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inedito

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Pietà

di Ilaria Palomba
Embolizzazioni. Trasfusioni. Dimentico. Cosa ci fai qui? Meriti questa seconda possibilità? A quali condizioni? Non pensare. Ora cammina. Non pensare. Non devi pensare.

Parlare col culo

di Daniela Besozzi
Daniela ironizzava spesso sull’ipotesi che io fossi affetta dalla sindrome di Tourette, ma io vi giuro che la mia mente è sana. La ricerca scientifica congettura che la coprolalia sia un indizio di sincerità.

Tu, muori

di Ilaria Parlanti
Mi concessero settantadue ore per vedere il mondo, ingabbiata in un ospedale. Poteva accadere – la mia morte – per un semplice arresto circolatorio, per l’elisione dell’esofago o per soffocamento. Stava a me decidere.

La scorza

di Maria Teresa Rovitto
Riuscivamo a vedere l’abbondanza che ci circondava senza prendere sul serio nessuna delle teorie sulla povertà relativa. Era bastato nascere da madri che consumavano pasti nutrienti, dormivano supine e ci leggevano le favole proposte dai libri che afferravano dalle vetrine del corso.

Skei razza Piave

di Fabio Rodda
La catena fa sglang, sglang, sglang. Comincia con una sirena, un rumore aspro che risuona troppo a lungo nel capannone ancora silenzioso. Poi, si accendono gli ingranaggi ed è sglang, sglang, sglang che non smette più. Sglang, il colpo della pressa sulle lamiere: passano, sfilano sui rulli e arrivano alla postazione di Martino.

Note d’altrove #2  – Gianluca Cangemi

  Due poesie inedite di Gianluca Cangemi   Ho le mani impolverate di pollini e galassie. Saetta la serpe. La polvere di un sorriso mi resta su un dito o l’altro dopo la carezza dal sottobosco una pagliuzza d’oro. Pieghe grandi e rigonfie, parvenze d’anatomie della terra elefante; i laghi come i cieli nelle cartografie le copule, le penetrazioni. Trasformo gli escrementi selvatici in fiore o stella, rugiada i soffi della madre: il vulcano. Il bronzo crepita e pulsa del suono di risa e terrori e il vento delle mani in danza è lievito...

Scatole cinesi

di Giovanna Daddi Perciò non si muove. Poco prima si muoveva, fino a qualche giorno fa: si muoveva fin troppo. Entrava nelle stanze, aprendo una porta dietro l’altra, come scatole cinesi infinite.

Praline

di Sharon Vanoli
Il grande regno la chiamava… e lei doveva andare. Era sempre andata. Se la ricordava? L’immacolata esaltazione che la prendeva, ogni volta, alla vista di tutto quel liquido salato e spumeggiante.

Una ragazza interessata

di Andrea Guano
Superato il ferragosto, prosegue il sempre più articolato festival personale del racconto inedito. Oggi a farci compagnia sotto l'ombrellone tocca ad Andrea Guano e al suo lungo monologo fatto di alpinismo, rancore, sesso, Genoa (e altro ancora).

Il pittore

di Salvatore Enrico Anselmi
Prosegue, nel caldo agostano, il mio privato festival del racconto inedito. Andremo, grazie a Salvatore Enrico Anselmi, fino a Morcete, città segnata nelle carte come l’ultima prima delle grandi dune.

La fame non contempla la ragione

di Mariasole Ariot
Quando cade la pioggia dalla bocca e si fa nero il nero, si accumulano le uova dell'insetto che apre e scortica il becco di tre parti, una cosa morta il bianco ragionato un petalo appassito per dolore...

IPERSENSIBILITÁ

di Antonio Potenza
Da due mesi, ogni sera, la mia caviglia sinistra inizia a gonfiarsi come se qualcuno ci soffiasse dentro aria fresca. A guardarla dall’alto mi è subito parsa una zampa di elefante con quelle grinze orizzontali piuttosto scavate al livello del calcagno.

