di Giuseppe Zucco
Il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante, un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto. Carlo Emilio Gadda
Ma è così? In letteratura esiste una divisione così netta tra finzione e realtà? Le opere letterarie possono essere annoverate senza ombra di dubbio ora tra le schiere della realtà ora tra quelle della finzione? E questa distanza certificata aiuta la comprensione delle opere letterarie? Oppure il gioco è infinitamente più sfumato? E se così fosse, non vi è forse tra realtà e finzione un reciproco scambio, un’osmosi continua quasi impercettibile? Non è più corretto affermare che le particelle dell’illusione possono rendere più completo l’atomo della realtà, e viceversa?














