di Pasquale Vitagliano A questo punto, quello che l’autore ci propone è di azzerare col mezzo della parola. Resettare il peso semantico e il frastuono verbale con la poesia. Emulare il silenzio con l’armonia musicale della scrittura. Credo che ci sia riuscito proprio grazie alla sua vocazione musicale.
di Pasquale Vitagliano La parte più intensa del libro di Morando, però, s’incentra su quello che viene definito il “perdono tradito”. Sì, Francesca Mambro poté uscire prima dal carcere grazie alla lettera di perdono che Anna Di Vittorio e Gian Carlo Calidori (nell’esplosione aveva perso un amico)
di Pasquale Vitagliano Ecco, che ci rendiamo conto che la Questione Meridionale, tutt’altro che risolta, pesa ancora; che, d’altra parte, non è mai esistito un Sud abbarbicato sulla propria identità e chiuso in uno lamentoso provincialismo.
di Pasquale Vitagliano Come Magrelli precisa, lo scontro tra i due è asimmetrico. Hanno vissuto in epoche diverse. Proust non ha conosciuto Céline, dunque, non può rispondere al suo astio. Più correttamente, si tratterebbe di un’ “aggressione postuma”.
di Marino Magliani Ecco, quando le poesie ci prendono. Quando, come scrive Vitagliano, ci portano in un posto che sentiamo, sconosciuto o già “nostro”, e costruiscono il nostro teatro anatomico e di certo lo condividono. A quel punto ci stupiamo, esattamente come lo fa il poeta.
di Pasquale Vitagliano
Vedo il mare
Sempre dal solito punto
Ogni anno da questo angolo sempre
Dalla stessa posizione
Ho visto addirittura che si scarnifica
Sugli scogli che perdono il muschio marino
Le alghe scompaiono intossicate
E la sabbia lentamente avanza da sotto
Per la gioia dei ragazzi che ho visto neonati
Distesi sotto il sole all’ombra del disagio
Ed io sempre con gli stessi pensieri
Ed io sempre da quella distanza
E lui che alla stessa ora passa e mi saluta
E’...
di Pasquale Vitagliano
Le isole proprio non le capisco,
Con tutto quel mare intorno,
Sprecate nel silenzio del nostro sguardo.
Le montagne sopra a volte
Ti danno le spalle senza riserva
E il mare giace inamovibile.
I balconi sopraggiunti comunque qualcosa
Domandano in danno ai palazzi
Che autistici s’ergono senza espressione.
Anch’io silenzioso ascolto guardo
Questo quadro senza senso deluso
Per non aver trovato il modo di inserire
Il tempo certo che senza un linguaggio
Tutto sarebbe andato perso.
La perdita è il perno...
di
Pasquale Vitagliano
Al processo lo dicevano
che la palla è tonda
che ogni partita è a sé
che il campo è neutro.
Allora l’arbitro era nero,
nera la notte di Hegel,
nessun altro colore se non
le casacche in campo.
Adesso che anche tu
fai la partita e te la giochi
la palla sembra pilotata.
Così appaiono guidati
i palloni sempre meno tondi
da un qualche dio intercettabile.
#
Faccio lo steward
ho il campo alle spalle
non vedo mai la partita
vedo gli altri esaltarsi
o disperarsi, no!
Faccio...
di Pasquale Vitagliano
Monologo in vece di Buzz Aldrin
Mi sono fermato a lungo a pensare se
se ne debba parlare, raccontare l’esperienza unica,
sconosciuta prima e adesso irripetibile
di camminare sulla luna, sul suo suolo,
il terreno, non la terra, il suolo della luna.
Quasi ne ho dimenticato la sensazione,
del primo passo, come sulla sabbia,
ma meno duro, meno solido l’impatto.
E’ stato diverso il mio passo da quello di Colombo.
Anche quella era terra, la terra, la...
di Pasquale Vitagliano
Non so come dire
ma in alcuni momenti
ho paura
anche della mia ombra.
