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Samuel Beckett

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Semantica e sintassi beckettiana in Gabriele Frasca e Giuliano Mesa # 2

di Andrea Inglese
Anche per Giuliano Mesa il dialogo con l’opera di Beckett non è episodico, ma coinvolge procedimenti e risorse fondamentali del progetto poetico. Fin dalla raccolta I loro scritti, uscita nel 1992, Mesa pare elaborare in un suo modo personalissimo una costante della figurazione beckettiana: il corpo smembrato e derelitto.

Semantica e sintassi beckettiana in Gabriele Frasca e Giuliano Mesa # 1

di Andrea Inglese
Diversi sono i poeti italiani, in cui è possibile rintracciare un’influenza puntuale o un’affinità più generale rispetto all’opera di Samuel Beckett. Ma per nessuno di questi autori si può parlare, come avviene nel caso di Gabriele Frasca e di Giuliano Mesa, di un rapporto frontale e consapevole con l’intera esperienza letteraria beckettiana.

Domande. Da Samuel Beckett

di Giuliano Mesa
Ascoltare, domandare. Nell’ascoltare Beckett si ascolta il suo ascoltare ed ascoltarsi domandando. Non per la letteratura - con la letteratura. Né mezzo né fine. La letteratura interroga la vita. “Quando ci si ascolta, non è certo letteratura quella che si sente”...

Diario di Saragozza: Ex vuoto 11 settembre

di Francesco Forlani
Queste riflessioni sono parte di un corso di filosofia preparato per i miei ragazzi al Lycée Français Molière di Saragozza sulla nozione di Arte e particolarmente sul ruolo che quest'ultima può avere nella creazione di un territorio nell'immaginario collettivo...

Tarkos, l’animale parlante è nella pastaparola

di Andrea Inglese In una storia parallela della poesia francese e della poesia italiana, l’anno 1979 avrebbe un’uguale importanza, ma un significato opposto. In Italia, la vicenda del Festival di Castel Porziano segna, nella lettura che ne diamo oggi, l’ingloriosa fine di una stagione di sperimentazioni e, più in generale, la definitiva perdita d’aureola del poeta. In Francia, invece, nasce il Festival Polyphonix, che conoscerà più di cinquanta edizioni, grazie...

“Il modo in cui noi morti ci scriviamo”. Su Jack Spicer

di Andrea Raos Non doveva essere male fare il poeta a San Francisco tra la fine degli anni 50 e i primi 60. A farmelo pensare è Jack Spicer (1925-1965) perché è uscita la prima traduzione italiana integrale del suo primo libro, del 1957: After Lorca. Con un'introduzione di Federico García Lorca, a cura di Andrea Franzoni e Fabio Orecchini, traduzione e note di Andrea Franzoni, postfazione di Peter Gizzi, edizioni...

Due letture (anche un po’ teoriche) di poesia: Vincenzo Frungillo e Italo Testa

di Andrea Inglese   Sì, pare proprio che per evidenza tangibile la poesia esista, si scrivono ancora libri, e se ne pubblicano, anche se il lamento funge da sottofondo costante così come il senso apocalittico di scomparsa del genere, di sparizione della letteratura, di svaporazione del libro. E invece libri di poesia circolano ancora come uno strano, ingiustificato avanzo, e viene pure voglia di leggerli, e anche di fornire un minimo...

Sentire voci, inventare lingue. Le narrazioni di Amitav Ghosh.

di Anna Nadotti «Parole! Neel era dell’opinione che le parole, non meno delle persone, fossero dotate di una propria vita e di un proprio destino. Allora perché non c’erano astrologi a studiarne il kismat e a predirne il fato? L’idea che avrebbe potuto essere lui ad assumersi tale compito gli venne all’incirca all’epoca in cui cominciava a guadagnarsi da vivere come linkister – vale a dire durante i suoi anni...

Da un Sordello all’altro

di Giorgio Mascitelli   Molloy sta osservando in una vuota pianura irlandese un signore, il signor B che si allontana in direzione opposta alla città dopo l’incontro con il signor A. Molloy è accovacciato sotto una roccia vestito di grigio e si immagina che il signor B non possa notarlo.  Nel descrivere la sua posizione il vagabondo ricorre a una citazione dantesca, che suona così: Il regardait  autour de lui (...