Una preghiera

di Christian d Furia Bisogna ripetere tre volte il desiderio; aprire gli occhi e camminare; raggiungere il primo angolo del campo e baciare il palo di ferro;

Il consolatore

di Michele Neri   Sono tornata di corsa, per strada non c'era nessuno e non vedevo il tempo che accelerava di fianco a me. Sono quasi le nove: è tardi.  Il mio vicino di casa ogni mattina bussa alla porta. Insiste, dice che un giorno sarà impossibile ascoltare quei suoni che rimandano la nostra fine.  Io sono la donna più popolare e senza aver fatto niente di speciale; hanno detto la salvatrice del...

La stanza

di Isidora Tesic    Avere un corpo e non sapere come portarlo. Averlo appena, usarlo come mantice. Come gregario, per rompere l’aria. Per il beneficio di chi lo segue – fosse anche l’anima. Il ragazzo ha pensato spesso di avere un’anima esterna, che lo segue arrancando. È sdraiato nella sua stanza e il corpo, in questo istante, è qualcosa di simile a un rudimento di esistenza. Non dorme. La stanza...

L’uovo del cielo

di Mariasole Ariot    Cade un mondo dalla testa, amplifica la velocità del tremendo, quando si china e non mi chiama, un capo abbassato conficcato nella terra, quando resta la parte clandestina che non apre, quanto preme, quanto muore e se non muore: vedere il bosco uscire dalle labbra, una pelle scorticata per le attese, il silenzio che muove, il vento di aprile, il frutto acerbo delle età immobili, e...

Una famiglia

di Cristian di Furia Un padre Quando otto anni fa mio padre è deceduto credevo mai più l'avrei rivisto: ieri invece mi ha telefonato per dirmi che era appena risuscitato. Poi ha chiuso, e io sono rimasto col telefono in mano. Poi ha richiamato e mi ha detto, ci vediamo? Quando, ho chiesto io. Ora, ha detto lui. Dove, ho chiesto io. Sotto casa, ha detto lui. Quale, ho chiesto io. Ma aveva già chiuso. E io sono...

Norris

di Hilary Tiscione La figlia piccola è matta da legare. L’altra è viziata e altezzosa. Ho imparato l’arte della calma. Verso brandy e firmo assegni, conosco ogni nuance del generale Sternwood. Se non ci fossi io qui dentro andrebbero tutti a gambe all’aria. Il capo ha chiamato un detective perché Carmen, la piccola, è finita nella merda un’altra volta. Ma li ho sentiti parlare anche di Regan. Regan è sparito....

Un estratto inedito da “Memoir”

                                di Francesco Borrasso    La depressione è una terra continuamente esposta, è un luogo bagnato, umido, è portare una croce senza un gesto che possa farti capire che prima o poi ci sarà la quiete; la depressione è stata come una colata di cemento dentro i muscoli, sopra le ossa, è stata guardarmi allo specchio e vedere una faccia estranea, osservarmi nel riflesso e non riuscire a riconoscermi e piangere e...

Sub-réel

     di Sharon Vanoli  Realtà – le orche  L’incubo è che esistono due mondi. L’incubo è che esiste un solo mondo, questo. Susan Sontag – La coscienza imbrigliata al corpo.  Stamattina ho fatto un disegno ad acquerello. Mi interessava sperimentare l’acqua, allora ho dipinto una palude. Sul punto di finire, ho fermato la mano per controllare l’effetto. Il verde-azzurro della superficie era così placido, nella rarefazione, che non ho resistito al piacere di sbiadirlo ancora un...

Vorrei poterti dire molto di più

di Francesco Borrasso Portare i fiori nei cimiteri, è importante onorare i morti, le tombe, le spoglie, che sono tutto ciò che rimane di un uomo; poi, con il tempo, scompaiono anche quelle e non resta più niente. È quello che dicono: rispettare i santi, dare voce ai deceduti, renderli ancora vivi a forza di parole e ricordi, riguardare vecchie foto. Abbiamo tutti grandi colpe da scontare; l’abbraccio con una...

Demone della decorazione

di Hilary Tiscione Sulla nuca della scala in biada di legno resistevano i Pupi. Dalle tre teste fiorivano come rami difettosi le loro colonne vertebrali in ferro scuro. Curvavano come uncini incarniti dentro l’intrigo forato delle loro menti. La scala era fatta di undici gradini. All’ottavo gradino potevo guardare i Pupi negli occhi. Sembravano impiccati. Con i colli sbranati dai ferri cacciati nel muro. All’ottavo gradino mi fermavo un istante. Mi tenevo ferma alla...

