Manhattan Experiment
di
Francesco Forlani
(La Camera Verde ProduKtion)
(extra)
Dove sono Jena, Snake, Plissken, Bob Hawk, Cabbie e Duke, l’eroe rapinatore, lo sbirro, il tassinaro e il Raiss?
Uno cambiò nome tre volte,
uno fu fatto generale,
uno cadde su un ponte lavorando per tutti, uno morì sparato –
tutti, tutti dormono, dormono, dormono a Manhattan.
Dove sono il Buffone, Manhattan, The President, Mente e Maggie, mostriciattolo gay, penitenziario- ma pentirsi poi di cosa?-, il grassoccio e nano, il fornitore di gasolina e la sua squinzia? Tutti, tutti, dormono a Manhattan.
Dov’è quel Carpenter
che giocò con la vita di tutti, fronteggiando produttori, esteti, critici colti, facendo cinema, non pensando né a moglie né a parenti,
né al denaro, né all’amore, né al cielo? Eccolo! Ciancia delle parti di tanti anni fa,
delle voci di tanti anni fa a St Louis,
di ciò che Cronemberg e Romero
dissero di lui una volta.
Uno finì, una uno smise, uno cessò, uno una abbandonò – tutti, tutti dormono, dormono, dormono a Manhattan.


Pubblico di seguito un estratto dal nuovo romanzo di Franz Krauspenhaar, 











di Mariasole Ariot