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poesia contemporanea

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Da Curae e altre poesie

di Antonio Perrone Da Curae Contravvenuto Eri il cambiamento necessario quello inatteso, e da me non voluto non ricercato e perciò straordinario insostenibile, contravvenuto. * * * Ciente Tu tiene ciente nomme e ciente mane e ciente uocchie e ciente culure ‘e capille diverse. Ciente vocche tu tiene e ciente voce ‘e femmene e ‘e mascule e ‘e creature, ciente voce pe’ ddicere ca ssì, ca nno, ca tiene paura, ca me vuo bbene ca sî ggelosa… Ma i’ sulo na penna pe’ scrivere sti ccose. * * * Anagramma 20 milligrammi di...

Danzeranno gli insetti

di Sonia Lambertini* Nel giorno del mio giudizio quando il corpo sarà in scadenza la bocca sarà colma di terra danzeranno gli insetti il ritmo assordante non mi farà dormire e come nei banchetti degni di rispetto trionferanno gli avanzi le formiche ne faranno scorta sottomano la mappa cenni di anatomia viaggio di sola andata. * * * Il cucù sopra la testa canta bastardo con quel verso che dio mio fatelo tacere. La sua tana è accanto alla mia, si guarda alle spalle sorveglia l’andirivieni degli sfollati. *...

mater (# 13)

di Giacomo Sartori             Sempre pollo! sempre pollo! sempre pollo! declamavi scimmiottando l’agiata vicina durante la guerra il pollo noi ce lo sognavamo la notte dicevi sprofondando nei marosi d’una risata per una volta vera     Da domani   da domani andiamo al ristorante sempre e solo al ristorante non voglio più stare ai fornelli dicevi                               Mi guardano   mi guardano come fossi una mummia sei sbottata l’ultima volta che t’ho accompagnata a sciare     All’ospedale   all’ospedale mentre assaporavi un sopore di tregua singhiozzavo e singhiozzavo (non potevo domarmi) al piede del letto mio nipote e la sua bella covavano ieratici la loro incoluminità di giovani sportivi (grazia simmetrica d’etruschi)                                               Ho sognato   ho sognato che dovevo passare la maturità e non sapevo...

La storia in serie

di Claude Royet-Journoud traduzione di Domenico Brancale affinché ciò resista lei accoglie l’indistinto non avrei mai voluto si fanno i conti nel buio un calore senza fine tavolo era la parola —— un nodo racchiude il fuori altri raggiungono il tavolo per morire —— il silenzio è una forma —— aria che definisce impercettibile nessuna separazione l’area dell’animale —— verticalità della fame madre più vicina —— una manciata di blu nell’angolo —— è nella stanza che respira a dirla tutta l’aria lascia una macchia rossa un po’ di febbre nell’intersezione la fine dell’evento s’impossessa di colui che è...

mater (# 12)

di Giacomo Sartori Volevo dirti volevo dirti che il libro su dio vendicchia benino anche se certo la critica latita (i clerici delle lettere son così ligi ai riti prestabiliti così disattenti così asserviti!) i cattoliconi svicolano e gli esteti atei sogguardano da sopra   volevo dirti che le beghe ereditarie non sono poi serie archiviati i conticini si squaglieranno certo come avanzi di neve in aprile   volevo dirti che sono un po’ giù questa sera la pioggiolina è tanto lagnosa (lo zelo si dilava nel buio umido) ma certo passerà certo verrà mattina verrà il sole sfacciato non devi preoccuparti   volevo dirti...

Le cose possibili

di Martina Germani Riccardi uno, uno, uno. provo a pensare solo uno e passano i primi venticinque metri. due, due neanche metto la testa fuori, neanche la giro: voglio restare qui sotto né per difesa né per fiato, solo per stare con me. tre, tre ogni tanto ci prova, qualche parola, a venire su tre, quattro non le lascio spazio. le braccia vanno come se dovessero tirare giù il mondo: posso guardare curvarsi la schiena della terra: qui sotto cinque posso nuotarci sopra cinque entro piangendo, invece la fatica mi educa il...

mater (# 11)

di Giacomo Sartori Al maestro dicevo al maestro dicevo ch’eri sempre fuori sempre fuori di giorno e di notte (soprattutto la notte) fuori con la pelliccia fuori con i rossetti ogni sera via nella notte buia con le calze a rete poi i pomeriggi saldata alla cornetta sbraitando chissà che tutti quei nomi che chiamavano per fissare l’ora e fare baldoria   lui t’ha convocata non senza prosopopea ma anche clemente (cristiano praticante) ognuno fa quel che il fato gli posa sul capo ha esordito quel tuo mestiere (se di mestiere potevasi discorrere) era quel che era dovevi però pensare pure ai...