Ci penso e mi sembra strano.
Ho paura della mia ombra.
Sì, la mia ombra,
non quella di un altro,
l’ombra dell’assassino,
non l’ombra di mio padre,
l’ombra del diavolo,
l’ombra dell’angelo,
l’ombra di Syd Barret.
Sì, proprio la mia ombra,
non l’ombra di un cane,
l’ombra di un nemico,
l’ombra di un ladro,
l’ombra di una donna,
l’ombra di un vecchio amico.
Ma se ci penso non c’è proprio
da meravigliarsi. E’...
di Pasquale Vitagliano
Ogni mattina al caffè,
mi chiedo se esista
il colore concreto,
non dico il giallo, o il giallo
di questo pacchetto di tè,
e neppure tutti gialli che ho visto.
Questi sono i gialli particolari
di cui mi parla l’occhio.
Mi chiedo se esista
il giallo originale pari solo
alle forme geometriche
che esistono al di là
della loro tangibilità.
Ogni volta mi chiedo al caffè
se i colori e le forme
si portino dentro anche il mistero
dei buoni e dei cattivi,
al...
Un anno di azioni paesologiche ad Aliano -
Festival ideato e curato da Franco Arminio -
"Una cerimonia dei sensi contro l'autismo corale. La paesologia festeggia un paese e i suoi abitanti, festeggia i cardi, i lampioni, i muri nuovi e quelli antichi. Abbiamo bisogno di partire da un posto preciso. Fare comunità, anche se comunità provvisorie."
Il programma
Giovedì 29 agosto
Ore 13.00: Cerimonia dei sensi
Ore 15.00: Auditorium dei Calanchi
Aspettando la Luna e i...
di Pasquale Vitagliano
In una giornata
il verde della piazza
visto dall'alto,
non è un prato.
ma un campo da golf,
battuto da cicale magnetiche,
colorate, tutte uguali.
Non operai,
non borghesi,
non più contadini.
Incompiute
architetture
di vanagloria.
Cicale dopo il lavoro
e formiche senza lavoro
non sono mai state
il popolo
di questa terra.
Muri pieni di buchi,
esistenze senza intonaco,
che non reggono più
il cemento del sopruso
a creare figure popolari
con la cazzuola del dolore.
Voglio raccontare
la storia di un incontro
in un ipermercato
che fece Turandot
del cupo...
Strade bianche, Enrico Remmert, Marsilio, 2010
secondo Pasquale Vitagliano
Ho letto da qualche parte che “si viaggia per vincere la paura di camminare”. Sarà per questo che Vittorio suona il violoncello. Devi tenerlo puntato sulla terra. Il musicista diventa una protesi dello strumento. E questo penetra nel suolo come un fiore. “Dio ci ha piantati in un posto e lì dobbiamo stare”, dice Don Geppe a Vittorio. “Siamo come fiori....
Cinéphile
di
Pasquale Vitagliano
Non è affatto calmo questo caos,
rifluisce alla sua natura di intemperie,
di disordine che non si lascia a terra,
che si porta come calce nei palmi.
Non è cinematograficamente corretta
questa inconsolabile lotta contro il petto,
senza alcun motivo musicale, amputata
di ogni colonna sonora che ti batteva
nella testa, ed ora sprofonda sorda nel ricordo.
L’ hai presa da dietro la voglia di farla finita,
un’eclissi carnale che ti spegne come la terra
messa a tappeto da...
di
Pasquale Vitagliano
Questa casa non ha odore,
non dico il sugo, la frittura,
il calore, che sarebbe kitsch;
dico che non si sentono passi
dietro i tavoli, sulle tovaglie,
sopra i divani, fuori delle stanze.
Non posso dire la differenza, come
gli inglesi, tra casa e casa, perché
camere e cucina non siano solo mattoni,
intonaco e cellofan, ma anche terra,
ventre e fame che si sazia alla fine
della vita sui muri fino ad annerirli
e a farli...