Comprensibilità / incomprensibilità in poesia

di Massimo Parizzi Per me questa discussione è stata tutta interessante. Ma riguardo a un tema in particolare, la “comprensibilità/incomprensibilità” in poesia, vorrei cercare di dire qualcosa su questioni che, stranamente, mi sembra non siano state toccate. Scusate se comincio con ricordi personali. Un incontro determinante per il mio futuro (e tuttora il mio presente) fu, tra i 16 e i 17 anni, cioè nel 1966-1967, quello con un gruppo di...

Finale di partita

di Francesco Forlani   I sogni non vengono mai soli. Nessuno fa mai un solo sogno, ma diversi sogni. Accettiamo i sogni come accettiamo la nostra mortalità. Se ne ricaviamo o meno un senso è irrilevante. Così come il fatto che siamo esistiti ed esisteremo ancora. Simon Lane, Rio de Janeiro, 14 March 2012 Una delle più belle performance di Simon Lane, scrittore meravigliosamente british, parigino nell’anima, la fece durante i giochi della XXVII Olimpiade che come molti ricorderanno...

Le bleu du malheur


di Augusto Petruzzi

Surriscaldato da forze centrifughe, il ‘900 si torce al centro intorno ad una catastrofe, l’unica vera tragedia del nostro tempo.

B-logos: ovvero discorso sopra la rete in cui si impigliano le parole

A proposito del romanzo Dublinesque di Enrique Vila-Matas di Francesco Forlani Qualche tempo fa, discutendo con una mia amica scrittrice e blogger, Loredana Lipperini, di rete e siti vari, tastandoci il polso per verificare lo stato della fiducia di entrambi nelle capacità del mezzo di produrre messaggi di una qualche importanza, mi manifestava, non senza rammarico, la sua difficoltà a venire sul sito Nazione Indiana. Quel che la tratteneva dal farlo non...

Pietre da succhiare – Samuel Beckett

di Marco Rovelli Perché amo i romanzi della Trilogia di Samuel Beckett? Perché è come gustare, con il massimo godimento possibile, pietre. E', letteralmente, gustare la verità dell'essere. Nella Trilogia Beckett mette in scena il puro slittamento dell'essere. Da una parte limite dell'organico con l'inorganico, il punto di continuità tra l'uno e l'altro, e insieme la distanza siderale – e siderea nella sua fissità di ghiaccio – tra l'essere e la...

Beckett for dummies

uno stralcio di articolo di Vittorino Andreoli ricopiato da Piero Sorrentino Nella celebre commedia Aspettando Godot di Samuel Beckett attorno a un tavolo preparato per una cena ci sono delle persone che aspettano l’ultimo commensale, Godot, un personaggio che nessuno conosce e che nemmeno è sicuro arrivi: un mistero che però tiene tutti in sospeso. Il tempo viene consumato in questa attesa e nelle ipotesi più strane su chi...

Battute per un cinema muto: Carlo D’Amicis

Nota di lettura di Francesco Forlani su La battuta perfetta di Carlo D'Amicis C'è uno strano film, del 1966, Due marines e un generale, diretto dal regista Luigi Scattini e che vede, come protagonisti Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Strano perché ad un certo punto, con una parte tutt'altro che secondaria, scopriamo Buster Keaton. Il quale, nei panni di un generale della Wehrmacht, da gigante del cinema muto, non dirà una parola. Solo...

Poesia in prosa e arti poetiche. Una ricognizione in terra di Francia (2)

di Andrea Inglese 4. L'esplorazione dell'ovvio Siamo davvero all'opposto dell'attitudine del “prosatore lirico”. Quest'ultimo si dirige verso la prosa con l'intento d'iniettare in essa quel surplus stilistico che la innalzerà ai livelli d'intensità e autenticità del dettato poetico. Cadiot e gli altri autori citati, invece, abbracciano la prosa per meglio liberarsi dell'eredità lirica nel suo complesso (codice e ideologia di genere). Qui la lezione decisiva, all'interno del panorama francese, viene ancora...

Che cosa la letteratura ha imparato dai matti

di Ermanno Cavazzoni Nella maggior parte dei casi gli scritti che vengono dal mondo psicotico non hanno molto interesse, da un punto di vista diciamo artistico, o anche solo di efficacia e forza espressiva. Ho fatto una ricerca negli archivi manicomiali, vari anni fa, e sostanzialmente prevale quella povertà di parola, quella stereotipia e convenzionalità che è la norma dei colloqui quotidiani e dei carteggi umani. Ossia un ricoverato del...