La furia refurtiva

di Viola Amarelli La furia refurtiva (Vydia, 2016) condensa e nel contempo espande la traiettoria poetica di Enrico De Lea in un trittico di sezioni che appaiono paradigmatiche della ricerca non solo linguistica dell’autore. Gli eserghi del libro accostano complementariamente Sciascia (Quando cielo e terra ancora c'erano) e de Kooning (Poi giunge un momento nella vita in cui si esce a fare una passeggiata, semplicemente. /E si cammina nel proprio...

mater (# 10)

di Giacomo Sartori     In una foto   in una foto sulla neve (sfondo di pareti simili a pandori) hai calzoni rastremati di protosportiva scarponi di pelle fissi l’obiettivo (certo tua figlia) contenta dell’attimo gli occhi sorridono (poi scruteranno da uno scranno di disincanto) ancora coerente con te stessa   minuscolo sciatore famelico di contatto premo la spalla sulla tua coscia una tutina di panno quasi d’aviatore cincischio le manopole canto o grido il mio broncio (labbrette protese) pencolo il mio bisogno la tempia sull’anca del mio sostegno   per non concedermi quello ch’anelo il tuo braccio fugge all’indietro     Dovresti andare in vacanza   dovresti andare in vacanza lavori sempre mi...

mater (# 9)

di Giacomo Sartori           Come potevano come potevano l’incongruenza del pensiero la presunzione la foia di primeggiare la petulanza (in sintesi lo snobismo) dare un cocktail così umano e così toccante come potevi farti tanto amare? (tu ch’amare sapevi male)     A spezzare l’idillio   a spezzare l’idillio tsunami arcano (pedissequa gelosia guardando indietro) giunse la voce adulta una prima amichetta poi un’altra quasi mogliettina e non parliamo dei rivoluzionari i grezzi operai il prete spretato il grecista comunista coacervo trasandato (scarpe sformate e capelli unti) m’hai ripudiato come si congeda un domestico ch’ha rubato   pure l’amico tanto caro lo squisito omosessuale (il mio padrino): radiato dai radar del mio esistere (niente più...

mater (# 8)

di Giacomo Sartori   Portavi i fiori portavi i fiori sulla tomba di famiglia brullo muro nel cupo del colonnato (neoclassicismo malmesso dei cimiteri) dov’è il dandy che tanto t’è mancato (presenza immateriale) tua mamma cosmopolita dalla lingua tagliente suo fratello incisore quello erudito professore e libraio più giù nella lista lo scienziato mazziniano poliomielitico bigamo tuo cugino narciso figlio d’una scopata militare nei Balcani in fiamme (la madre l’ha portato in un involto e s’è riavviata) superbo e permaloso (fino alla fine bisticci e paci d’indomiti vecchini) due tue sorelle ben più belle (e sposate ben meglio) e altri nevrotici (mica si...

mater (# 7)

di Giacomo Sartori Eri bella mentre morivi eri bella all’ospedale senza rossetti e fronzoli senza plateali parole   eri bella avviata alla morte priva d’attrezzatura bramosa di concludere (sobbarcandoti pur sempre la lunga marcia)   eri bella prima di morire (basta ospedale) davvero tanto bella finalmente calma finalmente assorta (con una così faceva voglia ricominciare)   eri bella finalmente leggera nell’etere della morfina leggera come una piuma leggera come il tuo nome stavi bene e te ne andavi   eri bella sballata e rilassata senza più disprezzi senza fingere interesse senza esigere d’essere finita   eri tanto bella divertita e incantata dalla recita privata (danze certo di morti) avevi vinto (il dolore e le...

Sororità di Claudia Iandolo

di Daniele Ventre   Quello che Claudia Iandolo presenta ai lettori, con la sua corona di venti poesie, raccolte nella silloge Sororità (LietoColle, 2014) è un monumentum dedicato a un’amica scomparsa. Già il titolo rende ragione dell’affetto per la creatura sorella appena perduta, ritratta in modo indiretto in un’opera che  nella delicatezza dell’espressione del dolore, non scade mai nella retorica chiassosa del planh. Ovviamente, la decisione di connotare l’omaggio poetico con...

Tutto accade ovunque

di Francesca Fiorletta   anche oggi ho visto qualcosa che di continuo ritorna anche oggi ho visto qualcosa indistintamente Pubblicato ad aprile 2016 da Nino Aragno Editore, nella bella collana i domani, curata da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa e Laura Pugno, Tutto accade ovunque è l’ultima raccolta poetica di Italo Testa. Composta da quattro sezioni (la casa perfetta, g.c., i camminatori, non ero io), il libro ospita anche alcuni testi apparsi precedentemente sulla rivista Il caffè...

