di Antonin Artaud
Les Frères Marx au Cinéma du Panthéon
Nouvelle Revue Française, 1 Janvier 1932
Il primo film dei fratelli Marx che abbiamo visto qui: Animal Crackers, è apparso a me a tutti quelli che vi hanno assistito come una cosa straordinaria, come la liberazione per mezzo dello schermo di una particolare magia che i consueti rapporti fra parole e immagini di solito non svelano, e se esiste uno stato caratteristico, un distinto grado poetico della mente, che si può chiamare surrealismo, Animal Crackers vi partecipa interamente.
Dire in che cosa questa specie di magia consista è difficile, è ad ogni modo qualcosa che non è specificamente cinematografico forse, ma che non appartiene nemmeno più al teatro e di cui solo certi poemi surrealisti riusciti, se ce ne fossero, potrebbero rendere l’idea. La qualità poetica di un film come Animal Crackers potrebbe corrispondere alla definizione dell’umorismo, se questa parola non avesse perso da molto tempo il suo senso di liberazione totale, di laceramento di tutta la realtà nella mente.

di Severino Colombo




di Gianni Biondillo

Mia sorella con l’età si è completamente inacidita. Raggrinzita e inacidita. Come certi frutti si accartocciano su se stessi prima di raggiungere la dolcezza e la pienezza della maturità. Si direbbe che qualcosa nella normale evoluzione fisica e psicologica legata all’età sia andato storto. Una qualche degenerazione biochimica dovuta a un morbo ancora sconosciuto, un subdolo deterioramento del sistema nervoso che ha finito per prendere anche il cervello, ripercuotendosi sul carattere, qualcosa del genere. Ma la cosa forse che è diventata più fastidiosa è la voce: nasale, inquisitoria, implacabile. Ogni sua frase è una nuova doccia gelata.