una figura rimasta ai margini...
di Michele Nardini
Estratto da memoriale - Agosto 1944
Vado avanti. Supero il blocco delle prime case e raggiungo una nuova località. Davanti a una casa scorgo movimento e agitazione, due soldati hanno i fucili puntati contro un gruppo di persone e li spingono dentro una casa da cui provengono voci concitate.
Decido di entrare. Dentro c’è poca luce, solo una macchia grigiastra che illumina la prima parte della stanza dove sono...
di Pierluigi Cappello
Ama le biciclette e la polvere degli sterrati, la Repubblica. Magari una solida Bianchi con i freni a bacchetta. D’estate, quando si accendono interminabili veglie, si racconta sotto i bersò, davanti ad un bicchiere di rosso, pane croccante, salame ben stagionato.
La Repubblica preferisce le dozzine più che le unità, le voci a una singola voce, ma, del coro, distingue una voce dall’altra. La si è vista sedere...
Abbiamo raccolto in questo Atlante alcuni dei numerosi scritti pubblicati sul tema del 25 aprile e della Resistenza, con la profonda convinzione che, soprattutto in questo clima di estrema confusione politica, di intolleranza, di razzismo strisciante, sia ancora e sempre di più importante scrivere e raccontare del momento storico in cui forze diverse per credo e convinzioni ideologiche trovarono una via comune per opporsi al nazifascismo.
⇨ CORAGGIO, COMPAGNI...
di Orsola Puecher In questo 25 aprile 2018, che ancora pervicacemente mi sento in dovere di “commemorare” contro il rigurgito di tutti i fascismi e razzismi, manifesti o striscianti che siano, nel raccontare l’avventurosa e straordinaria missione di sostegno alla resistenza etiope compiuta dal 1938 al 1940 da Ilio Barontini...
di Giorgio Mascitelli
Alla manifestazione milanese del 25 aprile scorso ( 2017) ha destato disappunto e ironia il cartello portato da un militante del PD che inneggiava a Coco Chanel come madrina spirituale dell’Europa unita, dati i trascorsi antisemiti e collaborazionisti della celebre stilista che evidentemente gli estensori del cartello ignoravano. Se torno sull’episodio ovviamente non è per rinfocolare le polemiche politiche che da qualche anno in qua accompagnano la...
di Orsola Puecher E ora che tutti i protagonisti di queste vicende se ne sono andati, non resta che raccogliere indizi, rispolverare ricordi di racconti, cercare i documenti. L’ultimo ritrovamento della mia ricerca riguarda un tassello apparentemente secondario, ma non meno importante, la fuga in Svizzera di mio padre Virginio, la cui stessa vita, dopo la deportazione in Germania del notaio Puecher, era in pericolo.
di Orsola Puecher “Vivo, sono partigiano.” scrive Antonio Gramsci l’11 febbraio 1917, quasi cent’anni fa, e in questo imprescindible sillogismo, in questo cogito ergo sum fra vivere, essere vivo e partecipare, parteggiare nella vita della πολις, sta in nuce il primo seme della futura Resistenza.
di Jamila Mascat
A due giorni dalla Festa della Liberazione, tornare a parlarne ha meno del post e più della considerazione inattuale. Ma tant'è. La parola resilience mi pare che ricorra più spesso in inglese, forse come conseguenza dei dibattiti in voga nelle scienze sociali anglofone, dalla psicologia del lavoro alla sociologia ambientale. In italiano salta subito agli occhi quanto pericolosamente i due sostantivi resistenza e resilienza si somiglino. Il primo, non c'è...
di Helena Janeczek
L’imminenza del 25 aprile mi ha fatto tornare in mente una storia. Non è una storia italiana, neppure una storia di resistenza in senso stretto. La trovo sorprendente, anzi bella, proprio perché è ambivalente e di profilo basso. Una storia tedesca. E di calcio.
L'aggancio per scoprila è stato un amico di mia madre, anche lui ebreo polacco di quelli scampati per miracolo, che gufava con tanta foga...