
note per una critica a venire
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Dimitri Chimenti
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Massimiliano Coviello
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Francesco Zucconi
L’aspetto più farisaico della menzogna implicita nel concetto di decadenza
è la pedanteria con cui, nel momento stesso in cui si lamentano
scarsità e declino e si registrano i presagi della fine, a ogni generazione
si fa la conta dei nuovi talenti e si catalogano le nuove forme
e le tendenze epocali nelle arti e nel pensiero.
G. Agamben, Idea della prosa
1. Il contesto attuale.
Il nostro orizzonte comunicativo si fonda sempre più su parole-marionetta che ci rendono ad un tempo vittime e propugnatori di un continuo impoverimento del senso comune che passa soprattutto attraverso il linguaggio. Il lavoro estetico contemporaneo, nella misura in cui abborda il “reale”, non può fare a meno di inciampare nelle sclerosi del senso comune e nelle strategie retoriche adottate per veicolare il consenso. Non stupisce dunque che sia proprio a partire da un montaggio e da uno smontaggio delle figurine e dei cliché che appannano la nostra vista sul mondo, che la scrittura letteraria sembra aver ritrovato un’autentica possibilità operativa.
Sono i libri di Roberto Saviano, Marco Rovelli, Wu Ming, Eraldo Affinati, Giuseppe Genna, Marco Philopat, Alessandro Bertante, Babsi Jones, Helena Janeczeck, Walter Siti, Giorgio Vasta (ma l’elenco non può che essere provvisorio e incompleto) a evidenziare innanzitutto l’avvenuto recupero di una credenza nel mondo e nelle sue possibilità di cambiamento.