Cronaca senza storia

        di Matteo Marchesini  CRONACA SENZA STORIA Mania Sentire ogni tempesta, ogni dolore come se fosse eterno: non aver altro di cui fare altro governo. Ma quando torna la festa non sentire più niente: l’orrore è divenuto incomprensibile come a chi sogna. Al risveglio rimane la vergogna.  * PERSONE SEPARATE Seduta  Una vita passata a invidiare la gente che vive e non sta sul chi vive, e magari una morte ridicola (una trave caduta, una sciarpa impigliata al motore). Tutto questo da dire a un dottore: una vita passata in due dentro...

Amelia Rosselli, l’io, l’avanguardia

di Daniele Barbieri   Ho trovato in un aforisma di Nietzsche la chiave per capire il metodo compositivo di Amelia Rosselli, e la relazione tra quel metodo e il problema dell’io, anzi della sua riduzione. Ecco le parole di Nietzsche (da Il crepuscolo degli idoli, La “ragione” nella filosofia, 5,  trad. Mirella Ulivieri) : Il linguaggio appartiene, secondo la sua origine nel tempo, alla forma più rudimentale di psicologia: se prendiamo coscienza...

Congiungimenti

di Domenico Brancale / Hervé Bordas da CONGIUNGIMENTI   I primi cinque anni della pubblicazione Congiungimenti (2010-2015) raccolti in un unico volume. Testi di Domenico Brancale, 32 disegni di Hervé Bordas. A cura di Silvia Soliani, con  una nota di Vito M. Bonito. Tiratura di 200 esemplari. Edizioni Prova d’Artista, Venezia, Galerie Bordas, 2016     ESECUZIONE 1 in te riposto il segreto… non una nudità se non ci fosse la parola che costringe al silenzio… in te seppellito il...

della vostra mistica inerzia

di vito m. bonito (inediti) 1 loro parlano sulla mia testa io seguivo le scarpe entrare uscire dal muro... 2 sono in grado di applaudire divorare il sole la mente dei neonati tutte le unghie 3 hanno fatto volare la neve ma l'istituto delle resurrezioni umane ha cambiato la luce si dice l'inquilino essere stato un'ombra nel muro sfuggita al creato - no - viene sollecitamente rilevato - solo il primo sospettato - 4 l'inquilino ha cambiato casa ha lasciato un'impronta di resa sui vetri sui muri dopo anni pare un respiro debole tiepido ancora 5 muro apre muro non sanno...

Miti Moderni/17 : di pietra

di Francesca Fiorletta Non esiste il ricordo. Le passioni tutte uguali. Ridere per dimenticare, nella tazzina del caffè. Sperare di incontrarsi, dimenticare il futuro, una caduta libera. Fino alla sazietà. Pensi di essere libero, il pericolo scampato; sono ancora tutte armi di pietra. Il monte di pietà spalma un gran foro nell’ignoto. Appendi il badge alle pareti, gli angoli di vimini, stropicciati. Sai arredare la notte con grandi favole erotiche, apri gli occhi nel buio, senza voce nella gola. La paura. La paura ti fa restare immobile. Il vetro non ti preme abbastanza, le nocche. La notte, poi passa. I...

Poesie inedite

di Diego Caiazzo * * * Penso spesso al destino dei miei libri, dopo; vorrei fare come i faraoni, portarli con me nella mia piramide: solo che io non avrò una piramide, probabilmente; ed è vero, molti li compro sapendo che non li leggerò, almeno in questa vita; ma mi piace vederli lì, tra gli scaffali, in agguato come indiani, avvertirne l’odore forte della stampa; e rimandarli ad una vita futura in cui, quando entro in una libreria, immediatamente confido. *...

Cinque poesie inedite

di Damiano Sinfonico Ho percorso tante case. Una diversa dall’altra. E una uguale all’altra. Non saprei dire che cos’è una casa. È più grande di poche stanze. E più piccola di un’idea. Ci è noto ogni particolare. Le casse da cui soffia la musica. Il colore della spugna per i piatti. Da dove salgono i rumori del mattino. Casa è dove abbiamo le ciabatte. * “Il mio regno per una tazza di tè”. Annego in un racconto di Cechov. Supero i capitoletti uno dopo...