Lisa

di Barbara Lisci I fili sono invisibili. Non sapresti neanche definirne la consistenza, il diametro, la forza di tensione prima della rottura. E il preciso istante? No, non ricordi neppure quello. E allora cosa? Per Dio: cosa? Il guizzo dei suoi occhi metallici. Quelle minuscole mani, veloci e timide che si attaccano come dendriti al tuo cervello. Le sue parole, che rotolano bianchissime dai suoi sorrisi. E ancora? La sua aria da signora,...

Il testone

di Daniele Muriano (Questo lungo racconto fa parte del romanzo di racconti Le avventure di un testone, inedito. L'autore ce lo regala e noi lo ringraziamo. G.B.) Sono nella casa tutta silenzio e virgole. Dappertutto un’attesa di virgole mi strappa ogni sistematica ordinarietà. Ci vedo, nella sala stranamente così squadrata, tutta spigoli… Ci vedo una pausa del significato moltiplicata per la quantità – all’eccesso calcolando e cioè in questo panico –...

Passeggiando nelle strade della testa

di Mariasole Ariot Arriva il vuoto del mattino, dove si scioglie il tempo e si dilatano gli oggetti : una sfera al centro del volto, che smussa angoli e scompone, che ride allo specchio nei lobi oscuri, quando arrivano madri e padri a bussare alla porta rossa del risveglio – e quante mani addosso, quanta presa, quanto rumore. Passeggiando nelle strade della testa fuggono i ricordi del futuro, si approssimano al...

Vivisezione di un sentimento – estratto da un romanzo in divenire

di Francesco Borrasso Mi cadono queste ore di attesa sulla schiena, sulla lingua la scia della sigaretta e del suo fumo, i lividi sotto gli occhi che mi fanno da penitenza, e tutto questo momento sembra una fotografia scattata distrattamente, da qualcuno che stava pensando ad altro. Brucia come una ferita aperta, quella giornata in cui appena sveglio vidi mia sorella piangere quasi fino a strozzarsi nello schermo di un computer;...

Due fratelli

di Monica Pezzella La perrera è un cunicolo scuro. Come la gola umida e tortuosa di una grotta, a un certo punto si snoda in due corridoi perpendicolari a un’anticamera quadrata e vuota. Questa stanza ha i muri lisci e lucenti simili a scaglie di metallo e, negli angoli in alto, grate lunghe e strette, spesso intasate da polveri vecchie e ragnatele. Ai tempi in cui la perrera fu costruita,...

Opus Lunae (L’abero delle madri in quaternio)

di Valeria Bianchi Mian La cicatrice ora duole, se con l’indice ne premo i lembi tracciati in rosa antico. È la linea frastagliata di una battaglia che non avrà mai fine. È la nostra comune ferita, la feritoia del differenziarsi nel Tu e nell’Io tra le grandi labbra. Dalla vagina emerge a tratti una nuova risposta: se solo non avessi dimenticato la domanda di partenza, come novella Parsifal dai seni...

Nel bosco degli Apus Apus #3

di Mariasole Ariot Apus apus: “Una sua peculiarità è quella di avere il femore direttamente collegato alla zampa, tanto che il nome scientifico deriva dalla locuzione greca “senza piedi”. Questa sua caratteristica fa sì che non tocchi mai il suolo in tutta la sua vita; infatti se disgraziatamente si posasse a terra, la ridotta funzionalità delle zampe non gli consentirebbe di riprendere il volo”. Quindi dorme in volo. ______ Nel tempio dello...

Quando ti vengo a riprendere

di Francesco Borrasso Sei qui, al mio fianco, nell’auto fa caldo, fuori un vento solido simula le onde, borbotta. Mi restituisci il profilo, la pelle di porcellana, i capelli rossi che ti toccano le spalle quasi con disperazione. Il silenzio che c’è tra noi, adesso, è uguale ad un valico, il primo che parla, perde tutto. Ti ho amata come si ama il ghiaccio, ti ho amata come si ama la...
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