di Martina Panzavolta La traduzione mostra al Berger scrittore che esiste una creatura lingua, assicurandogli di riflesso che ciò che ha sempre tentato di fermare sulla pagina è una sensazione viva, che ha valore. Un’esperienza preverbale che un’intelligenza artificiale non potrà mai cogliere.
di Mariasole Ariot Le nubi che non sanno i temporali ci crollano dall'alto, di gambe spalancate per un bimbo già morto solo morto già nel prima di arrivare a compimento
di Federica Rigliani Io sono come sono perché lui era come era.
Con la testa di pietra difendo l’anarchia che mi ha trasmesso.
Forse, anche per questo sono sola.
di Marco Balducci non rinunciare, saldarsi alle linee in mo-
vimento, alle luci delle gallerie che scor-rono
in serie veloci, alle voci che tornano in
mente.
di Mariasole Ariot Diminuisce la parola a favore di una contenzione farmacologica, avvicinandosi a strutture manicomiali di vecchia memoria: quelle che Langone vorrebbe riaprire.
di Davide Orecchio Manca un mese al referendum. 5 SÌ per il lavoro e per la cittadinanza. Su "Collettiva", grazie a un'idea di Carola Susani, abbiamo messo in piedi un'iniziativa di militanza narrativa
di Mariasole Ariot Un libro che si pone allora in forma di domanda, che apre alla criticizzazione non solo dell'adesso, ma anche di un allora in cui tutto il presente stava già al suo stato larvale.
di Dario de Pasquale Dal Furukotofumi agli shōnen, passando attraverso la classe militare dei samurai e ai film di Kurosawa, la spada ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia culturale giapponese.
di Martina Panzavolta Nella narrazione degli Smiths, la cornice storica è fondamentale: non solo mostra alle lettrici e ai lettori la realtà messa in musica nei brani, ma soprattutto ricorda che l’espressione artistica può essere uno strumento di critica che contribuisce a muovere il presente e dare speranze
di Giovanni Pio Ruggiero la punta di
una certezza ricavata in buchi di tarme nel mogano, anfratti di esperienze già vissute e dalla metà
di chi ti apparteneva mozzate perché un tronco
di Mariasole Ariot Ancora ti risvegli tra la soglia e la tua strada, interstizi la tua calma, ricorda che è passato, che i morti : sono aghi senza cruna.
di Annalisa Izzo È il mostro dunque – l’uccello antropomorfo dell’epos omerico, la donna-pesce dei bestiari medievali, l’essere prodigioso, meraviglioso, straordinario, soprannaturale, seducente e terrificante al tempo stesso – la figura con cui si identifica la città.
di Bruno Barbera Mi stavo massaggiando la testa con lo shampoo quando ho sentito, in corrispondenza della tempia destra, un punto cedevole. Istintivamente ho fatto pressione con due dita e nel mio cranio si è formata un’apertura.
di Simone Redaelli Ma questa è una menzogna. Nulla nel mondo ha di queste sensazioni. Tutto continua a girare: gli esseri umani procedono indisturbati, gli alberi generano foglie, i muri continuano a reggersi.
di Marco Nicosia Nel complesso, la lettura e la traduzione esigono, come fa l’autrice, «[to] look askance again», di guardare di sbieco, e poi di nuovo scrutare e ancora una volta guardare di traverso
di Marco Balducci Leggere queste pagine-partiture è in realtà un perdersi nei suoni: suonano nel ritmo delle sillabazioni, nelle pause degli spazi bianchi
di Francesca Matteoni
Nella mia casa conservo una valigetta di cartone dove anni fa ho chiuso un incantesimo. Ne ricordo la fonte: era un lutto per il quale ho rinnovato una delle mie molte e bizzarre promesse infantili.
di Valeria Micale br>Ogni barriera del corpo ne mantiene l’integrità, impedendo la perdita di sostanza vitale. Anche le cicatrici servono a questo scopo.
di Laura Liberale Ti convinci di essere già morto, che la tua morte è già avvenuta, non senti nulla, nessuna emozione, diventi come un sasso, ti prosciughi.
di Mariasole Ariot Di nuovo, appesi all'infinito e a questo spazio, se l'appeso è un aspettare, il gioco è dire basta, morire nella cassa toracica del niente.
di Marta Barattia Cade senza un grido, trascinata in un abisso di vortice scuro che confluisce in un tubo più grande e poi in un altro e un altro ancora. E poi – si suppone – nel mare.
di Daniela Sessa In “Marabbecca”, ultimo romanzo di Viola Di Grado, persino la copertina sa di naufragio. E la donna di spalle con la testa spettinata dentro una gabbia è un relitto ammassato dall’onda.
di Ilaria Palomba Embolizzazioni. Trasfusioni. Dimentico. Cosa ci fai qui? Meriti questa seconda possibilità? A quali condizioni? Non pensare. Ora cammina. Non pensare. Non devi pensare.
di Ilaria Parlanti Mi concessero settantadue ore per vedere il mondo, ingabbiata in un ospedale. Poteva accadere – la mia morte – per un semplice arresto circolatorio, per l’elisione dell’esofago o per soffocamento. Stava a me decidere.
Sabato 30 settembre alle ore 16h; CIPM di Marsiglia
Cinque poeti di "Nazione Indiana" al Centro Internazionale di Poesia di Marsiglia: Mariasole Ariot, Francesco Forlani, Andrea Inglese, Renata Morresi e Andrea Raos. Letture e discussioni su vent'anni di attività letteraria indipendente.