Su letteratura e politica (la penso proprio come George Orwell e Danilo Kiš)

di Andrea Inglese Il mio punto di partenza è sempre un senso di partigianeria, un senso d’ingiustizia. Quando mi accingo a scrivere un libro io non mi dico: “Voglio produrre un’opera d’arte”. Lo scrivo perché c’è qualche bugia che voglio smascherare, qualche fatto su cui voglio tirare l’attenzione, e il mio primo pensiero è quello di farmi ascoltare. George Orwell Se non puoi dire la verità – taci. Guardati dalle mezze verità. Danilo...

Samuel Beckett e la matematica

di Francesca E. Magni «Per tutti gli anni ‘60 e ‘70 i lettori devoti di Beckett salutarono ogni opera sempre più breve del maestro con una mistura di reverenza e apprensione; era come vedere un grande matematico lavorare sull’analisi infinitesimale, con le sue equazioni che si avvicinavano via via di più al nulla.» John Banville, The New York Review of Books, 13/8/92. L’opera di Samuel Beckett, premio Nobel per la...

Anteprima Sud #14: Arrabal su Beckett

Beckett 1 di Fernando Arrabal Come ormai è noto a tutti, Samuel Beckett è vissuto in una mansarda fino alla fine degli anni sessanta, a Parigi, al numero 6 della rue de Favorites: era una stanza dal soffitto molto basso che comunicava con una camera. Vi si arrivava senza ascensore. In seguito traslocò in un piccolo appartamento moderno: tre stanze al numero 38 del boulevard...

Un lontano saluto

di Domenico Pinto Dresda come appare prima che sia distrutta, nel fotogramma aereo da ovest, è un radiante traversato dai ponti Augustus, Albert e Carola; l'esse dell'Elba la taglia, quasi scaturita dalla mente di un geometra taoista. A quell'altezza il braille dell'abitato, in legno dolce, era ancora fittissimo. Dall'isola ferroviaria, che non vediamo, a Racknitzhöhe, oggi vi sono cinque fermate di tram: Gret-Palucca-Straße (dal nome della ballerina amica di Beckett, che...

Un dialogo con Ottavio Fatica

di Domenico Pinto Ottavio Fatica, nato a Perugia, vive e lavora a Roma. È fra gli interpreti più profondi della letteratura in lingua inglese. Ha lavorato a lungo per Theoria, Einaudi e da diversi anni per Adelphi. Ha vinto il Mondello per la traduzione di Limericks di Edward Lear e nel 2007 il Monselice per la traduzione di La città della tremenda notte di Kipling. Ora è al suo esordio...

Passi nella poesia francese contemporanea. Resoconto di un attraversamento (2)

di Andrea Inglese 4. Ponge, Beckett e la questione dei generi Ho citato in precedenza una serie di autori francesi che alcuni poeti giovani stanno traducendo in questi anni in italiano o che, comunque, costituiscono un punto di riferimento importante per il loro percorso poetico. Ora mi soffermerò in modo particolare su alcuni di essi, cercando di mostrare quali aspetti della loro scrittura possono risultare per noi degni d’interesse. Per prima...

Postumi. Lo scrittore dopo la sbronza della fine della storia

di Andrea Inglese I veri bevitori sanno che uno dei problemi classici a cui si trovano confrontati è non tanto come evitare una sbronza, eventualità per lo più impossibile, ma come uscire da una sbronza, senza danni eccessivi e gestendo alla meglio i postumi da essa provocati. Fuoriuscire da una sbronza è quindi una questione di strascichi, del miglior modo cioè di portarsi dietro, nel mondo sfumato e complesso...

Il mio Beckett

di Liliane Giraudon traduzione di Andrea Raos Beckett nato un venerdì 13 aprile cioè il venerdì santo del mese di aprile 1906. La collezione di francobolli di Beckett (71 il 24 ottobre 1915, 574 il 10 aprile 1917). Beckett e il porcospino. Beckett e i sassolini (il suo amore per i sassolini: se li depone con precauzione in bocca o negli incavi degli alberi del giardino). Beckett e la boxe. Beckett...
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NOTE
  1. l'originale francese dell'articolo può essere letto qui.