Notizie dalla Descrizione del mondo ° 23/2/2016

(sommario: Aleksei Shinkarenko, Elisa Davoglio, Pietro d’Agostino, Jacques Jouet, Giulio Marzaioli, Dj criticism) Descrizione del mondo oggi è in modalità: suggerimenti a un poeta morto, ma → NON vi parla di “morte della poesia”, “morte della critica”, “morte del romanzo”, “morte di mio nonno”, oggi DDM, vi parla della “morte della società” in Italia (ad esempio) o della morte della “sperimentazione sociale”, e forse di questo varrebbe la pena di...

Quando piove ho visto le rane

poesie di Azzurra D'Agostino disegni di Giga Questo libretto di poesia senza spiegazioni, avrà, credo, raggiunto il suo scopo se leggendolo, invece di pensare che manchino le spiegazioni perché vi vengono descritte cose evidenti, si pensi evidente l'assenza di spiegazioni perché esse il più delle volte non ci occorrono. Se il lettore si lasciasse tentare da una sensazione sperimentata da ciascuno di noi ma alla quale raramente concediamo udienza cosciente: la...

Morten Søndergaard: il poeta della metamorfosi e della musica.

Di Claudia Iandolo Pochi autori hanno insieme il dono della complessità e quello della leggerezza. Pochi, come Søndergaard, riescono a scrivere di una realtà che si moltiplica, si dilata, cambia e ci cambia. Eppure in quella realtà siamo condotti per mano dall’autore con eleganza e disinvoltura. Che il mondo sia Caos appare vero fin dalla prima delle tre raccolte che costituiscono il libro: A Vinci, dopo. Titolo emblematico che ci...

Aforismi e dintorni

di Damiano Sinfonico La cosa più snob è vivere a Parigi per poter dire “io non ci vivrei”. Una casa è più grande di poche stanze e più piccola di un’idea. Una tesi è un’opera di finzione ben documentata. I poeti hanno un bel ritratto. Le sensazioni più minute (la tazzina che tocca le labbra, il tappo che si stacca dalla penna, il fruscio del giornale) allietano la giornata. Tutti gli ieri è sbagliato, che...

La legge del buio

di Francesca Canobbio I PARTE La legge del buio non è dettata da notte alcuna. Il riposo non è paura degli occhi, ma spesso la vista è così vasta che il buio vince la notte. Ecco che l’eco di una o più voci, un ritornello che ritorna richiama alla memoria quel tanto di nero che ebbero le pupille sganciate dagli occhi, senza colore, o, se si vuole temporale d’iride, tutte le iridi non fanno una pupilla quando...

L’umiltà degli schiavi

di Corrado Aiello Ancora più lontano - mai più bestie Così ci investe un senso d'altro, quasi Inumano, a corroderci dentro – astratto malore alto malessere esatto. Forse tu non t'avvedi (Ché a vedere oggi poi tutti non vedono) Non t'avvedi del padre Impazzito straziato davanti al corpo del figlio Aperto-squartato, che gioca con le sue budella – Di caramello in sangue – prova a farne una collana Ride a capo chino sfatto prima di urlare selvaggio Che strappa i propri...

Townscape (2)

I 1.1 Partendo da una grigia sera di Stoccolma in cui ci si incontrò fra noi -per lo più immigrati nati a Roma e a Milano -rimpatriata del dispatrio dei pensanti senza patria -mi ricordo che non c'era poi granché da ricordare: mi sembra si parlasse tutto il tempo a cena, e poi in albergo del non essere in un certo modo piuttosto che in un altro o in altri ancora che non so nemmeno immaginare nel dominio...

Townscape

Lasse 0-2   di Daniele Ventre 0. Il venditore di giornali afferma qualche cosa di reciso sulle testate esposte lungo il vetro opaco. In tre parlano di sé fra sé e se stessi lungo il vetro opaco. Non è che ci abbiano pensato a ripulirlo dalle incrostazioni. Qualcuno va di corsa dall'edicolante e non afferma qualche cosa di reciso. Tutto quanto gli si fa leggero. Non è suo compito cercare di risolvere il gomitolo. In questi pochi passi corre per...

Biopolitica, orsù!

di Vito M. Bonito   Biopolitica, orsù! (how can you mend a broken heart) Il poeta è un parassita sacro Michel Houellebecq o miei pupazzetti nell'ordine sacro vi giro e rigiro ora tu ora là nessuno lo sa maraviglia non faccia il vortice in ch'io scompaio ed appaio da sì tanto rumore sdegnata da sì acuto terrore che di me sia svelata la mia di me parte oscurata ogni mio falso aldilà la mano non tocchi giammai io perdono chi vive chi sopravvive nel mio stesso aldiquà seguìtemi dunque ìtemi assai al mio caldo...