La settimana del depresso 1

di Gianni Biondillo 

[inauguro quest’oggi la mia, appunto, deprimente, settimana del depresso. Qualche aforisma stracco, qualche endecasillabo disciolto. Più per, terapeuticamente, uscirne fuori che per altro. La posterità se ne dimenticherà subito. Anche la contemporaneità, se è per questo.] 

 

 

La tigre sotto il burrone, la tigre
sopra: appeso al mio ramo cedevole
assaggio la fragola: com’è amara! 

 

19 Commenti

  1. ecco appunto
    ma perché N.I., che dovrebbe essere un importante momento di aggregazione culturale, si abbandona a tanta puerilità? Passa un adolescente, apre il suo diario e ci mostra le paginette in cui ha scritta che gli fa male il cuore.
    A questo siete ridotti ormai. Ma su, dai!!!

  2. Segnalo…

    la raccolta di aforismi di Beno Fignon edita dalla San Paolo, prefazione di Pierangelo Sequeri, teologo di grande fama, vice preside della Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale.

    “CAPACI DI INTENDERSI E DI VOLARE”
    pag. 94, euro 5.50. Lo trovate in ogni libreria, e vista “l’altezza” del prodotto e la “bassezza” del prezzo, potrebbe essere una buona strenna natalizia.

    “Prima ancora dell’esperanto, è stata la guerra mettere in contatto i popoli. Incrementiamola.”

  3. dopo indigestioni di aggregazione culturale spesso si cade in depressione[…]
    è il contrappasso, la maledizione di un cervello troppo rimpinzato di legna che alimenta il fuoco verso il buio magari, si crede, finalmente catartico… ma sempre buio… ora, se uno sente una fragola che sa di amaro, ben venga la sua sensazione “fisica” che, se tramandata o no, poco importa davvero dato che sembra che ogni cosa che ci viene tramandata in buona fede finisca in fondo al frigo tra petti di pollo ammuffiti e burro in pensione . suvvia.
    un saluto
    paola

  4. Contribuisco alla settimana del depresso con una scritta murale che a terni ha fatto storia:

    “Quanno pozzo m’appallozzo…spesso pozzo!”
    M

  5. Caro G. Biondillo, dal momento che condividiamo le stessa settimana del depresso, le dedico le parole di una mia vecchia amica- Maga che disse:

    “per arrivare al Cielo servono solo un sassolino e la punta di una scarpa.”

    Bonjour tristesse? Adieu tristesse…

  6. ottima gianni: ma è una depressione molto salgariana e variopinta, da giungla, non da sottotetto grigio.

  7. propongo una variante assolutamente sostanziale.
    vediamo:
    La tigre sotto il burrone, la tigre
    sopra: appeso al mio ramo cedevole
    assaggio la fragola: com’è dolce!

  8. @ Fausto e a tutti quelli che si sentono molto “Faust” e poco “(t)Roll” e che non smettono di denigrare questa splendida redazione con la solita lagna del “c’era una volta” e “a che siamo ridotti” e “non ci sono più le mezze stagioni” etc etc etc… dirò che
    “…tra i quattro miliardi di ostaggi del tempo,
    abitanti l’unico asilo temperato
    del cosmo, era stato Joe l’alieno ( e aggiungo gli Indiani di N.I.2) a capire per primo
    che l’io condizionato è un riflesso condizionato, che guarire
    si può soltanto con una valvola.” ( da “Homo sapiens correctus” di Durs Grunbein)

    Ps: dalla cerebrogravità si può guarire!

  9. In effetti Bengurion ha ragione. Biondillo fa riferimento ad un noto apologo Zen, ribaltandolo. Che poi il sig. Tashtego cita (credo proprio volontariamente) con la sua correzione.
    Ma come siete dotti qui su NI, senza essere pesanti. Anche Maria (Valente) mi è molto simpatica.
    Ciao, Chiara

  10. *dalla cerebrogravità si può guarire*

    certo che se il medico è un cerebrogravissimo con la gamba di legno, la vedo bruttina (come appellarsi alla Merlin per riaprire i casini)…

  11. @ C. Leso e a tutti noi (anche tu Chiara mi sei simpatica)

    Il grande significato scancellato-
    il cancello etimo
    rete di sbarrette a perpendicolo
    (lesioni, legioni)
    (il mio nome è legione)
    lesione

    Andrea Zanzotto

  12. Nazione Indiana dovrebbe essere un importante momento di aggregazione culturale ? Oddio, perchè non me l’avete detto prima. Che ci faccio qui ?

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gianni biondillo
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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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