Viola
Vendeva specchietti, lucciole e perline
(ma li vendeva lieve)
Lustrava reboanti panzane da lattante
(il desiderio onirico che vero fosse il magnifico)
Ruffiano, aduso a darlo via il sedere
(semplicemente quello era il suo mestiere)
Pensava di essere furbo
(come qualunque giocatore al gioco)
Grugno di similporco, neanche porco vero
(umano il tentativo di travestire il trivio)
Copiava diligente battute e frasi altrui
(mai avuto pretese di essere intelligente)
Cavava il suo buon senso dal noto
manuale del perfetto banale
(la cifra...
Il sonno condiviso
di
Pasquale Vitagliano
E pensare che ci siamo spartiti il sonno
sopra un plaid a scacchi,
senza che l’arrocco riuscisse a salvarmi.
Lasciami andare come vai tu, in tutte le direzioni.
Quante volte me lo sono detto,
come un rubinetto che perde acqua;
Quante volte ho cercato di risparmiarmi,
mentre invece conto i centesimi della mia insistenza.
E tu, comunque, sei ancora qui,
mentre io mi trovo via, dall’altra parte
della strada; a specchiarmi dietro le vetrine
ed a...
Franco Arminio
Non c’è via d’uscita
da nessuna parte.
il reale è un muro di cemento
l’irreale è un muro di piombo.
così è adesso
nella prigione del mondo.
Pasquale Vitagliano
Getto un cretto di bava
sulle faglie di un corpo di cava,
per coprire le murate glauche,
per seppellire i fondachi di seppia.
Non è una opera imperitura sul corpo,
non è lucore quello che si vede dall’alto,
se ci stai dentro, un dedalo appare, un greto
cieco che non saprà mai dirti...
qui IL RACCONTO DEL VENERDI': LA RIMOZIONE di Leonardo Sciascia letto da GianMaria Volonte'
di
Pasquale Vitagliano
«Ci mancano la penna e la spada di Leonardo Sciascia», ha scritto Vincenzo Consolo nel 2004 in un articolo su «Liberazione». Eppure, c’è il sospetto che al salotto buono della cultura italiana non manchi affatto quel “politicamente scorretto” che denunciò i “professionisti dell’antimafia”; quello che ebbe il coraggio di indicare nella figura del...
Lettera segreta
di
Pasquale Vitagliano
Il 1804 fu un anno importante. A Milano tutti stanno aspettando l’arrivo del nuovo imperatore, di quel piccolo cesare che ha cambiato la vita dei milanesi. L’ ha proprio stravolta, ma in modo inimmaginabile. Ad attendere Napoleone, infatti, sono i signori di Milano, i nobili, i codini, le dame aristocratiche. Mentre i cittadini, gli eroi delle nuove libertà, gli avventori del Caffè illuminista che avevano tanto sperato...
"dico, basta pensare di essere immortali,
diceva, anche se sappiamo benissimo che non è"
Felice Piemontese
"Ti hanno licenziato e allora? La libertà non è un cappotto, non si consuma,
à propos, hai visto il mio? Ecco – vedi – non piango!"
Alexandra Petrova
"Vincenzo Cuoco
Non gli impedì
Di finire impiccato
Al suo albero
Di sughero.
Materiale
Per dipartimenti"
Pasquale Vitagliano
Osterie
di
Felice Piemontese
seduti nel solito bistrot di place
de la Contrescarpe, bevendo parecchi
bicchieri di brouilly, fresco come usano
in Francia, finiamo a parlare...
di Pasquale Vitagliano
Erano diretti ai laghi. Piero e la sua famiglia, dopo una settimana di lavoro. Non uscivano spesso nei week end, ma almeno una volta al mese un’uscita ai laghi era d’obbligo. Piero è un tipo normale e insegna musica in una scuola media di Milano. No, non è proprio un tipo normale. E’ un musicista, suona e insegna pianoforte. Certo, in passato aveva sognato di girare il...