
di Chiara Valerio
Io amo molto i saggi. Domandare astrusa e ricevere risposte coerenti.
Certe volte poi mi piace afferrarne qualcuno per farmi raccontare e basta. Come un bambino indifferente a novità e ripetizione la cui unica domanda sia E come continua?. Ne La matassa primordiale, Isabella Ducrot, con le parole tessili che stanno sulla pagina flessuose e ieratiche quanto i colori e collage di stoffa sulle [sue] tele, non solo mi ha detto come continua ma mi ha spiegato, da Cloto a Penelope, fino a Lhasa, che il filo del discorso, come quello del tessuto è tendenzialmente illimitato. Che quando si dice (…) il filo del discorso o perdere il filo del ragionamento si dà per scontato che questo filo sia qualcosa di continuo e di irreversibile. Che (…) le metafore tessili perderanno la loro ragione di essere nel momento in cui il tessuto verrà sostituito da composti compatti (…).









